State attenti a non fare pubblicamente le vostre buone azioni

 per essere ammirati, altrimenti perderete

la ricompensa dal Padre vostro che è in cielo.

~ GESÙ (Matteo 6:1)

Confessione: (Riflessioni personali)

Confesso che ho lottato senza successo per la maggior parte della mia vita adulta con la coltivazione di una spiritualità segreta. Ed è probabilmente una delle cause profonde del mio fallimento morale, compresa la mia ipocrisia.

Secondo Gesù, una debole vita spirituale interiore lascia qualcuno come me più incline a cercare la mia “ricompensa” dagli umani intorno a me. Rispondo troppo facilmente alle lusinghe, agli elogi e persino agli incentivi finanziari. Il mio rendimento psicologico diventa troppo facilmente estrinseco piuttosto che intrinseco. Peggio ancora, la mia debole vita spirituale segreta diminuisce anche la mia sensibilità alla voce di Dio e la mia coscienza quando devio dalla rotta.

Durante i miei anni da giovane adulto, mi sembrava di riuscire, usando la ragione, a trovare la strada verso la mia determinazione morale. All’università ho studiato il Lavoro di Immanuel Kant “La Metafisica dei Costumi”, e per molto tempo ho cercato di vivere secondo la massima: Vivi per dovere, non per desiderio. Pensavo che questa fosse la risposta a tutte le mie domande etiche. Mi sono infatuato dell’”Imperativo Categorico” di Kant (agire in modi che vorresti che il mondo intero agisse).

Questo approccio mi ha servito bene per un po’, ma nel tempo la mia morale è diventata stoica e senza emozioni: “Un atto di dovere”. Dare la priorità al dovere piuttosto che al desiderio funziona in alcune arene, ma quando si tratta di relazioni, nessuno ne trae benedizioni quando diventa il nostro obbligo piuttosto che la nostra gioia. E nel corso del tempo, vivere per pura forza di volontà è diventato noioso, per non parlare di una trappola. Pensavo di essere moralmente forte… finché non ho scoperto che non lo ero. E poi, la vergogna è arrivata.

Kant credeva che il suo imperativo categorico (agire in modi che si vorrebbe che il mondo intero agisse) fosse un miglioramento rispetto alla Regola d’Oro di Gesù (trattare gli altri come vorresti essere trattato al loro posto). Notate che l’imperativo categorico ci aiuta a giungere alle scelte etiche attraverso l’uso della ragione, mentre la Regola d’Oro ci aiuta ad arrivare alle scelte etiche attraverso l’intuizione del cuore e un’empatia incentrata sugli altri.

La maggior parte dei dibattiti su quale sia l’approccio migliore, manca questo punto importante: anche Gesù passò dall’insegnamento della Regola d’Oro all’insegnamento della regola suprema  “La Regola di Platino”: Ricevi il mio amore e poi lascia che questo amore trabocchi sugli altri intorno a te (Giovanni 13:34-35; vedi anche Romani 15:7; Efesini 4:32-5:2; Colossesi 3:13; 1 Giovanni 3:14-16; 4:10-11, 19). Questo invito a vivere una vita traboccante di amore – include il nostro approccio all’etica, al processo decisionale morale, al servizio della comunità e all’essere umano – ed è completamente e unicamente di Gesù.

Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.  Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.

~ GESÙ (Giovanni 13:34-35)

L’approccio della Regola di Platino alla vita inizia con il ricevere, con la coltivazione di una segreta vita spirituale che richiede tempo per sintonizzarsi sull’amore abbondante e incondizionato di Dio per noi. (Ripeto: “Per noi!”) Poi, da quella piattaforma di pienezza, rivolgiamo la nostra attenzione ai bisogni degli altri intorno a noi.

Sto imparando che Gesù non vuole estinguere i nostri desideri; vuole indirizzarli, raffinarli e soddisfarli. Gesù vuole che abbiamo la stessa relazione con Dio Padre, suo Padre, nostro Padre, come lui l’aveva. Nei vangeli diventa chiaro che Gesù vive dell’amore del suo Padre (per esempio, Giovanni 3:34-35; 5:19-20, 30; 14:24), e possiamo fare così anche noi. Anche noi possiamo vivere per sentire il nostro Padre dire: “Questo è mio figlio diletto, che io amo e di cui sono compiaciuto” (Matteo 3:17; Efesini 1:3-6). Ho bisogno di più di questo “focus-su-Dio” nella mia vita. Voglio essere un cristiano, non solo un Kantiano.

Negli ultimi tre anni, ho trascorso molto tempo con una manciata di terapisti di qualità, direttori spirituali e fratelli e sorelle saggi che mi hanno aiutato a rafforzare la mia vita interiore e trovare le mie ricompense lì. E con il loro aiuto io mi muovo oltre l’affermare, dichiarare e credere mentalmente nell’amore del Padre per realmente sperimentarlo. L’amore che Dio riversa in noi attraverso un tempo di segreta comunione spirituale con Lui, mi rendo conto adesso, è l’unica soluzione duratura per i nostri cuori affamati d’amore. Tutto il resto è distrazione temporanea.

Potrei o non potrei mai sperimentare l’estasi emotiva dell’amore di Dio che alcune sorelle e fratelli hanno descritto nel corso della storia della Chiesa, ma posso fare piccoli passi verso un’esperienza più olistica di Dio. Posso diventare una versione migliore di me stesso pur essendo pienamente me stesso, con i miei punti di forza e le mie limitazioni.

Tuttavia, mi chiedo: perché la vita spirituale segreta è più difficile per alcuni rispetto ad altri?

Posso pensare a due ragioni:

  1. cablaggio psicologico
  2. doni spirituali

In primo luogo, alcuni di noi sono programmati per elaborare le cose più intellettualmente, accademicamente o anche scetticamente. Se funzioniamo così per natura o attraverso l’educazione, non importa, questo è come il nostro cervello adulto funziona. (Mi dichiaro colpevole).

Quando ero bambino, il mio personaggio preferito di Star Trek era Dr Spock. Prendeva decisioni attraverso la logica, a differenza del Dr. McCoy, che era un calderone di emozioni umane. Volevo essere come Spock. Volevo essere Vulcaniano. Ma la Bibbia racconta la storia della creazione di Dio, della redenzione e dell’amore per gli umani, non per i vulcaniani. Questo significa che Dio vuole redimere piuttosto che rifiutare le nostre emozioni.

Ricordo una scelta che un tempo dovevo fare come pastore riguardo a una direzione che la nostra chiesa doveva prendere su un particolare problema, e un altro pastore mi disse: “Cosa ti dice il tuo cuore?” Ho ringraziato quel pastore per il suo contributo, ma confesso che segretamente ho guardato dall’alto in basso la sua idea. Non dovremmo ascoltare i nostri cuori, ho pensato. Dopo tutto, il cuore è ingannevole, come ci dice l’Antico Testamento:

Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno;
chi potrà conoscerlo?
~ Geremia (Geremia 17:9)

Avevo dimenticato questa fondamentale verità della Nuova Alleanza: Dio ha dato a ciascuno di noi un cuore nuovo, uno spirito nuovo e ha versato in noi lo Spirito di Dio. Stavo cercando scuse per non aver ascoltato il mio cuore, o il mio istinto, o la mia intuizione. Ho bisogno di praticare la spiritualità segreta di Gesù.

In secondo luogo, un altro motivo per cui alcuni di noi hanno più difficoltà ad ascoltare lo Spirito che parla dentro di noi è che i nostri doni visibili esternamente possono anche distoglierci dal fare affidamento sulla nostra spiritualità segreta. (Mi dichiaro ancora colpevole.)

Alcuni doni spirituali, come la fede o il discernimento spirituale, sono per natura più privati. Altri doni spirituali, come l’insegnamento o l’evangelizzazione o la profezia, sono per natura più visibili. Quelli di noi con i doni più visibili dovranno essere particolarmente attenti a coltivare una spiritualità segreta, altrimenti, come me, potremmo trovare il nostro senso di soddisfazione nel sentire “ben fatto tu servo buono e fedele” provenire da altre persone piuttosto che da Dio.

Ho trascorso la maggior parte della mia vita adulta impegnata in qualche tipo di ministero pubblico, a partire dall’evangelizzazione di strada nella mia adolescenza e continuando con il pastorato a partire dai miei vent’anni. Tutto questo viene con critiche pubbliche e ricompensa pubblica. Col tempo è diventato facile per me contare sull’alimentazione dei miei bisogni psicologici attraverso ricompense esterne da parte di altri, come parole di incoraggiamento, attenzione positiva e feedback di apprezzamento. Così, in molti modi, questi giorni mi sento come un neonato nel mondo della Nuova Alleanza, che ha bisogno di imparare tutto da capo come ad esempio nutrirsi del latte della parola che percepiamo più potentemente nei nostri momenti da soli con Dio.

come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale,

perché con esso cresciate per la salvezza, 

se davvero avete gustato che il Signore è buono.

 ~ L’apostolo Pietro (1 Pietro 2:2-3)

È importante che la Chiesa tenga presente questo: i doni del ministero pubblico non sono dati da Dio come ricompensa per essere una persona più spirituale, più matura o più pura di altre. I nostri leader più visibili della chiesa possono avere un dono orientato al pubblico, ed è giusto che trovino il modo di usare il loro dono, MA non sono dei cristiani migliori perché sono grandi insegnanti, predicatori, profeti o operatori di miracoli. Sono semplicemente dei credenti che hanno un dono diverso.

Su questo punto, penso a Pietro che era così dotato che guariva le persone con la sua sola ombra (Atti 5:15-16)! Eppure Pietro era così bisognoso di approvazione da parte dei suoi contemporanei religiosi, che ha compromesso ciò che sapeva essere vero sul Vangelo per essere accettato dalla folla “VIP”, facendo inciampare altri nella loro fede, e costringendo l’apostolo Paolo a rimproverarlo con forza e pubblicamente (Galati 2:11-21).

E che dire di Elia, che era così dotato da Dio da poter far scendere il fuoco dal cielo (1 Re 18:20-40). Tuttavia, Elia in seguito ha usato quel dono per uccidere le persone che erano venute da lui in pace e sincerità. È così rivelatore che Dio non abbia tolto il dono, ma invece ha mandato un angelo a dire ad Elia di smettere di farlo (2 Re 1:9-15)!

Elia ha usato il suo potere dato da Dio per chiamare il fuoco sulle persone. Dio lo ha corretto, ma non ha rimosso il suo dono.

Apparentemente, quelle persone a cui Dio sceglie di dare più doni spirituali pubblici e dimostrativi non ricevono quei doni perché sono spiritualmente più maturi o ne sono degni. Come credente con un dono di insegnamento orientato al pubblico, non sono mai creduto alla menzogna della mia superiorità spirituale (anche se penso che altri si siano vantati di me). So che non mi è stato concesso questo dono da Dio perché avevo raggiunto uno stato spirituale più puro o maturo. L’insegnamento è solo un mio dono. Altri possono avermi messo su un piedistallo, ma io ho sempre saputo meglio. La mia identità non è mai stata quella di un guru spirituale che “è arrivato”, ma di un credente in difficoltà e imbranato che cerca di camminare come il resto di ognuno di noi, mentre al tempo stesso cerco di custodire i miei doni.

Alcuni cristiani lo hanno capito, e quando il mio fallimento morale è diventato pubblico, hanno trovato più facile perdonarmi come avrebbero fatto con qualsiasi altro cristiano che inciampava. Altri sembrano aver inconsciamente abbracciato il mito che un buon insegnante deve essere un cristiano migliore, e un insegnante veramente buono deve essere un super santo. È come se in qualche modo la mia vita spirituale di successo diventasse parte della loro apologetica per la fede, una ragione per credere. Così quando il mio grave peccato è stato esposto, la loro fede è entrata in crisi. “Come può essere reale Dio o che Gesù è la Via o che la Chiesa sia un luogo in cui crescere spiritualmente se persino quel grande pastore è incasinato?”

Sto imparando a liberarmi dal fardello di essere la “Sacra-Sindone” di qualcuno per aiutarlo a credere. Con questo intendo dire che ogni volta che mettiamo la nostra fede in Dio basata su un pezzo specifico di prova apparentemente sorprendente, la nostra fede è in pericolo di sgretolarsi facilmente se mai quel pezzo di prova viene provato che non è autentico.

Piuttosto, la nostra fede in Dio dovrebbe essere basata sulla misericordiosa e miracolosa essenza di Cristo e sui suoi insegnamenti. E come stiamo imparando in questa serie di studi, quegli insegnamenti non perderanno mai il loro potere.