Prendendo spunto dall’avvicinarsi della Pasqua, vorremmo prendere come auspicio la Resurrezione non solo di Cristo che è già avvenuta più di 2000 anni fa, ma del suo intero corpo fatto di credenti: la chiesa.
Il punto di partenza per iniziare un nuova vita in Cristo o una nuova comunità di fede è quello di ammettere le nostre proprie mancanze e fallimenti. Riconoscere che abbiamo tanto da imparare e che non abbiamo tutte le risposte.
Ogni credente e gruppo di credenti, movimenti, e denominazioni deve passare prima da una morte spirituale per poter rinascere.
Far morire come credenti le armi sbagliate del giudizio, della condanna, del farisaismo, dell’orgoglio spirituale, di strutture nate e tenute in piedi in modo piramidale dove è più importare gestire e comandare grazie al potere invece che servire. Far morire queste armi negative e ricostruire la nostra spiritualità e comunità nel focalizzarsi sull’essere più come Gesù: imparare ad amare, vivere e servire come Lui ci ha insegnato. In termini evangelici, riconnettere il corpo con la testa che rappresenta Cristo.
Il capitolo 2 della lettera ai Colossesi mette in evidenza che una persona di fede scollegata dal capo, cioè da Cristo sia paragonabile ad un corpo che cammina senza testa. Che illustrazione forte!
Considero che il problema più grande della chiesa sia cominciato da quando ci siamo posti la domanda sbagliata: “è lecito per un cristiano uccidere i loro nemici?”. Gesù ci ha chiesto di amare i nostri nemici. Se la nostra domanda di partenza è se possiamo ucciderli allora non abbiamo capito nulla. Così il movimento cristiano dall’essere pacifista e non violento dei primi secoli, si trasformò lentamente ma inesorabilmente in un’istituzione che si è macchiata di crimini indicibili.
Finora abbiamo approfondito l’era costantiniana quando la chiesa lasciò da parte il suo ruolo di servo scambiandolo col ruolo di soldato prendendo le armi. Negli anni successivi, si susseguirono una serie di massacri tra cristiani e altri cristiani e tra cristiani e pagani come nel caso delle crociate. Più tardi la chiesa decise di estirpare l’eresia e così nacque l’era dell’Inquisizione e poi l’introduzione della tortura per estorcere delle confessioni. Come se non fosse abbastanza, la chiesa diede inizio alla caccia alle streghe, un periodo vissuto nella paranoia; tante persone persero la vita durante questo periodo storico, in particolare le donne. Abbiamo anche approfondito alcuni aspetti del periodo della Riforma. Molti dei leader di quel tempo, figure che tutt’oggi nella nostra società occidentale vengono considerate dei grandi maestri si son valsi della violenza sistematica e dello sterminio per disfarsi di chiunque non la pensasse come loro. Tutti questi orrori sono stati perpetrati da persone che dichiaravano di seguire Cristo, l’uomo i cui insegnamenti erano ben lontani da queste atrocità. Matteo 5:43, 44 dice: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori.” Sembra che noi cristiani non abbiamo ancora capito il vero significato di questi passi biblici, di cosa significa veramente amare i nostri nemici. Prendiamo un po’ di tempo per riflettere su questo fatto. Cerchiamo di concentrarci sul nostro futuro e chiediamoci come applicare questi principi alla nostra vita e in quali modi crediamo di essere diversi dai nostri antenati. E’ possibile applicare gli insegnamenti di Cristo vivendo la nostra quotidianità in questo nuovo modo radicale cercando di vivere come Gesù?
In questo studio analizzeremo ciò che Cristo ha voluto dire quando ci chiese di amare i nostri nemici rapportandolo al nostro contesto attuale.
Molti di noi quando non siamo sicuri di come agire ci chiediamo cosa avrebbe fatto Gesù in quella situazione. La triste verità, almeno nel mio caso, è che spesso concludo che Gesù avrebbe reagito nello stesso modo in cui reagisco io per giustificare me stesso. E’ così anche per voi? La Genesi ci dice che siamo stati creati a immagine di Dio ma penso che invece spesso desidero creare Dio nella mia immagine a seconda di quello che mi fa più comodo. Credo che sarebbe molto meglio chiederci: “cosa fece Gesù?” Invece di cercare di teorizzare o filosofare cerchiamo di capire cosa fece in realtà il Maestro e il modo in cui operò e reagì davanti ai suoi nemici.
La prima cosa che possiamo osservare nella vita di Cristo è che Lui formò una nuova comunità dove i nemici ebbero l’occasione d’imparare a vivere in pace. Nel libro di Matteo 10:2, 4 c’è un elenco dei primi 12 discepoli: “I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì.” Matteo il pubblicano era un nemico dello stato. Nel contesto storico di quei giorni l’impero romano opprimeva, dominava e tassava il popolo per finanziare l’impero. I pubblicani si erano alleati con i nemici del popolo d’Israele, erano dei traditori. Gesù chiamò Matteo al Suo servizio senza badare a questo fatto invitandolo a fare parte della sua squadra. Simone il Cananeo faceva parte degli zeloti, del gruppo il cui obbiettivo massimo era quello di cacciare via i romani dal loro territorio. Gesù mise insieme degli individui così diversi per dare esempio di una comunità dove i nemici imparavano a vivere in pace tra di loro.
Il termine “Iscariota” non è un cognome ma una descrizione e ciò fu concluso da parte di molti studiosi dopo aver analizzato che “Iscariota” potrebbe essere un riferimento alla terra natale di Giuda. “Giuda, uomo di Kerioth”. Kerioth era la culla di attività rivoluzionarie del periodo e Giuda era un rivoluzionario che stava cercando di cacciare i romani. Matteo, Simone e Giuda dovettero imparare ad amarsi come fratelli. Come hanno fatto ad imparare a sopravvivere insieme se si odiavano così tanto?
Ascoltate l’invito che Gesù fece ai suoi discepoli per far parte di questa nuova comunità. Matteo 10:37: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. ” E’ come se dicesse: “se la motivazione nel vostro cuore per cacciare via i romani consiste nel voler difendere mamma o papà o i propri figli al punto di prendere la spada; se si ama la propria famiglia più di Cristo, allora si va incontro ad un sacco di guai.”
Gesù contrastò quel tipo di mentalità di salvare la propria pelle dimostrando che sostenere detta posizione porta alla perdita della propria vita. Se invece ci sottomettiamo a Cristo e lo seguiamo accettandolo come nostro capo e guida allora Lui ci insegnerà un nuovo modo di operare che alla fine ci restituirà la vita.
Gesù non desidera la morte di nessuno come reso noto in Giovanni 10:10 “Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.”
Per esempio quando si ha un litigio con qualcuno e si cerca d’imporci urlando e alzando la voce, se Gesù si presentasse chiedendoci di lasciar perdere e di prendere una posizione umile; questo potrebbe essere un bel modo di porre fine al litigio. Se uno invece va avanti scegliendo di continuare a discutere e cercando di difendere la propria posizione, allora il litigio probabilmente potrebbe non finire. La nostra intera esistenza sarà consumata dai litigi senza fine. Quest’ultimo atteggiamento è la radice degli omicidi e dello spargere inutilmente del sangue in modi inimmaginabili. Tutto per cercare di difenderci dal male. Gesù cercò d’insegnarci ad intraprendere una via diversa per risolvere i conflitti: lasciar perdere l’idea di salvare noi stessi. Quando lo facciamo, cerchiamo di avere un atteggiamento umile e siamo disposti a “perdere” il litigio, allora i conflitti finiscono e abbiamo la possibilità d’iniziare da capo.
Gesù ci ha dato una nuova visione: quella di vedere come Dio lavora nella vita dei nostri nemici. Gesù ha voluto che imparassimo a guardare i nostri nemici attraverso gli occhi di Dio come nel caso del centurione. I centurioni erano dei comandanti a capo di un centinaio di soldati all’interno del impero romano. Il centurione nel libro di Matteo era un leader dei nemici della nazione, ma in quel momento aveva bisogno d’aiuto e si rivolse a Gesù per ottenerlo. Avendo sentito parlare di Lui e di come guariva le persone li chiese di guarire il servo di casa sua. Quando Gesù acconsentì, sicuramente i nazionalisti ebrei presenti che odiavano i romani rimasero scioccati; Gesù si era reso disponibile di guarire il loro nemico. Il centurione poi aggiunse che non era necessario che Gesù si presentasse a casa sua di persona visto che era così impegnato e che sarebbe bastato che pronunciasse una parola visto che come soldato lui capiva bene ciò che voleva dire avere autorità. Al che Gesù disse: “In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.” In altre parole, è come se dicesse: “Dio è all’opera nella vita di questa persona, anche se un nemico, più di quanto lo sia in tutto Israele.” Matteo 8:11-13 dice: “Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, e sia fatto secondo la tua fede». In quell’istante il servo guarì. ” In altre parole, la grande festa nel Cielo sarà piena di persone considerate “nemici” ma che sono state raggiunte dall’amore di Dio e tante altre da noi considerate “amici” si troveranno fuori nel buio totale. Gesù stava comunicando a tutti che quando si affronta un nemico si deve adottare una tattica del tutto nuova. Il vangelo di Giovanni 3:16 dice: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.” Dio non donò il Suo Figlio per pochi ma per tutta l’umanità. Ogni volta che guardiamo i nostri nemici negli occhi stiamo guardando una persona che Dio ama e per cui ha sacrificato il Suo unico Figlio per salvarli. Dio desidera lavorare nella loro vita e riscattarli. Gesù cercò di aiutarci a vedere i nemici sotto una nuova luce.
Il vangelo di Matteo 5:38 dice: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente”. Un principio di giustizia basilare attraverso i secoli: se uno uccideva qualcuno veniva considerato “giusto” condannarlo a morte o all’ergastolo. Gesù invece disse nel passo biblico seguente in Matteo 5:39: “ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.” In quale modo pensate che le parole di Gesù furono interpretate?
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