. Dio non è il Padre di tutti ma il Giudice di tutti, il Re di tutti, il Sovrano di tutti ma solo il Padre di coloro che glielo chiedono. Dio desidera diventare il nostro Padre tramite la morte del Suo Figlio. Dio incarna davvero ciò che Gesù insegnò. I cristiani dovrebbero amare, non uccidere altri cristiani e dovrebbero presentare il Vangelo o la Buona Novella ai non credenti, non far piovere su di loro bombe o pallottole. E’ molto chiaro dalle Scritture che uno potrebbe dividere l’intera umanità in due gruppi: i seguaci di Cristo che hanno accettato il Suo dono e la Sua sfida di seguire i Suoi insegnamenti e il resto delle persone che non lo hanno accettato. La Bibbia è molto chiara quando afferma che secondo l’agenda dettata da quel Regno Celeste, abbiamo qualcosa di molto speciale da offrire al resto dell’umanità. Se la persona davanti a me fosse una persona di fede allora gli offrirei il mio amore e se non lo fosse ci sono dei passi nelle Scritture che mi incoraggiano oltre ad amarla, a presentargli la Verità, il Vangelo, la Buona Novella. Gesù disse che l’amore che dimostriamo gli uni verso gli altri sarebbe ciò che ci avrebbe reso unici.

Gli indù amano le persone della loro stessa fede, perciò, non c’è nulla di così miracoloso nel fatto di amare qualcuno che la pensa allo stesso modo. I buddisti amano altri buddisti; le persone che votano per lo stesso partito politico vanno d’accordo con le persone dello stesso parere; chi tifa per una squadra sportiva si trova bene con altri tifosi della stessa squadra e così via. La maggior parte delle volte le persone vanno d’accordo con chi condivide lo stesso pensiero. Perciò, un amore soprannaturale che trascende le nazionalità, differenze di indole etnica, di età, di genere, etc. rappresenta una potente dimostrazione miracolosa dell’applicazione del vero amore. Non permetteremmo che le nostre differenze nazionalistiche siano di ostacolo, perché alla fine, tutti quanti noi apparteniamo alla stessa nazione spirituale; siamo dei fratelli e sorelle.

Nel caso in cui mi trovassi in uno scenario di guerra, che fossi armato e che avessi la possibilità di sparare, dovrei scegliere se farlo o no, basandomi su ciò che ritengo vero e giusto. La Bibbia afferma in modo chiaro che se la persona è cristiana lui è il mio fratello, perciò, se gli sparassi avrei ucciso un mio proprio fratello in obbedienza ai dettami dello stato. La verità è che noi cristiani non siamo dei bravi soldati, averci nell’esercito non è di grande aiuto. Nel mio caso, se mi trovassi davanti ad un individuo di fede cristiana, lascerei cadere la mia arma e gli darei un grande abbraccio chiamandolo mio fratello. Quello che ci unirebbe sarebbe molto più importante in confronto alle nostre differenze di indole nazionalistico e quindi, sceglierei di non sparargli.

E’ ovvio che un dilemma del genere non viene posto per chi non ha fede. Ciò che stiamo affrontando in questo studio è ciò che Gesù insegnò ai suoi seguaci di fare, chi non crede è libero di giudicare se questi insegnamenti parlano al cuore o no.

Tornando allo scenario di guerra, se invece mi trovassi davanti ad un individuo non credente, nel mio cuore sentirei la chiamata di Dio che mi spingerebbe a presentargli il Vangelo…se dovessi sparare, in quel momento cosa significherebbe? Avrei appena deciso di spedire quella persona all’Inferno. Perciò, sceglierei di non ucciderla perché non conosce Dio, non ha fede in Cristo, non ha il dono della Sua perfezione o della Sua giustizia e sbaglierei a premere il grilletto. Gesù ci ha insegnato che la nostra responsabilità verso gli altri è quella di cercare di allontanare le persone dall’Inferno, non di spedirle lì. Io non ho nessun diritto di prendere quell’iniziativa e non ho nessun diritto di uccidere un membro (il fratello o sorella) della mia propria famiglia per una causa politica. Come potremmo anche iniziare a razionalizzare di dover combattere per la nostra nazione? Amiamo la nostra nazione ma non uccideremo nessuno, cristiano o non cristiano per un programma politico. La storia lo conferma. John Stott, teologo di fama mondiale disse: “E’ storicamente confermato che per ben due secoli fino alla conversione dell’imperatore Costantino, la maggior parte dei cristiani rifiutavano di unirsi all’esercito.”

 

Domande e risposte

 

Domanda: Cosa mi dici del verso nella Bibbia dove Gesù dice di essere venuto al mondo non per portare la pace ma una spada (Matteo 10:34)?

 

Risposta: Cosa ha voluto comunicare Gesù con quelle parole? Si riferiva ad una rivoluzione armata? Ovviamente no perché i suoi insegnamenti dimostrano il contrario. Quando Gesù fu interrogato da Pilato li disse che non avrebbe utilizzato la violenza perché il suo Regno non apparteneva a questo mondo, si trattava di un Regno spirituale, (Giovanni 18:36). Gesù, tramite il suo agire in modo politicamente scorretto affermando d’essere la via, la verità e la vita e che nessuno sarebbe in grado di avvicinarsi al Padre se non per mezzo di Lui (Giovanni 14:6) fu causa di divisione tra famiglie e amici. Le persone hanno dovuto scegliere come reagire di fronte ad un insegnamento del genere. Gesù di certo non stava incoraggiando le persone ad utilizzare la violenza.

 

Domanda: Nell’Apocalisse, quando si parla di Gesù che ritorna e fa la guerra, a quale tipo di guerra si riferisce? Una Guerra Santa o Giusta?

 

Risposta: Nell’Apocalisse si parla di guerra e di come Gesù sarà al capo di detto assalto sulla terra. Come dovremo reagire? Parteciperemo o no? Pensate che Gesù qui ci stia mettendo alla prova per vedere se rimarremo pacifisti? Ci dovremo rifiutare di partecipare all’Armageddon? La guerra dell’Apocalisse è una Guerra Santa dove Dio stesso è al capo. Questo però non dimostra che sia prerogativa nostra farla, né tanto meno iniziarla, come neanche decidere chi va in Paradiso e chi no. La vera pace arriverà tramite Dio stesso il giorno che governerà e la farà applicare sulla terra con la forza ma noi non abbiamo il diritto di agire prematuramente in quel modo.

Nella lettera ai Romani 13 l’apostolo Paolo afferma che il compito di far rispettare la legge appartiene alle autorità, essi portano la spada per il volere di Dio. Credo che un cristiano con una coscienza pulita potrebbe interpretare quei passi biblici decidendo di appoggiare le forze dell’ordine unendosi a loro. Esistono anche altri cristiani che con una coscienza pulita interpretano quello stesso passo biblico rifiutandosi di far parte di quel sistema. Numerosi teologi e studiosi della Bibbia hanno sostenuto entrambi le posizioni, persone che considero molto più preparate di me. Visto che l’unico passo biblico dove questo tema viene affrontato in modo specifico è Romani 13 ci lascia una domanda: un cristiano può appartenere al corpo della polizia? Se la nostra coscienza è a posto, io non sono nessuno per giudicare perché esiste un passo specifico nelle Scritture che affronta quel tema. Invece, secondo me, Romani 13 non si applica al principio di ubbidienza o disubbidienza civile che ha a che fare con delle nazioni che si fanno la guerra. Stranamente, i teologi della Guerra Giusta fanno uso  proprio quella scrittura per giustificare le loro azioni.

Riguardo la coscrizione c’è una storia da Tony Campolo, sociologo americano, autore e relatore di grande fama che mi colpì. Lui fu arruolato durante la guerra del Vietnam ed avrebbe dovuto andare a combattere. Invece di protestare decise d’essere onesto dichiarando d’essere credente e di vivere la sua vita chiedendosi spesso la stessa domanda se doveva affrontare un dilemma di natura etica. La domanda era: “Cosa avrebbe fatto Gesù davanti allo stesso dilemma?”  Lui disse all’ufficiale di reclutamento che non era sicuro d’essere voluto nell’esercito perché come cristiano che praticava il principio contenuto in quella domanda se fosse spedito su un aereo diretto ad un villaggio in Vietnam e arrivasse il momento di dover lanciare delle bombe; se fosse il suo compito dover premere il pulsante per lanciarle, cioè, decidere di sterminare degli esseri umani che Dio ama e per cui ha donato la Sua vita, in quel momento si chiederebbe: “Cosa avrebbe fatto Gesù se si trovasse al mio posto?”. A quel punto l’ufficiale a capo del colloquio lo interruppe dicendo: “Basta! Questo è ridicolo, tutti sanno che Gesù non avrebbe mai ucciso nessuno!!” Questo fu la fine del colloquio e Tony fu lasciato libero di tornare a casa, ottenne il congedo dal servizio militare essendo stato semplicemente onesto. Il Regno dei cieli è la nostra prima scelta nel caso di principi etici contrastanti.

 

Madre Teresa ha detto: “Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondo? Vai a casa e ama la tua famiglia.” Limitarci a parlare di questo tema senza applicarlo a noi stessi o cercare di diventare dei veri pacificatori dimostrando amore verso i nostri coniugi, figli, genitori, cugini, fratelli o sorelle dopo anni di aver accumulato delle incomprensioni e amarezze nel nostro cuore non serve a nulla. Dovremmo chiederci cosa potremmo fare per portare pace nelle situazioni che viviamo. Forse si tratta di una amico che ci ha fatto del male o che ci ha tradito o dei colleghi che si sono comportati male o forse è stato un estraneo che ci ha trattato male in pubblico, nel traffico o un cassiere scortese o chi lo sa, chiediamoci chi rappresenta per noi ora il nostro nemico nell’ambito emotivo. Qual è la persona che non siamo disposti ad amare? Gesù è in grado di aiutarci ad amare perfino loro; ci può aiutare ad abbattere dei muri che abbiamo costruito.

Uno dei passi chiavi su questo tema si trova nel libro dei Proverbi 24:29: “Non dire: «Come ha fatto a me così farò a lui»; renderò a costui secondo la sua azione.” In altre parole, non dovremmo trattare gli altri giudicando le loro azioni ma invece cercare di capire chi sono; persone di valore. Il modo in cui agiamo verso di loro non dovrebbe avere nulla a che fare con il modo in cui loro si comportano con noi. Dovremmo amarli solo perché loro sono stati fatti secondo l’immagine di Dio anche se agiscono male. Vi ricordate come abbiamo definito l’amore in altri studi? “L’amore sceglie di attribuire del valore agli altri e di agire verso di loro tenendolo in conto.” In altre parole non dovremo comportarci male perché loro si comportano male ma invece scegliere di valorizzarli nonostante ciò. Se qualcuno ci tratta male chiediamo al Signore di riuscire a vederlo come la persona di grandissimo valore che essa è agli occhi di Dio e per la quale Lui donò la sua vita; una persona fatta a Sua immagine; qualcuno che è prezioso soltanto perché è come è. Amare loro non ha nulla a che fare con il modo in cui loro si comportano con noi. Se questa è la nostra fondamenta allora potremo iniziare ad amare le persone che ci maltrattano. E’ possibile.

 

Conclusione:

La lettera ai Romani 5:10 dice: “Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo…” Per alcuni di noi, questo potrebbe rappresentare un punto di partenza. Prima di dover affrontare il nostro cugino, zio, fratello o sorella forse la verità è che c’è l’abbiamo con Dio in realtà. Forse c’è dell’amarezza, del dolore e non abbiamo avuto nessuno da incolpare ed abbiamo finito per incolpare Dio stesso. Dio ci comprende. Ricordiamo che Lui non è a caccia di chiunque abbia dell’amarezza nel suo cuore con l’intento di strizzarlo. Dio non è alla ricerca delle persone ostili per combattere il fuoco con il fuoco. Qual è la sua tecnica? Sorprenderci con la Sua grazia, amore e con il dare la Sua vita per noi cercando di comunicarci quel messaggio in modo diretto.

Forse per qualcuno di voi aprirsi e ricevere il Suo amore rappresenta il primo passo da fare prima d’essere in grado di offrilo agli altri. Prendiamo un po’ di tempo per riflettere chiedendo al nostro Padre in quale modo possiamo iniziare a mettere in pratica questo principio. Come si fa a proseguire o ad applicare soltanto un principio imparato in questi studi per migliorare il nostro mondo, la nostra vita personale o questo quartiere in un posto migliore seguendo il Suo programma celeste? Chiediamo al Signore in modo personale di mostrarci soltanto una cosa che possiamo applicare alla nostra vita.

 

Preghiera: Padre Celeste, ti ringrazio per averci dato delle linee guida consistenti nelle Scritture che ci permettono di far sì che l’amore sia il nostro tema centrale. Prego anzitutto, per le persone che sono credenti e che hanno permesso che si ergesse un muro d’ostilità, di amarezza, di rabbia o di mancanza di perdono tra loro e gli altri o di una persona in particolare che li ha feriti. Una persona che ha utilizzato un certo tipo d’influenza emotiva su di loro che ha causato dei grandi danni alla loro anima, ti prego che Tu dia loro il coraggio, la forza e l’energia soprannaturale per poter essere in grado di perdonare e di mettersi all’opera per costruire la pace e la riconciliazione. Perdonaci Signore per non essere stati in grado di mettere in pratica i Tuoi principi. Ti ringrazio che Tu puoi operare attraverso di noi se ti lasciamo operare. Inoltre, per coloro che non sono credenti, prego che questa occasione sia un’opportunità per loro di riflettere sulle cose che alla fine sono le più importanti dal Tuo punto di vista; stabilire una relazione con Te. Prego che possano sentire il Tuo amore e che possano essere ammorbiditi dalla Tua grazia. Nel nome di Gesù.