Gesù disse che sarebbe stato “sempre con noi”. Qualcosa di molto raccapricciante o incoraggiante, a seconda della propria prospettiva nel guardare alle cose. Questa serie di studi affronterà il tema “dell’abbracciare l’assurdità del sostenere di avere una relazione con Gesù”. Analizziamo le Sue parole: “…Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen” (Matteo 28:20). Prima della Sua scomparsa in cielo, Gesù disse che ci avrebbe accompagnati come un essere invisibile per sempre; impossibile sbarazzarci di Lui. Come fa Gesù ad essere presente insieme a noi se se n’è andato? Il termine “idou” nel greco originale spesso tradotto come “or ecco”, “Di certo”, etc, era un termine che indicava una forte intenzione di sottolineare ciò che si voleva comunicare. Come si fa ad avere una relazione con Gesù? Innanzitutto veniamo chiamati “cristiani” cioè, seguaci di Cristo. Quindi ha senso che Gesù sia con noi e che in qualche modo siamo in grado di vederLo o di percepirLo perché siamo il gruppo di persone che afferma di seguire non solo gli insegnamenti, ma la Persona di Gesù e perciò come si fa a seguire qualcuno con il quale non si ha la minima connessione? Perciò noi seguiamo qualcosa che si trova nella Persona di Gesù e non soltanto una concezione di Dio, generica. Sosteniamo di essere delle persone che dedicano la loro vita ad una collaborazione con la Persona di Gesù. Tutta la nostra fede si basa su questa consapevolezza. Gesù è al centro. Ecco perché l’autore del libro degli Ebrei scrisse le seguenti parole ad un gruppo di ebrei decenni dopo l’ascensione di Cristo: “tenendo gli occhi su Gesù” o “fissando lo sguardo su Gesù” (Ebrei 12:2). L’autore ci consigliò di focalizzarci e di tenere gli occhi fissi su Gesù. Cosa significa? Gesù è invisibile, come si fa a vederlo con i nostri occhi? In qualche modo lo Spirito Santo si identificò così tanto con Gesù che la Prima Chiesa riteneva di essere in grado di vedere, sentire, seguire e imparare da Cristo al punto di considerarsi i Suoi seguaci. Come si fa a vedere Gesù e in quale modo è con noi? Lo Spirito Santo si identifica così tanto con Gesù che quando si ascolta la Sua voce, si sente il carattere, il cuore e la voce di Cristo. “Lo Spirito della verità…dimora con voi e sarà in voi” (Giovanni 14:17), parole di Gesù ai Suoi discepoli. “Or il Signore è lo Spirito, e dov’è lo Spirito del Signore, vi è libertà” (2 Corinzi 3:17), lo Spirito Santo rappresenta pienamente chi è Gesù e la libertà che era venuto a portare. “Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui” (Romani 8:9). In questo passo lo Spirito Santo è talmente uno con Gesù che viene chiamato lo Spirito di Cristo e anche lo Spirito di Dio. Quando ci mettiamo in relazione con lo Spirito Santo Egli fa da canale tramite il quale ci mettiamo in connessione con il cuore di Gesù. Lo Spirito di Cristo abita dentro il cuore dei Suoi seguaci. Lo Spirito Santo parla a noi tramite gli altri e gli altri sentono la Sua voce tramite noi. E’ interessante perché anche se ciò che ho appena detto è una verità bellissima, se ci fermassimo lì, diventerebbe un esercizio piuttosto egocentrico dove ci concentreremmo ad analizzare cosa significhi per noi, questo fatto. Potremmo pensare: “Wow, lo Spirito di Dio è dentro di me, sono il tempio dello Spirito Santo, ciò significa che sono libero di concentrarmi nell’approfondire la mia relazione intima con il mio amico invisibile, Gesù”. Si potrebbe cadere nella trappola di voler approfondire soltanto la parte individuale del nostro rapporto con Lui, trascurando gli altri. Il cuore del messaggio nel Nuovo Testamento è il seguente: “lo stesso Spirito Santo che si trova in me è lo stesso Spirito Santo che si trova in te, perciò Lui desidera comunicare attraverso noi, io a te e te a me. Mentre lo Spirito Santo ci parla, allo stesso tempo ci unisce e ci avvicina l’uno verso l’altro”. Quindi non solo ci parla personalmente ma anche attraverso di noi e così fa aumentare l’unità della chiesa, tutto mentre ci diamo ascolto a vicenda. La sfida è la seguente: più che in qualsiasi altro momento della storia la nostra cultura moderna è rimasta indietro quando si tratta di abilità relazionale. Siamo parte di un momento storico dove la tecnologia anche se positiva è anche fonte di molte distrazioni e ciò sta avendo delle conseguenze nel modo in cui il nostro cervello agisce e su come ci relazioniamo con gli altri. Tanti abbiamo poca capacità a concentrarci, e questo si traduce poi nel nostro quotidiano, difficoltà ad essere davvero focalizzati nella preghiera nonché spesso un’incapacità di poter dare ascolto, a chi ci parla. Tutto questo a causa del multi-tasking, (fare tante cose insieme) e delle distrazioni. Le nostra capacità di relazionarci con naturalezza e amore nei confronti degli altri, è spesso messa alla prova. La verità è che le relazioni che si formano tramite i social network, sono mediate da uno schermo dove uno può avere un’ infinità di conversazioni allo stesso tempo perdendo quindi l’abilità di potersi concentrare come si dovrebbe, con una persona fisica alla volta. Ciò influenza anche la nostra spiritualità in un’ infinità di modi. Questa generazione ha il compito di fare un passo in avanti ed imparare a comunicare meglio. Cerchiamo di meditare su questi due fatti: il primo riguarda ill significato di cosa ci dicono le Scritture a proposito delle nostre relazioni interpersonali e secondo quale dovrebbe essere il passo ulteriore che dovremmo fare all’interno della nostra cultura per allenarci di nuovo a coltivare rapporti faccia a faccia con le persone. E’ una sfida coltivare una relazione con il nostro Amico invisibile e lo è anche quando si tratta di coltivare delle relazioni con delle persone che vediamo. Sono due aspetti da rafforzare. Abbiamo bisogno di approfondire come ascoltare la voce di Gesù tramite gli altri, e la chiesa. Qui di seguito leggeremo un passo che parla di come lo Spirito Santo comunichi con noi tramite la comunità. Cerchiamo di comprendere bene degli insegnamenti elementari del Nuovo Testamento su come lo Spirito Santo ci accompagni. La Bibbia ci dice che “noi” (plurale) siamo “il” (singolare) tempio dello Spirito Santo. Dice anche (1 Corinzi 6) che i nostri corpi sono dei templi (plurale) dello Spirito Santo. Ogni corpo individuale è paragonato ad un tempio dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo abita in me e in te. L’enfasi principale è che tutti noi insieme formiamo un unico tempio. “Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se alcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo” (1 Corinzi 3:16, 17). “Poiché voi siete il tempio del Dio vivente” (2 Corinzi 6:16). Lo Spirito Santo che abita dentro di ognuno di noi si compiace nell’ avere il Suo tempio, la Sua casa, la Sua dimora in noi. Sappiamo bene che Lui è dappertutto “Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (Atti 17:28). Lo Spirito Santo ha uno spazio relazionale speciale che non si trova in noi individualmente ma nel corpo dei credenti in unità, quando diventiamo una dimora unica insieme. Lo Spirito Santo che si trova in me o in te desidera essere in “noi” come gruppo. Quindi noi come famiglia di fede non siamo degli individui con lo Spirito Santo dentro e basta, questo Spirito di Dio desidera abitare nel “noi” della nostra comunità, nel “noi” del popolo di Dio. Esiste uno spazio sacro in questo tempio, un suolo sacro tra noi e Dio, e tra di noi; in altre parole mentre ci relazioniamo l’uno con l’altro lo spazio tra di noi diventa il tempio dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo progetta i Suoi doni e la Sua voce per parlare attraverso di noi in modo da non promuovere la nostra individualità, ma la collettività. Più lo Spirito Santo parla, più la Sua presenza viene manifestata, più ci fa sapere che è presente, più ci raduniamo per sperimentarlo. I doni dello Spirito sono donati a diverse persone per il bene comune (1 Corinzi 12). Tramite i doni dello Spirito si può sperimentare la potenza dello Spirito, ribadisco, sempre tramite una persona che riversa sull’altra e vice versa. Lo stesso si applica alla voce dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo desidera parlare attraverso te a me e attraverso me a te e attraverso “noi” agli altri. Noi con la nostra mentalità occidentale individualista spesso tendiamo ad interpretare tutto tramite quel filtro e perciò siamo tentati ad affinare le nostre capacità spirituali, solo per noi stessi. Se lo Spirito Santo ci avesse dato già tutti i messaggi di cui abbiamo bisogno, ci avesse parlato direttamente e fossimo riusciti a sentire la voce interiore, la testimonianza e la guida dello Spirito Santo in ogni momento sarebbe stata bella ma non sempre si avrebbe avuto la reazione giusta. La tendenza umana in quel caso sarebbe quella di sintonizzarsi sul canale dello Spirito Santo da soli riuscendo a sentire la Sua voce e passare dei momenti da soli con Gesù in comunione con Dio mentre si vive la quotidianità in totale solitudine. E’ importante comprendere che non sarebbe giusto fare di quel punto la nostra norma. Il Nuovo Testamento ci consiglia prima di tutto di imparare ciò che significhi onorare il nostro ruolo di ciò che comprende essere il tempio dello Spirito Santo insieme come corpo. Come possiamo sentire la voce di Dio in noi e negli altri? Queste sono le basi fondamentali di come Dio desideri comunicare con noi nella nostra relazione con Lui. “Siate sempre allegri. Non cessate mai di pregare. In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito” (1 Tessalonicessi 5:16-19). La parola “spegnete” nel greco originale significa “spegnere un fuoco”, di solito con l’acqua come ciò che si fa alla fine quando si spegne un falò in un campeggio. Ci viene consigliato di non fare ciò con lo Spirito Santo, lo Spirito Santo in quel versetto viene paragonato ad un fuoco ed è possibile “spegnere” ciò che lo Spirito Santo desideri operare in noi. Quando leggiamo una frase del genere è una buona abitudine fermarci e riflettere perchè non si tratta di poesia o di concetti astratti. In quelle parole troviamo un consiglio molto pratico per chi desideri coltivare una relazione con Dio. Le nostre azioni potrebbero “spegnere” la voce dello Spirito Santo in noi. La maggior parte degli esegeti concordano che il passo che dice che non dovremmo spegnere lo Spirito Santo si riferisca a ciò che lo Spirito potrebbe aver detto o mostrato prima o dopo aver letto le Scritture. “Non spegnete lo Spirito”. Dal punto di vista grammaticale, l’enfasi principale si trova nella frase dopo quel versetto che dice: “Non disprezzate le profezie” (1 Tessalonicessi 5:20). Cosa sono le profezie? Le profezie sono le parole che Dio comunica tramite qualcun altro. Scegliere di adottare un atteggiamento negativo verso di esse o di ignorarle pensando che Dio non comunichi alle persone, significa dimostrare disprezzo e disdegno… SEGUE
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