La tomba vuota parte 2
Il primo incontro della resurrezione registrato non è qualcosa di così evidente, è qualcosa che invece non c’è più; l’assenza del corpo. I testimoni di questo fatto furono delle donne. Se gli autori del vangelo avessero voluto rafforzare la loro storia, inserire delle donne come testimoni principali della resurrezione di Cristo fu un grandissimo sbaglio. Le donne erano considerate inaffidabili, troppo emotive, non erano istruite ed analfabete. In quel tempo le donne non potevano essere testimoni validi in una corte perciò, questo racconto in realtà non è in connessione con la cultura di quel tempo. Se avessero voluto promuovere il movimento cristiano potrebbero aver saltato la parte delle donne e aver raccontato soltanto la parte in cui Pietro andò alla tomba di Gesù. Gli autori del vangelo hanno voluto raccontare la verità dei fatti.
Dobbiamo essere premurosi dal punto di vista culturale ma non possiamo permettere che la cultura determini ciò che siamo. Desideriamo prendere il messaggio di Gesù cercando d’applicarlo alla nostra cultura il meglio che possiamo utilizzando degli strumenti e linguaggi a disposizione per poter comunicare meglio alla nostra società, ma questo senza cercare di cambiare il messaggio per farci accettare. Non permettiamo che sia la cultura a determinare il tipo di messaggio che desideriamo comunicare agli altri. Gli autori del vangelo non lo fecero anche se non dubito che siano stati tentati a farlo.
Tramite Gesù la creazione sta essendo rinnovata. Questo non significa che la creazione stia migliorando con il passare degli anni, anzi, la lettera ai Romani descrive la creazione dicendo che si lamenta e aspetta di essere liberata. Un giorno l’obbiettivo finale sarà raggiunto quando sia il nostro essere fisico e sia quello spirituale sarà riscattato. Una dottrina bellissima.
Matteo 28:11 parla delle guardie che custodivano la tomba che presero uno spavento mortale. Non si diressero a Pilato per paura ma invece si rivolsero alla istituzione religiosa chiedendo loro cosa fare e i leader religiosi risposero nel passo 13: “«Dite così: «I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo».“ In altre parole dissero: “Noi vi pagheremo e vi ricompenseremo per dover soffrire questa umiliazione e può darsi che Pilato vi punisca severamente ma non vi preoccupate perché parleremo con lui in caso dovreste riscontrare dei problemi.” La famosa frase trovata nel Talmud babilonese e in altri referti storici è stata proprio questa: “i discepoli rubarono il corpo di Gesù.” Questo tipo di documentazione storica viene chiamata evidenza positiva proveniente da una fonte ostile. Ci sono diverse teorie che hanno a che fare con il perché la tomba era vuota ma cosa affermava questo fatto? Affermava che la tomba era vuota! Nessuno dei leader religiosi di quel tempo ha mai affermato che la tomba non fosse vuota invece hanno escogitato un piano per incolpare i discepoli di aver rubato il corpo. La storia non è matematica ma possiamo accertare che la tomba era vuota. Sia il mondo secolare che credente lo ha sempre affermato. Non c’è motivo per inventare tutto ciò. Gli autori del vangelo per quale motivo dovrebbero desiderare impiantare dei pensieri nella mente dei lettori sostenendo che i leader religiosi li avessero accusati di aver rubato il corpo di Cristo? Loro hanno solo scritto e raccontato ciò che stavano affrontando in quel momento.
La religione fiorisce quando la verità viene sacrificata a costo dell’apparenza. Noi spesso diventiamo dipendenti dalla nostra apparenza e una volta che uno inizia ad incamminarsi in quella via, il modo in cui la nostra integrità viene sacrificata è incredibile. Tutto con il proposito di apparire giusti. Prima di puntare il dito ai religiosi ebraici pensiamo a noi stessi ricordando che si tratta di un atteggiamento religioso che si applica benissimo anche a noi. Quando cominciamo a diventare dipendenti dalle diverse trappole religiose chiamandolo “giustizia” non c’è fine a quanto lontano andremo a finire, il peggio del peggio. Stiamo attenti a non intraprendere quella strada. Gesù durante la sua vita sfidò i leader religiosi su quello stesso punto; ha sempre cercato di incoraggiarli a non focalizzarsi sull’esteriorità e le apparenze piuttosto che sugli affari del cuore. Questo è un problema che dobbiamo affrontare tutt’oggi.
Una scoperta archeologica recente riporta un’ incisione. Fu scoperta a Nazaret, nel luogo dove Gesù crebbe. Si crede che detta incisione sia del tempo dell’imperatore Claudio Cesare durante l’inizio del movimento dei seguaci di Gesù dall’anno 41 al 54 d.C. È una lastra marmorea che riporta un editto contro la rimozione dei corpi dai loro sepolcri; l’iscrizione è su ventidue brevi linee di scrittura, incise in una modesta tavola di marmo bianco. L’epigrafe è un rescritto imperiale, come dice l’intestazione. “Rescritto di Cesare. Ritengo che a riguardo del rito religioso della morte, le tombe e i sepolcri che erano degli antenati, dei morti e dei familiari, questi rimangano immutati per sempre. Se alcuno denuncia uno che abbia danneggiato a qualcun altro in altro modo gli onori funebri, abbia spostato verso altri luoghi [ i corpi ] in modo fraudolento abbia arrecato ingiuria verso gli onori funebri, abbia rimosso sia i legami che le pietre, contro questi io stabilisco la legge: che sia giudicato verso il culto degli uomini come contro [quello] degli dei. Infatti davvero in molti modi si manca di rispettare gli onori funebri; generalmente non concedo a nessuno di svuotare [ i sepolcri ]; al contrario io voglio che questi siano condannati alla pena capitale per violazione di tombe.” Questa iscrizione non dimostra niente ma potrebbe dare una spiegazione alla grande commozione che ci fu quando trovarono la tomba di Gesù vuota. I leader religiosi erano molto infastiditi e si lamentarono molto alle autorità perché il movimento dei seguaci di Gesù era nato dopo la resurrezione; tutto perché il corpo non era più nella tomba. Questo potrebbe essere il motivo dietro detto editto da parte di Cesare, editto che è stato proclamato solo in quella regione. La tomba vuota è una necessità storica, gli storici sono d’accordo su questo fatto.
Quale sarebbe stato l’impatto se il corpo di Gesù non fosse scomparso ma ci fossero state soltanto delle apparizioni e alcune persone lo avrebbero visto comparire qua e là? In quel caso, sarebbe stata una resurrezione? Sarebbe stata evidenza che Lui fosse ancora vivo? Se questo fosse il caso, ciò che la gente avrebbe visto verrebbe chiamato un’apparizione o un fantasma. Se la mia zia Lucinda morisse e fosse seppellita, se io la vedessi di nuovo e mi facesse delle visite serali attraversando i muri e spostandosi nella casa e se dopo aver controllato che il suo corpo fosse ancora nella tomba penso che concluderei che lei è morta ma che nel suo stato incorporeo fa delle apparizioni. Non penserei di certo che la mia zia fosse risorta. La tomba vuota è un punto cardine per la storia della resurrezione di cui Gesù è la primizia.

Domande e risposte

Domanda: Come mai il punto cardine della nostra fede non è stato un evento di portata mondiale e rimase un evento locale di poca rilevanza limitata ad una persona, cioè, ad un corpo che tornò in vita?

Risposta: Dio aveva bisogno di poter esperimentare ciò che significava vivere un esistenza umana e tutto ciò che comporta; nascere, crescere, vivere e morire per poter capire pienamente l’umanità, simpatizzare e comprenderla bene. Questo ci riporta non soltanto al momento della Sua resurrezione ma alla Sua intera esistenza, Gesù non sarebbe riuscito a comprenderci bene se avesse dovuto essere in molteplici luoghi allo stesso tempo, non sarebbe stato un vero essere umano. Uno dei messaggi più belli che Cristo ci ha comunicato è che Dio osò diventare umano e di amarci. E se Dio fosse uno di noi, un sciattone come tanti di noi, un semplice sconosciuto sull’autobus? Che domanda così profonda! La risposta è che Lui ci sfidò a farlo. Come mai non scelse di essere sia femmina che maschio, perché scelse d’essere di nazionalità ebraica e non di altre? Come mai scelse quel periodo storico e non il nostro? Questo semplicemente per il fatto che noi esseri umani non riusciamo ad essere persone di entrambi generi capaci di vivere in luoghi diversi in tempi diversi. Quella non sarebbe stata una vita umana, un’esistenza del genere è più simile ad una deità greca che entra ed esce dalla nostra dimensione terrena, un dio che si prende gioco di noi. Dal momento in cui Dio decise di diventare umano ha dovuto scegliere il suo sesso, l’epoca in cui vivere, un luogo dove nascere e vivere davvero come un vero essere umano dall’inizio alla fine. L’evidenza ha radici nell’umanità che espresse quando ha vissuto in questa terra. Avendo stabilito questo punto, non penso che abbia potuto fare meglio di ciò che ha fatto dandoci dell’evidenza concreta che come essere umano Dio lo ha fatto risorgere dai morti. Questo fatto ha confermato che Lui fosse il Messia. Questo evento è il più fondamentale di tutta la storia dell’umanità, esiste più evidenza su questo evento che del fatto che Cesare abbia attraversato il fiume Rubicone. L’unico motivo per cui si dibatte tanto su questo evento è a causa del fatto che sia un evento piuttosto illogico perché sappiamo bene che i morti non risorgono. I vangeli vanno d’accordo con questo nostro pensiero ed è per questo che l’ evento è di una rilevanza così importante. Se fosse normale risorgere dai morti non potremo sostenere che Gesù fu una persona unica, è accaduto una volta ed è un evento storico verificabile.

Domanda: Qual è la differenza tra l’anima e lo spirito?

Risposta: “Anima” e “spirito” sono spesso termini intercambiabili. L’anima di solito si riferisce alla psiche, alla mente e a volte si utilizza per descrivere la vita di una persona o la sua energia. Il termine spirito a volte viene utilizzato nello stesso modo che “anima” e altre volte nel Nuovo Testamento parla del nostro essere spirituale staccato dal corpo in referenza ai demoni o spiriti malvagi o entità. Il termine “anima” ha a che fare più con la mente o la forza vitale generica di un essere umano invece “spirito” si riferisce al nostro essere staccato dal corpo, la parte di noi che esisterà in eterno. Di solito il significato di questi due termini si sovrappongono. E’ molto greco da parte nostra cercare di compartimentalizzare i concetti. Dio ci ha chiesto di amarlo con tutta la nostra anima, mente, cuore e forza e spesso perché influenzati dalla mentalità occidentale greca cerchiamo la risposta trovando degli elenchi di cose da mettere sotto ogni categoria. Pensiamo: “amare Dio con tutta la nostra forza significa fare questo, questo e quell’altro. Amare Dio con la nostra anima significa quest’altro, la mente, quest’altro ancora e così via”. Dio non menzionò lo spirito in quel versetto e quindi secondo noi nel nostro ragionamento sbagliato concludiamo che non bisogna amare Dio con il nostro spirito perché non è stato elencato in quel passo. Tutti ragionamenti lontanissimi dai ragionamenti ebraici. Il concetto ebraico è che la resurrezione sia questo: noi non possiamo separare lo spirito dal corpo o dalla mente o dalla nostra anima, noi esseri umani siamo una unità psicosomatica. Tutti questi termini sono utili per descrivere il nostro essere.

Conclusione:
Dio ha a cuore il valore della nostra esistenza fisica e la terra. La resurrezione di Gesù dovrebbe avere un impatto rilevante, emotivo e pratico nella nostra vita ora perché ciò dimostra che Dio ha tutto quello in serbo per noi. Dio non si è limitato soltanto ad enfatizzare che lo spirito di Gesù fosse risorto dai morti e a farlo comparire come un fantasma, fatto che avrebbe avuto un certo impatto. Dio andò oltre facendo risorgere il corpo di Gesù e dandoci dimostrazione della sua primizia della sua nuova creazione, ciò che Lui ha in mente per tutti quanti noi. Dio ci valorizza come gli esseri psicosomatici che siamo, un unità completa, degli esseri sia fisici che spirituali. Ora farò un’osservazione: Se una mattina guardo fuori dalla mia finestra e dico: “Guardate, l’autobus del centro è appena passato”, questo fatto non avrebbe nessuna influenza su di me anche se fosse accaduto davvero. La seconda volta che pronuncio quelle parole però potrei farlo con frustrazione per essermi addormentato e conseguentemente aver perso l’autobus “L’autobus del centro è appena passato!” La frase pronunciata è rilevante per me perché aver perso l’autobus ebbe delle conseguenze: persi il mio colloquio di lavoro. Io direi che la frase: “Il Messia è risorto!” sia una frase che ha molta rilevanza per noi come quando ho perso l’autobus e pronunciai quelle parole. Detta frase dovrebbe avere un impatto su di noi perché ha a che fare con le scelte che dovremo affrontare, dove andremmo e su cosa accadrà nella nostra vita. Il Regno di cui parlò Gesù non è un regno spirituale privo di una dimensione terrena. “Cosa? Ma hai sempre detto che Gesù parlava di un regno spirituale, cosa significa?” In altre parole, uno potrebbe pensare: “se faccio il bravo e mi dedico alla preghiera non importa come vivo la mia vita in questa terra.” Quel tipo di pensiero ha radici nel gnosticismo. Il Regno di Dio è un regno spirituale, non nel senso che non sia fisico ma nel senso che non è politico. Non è un regno personale, privato e mistico ma un regno dove uno deve vivere e mettere in pratica l’etica e l’ethos (il credo) in comunità insieme ad altri credenti in amore. In un certo senso esiste un regno fisico di Dio simile al regno del Vecchio Patto ma non è fatto di mattoni ma piuttosto di cuori, è formato dalle vite delle persone che insieme formano una comunità di credenti. Il regno di Cristo è spirituale ma non è invisibile, è fisico ma non politico, è personale ma non privato, è relazionale ma non religioso, e si manifesta quando ci raduniamo insieme in comunione uni con gli altri.
Chiediamoci, in quale modo pensiamo di manifestare il regno di Dio? Non consiste soltanto in ammettere che non si tratta di religione e che sia qualcosa di spirituale per poi fermarci lì. Fisicamente in quale modo posso manifestare e diventare un’espressione tangibile nelle scelte che faccio con la mia vita e come spendo il mio tempo e le mie energie, come tratto le persone accanto a me, il mio marito, i miei genitori, la mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i miei amici, la persona che non mi sta simpatica in chiesa con la quale non ho voglia di parlare, etc.? Quando faccio quelle scelte di vita scelgo di manifestare il regno spirituale di Gesù nel reame fisico, come Dio ci ha creato. Non vogliamo aderire al pensiero gnostico focalizzandoci soltanto sul reame spirituale non considerando l’impatto che le nostre azioni potrebbero avere sugli altri. La mia preghiera è che possiamo comprendere bene come applicare questi concetti.

Preghiera: Padre celeste, chiedo che il Tuo spirito ci doni occhi per vedere il nostro bisogno ed il coraggio per prendere atto a difesa della verità. Prego che possiamo dedicarci pienamente al Regno soprannaturale, irreligioso e spirituale di Cristo in modi che possiamo manifestare il Suo amore, la Sua verità e la Sua creatività in modi tangibili, visibili e dimostrabili nel nostro mondo tramite la nostra comunità denominata “chiesa”.