Cerchiamo  di capire la differenza tra la nostra mente ed il nostro spirito. La nostra mente è una corrente di pensieri ed emozioni senza fine, essi vengono generati in continuazione. Tutti noi abbiamo tipo una traccia audio all’interno della nostra testa che è in onda sempre sull’esperienza che stiamo vivendo in quel momento. La nostra mente osserva il “film” della nostra vita  e fa la parte del commentatore. La mente inserisce pensieri tipo: “mi è piaciuto quella scena ma non quell’altra”, “penso che non dovrebbe aver detto quello”, “perché mi guarda così?”, “Quella è una bella persona!”, “Lei è troppo grassa, dovrebbe perdere peso.” e così via. Generiamo pensieri ed opinioni su tutto e a volte anche delle emozioni che l’accompagnano. Giudicare in continuazione delle situazioni classificandole in positive o negative ci fa perdere la bellezza del film. Se il nostro corpo è sotto il controllo della mente allora spesso verbalizzeremo i pensieri che essa genera o faremo ciò che le emozioni mentali ci spingono a fare. Per esempio, se coviamo della rabbia nella nostra mente allora il nostro corpo verbalizzerà quel sentimento dando inizio ad un litigio. Spesso questo accadde sotto la maschera della nostra dipendenza culturale e della nostra pseudo autenticità che ci dice che visto che siamo degli esseri umani veri abbiamo proprio bisogno d’esprimere ciò che pensiamo. La pseudo autenticità non è una scusa per comportarci in modi egocentrici perché abbiamo bisogno di uno sfogo. Non ci confondiamo. Se ci centriamo sulla nostra mente e sulle nostre emozioni spesso diremo delle cose per il semplice fatto che le pensiamo. Per esempio, se siamo ad una festa ci sentiremo liberi di commentare negativamente su qualcuno o ci metteremo a pettegolare, tutto perché abbiamo avuto quei pensieri in mente. Il nostro corpo in quel caso si sarebbe allineato con la nostra mente invece che con il nostro spirito. Avete mai avuto l’occasione di allontanarvi da voi stessi per un po’ e di auto-osservarvi? Vi è successo d’acquisire in quel modo una convinzione e saggezza più profonde aiutandovi a rendervi conto di non dover dire certe cose? Un momento dove uno prende consapevolezza delle sue proprie azioni? Quando quel momento di consapevolezza arriva allora ci si pone una scelta: mettere in atto il volere della mente o il volere dello spirito. Il nostro spirito è in grado di staccarsi dalla mente, dai pensieri e dalle emozioni chiedendosi se si dovrebbero seguire o no. Ci sta che uno perda la pazienza di tanto in tanto ma anche nel mezzo di quella scenata c’è una piccola parte del nostro essere che è in grado di staccarsi da tutta quell’emotività aiutandoci a capire che stiamo esagerando. Una vocina che ci dice: “Non posso credere che sto reagendo in questo modo..”, “Sembro davvero un idiota…”, “Devo riprendermi prima che sia troppo tardi…”, ecc. Uno ha questo tipo di pensieri mentre  continua a sbraitare. Vi è mai successo? Questi eventi accadono incidentalmente e li possiamo chiamare esperienze extracorporee: uno si sente come se fosse staccato dal corpo e si stia giudicando ma in realtà non è così, il nostro spirito non esce dal corpo. Questo tipo d’esperienze sarebbero definite meglio se si chiamassero esperienze “extramentali”.

Quindi, la nostra mente controlla ciò che accadde inserendo dei pensieri e innescando dei sentimenti spingendoci ad agire in un certo modo. Noi in alternativa, abbiamo la capacità di staccarci da quella situazione, osservare e riempire il nostro essere di convinzione lasciando spazio al nostro spirito. Tutto questo accadde in modo incidentale sempre. Cosa pensate potrebbe succedere se agissimo in quel modo intenzionalmente? Cosa accadrebbe se potessimo coltivare quel tipo di coscienza sempre, decidendo di non dover seguire le nostre emozioni sul momento o dei pensieri momentanei, se riuscissimo a staccarci dalla nostra mente chiedendoci se detti pensieri rappresentino dei pensieri o delle emozioni che Gesù avrebbe avuto? Cosa succederebbe se fossimo in grado di disciplinare la nostra coscienza, consapevolezza, il nostro stato di veglia, attenzione cosciente e centratura il più del tempo? Se riuscissimo a metterlo in pratica anche con le cose più semplici della vita immaginiamo la potenza trasformatrice che si genererebbe. Se ad esempio una persona dopo aver iniziato a coltivare l’abitudine di cercare di dare ascolto a quella voce interiore staccandosi dalla sua mente riuscisse  a smettere di reagire in  modo aggressivo sarebbe qualcosa di magnifico. Immaginate ciò che potrebbe accadere ad una persona piena d’amarezza che non riesce a perdonare; una persona che non fa altro che fissarsi su pensieri di vendetta e su emozioni del genere. Se questa persona fosse capace di staccarsi dalla sua mente potrebbe in quel caso decidere che quei pensieri non devono per forza definire chi è, decidendo in quel momento di fare una scelta diversa. Quel primo passo rappresenterebbe un primo passo verso un intimità con Dio tra Spirito e spirito. Se fossimo in grado di farlo Dio donerebbe la Sua potenza influenzando i nostri pensieri, sentimenti, comportamenti e come ci relazioniamo con gli altri.

 

Domande e Risposte:

 

Domanda: Cosa diresti a qualcuno che è coinvolto in un programma di recupero? Voglio dire, in quei centri uno viene incoraggiato ad adottare un atteggiamento tipo: “fingere fino a diventarlo”. Perciò la mia domanda è un pensiero del genere è in linea secondo te con ciò che abbiamo affrontato in questa serie di studi riguardo le azioni esterne e di come influenzano il nostro cuore e lo cambiano? Come risponderesti al fatto che se uno pensa al positivo riguardo qualcosa ciò ci motiva a cambiare?

 

Risposta: Non fissiamoci su certi termini. Ricordiamoci che le parole sono dei simboli e tutti tendiamo ad attribuirli significati diversi perciò, la prima cosa è cercare di capire cosa intende l’altra persona quando dice una certa parola o espressione. In questo caso, se il detto “fingere fino a diventarlo” significa mentire o non far vedere che uno si stia sforzando con fatica o assicurarsi d’ingannare tutti facendoli credere che ami ciò che stai facendo e quanto sia facile seguire il programma dando una falsa immagine di se allora non sono d’accordo. Dall’altra parte, se “fingere fino a diventarlo” significa che se la persona debba scegliere di vivere in modo sano, sia che a uno piaccia all’inizio oppure no quel programma di recupero; in quel caso uno dovrebbe essere onesto e riconoscere che si stia facendo una scelta che rappresenta un grande sacrificio. Questo esempio rappresenta qualcuno che vive seguendo la voce del suo spirito; una persona che riconosce di non sentirsi in quel modo e di non avere dei pensieri che la spingano nella direzione giusta ma che sceglie di camminare verso quella direzione perché ritiene che sia la direzione vera e giusta. In altre parole “Indirizzati verso la direzione giusta fino a che i tuoi sentimenti ti raggiungano!”. Un modo onesto di metterlo in pratica. Tutto dipende dal significato attribuito alla parola “fingere”. Questo è il motivo per cui le parole sono davvero affascinanti.

L’apostolo Paolo disse nella seconda lettera di Timoteo 2:14 di non fare dispute di parole. E’ uno di miei passaggi preferiti. Non dovremo coinvolgerci in dispute su parole perché le persone le utilizzano attribuendo loro dei significati diversi. Cerchiamo di capire cosa intendono.

 

Domanda: Mi chiedevo cosa pensi se qualcuno pensa di non avere tutto quel male nel suo cuore come indicato nel vangelo di Marco, come può una persona di quel tipo sentire il bisogno d’invitare Dio a cambiarlo?

 

Risposta: Gesù insegnò nel vangelo di Giovanni 14 che il ruolo dello Spirito Santo se le persone li dessero ascolto sarebbe quello di entrare nelle loro vite e pungere la loro coscienza rendendoli consapevoli dei loro sbagli. Questo non significa che uno sia un orribile peccatore disgustoso e basta. Ricordiamo che ognuno di noi è un portatore dell’immagine di Dio in noi. Se ci focalizziamo soltanto su quello e non prendiamo la nostra responsabilità per le cose che non vanno nella nostra vita allora significa che uno si trova in uno stato di negazione, uno stato dove non riesce ad aiutare se stesso, il pianeta o  nessuna relazione. Chi vorrebbe vivere insieme a qualcuno che crede di non aver nessun problema, di stare in ottima forma e di non dover cambiare? Aiutare qualcuno ad aprire gli occhi ed affrontare la realtà della sua situazione ammettendo d’essere un glorioso portatore dell’Immagine di Dio, una persona rotta, egoista e piena di peccati è una comprensione profonda che dona speranza, ci indirizza per il verso giusto indicandoci da dove proveniamo e verso dove dovremo dirigerci e ci aiuta ad ammettere che abbiamo dei problemi che dovremmo superare. Se qualcuno si trova in uno stato di negazione non volendo sentire di aver nessun problema considerandosi in forma, di essere piaciuto da tutti e amato e che non pensa di dover cambiare io direi che in quel caso lui o lei si trova in uno stato di negazione forte al limite con la sociopatologia. Una persona che pensa di poter vivere come le pare pensando d’essere la perfezione incarnata non ha nessun senso di coscienza apparentemente e non penso che niente di quello che avrò da dire la cambierà.

Gesù disse nel vangelo di Giovanni 16:8 che lo Spirito Santo avrebbe “convinto il mondo di peccato” se quella persona non sta dando ascolto al ruolo dello Spirito Santo nella sua vita. Questa è la parte liberatoria per tutti noi, il nostro compito non consiste nel cercare di rinfacciare agli altri quanto siano peccatori. Se essi non danno ascolto allo Spirito di Dio allora dovremo fare come Gesù usava fare con i farisei; dovremo lasciarli stare ed andare a parlare con delle persone che hanno un cuore aperto e sono pronti a dare ascolto. Il nostro compito nella vita degli altri non consiste mai nel dover cercare di convincerli argomentando e dibattendo con loro per farli vedere che hanno dei problemi. Il momento per offrire loro la soluzione giusta è solo dopo che lo Spirito Santo li avrà convinto del loro problema. Se la persona si trova in uno stato di negazione può darsi che sia soltanto una fase temporanea. Ci sta che in un altro momento della loro esistenza saranno pronti e più aperti senza un ego così fragile che ha paura d’ammettere di aver dei problemi.

 

La chiesa dovrebbe essere così. Spesso non riusciamo ad essere così neanche noi ma è un buon obbiettivo su cui puntare. La chiesa è il luogo di ritrovo dove le persone ammettono di essere rotte, di avere delle difficoltà e che hanno grande speranza e che ci siano delle cose belle anche nella loro vita, persone che sono in grado di guardare in faccia la realtà su tutti i suoi aspetti lavorando insieme per responsabilizzarci gli uni gli altri riguardo la nostra crescita verso la giusta direzione. Se qualcuno non è in grado di affrontare quel tipo d’autenticità in questo momento li lasciamo semplicemente nelle mani di Dio senza cercare di fare la parte di colui che punta il dito. Compito riservato allo Spirito Santo.

 

Conclusione:

Torniamo alle parole di Gesù che abbiamo riletto un paio di volte in questa serie. Lasciamo che la verità contenuta in queste parole ci penetrino nel profondo una volta in più. Gesù disse la stessa cosa sia nel vangelo di Giovanni 4. Nel vangelo di Giovanni 7:37-39 “Or nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù si alzò in piedi ed esclamò dicendo: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva. Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui” Il bello d’avere sete è che rappresenta un invito a prendere, a bere e ad ingerire qualcosa nel nostro interno. Gesù non ci ha invitato a fare il bagno insieme a Lui ma a bere da Lui, a lasciare entrare il Suo cuore nel nostro essere. Noi beviamo dell’acqua viva e quest’acqua conseguentemente fluisce da dentro di noi. Abbiamo inteso cosa significa avere una spiritualità che parte dal nostro interiore e poi s’interiorizza come insegnato da Gesù? Ammettiamo di non essere in possesso di tutti gli strumenti necessari nel nostro spirito per aggiustarci da soli, una confessione piuttosto umiliante, alcune persone non sono ancora a quel livello. Potrebbero dire che la risposta si trovi nel loro interno, che non hanno voglia di cercare una fonte esterna o appellarsi a Dio o Gesù per ricevere le loro risposte. Io dico che se uno ha bisogno di aggrapparsi a dette affermazioni per tenere insieme la loro psiche fragile, la mia preghiera è che un giorno quella persona possa arrivare ad ammettere di aver provato diversi “approcci” per guarire il loro interiore e che non c’è niente di male nel desiderare attingere aiuto da una fonte esterna. Quindi, mi avvicino a Gesù, bevo da Lui e lo accolgo nella mia vita. Accolgo anche lo Spirito Santo ma poi Lui impianta dentro il mio essere una fonte d’acqua viva da dove poter attingere da bere e che poi fuoriesce dal nostro essere. Lo Spirito di Dio che avevo cercato.

 

Preghiera: Padre Celeste, ti ringrazio per la Tua grazia e misericordia verso di noi che ci hanno sfidato attraverso  Cristo per rimproverarci e tirarci fuori dalla nostra religiosità ipocrita che ci apre gli occhi riguardo i modi in cui noi continuiamo a conservare un’esteriorità brillante e pulita quando all’interno siamo pieni di morte. Padre, prego che quelli di noi che siamo tentati a focalizzarci sulla nostra apparenza cercando la gloria degli altri o il loro incoraggiamento che possiamo impegnarci ad essere onesti ed autentici con coloro che ci circondano non per sfogarci o per motivi egocentrici ma che possiamo davvero in modo genuino diventare le persone che ci hai chiamato ad essere. Prego che possiamo mettere in atto ciò che suggerì l’apostolo Giacomo dicendo che se desideriamo una vera guarigione dovremo essere disposti a confessare i nostri peccati non per mantenere quei pensieri e comportamenti privati permettendo l’esistenza di diverse versioni di noi stessi in diversi livelli. Prego che i nostri spiriti possano crescere fino al punto di poter vedere ed ammettere la nostra dualità, i segreti che stiamo mantenendo ed anche di avere il coraggio di confessare per aiutarci a trasformarci di nuovo in una persona autentica. Ti ringrazio Padre per aver impiantato il Tuo Spirito Santo dentro di noi per donarci la forza per fare ciò che dobbiamo fare. Ti vogliamo bene e sappiamo che ci stai modellando secondo la Tua volontà. Nel nome di Gesù, amen.