Nel vangelo di Giovanni 4 Gesù ebbe una conversazione con una donna samaritana che per tanti aspetti poteva essere considerata un’azione estremamente inappropriata per quei giorni. Tuttavia si toccarono temi davvero rilevanti per la vita di quei giorni. La samaritana interpellò Gesù riguardo diversi aspetti dell’adorazione e Lui gli rispose con delle parole bellissime sulla Sua natura. Sarebbe importante notare che i samaritani avevano una propria teologia riguardo al Messia, un concetto tutto loro. Essi credevano come gli ebrei che un salvatore sarebbe venuto. I samaritani e gli ebrei erano “cugini” nella fede. I samaritani erano ebrei per metà perché la loro tribù si era amalgamata con persone di popoli stranieri; i così detti gentili. La loro religione si era separata dall’ortodossia ebraica e così esistevano in quei giorni due correnti di fede parallele tra questi due popoli. Avete notato che le persone che ci fanno arrabbiare di più sono le più simili a noi? Notate che sia più facile dimostrare pazienza verso chi è estraneo alla nostra famiglia? La conflittualità interna tra i samaritani e gli ebrei era tremenda. La loro storia era marcata da generazioni che avevano subito le peggiori incursioni militari gli uni contro gli altri. I loro popoli avevano condotto delle guerre di natura religiosa tra di loro per voler provare che l’altro fosse in apostasia e atti di violenza accadevano spesso anche nei giorni dell’occupazione romana. La conversazione tra Gesù e la donna samaritana accadde in quel clima politico di alta tensione. I samaritani credevano che sarebbe venuto il Messia ma la loro interpretazione di come ciò si sarebbe avverato era leggermente diversa. Gli ebrei credevano che il loro Messia sarebbe stato un personaggio molto simile al re Davide, il Figlio di Davide; un re conquistatore che avrebbe stabilito un regno giusto in Israele. I samaritani invece credevano che il loro Messia o Tahib, sarebbe stato qualcuno simile a Mosè. Mosè aveva liberato i Figli d’Israele dalla schiavitù in Egitto non tramite la guerra ma permettendo che le manifestazioni divine della Presenza di Dio operassero dei miracoli. Mosè era abituato a lasciare che le persone vedessero Dio. Lui era conosciuto maggiormente non solo per aver guidato gli ebrei fuori dall’Egitto ma perché Dio si avvalse di lui per dare la legge, la Torà e per stabilire il Patto di Dio con il Suo popolo. Un modo nuovo di adorazione introdotto da Mosè. Il libro di Deuteronomio 18 parla di un profeta che come Mosè sarebbe venuto e che lui ci avrebbe insegnato un nuovo modo di adorare. I samaritani basavano il loro credo su quel passo nel libro di Deuteronomio. Chiediamoci: Gesù è stato il Messia degli ebrei o dei samaritani secondo una comprensione dell’Antico Testamento? La risposta probabilmente è che Lui è stato sia un profeta simile a Mosè che ha introdotto un nuovo modo d’adorare stabilendo un nuovo patto ma anche un Messia dalla stirpe di Davide, Figlio di Davide che stabilì un nuovo regno ma il Regno che Gesù stabilì fu diverso da ciò che gli ebrei si aspettavano, non si trattava di un regno fisico. Con i suoi amici ebrei Lui spesso si esprimeva in modi che loro si sarebbero aspettati dal Messia ebraico. Gli ebrei volevano farlo re perché aveva operato dei miracoli e desideravano che Gesù allontanasse i romani.

Quando Gesù incontrò la samaritana probabilmente si sentì sollevato per il fatto di conversare riguardo al tema del messia con qualcuno che non si aspettasse che conducesse il popolo a ribellarsi contro i romani. La donna samaritana gli chiese: “Non dovrebbe il Messia insegnarci in cosa consiste la vera adorazione?” a questa domanda Gesù rispose dando inizio ad una conversazione che tanti altri ebrei non sarebbero stati in grado di comprendere. Il vangelo di Giovanni 4:19 dice: “La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove si deve adorare». (Relatore: “dover” in questo contesto è un marchio di religiosità. Gesù ci ha chiesto di allontanarci da essa.  Questo non significa che le strutture o i luoghi siano di per se sbagliati, è l’atteggiamento e ciò che comporta, ciò a cui dovremo stare attenti.) Gesù le disse: «Donna, credimi: l’ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. (Relatore: Gesù ci aiuta ad evitare l’altro estremo e cioè chiamarlo e concepirlo come vogliamo tanto tutte le strade portano a Roma. Gesù non ha detto che non avrebbe messo in discussione se si dovrebbe adorare in un luogo piuttosto che nell’altro perché qualsiasi comprensione del Messia o di Dio andasse bene. La verità fu data tramite il popolo ebraico, bisognava tenere gli occhi sul Messia che sarebbe uscito da quel popolo. Tutto non ha lo stesso peso, tutto non è verità.)  Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede.  Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».”

Queste sono delle parole chiave che Gesù ci ha lasciato per farci sapere il tipo di adorazione alla quale dovremmo partecipare. Cosa significa?  La frase “in spirito e verità” potrebbe essere catalogata come una bella frase poetica. Non penso che Gesù abbia voluto farci intendere che adorarlo in “spirito e verità” significasse allontanarsi da qualsiasi tipo di struttura. Noi non ci amalgamiamo con nessun recipiente o struttura ritenendolo l’unica via per raggiungere Dio ma un recipiente ha la sua funzione sia per bere che per contenere il liquido. Esistono una grande varietà di stili e luoghi ma la struttura può rendere un servizio alla comunità di fede. Ho un amico che è il mio partner di “auto-responsabilità”, ci incontriamo spesso per discutere diversi temi o situazioni che accadono. Per arrivare a quel punto d’intimità fraterna, e di coltivare una relazione cuore a cuore del genere al punto che prendiamo del tempo per vederci e per chiacchierare faccia a faccia è stato necessario avvalerci di una certa struttura. Abbiamo degli orari ed utilizziamo i benefici degli strumenti di una struttura e ciò ci permette di poter organizzarci abbastanza bene per poter prendere del tempo in modo intenzionale per coltivare la nostra relazione. Se avessimo dichiarato che solo le relazioni contano e che le strutture non servono a niente e perciò ci avessimo affidato alla spontaneità la verità e che non avremo mai preso del tempo per vederci. La struttura è qualcosa di positivo se è al servizio delle relazioni.

Adorare Dio in spirito non significa che qualsiasi cosa che sembra possedere o abbia a che fare con una struttura  sia sbagliata. La domanda di sempre è: la struttura è al servizio dello Spirito o è lo Spirito ad essere forzato a dover essere al servizio della struttura?  L’adorazione spirituale è una connessione tra lo Spirito di Dio e il nostro; si tratta di onorare, servire e celebrare. Lo Spirito è servito dalla struttura ma non è legato ad essa. La struttura dovrebbe essere al servizio delle relazioni e non interferire su di esse.

Nel vangelo di Marco capitolo 2 Gesù ebbe una accesa discussione con i leader religiosi che affermavano che si dovesse essere al servizio delle strutture. In questo caso in particolare la “struttura” veniva rappresentata dal dover osservare il giorno di sabato e tutte le regole che comportava. Gesù spesso rompeva le regole per aiutarli a scollegarsi dalle loro dipendenze religiose e ad aggrapparsi soltanto a Dio. I farisei si avvicinarono a Gesù per chiedergli come mai Lui non osservasse le norme del sabato e Gesù rispose con una frase che potrebbe facilmente applicarsi a tutte le situazioni che hanno a che fare con la struttura contrapposta allo spirito. Il vangelo di Marco 2:27: “E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” Qualsiasi struttura data da Dio all’umanità è stata data come una benedizione, nel caso del giorno di sabato, esso era stato concesso per riposare e per onorare Dio. E’ qualcosa di meraviglioso che possiamo includere nel ritmo della nostra vita, ci assiste e ci aiuta a crescere non per diventare il nostro padrone ma come un attrezzo spirituale in più che possiamo utilizzare.

Esiste una scrittura che vale la pena ricordare, è la lettera ai Colossessi 2:14 e 15.” 14 Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; 15 avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui.”

L’apostolo Paolo stava affrontando il tema di cosa significasse adorare Dio in Spirito ed in verità. Cosa significa adorare Dio in quel modo? Possiamo affermare che adorare Dio in Spirito sia qualcosa che parte dal centro del nostro cuore? La verità è Gesù e Lui lo ha anche detto. Il vangelo di Marco 2:14 dice che tramite la croce Gesù non morì soltanto per togliere i nostri peccati ma anche per la nostra religiosità facendola diventare obsoleta. Gesù cancellò i nostri peccati e anche il codice scritto, i decreti che erano contro di noi. Nella lettera agli Efesini 2:14, 15 dice qualcosa di simile.  Gesù rimosse tutta la legge che ci faceva ricordare le nostre mancanze. Possiamo guardare l’elenco contenuto nel sermone della montagna suggerendo agli altri di mettere in atto le parole di Gesù in modo schematico ma ciò sarebbe aggiungere dei pesi sugli altri che essi non sono in grado di portare. La differenza è che Gesù ci ha donato l’abilità che parte dal nostro cuore e poi si esteriorizza tramite il Suo Spirito. Perciò, il sistema religioso fu annientato tramite la croce come detto nella lettera ai Colossessi 2 14-16: “Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui.  Nessuno dunque vi giudichi per…” e poi va avanti elencando una serie di norme religiose come leggi che avevano a che fare con il mangiare, i festival religiosi nel calendario o altre cose del genere. Quindi noi non dovremo giudicare gli altri e gli altri non dovrebbero giudicare noi. La lettera ai Colossessi 2:17 dice: “queste cose (relatore: le norme religiose) sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo.” Tutta la legge ed il sistema rappresentano l’ombra ma la sostanza è Cristo. Se si dovesse confrontare il Vecchio Patto con il Nuovo Patto uno potrebbe pensare che sono stati dati all’inverso: il Nuovo Patto è molto etereo, spirituale incoraggiandoci ad amare Dio ed il nostro prossimo, amare in modo generico. Nel Vecchio Patto invece si entrava nel dettaglio su ogni applicazione della legge e su come ottenere il perdono dei peccati. Nel Nuovo Patto per ottenere il perdono bisogna pregare e pentirsi mentre nell’Antico Testamento bisognava fare tutta una serie di passi e poi dirigersi al Tempio. Perciò, il Vecchio Patto era un regno sostanziale e fisico ma il Nuovo Patto parla di un Regno e di una battaglia spirituale, tutto Spirito. Uno potrebbe dedurre che “l’ombra” sarebbero state le cose spirituali ma in realtà è al contrario. Come ha fatto Dio con questo universo quando lo creò? Ha per caso dato inizio alla Sua creazione con delle sostanze fisiche che poi possedevano delle “ombre” spirituali? No! La realtà che va al di là dell’universo in cui viviamo è che lo Spirito è più reale della materia fisica. L’universo ebbe inizio con lo spirito e lo spirito proiettò un’ombra di materia. Il mondo fisico dove abitiamo è un riflesso del cuore di Dio ma lo Spirito è più reale. Gesù ha detto che la sostanza è lui stesso, il Suo Regno, i Suoi insegnamenti, la Sua via e quindi tutte quelle forme religiose che si osservavano prima sono delle mere ombre. Dio iniziò con Gesù, Lui rappresenta il Suo punto di partenza. Tramite Gesù, Dio desidera incorporare Se stesso nella creazione e rivelare il Suo cuore a noi. Dio non iniziò con il Vecchio Patto per poi cambiare idea. Dio iniziò con Gesù e quella realtà proiettò un’ombra indietro nel tempo sul Vecchio Patto. Si tratta d’indizi, indicazioni e simboli che puntano verso ciò che Gesù assorbe in modo completo e manifesta a noi in modo chiaro. Questa è la realtà, dobbiamo focalizzarci intorno a Cristo, Lui è la realtà tutto il resto delle cose ci guidano verso di Lui. Questo non significa che tutto ciò che serve a puntare su Gesù sia qualcosa di sbagliato ma non dovremo iniziare a considerare detti indicatori, tradizioni e simboli nella nostra vita come se essi rappresentassero la realtà. Ricordiamoci che tutto ruota e punta su Gesù.