– prima parte –

Quando dunque fai l’elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 

Ma quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo,

che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.

. ~ GESÙ (Matteo 6:2-4)

RIASSUNTO: Leggi questo e salta il resto (se vuoi)

  • Gesù ha iniziato una nuova sezione del Discorso della Montagna, focalizzandosi sul nostro rapporto verticale con Dio come nostro Padre Celeste.
  • Gesù userà tre esempi: Dare, Pregare e Digiuno.
  • In questo primo esempio del dare, Gesù per la prima volta si rivolge agli “ipocriti” – una parola greca usata per descrivere gli attori.
  • Il pericolo di fare buone azioni per essere visti dagli altri è che la nostra spiritualità diventa performativa e perde il suo cuore. Quindi, Gesù ci incoraggia a coltivare una vita spirituale segreta che nessun altro può osservare.
  • La spiritualità segreta può creare un legame tra noi e Dio, poiché l’intimità si forma esclusivamente attraverso esperienze e idee condivise.
  • Allo stesso tempo, Gesù non intende applicare questo insegnamento in modo legalistico, poiché il discepolato cristiano significa, tra l’altro, imparare attraverso l’esempio.

IL NUCLEO: (Il cuore del messaggio)

Al centro della spiritualità cristiana c’è una vita segreta di comunione con Dio.

CONTESTO: (Cosa succede prima e dopo questo passaggio)

Gesù ha iniziato una nuova sezione del suo sermone, istruendo i suoi discepoli su come sviluppare una vita spirituale personale, privata, intima e segreta. Introduce questo insegnamento dicendo:

State attenti a non fare pubblicamente le vostre buone azioni

per essere ammirati,

altrimenti perderete la ricompensa dal Padre vostro che è in cielo.

~ GESÙ (Matteo 6:1)

Ora ci offre tre esempi:

  • dare in segreto (relazione giusta verso gli altri)
  • preghiera segreta (relazione giusta verso Dio)
  • digiuno segreto (relazione giusta verso noi stessi)

In ogni caso, Gesù sottolinea l’importanza di coltivare una vita spirituale segreta che ci protegga dalla tentazione di cercare il nostro valore e significato da chiunque altro che non sia Dio.

In questo studio tratteremo il primo esempio del “dare”. Poi nel nostro prossimo studio salteremo all’ultimo esempio del “digiuno”. Il secondo esempio di “preghiera” è più sviluppato e contiene  il Padre Nostro, quindi affronteremo quel passo in molteplici studi dopo aver coperto “dare” e “digiuno”.

Chi ha pietà del povero presta al SIGNORE,
che gli contraccambierà l’opera buona.

~ Re Salomone (Proverbi 19:17)

CONSIDERA: (Osservazioni sul passaggio)

Quando tu dunque fai. Gesù non ha detto “se dai” o “devi dare”, ma “quando fai”. In ogni esempio, Gesù assume che si abbia a cuore il dare piuttosto che comandare di dare o di pregare o digiunare. Gesù crede che i suoi discepoli vorranno partecipare alle pratiche spirituali che aiutano a sviluppare il loro cuore e il loro legame con il Padre. La vita spirituale segreta di Gesù è un privilegio, non una pressione.

L’elemosina. La parola usata per “elemosina” in questi versi è una forma della parola “misericordia” e significa dare misericordia, offrire carità, estendere compassione. Si usa di solito per riferirsi al denaro dato ai poveri e bisognosi, un’importante pratica ebraica (Deuteronomio 15:11; Proverbi 14:31; 19:17). Questo uso della parola ci ricorda che, per Gesù, il nostro dare finanziario, come tutta la moralità, dovrebbe essere una manifestazione di misericordia. Nel pensiero di Gesù, è attraverso la misericordia che facciamo quel che è giusto. (Confrontate questo con coloro che vedono la il dare economicamente e altre espressioni morali come una questione di “giustizia”. Gesù non insegna mai che facciamo il giusto attraverso la giustizia, ma attraverso l’amore, la grazia, la misericordia e la pace.

Non far suonare la tromba. Gesù sta usando un’immagine, una metafora, per disegnare una caricatura di persone religiose orgogliose ed esaltate. Nella nostra società di oggi, abbiamo una varietà di modi di “suonare la nostra tromba” per auto-gloriarci ogni volta che facciamo beneficenza o una buona azione.

Ipocriti. Questa è la prima volta, nel vangelo di Matteo, in cui Gesù chiama i capi religiosi ipocriti (dal greco: hupokrités). Il filosofo Dallas Willard scrive: “È chiaro dai documenti antichi che fu proprio Gesù il solo a portare questo termine nel vocabolario morale del mondo occidentale”. Sembra che questo concetto sia piuttosto importante per Gesù, quindi vale la pena scavare più a fondo. Il termine greco per “ipocrita” significa “attore”, qualcuno che si esibisce su un palcoscenico, che si comporta per essere visto, che pone l’accento sull’apparenza, una persona che fa finta. Poiché per gli ebrei il teatro era proibito, non esisteva una parola in ebraico o aramaico per dire: “attore”, che Gesù potesse usare, quindi è probabile che Gesù abbia usato proprio questa parola greca. Nel suo commento su Matteo, lo studioso della Bibbia, Ben Witherington III scrive: “Sembra che questa  fosse una parola presa in prestito, come vari altri termini greci, usati nell’aramaico parlato.” Quindi questa è una delle poche volte nella Bibbia che abbiamo quella che probabilmente è una parola originalmente pronunciata da Gesù. Ganzo! Gesù non sta criticando le persone che hanno una personalità che ama catturare l’attenzione. Sta parlando della tendenza religiosa umana a ostentare un buonismo teatrale. In Matteo 15 (citato sotto) Gesù ci aiuta a capire il suo uso della parola “ipocrita” quando dice che onorano Dio esternamente, ma non con i loro cuori. Gli ipocriti non solo indossano una maschera per ingannare gli altri, possono alla fine ingannare persino se stessi. Essi arrivano a “credere alla loro messa in scena.”

Questo sembra spiegare la sorpresa del giorno del giudizio descritta da Gesù più tardi nel Sermone sulla Montagna (Matteo 7:21-23). Quindi eccovi una parola di avvertimento: Notate che quel particolare pastore o ministro si descrive sempre come l’eroe nel proprio ministero? Si presenta come campione di giustizia, moralità o altri tipi di campagna accusatrice? Oppure riconosci questi schemi e queste attitudini in te stesso? Come Gesù ci ha appena detto: Stai attento. I Farisei probabilmente donavano in beneficenza dichiarandolo “a voce alta” perché dicevano a loro stessi che la gente aveva bisogno di essere incoraggiata dal loro esempio. Ma questo può diventare una trappola. Come disse il re Salomone: “Che un altro ti lodi, e non la tua stessa bocca” (Proverbi 27:2). Guardatevi dalla rettitudine teatrale, che sia in noi stessi o negli altri. Da notare anche che il modo in cui Gesù usa questo termine è leggermente diverso da come usiamo la parola “ipocrita” oggi per significare qualcuno che dice una cosa e ne fa un’altra. I leader religiosi del tempo di Gesù erano coerenti con le dottrine che professavano (quindi non erano ipocriti in un certo senso), ma le loro credenze si concentravano sulla lettera della legge e mancavano dello Spirito. Avevano ridotto la rettitudine a comportarsi moralmente piuttosto che perdonare misericordiosamente e amare sinceramente. Agire correttamente (indipendentemente dall’atteggiamento dietro l’azione) era la loro religione. Questo tipo di giustizia performativa è praticata dai “piattabitanti”, persone cioè che hanno una fede superficiale. Notate che l’apostolo Paolo dice che è possibile fare ogni sorta di cose apertamente giuste e moralmente nobili, ma se il nostro atteggiamento e la nostra motivazione non sono condotte dall’amore, sono senza senso e, proprio come dice qui Gesù, non ne otterremo alcuna ricompensa (1 Corinzi 13:1-3). Questo tipo di vita, improntata sull’apparenza e veicolata dai social media, ne è satura la nostra esistenza. Come dice il teologo anabattista Scot McKnight, nella sua essenza, l’ipocrisia è “la nutrizione

dell’immagine.”

Ipocriti! Ben profetizzò Isaia di voi quando disse:”Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d’uomini”.

~ GESÙ (Matteo 15:7-9; citando Isaia 29:13)

Guai a voi Farisei e a voi capi religiosi: ipocriti! Vi curate tanto di pulire l’esterno dei vostri piatti e dei vostri bicchieri, mentre il vostro interno cuore è sudicio di estorsioni e avidità.

~ GESÙ (Matteo 23:25)

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi,

ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume

~ GESÙ (Matteo 23:27)

Se anche distribuissi tutto ciò che ho ai poveri o dessi il mio corpo

per essere bruciato vivo, ma non amassi gli altri,

non sarei nulla, senza l’amore.

~ L’apostolo Paolo (1 Corinzi 13:3)

Per essere onorati dagli uomini. Quando facciamo buone azioni per essere notati, non stiamo aiutando gli altri ad elevarsi dai loro problemi, ma stiamo invece usando gli altri per elevare e glorificare noi stessi. (Nel rimproverare i leader religiosi in Matteo 23, Gesù indicherà tre modi che essi usano per ricevere la gloria dalle altre persone: abiti speciali, posti speciali e titoli speciali.) È difficile non fare le nostre buone azioni per essere notati dagli altri. Essere visti dagli altri come una brava persona è emotivamente molto gratificante. E poiché gli esseri umani hanno una propensione ad usurpare il posto di Dio, giudicandosi gli uni gli altri, possiamo essere certi che gli altri ci giudicano sempre nello stesso modo in cui noi li giudichiamo. Più avanti in questo sermone Gesù ci dirà di non giudicare, ma prima ci aiuterà a liberarci dal giudizio degli altri. Non abbiamo bisogno della loro approvazione; abbiamo bisogno dell’approvazione di Dio. Così Gesù ci insegna a praticare incessantemente il lasciare andare questo tipo di “ricompensa” umana, facendo opere di bontà in segreto.

“La fame di titoli e riconoscimenti pubblici nella vita umana

– anzi nella vita religiosa – è piuttosto stupefacente.”

~ Dallas Willard (The Divine Conspiracy, scritto prima dei social media)

A me non importa affatto avere o non avere la vostra approvazione.

~ GESÙ (Giovanni 5:41)

Tutto ciò che fanno è fatto soltanto per mettersi in mostra. Cercano di assumere un aspetto da santi, portando attaccati alle braccia piccoli contenitori di preghiere con i versetti delle Scritture, ed allungando le frange dei loro mantelli. Ma quanto ci tengono a sedersi a capo tavola nei banchetti, o nei banchi riservati della sinagoga! Quanto godono dei rispettosi saluti per la strada e di essere chiamati “Rabbino” e “Maestro”!

~ GESÙ (Matteo 23:5-7)

Amen. Questa parola ebraica è spesso tradotta nelle nostre Bibbie come “in verità“, come per dire “Veramente ti dico“. Amen esprime accordo, affermazione e approvazione di qualcosa già detto e, quindi, era, prima di Gesù, sempre stata detta alla fine di una preghiera o benedizione come un modo per dire “Sì!” o “Sono d’accordo!” o “Proprio così!” Questa abitudine di iniziare dei detti importanti con “Amen” è unica di Gesù. Egli preannuncia che quello che dirà è assolutamente vero, come se volesse dire “Quello che sto per dirti è così vero, che faresti meglio a prestare attenzione.” Oppure “Io sono Gesù Cristo e approvo questo messaggio.” Mentre tutti gli altri rabbini usavano “Amen” per terminare un pronunciamento, Gesù usa “Amen” per iniziare a dire qualcosa di nuovo.

Mano sinistra / mano destra. Una metafora per esprimere una generosità autentica, senza aspettative. Dovremmo praticare così tanto la rettitudine segreta da smettere di notare quanto o quanto poco ci si accorga di noi. Quando entrambe le mani stanno dando attivamente, nessuna mano è occupata a darsi pacche sulle spalle.

Segreto. La parola per “segreto” è kruptos, da cui otteniamo la nostra parola “criptico”. Si riferisce a qualcosa che è nascosto.

Giudeo infatti non è colui che è tale all’esterno; e la circoncisione non è quella esterna, nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera; di un tale Giudeo la lode proviene non dagli uomini, ma da Dio.

~ L’apostolo Paolo (Romani 2:28-29)

Sembra che l’apostolo Paolo sia stato addestrato da Gesù. Gesù dirà che Dio il Padre è “in segreto” e “vede nel segreto”. Dio è, in qualche modo, nascosto e gode della sua vita insieme noi quando anche noi siamo, in qualche modo, nascosti e lontani dal frastuono del mondo.

E il Padre tuo, che vede nel segreto. Mentre gli esseri umani guardano all’apparenza, Dio guarda al cuore (1 Samuele 16:7; Ebrei 4:12-13). Ci conforta il fatto che Dio veda i nostri segreti? Ci incoraggia? O ci stressa? Gesù vuole che questo sia un incoraggiamento, dal momento che questo Dio è il nostro “Padre”. In questo sermone, Gesù chiama Dio nostro “Padre” (greco patér) un totale di 17 volte e 10 di quelle volte sono proprio in questa sezione (Matteo 6:1-18). Questa super concentrazione di immagini di Dio come Padre, ha il proposito di avvolgere tutta questa discussione con un senso di cura protettiva e amorevole di Dio. Come Gesù ha appena finito di insegnare, il nostro Padre Celeste ci ama in modo stravagante e incondizionato

Dio ci vede nel peggiore dei nostri momenti e ci ama.

Dio vede i nostri peccati segreti e ci ama.

Dio vede le nostre scelte egoistiche e ci ama.

Dio vede i nostri fallimenti più drammatici, e ci ama.

Dio vede i nostri cuori che sferrano giudizi verso coloro che falliscono, e ci ama.

Dio non è sorpreso dalla nostra fragilità umana e propensione ad allontanarci da lui. A che punto il Padre del Figliol Prodigo ha smesso di amare suo figlio o ha rinunciato a lui?

Infatti, la parola di Dio è viva ed efficace, più affilata di qualsiasi spada a doppio taglio. Essa penetra rapidamente e a fondo in ogni parte dei nostri pensieri e sentimenti più intimi, mettendo in luce ciò che veramente siamo. Non c’è niente che Dio non conosca, niente che possa restargli nascosto; tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi del nostro Dio, al quale dobbiamo rendere conto di tutto ciò che facciamo.

~ lettera di Paolo agli Ebrei 4:12-13

Dio vede tutto. Dio giudica ogni cosa. E Dio ama tutti noi.

Ricompensa. Gesù ha già menzionato l’idea di “ricompensa” nella sua introduzione a questa sezione (Matteo 6:1) e lo farà ancora più volte. L’idea di ricompensa può sembrare un pagamento per un comportamento specifico, ma ponendo l’idea nel contesto di una relazione amorosa con il nostro Padre celeste, Gesù l’ha de-commercializzata. Apparentemente, la vita cristiana non dovrebbe essere così altruista da sentirsi in dovere di poter dire “non ne ricavo nulla“, ma piuttosto il nostro obiettivo è ottenere il giusto beneficio nel modo giusto dalla giusta Fonte. Per Gesù, l’idea di “ricompensa” è sia “qui e ora” che “lì e poi“. La ricompensa di una più profonda e grande intimità con l’Onnipotente può essere vissuta qui ed ora nella nostra vita spirituale, proprio come Gesù insegnò che il Regno dei Cieli stava arrivando qui ed ora. Allo stesso tempo però, ci sarà sempre qualcosa di più in futuro. Come abbiamo imparato nel nostro studio precedente, essere con Dio è la ricompensa finale.

Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi;

~ GESÙ (Giovanni 14:3)

“Ciò che sei in privato è quello che sei veramente.”

~ N.T. Wright (Matthew for Everyone).