DIO LEGGITTIMA LA GUERRA?

 

Tutte le cose controverse, tutte le cose grandi o piccole che possono avere diverse interpretazioni, sono temi che Dio ha piacere che discutiamo in comunità con l’aiuto dello Spirito Santo. In questo studio ci poniamo la domanda se Dio legittima la guerra.

Gesù disse qualcosa di molto importante in Matteo 5:9: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.” Attenzione, Lui non ha detto coloro che “mantengono” la pace ma andando più in profondità ci dice che se siamo i Suoi figli non desidera che ci limitiamo a concentrarci soltanto sulle cose che non vanno fatte ma che invece ci mettiamo all’opera per trovare modi strategici per creare delle connessioni, per aiutare le persone ad avvicinarsi l’uno all’altro e per creare la pace. Il nostro movimento ha un passato mennonita, e spesso siamo stati chiamati dei pacifisti. Il termine “pacifista” a volte non viene capito bene perché molti pensano che essere dei “pacifisti” sia sinonimo di essere passivi e di non fare certe cose. Quando sono diventato parte di questa denominazione il responsabile mi chiamò per un colloquio ed io gli chiesi se questo movimento avesse delle dottrine fuori dal comune e se così fosse che me lo dicesse subito in modo diretto. Lui mi parlò di diverse cose ed a un certo punto mi disse che il gruppo abbracciava il pensiero pacifista. Poi proseguì dicendomi che dato che io ero un hippy non avrei avuto dei problemi. Aveva ragione, fu proprio così. Mentre cominciai a imparare sempre di più non soltanto sulla denominazione vera e propria ma anche sul pensiero anabattista e da dove proveniva questo ramo del cristianesimo il mio cuore fu vinto. Qualcosa di speciale accadde dentro di me e ho avuto un’esperienza del tipo “è una vita intera che ti aspetto!” Questo pensiero è in perfetta connessione con gli insegnamenti di Gesù. Gesù disse: Siate attivi, non passivi. Trovate dei modi significativi e sacrifichevoli per investire nel creare la pace. San Francisco di Assisi disse in una delle sue preghiere: “Signore, fai di me uno strumento della Tua pace. Dov’è l’odio, che io porti l’amore. Dov’è l’offesa, che io porti il perdono. Dov’è il dubbio, che io porti la fede. Dov’è disperazione, che io porti speranza. Dov’è il buio, che io porti la luce. Dov’è tristezza, che io porti l’allegria.” Lui era cosciente che la vita è una missione per diventare uno strumento della pace. Gesù incoraggiò i Suoi seguaci ad operare in questo modo. In questo momento c’è guerra in Siria, in Palestina e in diverse parti del mondo. L’obbiettivo di questo studio non è quello di focalizzarci su un conflitto armato in particolare ma invece di approfondire gli insegnamenti di Gesù, i principi che Lui ci ha dato su questo tema. Io non mi ritengo un esperto di politica estera e perciò non ci perderemo su discorsi di questo tipo per il semplice motivo che per ottenere quel tipo d’informazioni basta accendere la tv o guardare su internet per averle.

Quello che possiamo offrire invece è ciò che conosciamo su questo tema: l’opinione di Gesù. Alla fine, chiunque legga questo studio potrà trarre le sue proprie conclusioni, ciò che la propria coscienza riterrà giusto. Il messaggio che proponiamo parla sull’ essere affamati, assetati e appassionati per la pace al punto tale di rifiutare di vedere la pace soltanto come un fine in se stesso ma piuttosto come un mezzo per ottenere un risultato. In altre parole, dovremo dedicarci non soltanto ad ottenere la pace a qualunque costo ma ottenerla tramite dei mezzi pacifici. Desidero ottenere la pace in un modo pacifico. E’ un concetto piuttosto semplice come il fatto che non si possa spegnere il fuoco con il fuoco o che se uno è bagnato certamente non si asciuga buttandogli un secchio di acqua in testa. Forse c’è bisogno di sforzi di uguale misura ma opposti per ottenere la pace quando esiste dell’ostilità. Sappiamo bene che sia all’interno che all’esterno della chiesa esiste una enorme varietà d’opinioni su questo tema. Non si tratta solo di parlare dei conflitti armati tra diverse nazioni ma desideriamo che alla fine di questo studio ognuno di noi possa applicarlo alla sua propria vita. Non c’è nulla di positivo nel metterci a discutere su ciò che la nostra nazione dovrebbe fare se poi quando noi torniamo a casa dal nostro marito o moglie o dai nostri figli o dai nostri genitori permettiamo che la discordia e i conflitti governino la nostra famiglia. Cercheremo di applicare questi principi a noi stessi a livello globale, nazionale, comunitario ma anche a livello personale. Metteremo in risalto i temi di pace e di non resistenza in contrapposizione al dovere di difendere se stessi sia che si tratti di una nazione contro un’altra o di come affrontare il bullo nella scuola.

Ora approfondiremo alcuni degli insegnamenti di Gesù su questo tema. Un fatto da ricordare bene è che anche i cristiani non sono tutti d’accordo sull’interpretazione di questo concetto. Perciò, cercheremo di dare ciò che riteniamo l’insegnamento più chiaro da ciò che possiamo evidenziare dalle Scritture. Se qualcuno trae delle conclusioni diverse confrontandosi con gli insegnamenti di Gesù lo rispettiamo.

Il mondo cristiano non è d’accordo su questo tema ed esistono tre punti di vista principali basati sulle Scritture sostenuti da diverse persone.

Il primo è il principio della Guerra Santa. Si basa su diversi passi nell’Antico Testamento  nei quali uno potrebbe concludere che Yahwe, il Dio dei cristiani e degli ebrei abbia il diritto d’incoraggiare i Suoi fedeli a partecipare alla guerra. Il fatto sta che nell’Antico Testamento Dio lo fa. Come dovremo reagire davanti a passi biblici dove Dio ha chiesto deliberatamente al Suo popolo di andare ad uccidere una certa nazione? Dio dà l’idea, il comandamento e li spinge in battaglia. Molti dopo aver letto dei passi del genere potrebbero concludere che il Dio a cui serviamo piace la guerra e che sia in grado di consegnare ad una nazione il compito di dare inizio ad una jihad o una Guerra Santa nel nome del Dio cristiano. Tristemente la chiesa lungo la storia adottò questo modo di vedere e d’interpretare le Scritture. Per esempio, una delle storie bibliche che spesso raccontiamo ai nostri figli è la storia di Giosuè nella battaglia di Gerico. Come fecero cascare il muro della città? Tramite la violenza? No, l’esercitò marciò attorno la città per sette volte, poi suonarono delle trombe e urlarono e poi le mura crollarono giù. Di solito finiamo la storia lì, una storia bella e semplice per i nostri piccoli, ma la verità è che la storia non finì così. La verità è che alla fine presero delle armi, entrarono in città e massacrarono l’intera popolazione; sotto l’ordine di Dio uccisero tutti, uomini, donne e bambini perfino le bestie del campo. Questo era il Dio dell’Antico Testamento. Capiamo che sia possibile dalle Scritture se uno si fissa soltanto su una metà della Bibbia concludere che Dio sia il Dio della vendetta. Se siamo dei cristiani ed esistono delle nazioni “cristiane” e si vive in un epoca dove lo stato e la chiesa sono un corpo unico il risultato sarà orribile come quello nel caso delle  Crociate. La nazione in quel caso si autoproclama il Regno di Dio sulla terra e perciò uccide altre persone o minaccia d’ucciderle se non si convertono a Cristo. Un’offensiva contro i cosiddetti pagani. E’ perciò vero che in metà delle Scritture (Vecchio testamento), questo era ciò che accadeva. Ma qualcosa cambiò, venne Gesù. C’è un motivo per il quale prima e dopo la venuta di Cristo tutto cambiò. Di cosa parlava l’Antico Testamento? Qual era la relazione di Dio con gli ebrei? Dio disse ad Abramo che lo aveva scelto per essere la linea di discendenza tramite la quale avrebbe condannato tutto il mondo? No, disse che avrebbe scelto il popolo d’Israele per un periodo per poter mandare tramite loro un Messia per aprire le porte della salvezza a tutte le nazioni. Questa fu la Sua promessa ad Abramo. Perciò, Dio iniziò il tutto con il concetto di desiderare che tutti divenissero un unico popolo, ma dopo menziona che lo avrebbe fatto tramite una etnia in particolare; la etnia ebraica, gli ebrei. Meraviglioso! Di cosa parla l’Antico Testamento allora? Dio ha per caso deciso in modo arbitrario che gli ebrei avrebbero vinto ogni conflitto armato? Lungo l’Antico Testamento possiamo testimoniare come Yahwe abbia protetto in modo intenso la linea di discendenza messianica tramite il popolo ebraico. Se qualsiasi nazione metteva in pericolo Israele o la loro discendenza, Dio chiedeva loro di sterminarli. In fatti, anche nel caso dei matrimoni combinati con altri popoli e gli ebrei, Dio non lo permise e vennero sterminati. Ciò che è interessante è che tutto ciò accadde per permettere la nascita del Messia che alla fine aprì la porta della salvezza a tutti i popoli, sia quelli del passato, del presente e del futuro. Alla fine, dal Suo punto di vista, Dio sa quello che sta facendo ed è un atto d’amore. Non possiamo prendere questo principio ed applicarlo a noi stessi pensando d’incarnare Israele biblico pensando di poter dichiarare la guerra a chiunque perché Dio è dalla nostra parte. Se crediamo nel concetto della Guerra Santa, quale nazione secondo voi potrebbe essere l’incarnazione di Israele dell’Antico Testamento? C’era uno scopo ed un piano dietro l’Israele antico ma poi qualcosa è cambiato, il Messia è nato e quindi quel male necessario di dover proteggere la linea di discendenza messianica arrivò ad un   suo fine. Il Messia era arrivato, ed era venuto per dare se stesso con il sacrificio del Suo sangue.

Il secondo punto di vista è il principio della Guerra Giusta. Molti giungono a questa conclusione dalla lettera ai Romani 13:1-7: “Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c’è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono istituite da Dio. Perciò chi resiste all’autorità, resiste all’ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna. I magistrati infatti non sono da temere per le opere buone, ma per le malvagie; ora non vuoi temere l’autorità? Fa’ ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa, perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male. Perciò è necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell’ira ma anche per ragione di coscienza. Infatti per questo motivo pagate anche i tributi, perché essi sono ministri di Dio, dediti continuamente a questo servizio. Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto: il tributo a chi dovete il tributo, l’imposta a chi l’imposta, il timore a chi il timore, l’onore a chi l’onore.”

Il concetto della Guerra Giusta è stato discusso da Sant’Agostino nel quarto secolo, fu poi sistematizzato e perfezionato da San Tommaso D’Aquino nel tredicesimo secolo che disse: “Perché una guerra sia giusta sono necessarie tre cose: la prima, l’autorità del sovrano; la seconda, una giusta causa; la terza una giusta intenzione.“ Quindi, l’autorità del sovrano, che ci sia una “giusta” causa da difendere, tipo delle vittime o qualche ingiustizia da risolvere e poi si deve fare con la giusta motivazione, non per motivazioni personali ma per aiutare qualcuno. E’ una teoria interessante. Ma, poniamoci questa domanda: Quale nazione è “giusta”? Qual è il popolo su questa terra che Dio appoggia? Se Dio non proclama la guerra con questa teoria allora Dio la sostiene. Come si fa a sapere se uno stia interpretando Dio nel modo giusto? Nella lettera ai Romani 13 si affronta il tema ma non parla della guerra ma dell’ubbidienza civile e del potere civile e di come entrambi siano stati ordinati da Dio per mantenere una società organizzata. Gesù disse che Dio ha dato l’autorità a coloro che hanno quella posizione: governatori e ufficiali della polizia hanno dell’autorità che gli è stata data da Dio. Dovremmo sottometterci e appoggiarli perchè all’interno di una società la forza è necessaria per mantenere la legge e l’ordine. Non c’è niente nella scrittura che dica che dovremo prendere quel principio per combattere una società diversa dalla nostra. Uno può utilizzare quel passo che tra l’altro è l’unico passo biblico nel Nuovo Testamento al quale molti sostenitori della Guerra Giusta si aggrappano per sostenere il loro punto di vista.

Ritengo però che uno potrebbe trovarsi in una posizione instabile se si confronta quel principio con i chiarissimi insegnamenti di Gesù a riguardo.