un assaggio dal libro “la fine della religione” del pastore Bruxy Cavey
ecco il PRIMO CAPITOLO
Facciamo un gioco di associazione di parole. Io dico “Gesù” e voi dite …
Se doveste prendere un foglio di carta e mettere giù ogni parola che vi viene a mente quando dico “Gesù”, immagino che la parola irreligioso non rientrerebbe nei primi dieci della lista. C’è stato un tempo in cui non era nella mia. Ma questo è cambiato.
È arrivata una stagione della mia vita quando ho cominciato a comprendere che il Gesù descritto nella Bibbia era molto più affascinante, entusiasmante, e scandaloso del Gesù docile e bonario che molte chiese proclamavano. Ero giovane e stavo cominciando a studiare la Bibbia per conto mio e nel processo, sono arrivato a comprendere che quello che tenevo in mano era un documento esplosivo – un documento che aveva il potenziale di distruggere totalmente tutte le religioni. Dorothy Sayers scrive: “A onor del vero, le persone che hanno crocifisso Gesù non lo hanno mai accusato di essere una persona noiosa; al contrario, lo credevano troppo dinamico per poterci avere a che fare. Sono state le generazioni successive a smorzare quella personalità così dirompente e a circondarlo di un’atmosfera tediosa”.
Mi viene a mente il racconto di uno dei miei miracoli preferiti: quello in cui Gesù ha trasformato l’acqua in vino (lo so, è anche il vostro miracolo preferito). Stavo pensando a come Gesù abbia usato il suo potere, non solo per guarire, ma anche per incoraggiare la celebrazione della vita. Tuttavia, ad una più attenta lettura, ho notato qualcosa che inizialmente mi ha lasciato perplesso e in un secondo tempo ha fatto sì che cominciassi a vedere con nuovi occhi la religione, la spiritualità e il vero messaggio di Gesù.
Mi sono sentito come se fossi appena entrato nel set del film “Il codice Da Vinci”. Come i personaggi del film che guardano il dipinto dell’Ultima Cena, per scoprire degli indizi riguardo a un antico mistero. Stavo leggendo un passaggio del vangelo di Giovanni e scoprendo il significato di qualcosa che non avevo mai notato prima. Quello che alla fine ho visto è stata una breve frase che raccontava un piccolo dettaglio della storia, ma che è diventata la chiave di lettura attraverso la quale sono riuscito a intravedere una realtà molto più grande.
Mi rendo conto che ho detto tanto senza in realtà rivelare quello che voglio dire. E la ragione è che non voglio guastarvi la sorpresa. Vedete un po’ se riuscite a scorgere la stessa cosa in questa storia. Cercate di guardare oltre al vino per vedere lo scandalo. Ed eccovi un indizio: ricordatevi che Gesù faceva cose che raccoglievano il favore della gente comune, ma allo stesso tempo facevano inferocire i leader del sistema religioso.
1 Due giorni dopo, la madre di Gesù fu invitata a un matrimonio nel villaggio di Cana, in Galilea.
2 E anche Gesù e i suoi discepoli furono invitati.
3 Quando tutto il vino finì, Maria disse a Gesù: «Non hanno più vino».
4 Gesù gli rispose: “Madre il mio tempo non è ancora venuto! Non devi dirmi cosa fare”.
5 Ma sua madre disse ai servi: «Fate tutto ciò che vi dirà».
6 Alla festa erano presenti sei recipienti di pietra, che venivano usati dalle persone per lavarsi secondo il modo indicato dalla loro religione; ognuno conteneva dagli ottanta ai cento litri circa.
7 Gesù ordinò ai servi di riempirli d’acqua fino all’orlo, poi quando i recipienti furono riempiti, disse:
8«Prendete un po’ d’acqua e portatela al maestro di tavola». I servi fecero come Gesù aveva detto,
9 e il maestro di tavola assaggiò l’acqua trasformata in vino. Egli non sapeva da dove venisse il vino, ma ben lo sapevano i servi.
10 Chiamò quindi lo sposo e gli disse: «Di solito tutti offrono prima il vino migliore e dopo, quando gli invitati hanno già bevuto tanto, fanno servire le qualità più scadenti. Invece, tu hai tenuto il vino migliore fino alla fine!»
11 Questo è stato il primo miracolo di Gesù, e lo ha compiuto nel villaggio di Cana in Galilea. Lì, Gesù, mostrò la sua gloria, e i suoi discepoli ebbero fede in lui. (Giovanni 2:1-11, CEV)
Niente male come regalo di nozze – sei grossi contenitori pieni del miglior vino! Giovanni ci dice che queste giare di pietra potevano contenere ognuna dagli ottanta ai cento litri di vino, che avrebbero potuto riempire più di duemila bicchieri da vino. Questo è indubbiamente un sacco di carburante da festa! 2 Di sicuro un bel modo di entrare nella nicchia di mercato degli operatori di miracoli, non credete? Ma questo è solo l’inizio.
Il Nuovo Testamento (quella parte della Bibbia scritta dopo la venuta di Gesù) è stato scritto in greco. La parola che viene tradotta come “miracolo”nel versetto 11 significa in realtà“segno”. Quindi qualcosa che ci indica la vera natura del messaggio e della missione di Gesù. Questo miracolo non aveva solo lo scopo di provvedere un rinfresco per gli ospiti assetati. Bisogna guardare oltre le apparenze.
Riflettete un po’ sul radicale simbolismo di cui è carico questo evento. L’idea di trasformare miracolosamente l’acqua in un altro liquido non era nuova a chi era a quella festa. Da ebrei, conoscevano bene la storia di Mosè, colui che aveva trasmesso loro la Legge, e a cui era stato concesso il potere di trasformare l’acqua in sangue, (vedi Esodo 4:9), un simbolo del giudizio di Dio. E adesso arriva Gesù col potere di trasformare l’acqua in vino, un simbolo della benedizione e della gioia di Dio (vedi Salmo 104:14-15). Qualcosa sta cambiando. Nelle sacre scritture ebraiche, scritte molto tempo prima che Gesù venisse sulla terra, Dio aveva profetizzato che sarebbe venuto il giorno in cui lui avrebbe fatto sorgere un profeta “come” Mosè, (Deuteronomio 18:18). 3 “Come” – significa che ha un qualche tipo di somiglianza, ma che è chiaramente differente per altri versi. Mosè e Gesù hanno offerto libertà alla gente da quello che li teneva schiavi, l’Egitto per i primi e il peccato e l’egoismo per gli altri. Mosè ottenne quella liberazione dimostrando la rabbia e il giudizio di Dio. Gesù lo ha offerto dimostrando la grazia e la misericordia di Dio. Questo non significa che il Dio del Vecchio Testamento e quello che ci è rivelato da Gesù sono in conflitto e in contraddizione. Dio sta semplicemente rispondendo in modi diversi all’umanità in tempi differenti del nostro sviluppo spirituale e in due contesti diversi. Esaminate la relazione che un genitore ha con i propri figli nel corso degli anni e vedrete quanto radicalmente cambia il loro stile come genitori in base alla maturità dei loro figli e delle circostanze.
Ovviamente non dico niente di nuovo nel riconoscere che Gesù ci porti un messaggio di gioia e benedizione. Ma, continuando a riflettere su questo “segno”, ho compreso che Gesù non stava semplicemente aggiungendo qualcosa alla tradizione religiosa attraverso questo messaggio. La stava in realtà sovvertendo. Riuscite a comprenderne lo scandalo?
Rileggete il verso sei. Giovanni ci narra che Gesù non fa servire il vino attingendo da dei normali contenitori di vino. Dà invece istruzioni ai servi di usare dei contenitori sacri che erano usati esclusivamente per dei riti religiosi. Scavando più a fondo ho scoperto che una delle tradizioni dei gruppi religiosi di quei giorni (specialmente di un gruppo di uomini molto influenti chiamati farisei) era il rito di lavarsi periodicamente le mani. Immergevano le mani nell’acqua santa per simboleggiare il loro desiderio di rimanere puri dai peccati del mondo. (vedi Marco 7:1-4).
Ma per quale ragione Gesù usò queste sacre cisterne per trasformare l’acqua in vino? Senza dubbio vi erano altri contenitori disponibili che avrebbero potuto contenere questo succo inebriante. Se avevano appena finito il vino, è ovvio che dovevano avere un’abbondanza di contenitori vuoti per contenere il liquido miracoloso. Bottiglioni per il vino, caraffe, botti – qualunque cosa avessero usato – doveva essere ancora li vuota pronta ad essere riempita. Quindi perché usare queste cisterne di pietra? Perché usare queste sacre icone della tradizione religiosa? Perché fare di proposito qualcosa di così palesemente offensivo?
Dovevo affrontare una realtà inaspettata ma innegabile: con questo primo miracolo, Gesù ha intenzionalmente dissacrato un’icona religiosa. Egli ha di proposito scelto queste cisterne sacre per sfidare il sistema religioso trasformandole da icone per la purificazione personale in simboli di celebrazione relazionale. Gesù ci porta dall’acqua santa al vino nunziale. Dal legalismo alla vita. Dalla religione alla relazione.
Gesù sembra dirci che il suo messaggio d’amore – un amore radicalmente accogliente – è troppo grande per essere contenuto dai vecchi modi delle tradizioni religiose. 4 Il suo vino nuovo domanda otri nuovi (vedi Matteo 9:17).
Compresi che dovevo abbandonare i miei presupposti religiosi e lasciare che il Gesù delle scritture mi dicesse quello che la Bibbia dice che Egli è, e non quello che duemila anni di storia della chiesa e la sua tradizione mi dicevano che Gesù fosse. Così ho iniziato la mia ricerca per un Gesù tridimensionale, che andasse oltre la vetrata colorata della religione che va per lo stesso nome. 5 Volevo saperne di più a proposito e scoprire questo Gesù che crede che il nostro mondo abbia bisogno di più vino e di meno religione. Capisco adesso che questa prima storia miracolosa è semplicemente la cima di un iceberg irreligioso contenuto nella Bibbia.
Gli scrittori dei vangeli – i quattro libri della Bibbia che raccontano la vita di Cristo – usano una parola greca affascinante per descrivere l’effetto che Gesù causava di continuo nel suo pubblico religioso. Lo descrivono con la parola skandalon, che significa pietra d’inciampo, un oltraggio, uno scandalo. Il loro punto sembra essere che Gesù sia una roccia, ma una sulla quale si può inciampare altrettanto facilmente tanto quanto la si può usare come fondamenta per costruire la propria vita. Chiunque si aggrappi troppo strettamente ai propri preconcetti religiosi, presto o tardi rimarrà offeso da Gesù. A meno che, ovviamente, non facciano quello che innumerevoli cristiani hanno fatto e cioè addomesticare il vero Gesù attraverso anni di tradizioni religiose.
Fortunatamente, la testimonianza biblica non permette che il messaggio irreligioso di Gesù venga accantonato. La sua spiritualità sovversiva era un modo di vivere per cui egli è stato disposto a morire, e come vedremo in seguito, è stato attraverso la sua morte che Gesù ha definitivamente portato la fine della religione.
Nella seconda parte esploreremo altri esempi del comportamento e dell’insegnamento di Gesù che è scandaloso per i tradizionalisti religiosi di ogni epoca. Ma prima di iniziare con quello, ho alcune cose da dire, compreso il chiarimento della nostra terminologia, come faremo appunto nel prossimo capitolo.
Domande & EH?
1. Torniamo a giocare quel gioco di associazione di parole.
• Io dico Gesù, voi dite …
• Perché vi vengono in mente quelle parole in particolare?
2. Gesù ha fatto delle dichiarazioni coraggiose alle nozze di Cana quando ha dissacrato il contenitori d’acqua santa trasformandola in vino per rallegrare i cuori. Ha di fatto trasformato le cerimonie in celebrazione. Se Gesù venisse oggi, quali tradizioni sacre o venerabili credete che egli sfiderebbe per fare capire il suo punto di vista?
3. Notate che Gesù e i suoi discepoli erano ai festeggiamenti nunziali perché erano “invitati”. Se voi doveste fare un party, invitereste Gesù? Perché o perché no?
4. Leggendo più approfonditamente il secondo capitolo del vangelo di Giovanni scopriamo che l’acqua si trasforma in vino solo dopo che i servi eseguono le istruzioni di Gesù e cominciano a servirlo. Gesù non fa prima il miracolo e poi permette ai servi di raccontare la cosa. Piuttosto, la loro partecipazione diventa parte della trasformazione. Quali lezioni possiamo trarre da questo?
«Il regno dei cieli assomiglia a un re che prepara un banchetto nunziale»
Matteo 22:2
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