C’è una citazione nel film “Le Crociate” molto interessante che dice: «Non do alcun credito alla religione. Sotto la parola religione ho visto la follia di fanatici di ogni denominazione che proclamavano la “volontà di Dio”». Il problema della religione è che le questioni di minima importanza come le nostre preferenze, opinioni, stili di vita e tutto ciò che ha da fare con le apparenze viene messo in primo piano come se fossero il dunque della nostra esistenza. Cioè, per la religione le cose più importanti della vita sono l’involucro, la struttura, e il contenitore; essa prende tutto ciò che è di natura umana e che ci divide nominandolo “la volontà di Dio”. Ciò consente alle persone di attribuire valore di natura spirituale alle loro opinioni personali. Tutti quei diversi stili, opinioni e modi di vedere che pensiamo rappresentino la volontà di Dio, sapete cosa rappresentano in realtà? La nostra propria volontà; la volontà di un mero essere umano. La storia della religione è veramente terribile; è piena di storie di divisioni ed ingiustizie perpetrate da essa, in particolare dalla religione cristiana. C’è una differenza abissale tra la religione e la vera fede. Gesù non ha mai utilizzato il termine “religione”, non ha mai dichiarato di voler stabilire una nuova religione; i Suoi insegnamenti ebbero a che fare con la sola fede. Un concetto relazionale di come mettersi in sintonia con Dio; una spiritualità diretta. Noi possiamo illustrarlo così: anche se all’interno della tradizione cristiana esistono diverse chiese, involucri o modi religiosi di operare, ciò che colpisce però è che discutere su quale di questi modi sia la vera volontà di Dio sia al centro del dibattito tra i cristiani. Si dibatte a lungo su chi sia nel giusto, tutte questioni che hanno a che fare con lo stile. Spuntano delle nuove denominazioni e nascono delle nuove chiese non per celebrare l’apertura verso la diversità d’espressione che abbracciamo ma per discutere che il nostro modo di operare sia quello giusto in assoluto. Quando le persone hanno sete e sono alla ricerca di un rinfresco spirituale che solo Dio può provvedere, Lui lo fa versando del Suo Spirito in diversi contenitori. Uno potrebbe essere un recipiente liturgico bellissimo, una chiesa con una architettura eccezionale di grande valore artistico. Ci sta che alcuni considerino che un recipiente di quel genere sia l’unico posto dove poter incontrare Dio. Le vetrate colorate, la musica, il vestirsi bene e tutte queste cose potrebbero ispirarli ad attendere un servizio del genere in quel luogo. Perciò, attingono da quel recipiente per spegnere la loro sete spirituale ma invece di bere da quel contenitore lo leccano e rimangono assettati. Delusi, pensano che la risposta consista in trovare un altro contenitore da dove poter bere perciò vanno alla ricerca di una chiesa più contemporanea. Una chiesa dove si guarda pezzetti di film o dove il pastore indossa dei jeans, un luogo che faccia un bel marketing di quel genere. Così, iniziano ad assistere ai servizi in quella nuova chiesa e Dio versa il Suo Spirito in quel luogo e ancora una volta pensano che quella chiesa sia quella giusta perché non è come il resto delle chiese morte e all’antica. Per loro quel nuovo stile di chiesa moderna è molto più accattivante ma anche questa volta però rimangono delusi perché invece di bere dal contenitore lo leccano. Alla fine trovano un altro contenitore, una struttura religiosa che crede nella purezza, nel tornare a credere come la chiesa del primo secolo ed operare esattamente come operava la prima chiesa. Così, Dio versa del Suo Spirito in quel luogo e come prima, le persone rimangono deluse ancora una volta perché invece di bere fanno la stessa azione di leccare dal contenitore. E’ una illustrazione piuttosto sciocca ma spero che vi aiuti a ricordare che esiste una differenza fondamentale tra la religione e la vera fede. Se riusciamo a capire dove si trova la differenza e che il rinfresco che Dio provvede consiste in un contatto ed in una relazione che Lui desidera che portiamo all’interno del nostro cuore. La forma esterna dalla quale questa relazione possa attingere non è per nulla rilevante, perciò, smettiamola di leccare il bicchiere.  Leccare il bicchiere è sinonimo di religione o d’idolatria. La cosa bella è che il rinfresco dello Spirito di Dio è ciò che è importante; una volta compreso questo fatto uno può frequentare qualsiasi struttura e avere un vero incontro con Dio. Si comprende che Dio è al disopra di qualsiasi stile o espressione che si possa abbracciare. Noi abbiamo comunione e siamo connessi con la forza creativa più grande dell’universo tramite diversi canali o espressioni di fede. Noi come comunità abbiamo la nostra ma questo non significa che crediamo che la nostra espressione di fede o il nostro modo di operare o che la nostra istituzione od organizzazione o stile sia ciò che aiuta le persone ad avvicinarsi a Dio. No, è solo la nostra espressione e modo di vivere la nostra fede. Se riusciamo ad imparare questo principio allora potremo connetterci con Dio ovunque saremmo.

Questo è un tema che si ripete spesso nella Bibbia. Infatti, l’illustrazione dell’acqua e del rinfresco è una metafora che si trova nelle Scritture che ha a che fare con il connettersi con il Divino. Nell’Antico Testamento nel libro di Geremia 2:13 dice: “Perché il mio popolo ha commesso due iniquità: essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, (Relatore: Dio non ha detto di essere una struttura ma anzi, una fontana d’acqua viva) per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua.” Notate che non ha detto: “Invece di utilizzare quelle cisterne e pozzi sbagliati che state cercando di creare per voi stessi venite alla mia cisterna.” Gesù in realtà non li ha offerto una religione alternativa, Lui ha semplicemente detto: “Venite a Me, Io sono una sorgente di rinfresco per voi, venite a Me in modo diretto. ” Questo è un principio che si trova al cuore della spiritualità di Cristo e di ciò che Lui ci ha insegnato.  Lui afferma di manifestare il cuore, l’amore e la persona di Dio verso di noi in modo diretto. Dio si è incarnato in un corpo umano per aiutarci a capire in modo chiaro, non abbiamo più bisogno di cercare di capirlo tramite dei concetti troppo elevati del Divino. Ora tramite Gesù siamo in grado di attestare in modo pratico e terra terra ciò che Lui rappresenta, possiamo seguirlo e Lui può diventare il nostro mentore personale, un amico. Noi ora siamo anche in grado di capire in quale modo Lui ha messo in pratica ciò che Dio desiderava. Camminare insieme a Gesù è una buonissima scuola di vita. Gesù è Dio venuto a noi per dimostrarci quanto ci ama in un linguaggio che siamo in grado di capire. La via della religione non lo dimostra, sia nella nostra comunità e nemmeno altrove. La religione confonde l’essenza di Dio con i modi in cui le persone hanno sempre cercato di contenere l’essenza di Dio. Gesù mette in confusione il sistema e le istituzioni che abbiamo creato per personificare detta essenza con l’Essenza divina, con il rinfresco stesso di Dio. Dallas Willard, filosofo americano di fama mondiale disse: “Ciò che mi fa rimanere un po’ perplesso è che i religiosi tendono ad essere più cattivi.” Come mai?  Questo perché la religione di natura si focalizza sugli infinitesimi dettagli delle espressioni di fede esterne e i religiosi sono quasi sempre pedanti, ossessivi e per di più a causa della loro dichiarazione continua di: “Questa è una questione di Dio:” esaltano le cose di poco conto allo stato di volontà divina che li fa diventare estremamente critici e appassionati sulle banalità. Questo atteggiamento ci guida nella direzione opposta della via che Cristo ci ha mostrato. Nel corso di una conversazione ho parlato con qualcuno e abbiamo discusso che la spiritualità cristiana è tra i pochi fili di pensiero che sostiene che la centralità non dovrebbe essere su noi stessi o su come noi dovremmo cercare di avvicinarci a Dio ma piuttosto su come Dio viene tramite il Suo Spirito a vivere nel nostro essere e di come opera dei cambiamenti dentro di noi. Non si tratta di focalizzarci su come noi dovremmo raggiungere qualcosa ma su come Dio si presenta a noi, di come il Suo Regno si avvicina e ci penetra, su come comunica con noi e su come ci rinfresca dandoci del rinfresco spirituale, quell’acqua di vita che ci trasforma partendo dal nostro cuore. Questa promessa non esiste al di fuori di questo contesto. Ci sono dei modi in cui potremmo cambiare noi stessi e potremmo anche raggiungere quell’obbiettivo. La cristianità spirituale è totalmente diversa. Se non riusciamo a capirlo e ci uniamo alla religione cristiana mancheremo il bersaglio e non di poco. Diventeremo parte di un qualcosa che tende a manifestare l’opposto di ciò che Gesù ci ha insegnato come nel caso delle Crociate, l’Inquisizione, la caccia alle streghe, l’essere critici e persone cattive nel nome di Colui che ci ha insegnato ad amare i nostri nemici, a perdonare, ad avere compassione per gli emarginati, ecc. Ci sono molte persone che secondo me rifiutano Dio e Gesù, ma in realtà ciò che rifiutano è la religione e hanno ragione. Anche Gesù stesso   fu contrario alla religione.

La fede cristiana in contrapposizione alla religione cristiana, due opposti. Se dichiariamo d’essere cristiani assicuriamoci di soffermare la nostra fede su Gesù, su una connessione relazionale con Lui piuttosto che limitarci a seguire un sistema religioso. La fede in Gesù è un fenomeno che appartiene ai Suoi seguaci. Chi lo segue e desidera stabilire una connessione con la Persona di Gesù rappresenta il cuore di ciò che significa avere fede. Poi c’è sempre chi osserva e ritiene da un punto di vista esterno che chi ha fede abbia avuto un cambiamento positivo e abbia ottenuto dei benefici. Queste persone esterne, notano un qualcosa di molto positivo che è accaduto e così desiderano aderire al movimento perché desiderano anche loro quei benefici spirituali. La loro motivazione in quel caso non è perché amano Gesù ma perché vogliono essere come gli altri cristiani. Alla fine accade qualcosa di curioso; si ha una religione seguita da tanti che desiderano i benefici di tanti che seguono Gesù. Le persone che testimoniano i risultati positivi della fede cristiana nella vita di una persona decidono di mettersi in cammino anche loro e seguire lo Spirito o quell’evento spirituale, o quella chiesa o fare ciò che gli altri fanno o entrare a fare parte di suddetta comunità. Come si fa ad unirsi ad un gruppo senza seguire Gesù stesso? In quel caso si manca l’obbiettivo in pieno. Gesù ci guiderà verso una direzione che spesso è contrapposta alla via religiosa. Tutto dipende se siamo orientati verso Gesù o verso il sistema che porta il Suo nome. Possiamo finire per “leccare il bicchiere” anche se apparteniamo ad una denominazione tradizionalista. Gesù disse ai farisei che essi avevano fatto diventare perfino la Bibbia un sistema, dimenticando Lui che era il vero fulcro delle Scritture.

In questa serie di studi vogliamo affrontare la spiritualità di Gesù e dare a noi stessi degli strumenti per coltivare una connessione diretta con l’Acqua viva e torneremo spesso a fare questa distinzione tra creare un altro sistema o utilizzare degli strumenti relazionali, degli esercizi spirituali per aiutarci ad avvicinarci a Cristo ed al Suo Spirito in noi. Gesù ha parlato del vino e degli otri che lo contengono. L’apostolo Paolo parlò di un tesoro che è contenuto all’interno di un recipiente di argilla e in quel caso si riferiva ai nostri corpi fisici in contrapposizione alla connessione spirituale che possiamo avere con Dio. Dallas Willard, un famoso filosofo ha affermato che detta analogia è ancora valida nel senso che come recipienti d’argilla c’è sempre il pericolo di vivere in modo religioso focalizzandoci sui nostri ricettacoli e le strutture piuttosto che sul vero tesoro che si trova al loro interno. La metafora, il principio è evidente lungo tutta la Scrittura. Daremo anche uno sguardo a diversi momenti nella vita di Cristo ed a diverse pratiche spirituali che possiamo mettere in atto applicandoli alla nostra vita. Chiediamocelo davvero in quale modo possiamo applicare ciò che impariamo da questi approfondimenti a noi stessi. Nel vangelo di Giovanni 7 Gesù utilizza l’acqua come metafora della presenza di Dio volendo illustrare la differenza tra la religione e la spiritualità, tra una vera connessione con Dio piuttosto che con diversi sistemi di salvezza che sono qualcosa che sono stati ideati da noi.