La respirazione liquida applicata agli esseri umani come nel film “The Abyss” ci fa chiedere se in una situazione del genere saremmo davvero in grado di respirare una sostanza diversa dall’aria. La scena della respirazione liquida rappresenta un’ottima illustrazione del disagio che non pochi sentono quando ci esprimiamo dicendo che dovremmo “respirare Dio” o di quanto sia essenziale connetterci alla Sua Persona e di adorarlo. Di solito chi si sente in disagio è alla ricerca e appartiene a due diverse categorie: o è all’inizio del suo percorso spirituale e perciò ci considera dei matti per pensarla in quel modo o invece trova in noi dell’affinità sui temi spirituali. Ci sono dei momenti di trasformazione sul livello cosciente della nostra vita, quando iniziamo ad adottare nuovi modi di pensare sul mondo in cui viviamo e ci apriamo ad altre realtà e possibilità. Per chi è all’inizio di un percorso spirituale tutto ciò potrebbe sembrare molto strano ma come nel caso della respirazione liquida, per fede confidiamo che chi dia ascolto a questi studi sia in grado di “respirare” questa nuova atmosfera che è Dio che ci circonda.

Come detto dall’apostolo Paolo nel libro degli Atti 17 “Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo”. Per alcuni, arrivare ad una comprensione di questi concetti rappresenterà una vera sfida; ci vorrà fede e anche la volontà d’indirizzarsi verso una certa direzione. Noi tutti abbiamo dovuto superare un trauma grandissimo alla nostra nascita: adattarci a respirare l’aria dopo nove mesi dove abbiamo respirato solo dei liquidi. Io non ho nessuna memoria di questo fatto e dubito che qualcuno ne abbia ma sappiamo bene che è accaduto. Abbiamo imparato a respirare ed a utilizzare i nostri polmoni adattandoci ad ispirare l’ossigeno. Respiriamo senza difficoltà ma non è stato così all’inizio, ora se non respiriamo aria siamo in difficoltà e trattenere il respiro ci risulta faticoso.

Io credo che dal punto di vista spirituale quando uno si apre all’atmosfera dell’amore di Dio il tutto potrebbe sembrare qualcosa di strano, ci vuole dell’intenzionalità e della fede. C’è la possibilità che uno si possa veramente spaventare e ci potrebbe essere bisogno di persone accanto in grado di offrire il loro sostegno. Credo anche che se uno perseverasse scegliendo di permettere a Gesù di essere il suo mentore e di guidarlo allora la parte traumatica dell’esperienza svanirebbe perché la “nuova atmosfera” sarebbe diventata un ambiente naturale e del tutto normale.

Gesù ha promesso che se ci mettiamo in cammino e lo seguiamo con tutto il cuore, non perché farlo sia il nostro “dovere” allora il tutto diventerebbe più facile. Il vangelo di Matteo 11:28, 29 dice: ” Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!». Il giogo è un dispositivo, concepito fin dall’antichità per la trazione animale. In genere si tratta di un attrezzo in legno, con accessori in metallo e in cuoio, in forma di barra trasversale sagomata (giogo propriamente detto) o di collare (giogo a collare), entrambi applicati al collo degli animali per assisterli nel loro lavoro in modo significativo. Gesù ha detto che seguirLo ci avrebbe assistito nello stesso modo, cioè, che i pesi che il lavoro comporta ci sarebbero stati comunque ma che avremmo avvertito quel senso di realizzazione e di compiere ciò che siamo stati designati a svolgere.

Il lavoro non è male quando si fa qualcosa che uno ama fare. Noi siamo stati creati per lavorare in modi creativi e dover prendersi cura del creato fu un compito che fu assegnato ad Adamo ed Eva prima della Caduta dell’uomo. Il lavoro non è una cosa negativa ma dover lavorare in un ambito che sembra inutile ed improduttivo rappresenterebbe una situazione estremamente frustrante. Se riuscissimo a lavorare in modo determinato e creativo sarebbe stupendo! Un dono! Il giogo di cui ha parlato Gesù rappresenta un compito da svolgere ma quel compito è più facile perché si svolgerebbe qualcosa per la quale siamo stati creati. Anche se all’inizio detto giogo potrebbe sembrare innaturale o scomodo se seguiamo Gesù, il compito diventerebbe più facile. Mi piace molto questa metafora perché Lui ha detto di prendere su di noi il Suo giogo non il nostro divano sotto di noi. Non ha promesso di darci riposo o che non avremo fatto più nulla perché tutto sarebbe “pace”. La pace non significa non fare nulla ma piuttosto mettersi in atto in modo determinato essendo consapevoli di fare ciò che dovremmo.

Penso che sia un bell’insegnamento ma ora abbiamo un problema; Gesù ci ha detto che il Suo giogo sarebbe stato “facile” ma poi leggo ciò che Gesù ci ha chiesto di fare e cerco di seguirlo, ma…

La seguente lista è stata estratta dal sermone della montagna contenuto nel vangelo di Matteo 5-7 e dal discorso della pianura dal vangelo di Luca 6:17-49 ed è un elenco dei requisiti specifici per seguire Gesù.

  1. a) Amare i nostri nemici
  2. b) Fare del bene a coloro che ci odiano
  3. c) Benedire coloro che ci maledicono
  4. d) Pregare per coloro che ci perseguitano
  5. e) Se qualcuno ci picchia dovremmo sfidarli a picchiarci di più
  6. f) Se qualcuno ci deruba dovremmo darli ancora di più

Dovremmo:

  1. g) Essere disposti a morire per gli altri
  2. h) Vivere in modo semplice
  3. i) Dare con generosità
  4. j) Perdonare tutto il male che gli altri abbiano commesso contro di noi.
  5. k) Trattare gli altri nel modo in cui desideriamo essere trattati.
  6. l) Non dovremmo preoccuparci ne giudicare gli altri.

Molto “facile”…vero?  Il filosofo Dallas Willard insieme ad altri teologi hanno affrontato questo tema ed hanno evidenziato che se seguiamo Gesù in modo olistico nella totalità delle nostre vite, cercando di mettere in pratica i suoi insegnamenti anche nelle cose di minima importanza questo ci equipaggerebbe e ci assisterebbe molto nel caso di dover affrontare delle difficoltà di portata maggiore. Se qualcuno ci facesse del male causandoci un grande dolore se abbiamo seguito Gesù fino a quel momento nelle cose piccole allora seguire ciò che Lui ci indicherebbe in quei momenti ci risulterebbe più facile. Avremo creato uno schema per la nostra vita rassicurante sapendo che stiamo vivendo nel modo in cui siamo stati concepiti da Dio. Mettere in pratica il perdono, concentrarci sugli altri ed il lasciar andare tutti i piccoli torti rappresentano dei passi da fare in questo campo. Quando Gesù stava morendo sulla croce dopo essere stato picchiato e condannato, mentre pregava per il perdono di coloro che gli avevano fatto del male sicuramente non dovette in quel momento avvalersi della sua conoscenza mentale per come dover agire. Sicuramente non si sforzò di pensare: “Visto che sono il Messia gli altri si aspettano che Io debba perdonare, perciò lo farò perché questo è il mio dovere e l’ho detto durante il Sermone della montagna quindi…Dio perdonali perché non sanno ciò che stanno combinando e sono ignoranti…oh non dovrei dire quella parola…”

Lui non ha avuto quei tipi di pensieri né difficoltà. Come mai Gesù è stato in grado di perdonare? Perché il perdono era già parte di Lui, perché era abituato a vivere già in quel modo ogni passo del Suo cammino. Gesù non aveva una doppia faccia, non si comportava in un modo davanti a certe persone per poi comportarsi diversamente con altri e così non ebbe la difficoltà di dover decidere come agire nel momento della prova. Gesù visse una vita di perdono e compassione sempre. Se ci limitiamo a comportarci in modo “religioso” o “giusto” soltanto quando si va in chiesa, si legge la Bibbia o si prega utilizzando delle parole giuste per sentirci a posto e che apparteniamo al corpo dei credenti, nel momento della prova o della difficoltà sentiremo la necessità di dover imparare come reagire e la reazione “giusta” non ci verrà naturale. Invece se prendiamo il Suo giogo su di noi ora esso diventerà parte della nostra vita.  Il giogo sarà facile ed il Suo carico leggero.

Se osserviamo l’elenco appena menzionato sui requisiti per seguire Gesù cercando d’individuare gli aspetti o punti che dovremmo migliorare è molto probabile che non c’è la faremo perché non siamo allenati. Per questo motivo il meglio sarebbe partire dal nostro spirito senza limitarci a conformarci ad una norma religiosa. Abbiamo menzionato il fatto di voler diventare come Gesù stabilendo che il nostro spirito desidera diventare come lo Spirito di Cristo. Non vogliamo che il nostro corpo si limiti a mettere in atto le azioni che Gesù fece se dette azioni non partono dal profondo del nostro essere.

Viviamo in modo cosciente? Il nostro spirito è il luogo dove facciamo delle scelte, è la nostra volontà che è disponibile ad essere in comunione con Cristo. La nostra mente sceglie in modo continuo su cosa dimorare e poi influenza il nostro corpo che a sua volta sceglie di enunciare le parole che sono allineate con ciò che il nostro spirito e la nostra mente hanno scelto.

C’indirizzeremo nei luoghi dove siamo stati chiamati ed utilizzeremo le nostre mani per benedire gli altri invece di maledirli? Porgeremo l’altra guancia? La religione cerca di penetrare la nostra vita dall’esterno per poi interiorizzarsi ma la fede di Gesù, la spiritualità vera parte con la connessione cuore a cuore tra spirito e Spirito e poi si esteriorizza.

Non dovremmo trascurare nessuno di questi aspetti, non si tratta di uno schema sequenziale dove uno raggiunge il prossimo livello o fase avendo superato un certo aspetto della sua vita spirituale. Cioè, sarebbe sbagliato pensare che per vivere nel modo giusto in questo mondo fisico prima si dovrebbe riuscire ad allineare la mente alla mente di Cristo od a perfezionare le discipline spirituali. Tutti questi aspetti si complimentano a vicenda.

Forse non siamo arrivati al punto di poter essere in grado di porgere l’altra guancia anche se Gesù ci ha indicato n modo chiaro la via della pace insegnandoci ad offrire la nostra vita in modo sacrifichevole anche per chi è violento. Ho sentito molte persone che considerano quel passo così difficile da implementare che utilizzano tutti tipi di scuse per non dover vivere in quel modo dicendo che sarebbero disposte a porgere la guancia una volta dopodiché si difenderebbero perché hanno soltanto due guance. Se i nostri corpi non sono sotto il controllo del nostro spirito nel momento della prova o quando sentiamo che qualcuno parla negativamente su di noi, quelle parole entrerebbero nelle nostre orecchie e penetrerebbero la nostra mente facendo scattare in noi la voglia di rispondere, condannare e combattere il fuoco col fuoco. Se non riusciamo a perdonare un male fatto contro di noi possiamo sempre stimolare  i nostri corpi ad iniziare a seguire Gesù in modi semplici. Non limitiamoci a concentrarci soltanto sui nostri pensieri senza curare come viviamo. Esistono dei modi semplici per disciplinare il nostro corpo aiutandolo a seguire Gesù. Per esempio, possiamo decidere di disciplinare noi stessi smettendo di lamentarci e impegnandoci a dire delle cose positive riguardo gli altri; possiamo autodisciplinarci dirigendoci verso i luoghi dove potremo interagire con delle persone che hanno un’influenza positiva su di noi ed ingaggiare il nostro corpo ad essere disponibile nel processo. Non possiamo dare inizio a questo cambiamento dall’esterno ma se il nostro spirito ha preso l’impegno cercando di migliorare possiamo invitare il nostro corpo ad essere partecipe. Nei prossimi studi approfondiremo diverse discipline spirituali olistiche che hanno a che fare con il nostro spirito, la nostra mente ed il nostro corpo.

La storia d’amore divina consiste in  perdersi appassionatamente nell’amore ed ogni aspetto della nostra connessione con Dio. Si tratta dell’adorazione.

Se la modellazione spirituale diventasse un’abitudine nelle piccole cose lasciando che il nostro cuore diventasse più come il cuore di Gesù allora le cose più grandi diventerebbero più facili da affrontare perché quelle risorse sarebbero dentro di noi nel momento della crisi. Questa è la promessa di Cristo. Se ci limitiamo a seguire la strada della religiosità per abitudine non avremo le risorse necessarie per affrontare delle situazioni difficili. Il giogo di Gesù, non consiste nel seguire una certa chiesa o la religione cristiana ma nel seguire la Persona di Gesù!