Il reame spirituale rappresenta la genesi del reame fisico: il reame spirituale è la sostanza e il reame fisico è l’ombra. E’ una sfida alla corrente di pensiero occidentale post illuminista. Nel Nuovo Testamento quando le persone vedevano Gesù, Dio o degli angeli non fu descritta nessuna distinzione tra la realtà fisica e la realtà mentale. Se Dio decide di voler manifestare la Sua realtà a qualcuno sia con i loro occhi fisici o mentali non cambia la realtà dei fatti perché il reame spirituale è reale quanto quello fisico. L’apostolo Tommaso disse che avrebbe creduto che Gesù fosse risorto se lo avesse visto e toccato fisicamente dopo la Risurrezione e cosa successe? Gesù gli apparve in modo fisico e lui fu in grado di sentirlo e di toccarlo. Dopo questo evento di veduta oggettiva la sua vita cambiò in modo drammatico. Nel libro degli Atti 9 l’apostolo Paolo vide Gesù e questo fatto cambiò la sua vita in modo radicale ma questa volta lui lo vide con la sua mente. In quel passo dice che chi stava accanto all’apostolo Paolo sentì la voce di Gesù ma non vide niente e quando più tardi parlò di una luce splendente stupenda e dell’apparizione di Gesù, chi lo stava accompagnando si chiese con chi stesse parlando e a chi stesse guardando. La sostanza di Gesù fu vista soltanto dall’apostolo Paolo e non dal resto della comitiva. La Bibbia non dice che non fosse reale. Dio è in grado di venirci incontro a qualsiasi livello della nostra realtà sia essa spirito a Spirito, mente a Mente o lasciare che il nostro corpo sia coinvolto con una Presenza materializzata. Lo stesso accade con gli angeli. Nel vangelo di Luca sembra che gli angeli si siano avvalsi dei sensi delle persone che riuscivano a vederli come nel caso di Zaccaria o dei pastori. L’arcangelo Gabriele apparve a Maria e lei lo vide e fu un incontro fisico. Il vangelo di Matteo ci racconta che l’esperienza che ebbe Giuseppe il padre di Gesù,fu vissuta tramite un sogno come nel caso dei re magi. Non c’è nessun indizio nelle Scritture che la visione o l’immaginazione dei nostri sogni non fosse vera. Dio è in grado di comunicare con noi sia su un livello conscio o inconscio quando siamo svegli o addormentati tramite i nostri sensi fisici o tramite la nostra mente. Lui può comunicare con noi tramite qualunque di questi mezzi. Dal punto di vista del Nuovo Testamento, dette esperienze sono reali perché il reame spirituale lo è. Questo è importante perché quando si parla del tema di Dio tendiamo a pensare che l’immaginazione serva soltanto per ciò che è immaginario e perciò tendiamo a catalogare Dio come se fosse soltanto un concetto da approcciare in modo intellettuale, imparando delle dottrine o parlando riguardo a Lui. Non si tratta tanto di ciò che crediamo sia vero dal punto di vista intellettuale che ci cambierà la vita o darà inizio ad una trasformazione ma ciò che raffiguriamo nella nostra mente come realtà, ciò che esperimentiamo come realtà e ciò con cui interagiamo. Non consiste soltanto nella nostra conoscenza che molto spesso non ha un grande impatto nella nostra vita. Gesù sa che le nostre menti funzionano in questo modo. Le nostre menti comprendono meglio l’informazione quando essa viene presentata non solo tramite un elenco di principi o concetti astratti ma quando essa si rapporta in modo immaginario con la verità. A volte la nostra immaginazione si coinvolge per inventarsi delle cose ma anche per corrispondere con la verità che esiste. Quindi, quando Gesù desidera insegnare la verità cosa insegna? Qual è il modus operandi di come trasmette la verità? Come insegna questi principi teologici di teologia sistematica e idee filosofiche metafisiche? Che metodi d’insegnamento utilizza Gesù quando desidera coinvolgere le persone a cambiare la loro vita? Gesù rivelava la verità tramite immagini e storie vivide. A volte faceva utilizzo di una metafora per far capire un principio senza entrare in lunghi discorsi riguardo la natura filosofica degli argomenti. Un esempio è quando parlò del Regno dei cieli paragonandolo ad un albero che cresceva fermo che poi attraversò diversi cambiamenti e fasi nella sua crescita fino al punto di poter essere un riparo per diversi uccelli. In un’altra occasione lo paragonò ad una massa con del lievito per illustrare la crescita spirituale interna che poi si esteriorizza. Non mi sembrano dei discorsi di alta teologia sistematica. Gesù utilizzava queste immagini per far capire tante cose anche se le verità in esse contenute non si comprendevano immediatamente. Il fatto che si era creata un’immagine mentale aiutava a concretizzare la verità nella mente delle persone ed esse erano in grado di visualizzare il concetto insegnato da Gesù ricordando l’immagine. Anche nei nostri insegnamenti se ci concentrassimo soltanto a parlare di concetti e basta è molto probabile che qualche ora dopo le persone si dimenticheranno tutto quanto. Le storie o parabole che raccontava Gesù guidavano le persone a capire meglio la grazia, la gloria, l’amore e la sovranità di Dio. Gesù sa bene che la nostra mente è stata concepita per rispondere in modi immaginativi, perciò lasciamo che la nostra immaginazione sia un mezzo in più per poter afferrare la verità. La mente di Gesù era piena d’immagini e storie e sa che anche noi siamo stati creati in quel modo. Gesù insegnava così. Spesso nell’occidente utilizzare l’immaginazione per spiegare un concetto non fa parte della nostra mentalità perché lo consideriamo piuttosto sciocco.

Raffigurare nella mente dei concetti sarebbe la prossima pratica spirituale da approfondire perché getta le basi per le pratiche che discuteremo prossimamente che hanno a che fare con la meditazione, la preghiera, gli studi biblici, etc. Il nostro primo obbiettivo è quello di comprendere questo concetto come il primo passo da applicare al modo in cui ragioniamo. La lettera ai Colossessi 3:2 dice. “Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra”. Riflettiamo, come potremo applicare un concetto del genere? La lettera agli Ebrei 12:2 dice: “tenendo gli occhi su Gesù..”, ricordiamo che per l’autore Gesù era invisibile come per noi. La seconda lettera ai Corinzi 3:18 dice: “E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.” Cosa significa “contemplare…come in uno specchio”? Anzitutto, gli specchi in quel giorno non erano fatti di vetro ma di metallo lucidato. Per contemplare la propria immagine bisognava veramente fissare lo “specchio” a lungo per riuscire a vedere qualcosa. Guardarsi velocemente per abbellirsi in quei giorni non era un’opzione come anche oggi per molti di noi guardarci velocemente nello specchio non ci fa diventare più belli. Come mai si utilizzò la metafora dello specchio in quel capitolo? L’apostolo Paolo ci esortò a contemplare l’immagine di Cristo e che farlo ci avrebbe assistito nel processo della trasformazione della nostra immagine nella stessa immagine di Gesù come in uno specchio. Riusciamo a capire l’interazione tra la realtà oggettiva di Gesù che è stata scritta e registrata per noi e quella dell’esperienza soggettiva? Il Gesù di cui parlano le Scritture è cosciente nel nostro cuore. Quando contempliamo Gesù riesco anche a visualizzare Gesù nel mio cuore che mi aiuta a diventare più come Lui. Esiste una vera Persona e perciò avere la consapevolezza che Lui si trovi dentro di noi e che desidera vivere la Sua vita attraverso di noi per aiutarci a diventare la migliore versione di noi stessi che possiamo essere è qualcosa di speciale. La nostra visione su Gesù non consiste soltanto nel visualizzare Gesù all’opera ma anche nel visualizzare noi stessi. Non vedo più Gesù come un’entità separata che opera in certe occasioni ma cerco d’immaginare cosa desidera fare Gesù come Persona vera e propria ora dentro di me e in certe situazioni; in altre parole, visualizzo me stesso come in uno specchio, devo visualizzare me stesso mettendo in atto il modo in cui Gesù vuole vivere in questo momento. Questo diventa un dono delle nostra immaginazione. L’immaginazione umana non è limitata all’immaginario, è come funziona la nostra mente. La nostra mente risponde alla realtà creando delle immagini mentali per rappresentarla. Il termine “rappresentare” significa che ri-presenta la realtà alla nostra mente tramite le immagini. Per esempio, se ci trovassimo chiusi in una casa senza poter guardare fuori, come potremo affermare che gli alberi esistono?  Di sicuro chi si trovasse all’interno della casa crederebbe fermamente nella loro esistenza. Come mai? Perché tutti siamo in grado di ricreare l’immagine degli alberi nella nostra mente e così sostenere di aver ricordato come sono fatti. Sarebbe ridicolo se chi fosse dentro la casa si preoccupasse della non esistenza degli alberi solo perché non riesce a vederli. L’immagine dell’albero nella mente aiuta le persone a corrispondere con la realtà. Si può ottenere lo stesso risultato con cose che non abbiamo mai visto prima come nel caso di Gesù. Ciò che importa è ricordare che Gesù è reale e che ha preso forma umana. Siamo in grado di raffigurare nella nostra mente immagini di persone e luoghi, che non abbiamo mai visto prima. Forse non azzeccheremo tutto nei dettagli ma il fatto che la nostra mente stia creando un’immagine di una Persona è un modo per rendergli onore. Molti di voi  conoscete la mia moglie perché ho parlato di lei ma tanti di voi no, forse ci sarà qualcuno che penserà che addirittura la mia moglie non esiste e che è la mia “amica immaginaria”. “Poveretto, pensa di avere una moglie!”.  Non vi preoccupate, lei esiste davvero. Vorrei che pensate al fatto che è una persona davvero gentile e generosa che ama ridere e divertirsi. Quale immagine vi viene in mente quando parlo di lei? Forse non la state immaginando come lei è davvero ma va bene perché la nostra mente sta cercando di far corrispondere i fatti con la realtà trovando un’immagine di una donna qualsiasi e ve la fa visualizzare perché in quel modo è più facile relazionarsi con lei. La mente in quel modo viene coinvolta e comincia a farsi delle domande riguardo alla mia moglie rendendole onore anche se non l’avete mai conosciuta.

Da poco siamo usciti come famiglia a mangiare in un ristorante tailandese per il mio compleanno. Dopo aver letto questa frase avete visualizzato qualcosa nelle vostre menti sotto la forma di parole o d’immagini? Avete raffigurato nella vostra mente la festa, gli invitati e il cibo? Il fatto che la mente abbia creato delle immagini di persone è qualcosa di speciale invece di attenersi a meri concetti. La mente lavora in quel modo.

Pensiamo a Gesù. E’ allucinante che all’interno dei cerchi di chiesa abbiamo proprio paura di creare delle immagini perché temiamo di cadere nell’idolatria o nel pensiero New Age. La realtà è che la mente umana è stata concepita in quel modo. Nella Bibbia Dio ci incoraggia a creare delle immagini mentali riguardo la Sua Persona come quando dice d’essere come una Madre o Padre che ama i suoi figli ed ha cura di loro; quando dice d’essere un Re su un trono; un Pastore che è presente; lo Sposo che ci ama; il nostro Amico, etc. Tutte immagini ed illustrazioni nell’Antico ed il Nuovo Testamento che aiutano le nostre menti a comprendere meglio