Gesù ci insegnò che la chiesa è l’insieme dei credenti. Il corpo dei credenti può essere servito dalle istituzioni o da organizzazioni e può anche contare su una certa struttura ma il Regno di Cristo è molto più grande di qualsiasi entità religiosa od organizzazione. Nel vangelo di Matteo, Gesù parlò di questo Regno. I discepoli stavano litigando tra di loro chiedendosi chi sarebbe stato il più grande nel Regno di Dio. Loro avevano già in mente un concetto istituzionalizzato, di una certa struttura di potere e di autorità. Loro chiesero a Gesù chi di loro avrebbe avuto più autorità degli altri, chi avrebbe governato e regnato. Gesù in questo caso prese un bambino e lo portò a loro dicendo: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” Bisogna umiliarsi come fanno i bambini e diventare come loro, questo è il modo in cui diventerete grandi nel Regno dei cieli. I bambini sono il paradigma del Regno di Cristo. Potrei elencare tante motivazioni ma ora ne menzionerò solo una in questo contesto: il Regno di Dio. Il regno è caratterizzato dall’innocenza. I bambini credono nel meglio degli altri fino a prova contraria, per cui hanno una certa innocenza e semplicità. Il Regno di Cristo è caratterizzato da una mancanza di autorità coercitiva. I bambini sono i membri più deboli della nostra società e certamente lo erano nella Palestina del primo secolo, non occupavano posizioni d’autorità, li era permesso di servire ma non li era concesso nessun potere. Gesù indicò che loro fossero il paradigma del Regno dei cieli. Dobbiamo umiliarci, smettere di rincorrere il potere e diventare come bambini. Quando questo concetto non viene capito ci allontaniamo automaticamente da Cristo, dal nostro capo ed il corpo diventa una forza distruttiva.

Domande e risposte

Domanda:
L’illustrazione che hai appena menzionato del corpo senza testa illustra chiaramente il tipo di comportamento ripugnante di cui stiamo parlando. Se diamo uno sguardo ai nostri insegnamenti attuali sulle opere in contrasto con la fede, il punto di vista che hanno la maggior parte dei cristiani protestanti è che alcune delle migliori persone nel mondo che fanno del bene se non credono che Gesù Cristo sia il loro Signore e Salvatore come conseguenza andranno a finire sicuramente nell’inferno. Dall’altra parte, si crede che la peggior persona al mondo che dichiara di credere in Gesù Cristo come Signore e Salvatore andrà in Paradiso. Allora, io credo che la vera fede si rispecchi anche nelle opere e quindi, che una persona che ha una vera fede non compirà mai atti orribili come quelli compiuti durante la Santa Inquisizione. Qual è la tua opinione riguardo agli insegnamenti protestanti moderni, non pensi che sia troppo fare una distinzione tra chi crede e non crede giudicando chi sarà salvato o no?
Risposta:
Se ho capito bene, ciò che vuoi dire è che nel nostro contesto moderno invece di etichettare le persone come eretici stiamo giudicando le loro anime eterne pensando che stia a noi decidere chi andrà nel Paradiso e chi all’inferno. Negli insegnamenti di Gesù c’è una parabola che sfida quella mentalità e che ci incoraggia a smettere di cercare di giudicare la salvezza eterna delle persone. Quella parabola è la parabola della zizzania ed il grano. Il paradosso è questo: Gesù insegnò in modo molto chiaro che Lui è la via e che non c’è un’altra via al di fuori di Lui. La salvezza si riceve soltanto tramite Lui. Questa affermazione può essere considerata radicalmente inclusiva come quando Gesù ha detto che non era venuto a condannare il mondo ma a salvarlo nel vangelo di Giovanni 3:17.
Gesù aprì le porte della salvezza a tutto il mondo, non era più necessario essere membro di un’istituzione per ottenerla! Le persone hanno ancora una scelta da fare però e sta a noi proclamarla. Noi proclamiamo che Cristo sia la via, la verità e la vita. Però ci dovremmo fermare qui. Non sta a noi giudicare in base alla reazione che le persone possano avere di fronte alla nostra proclamazione se esse andranno in Paradiso o all’Inferno. Il nostro compito non è quello di separare il grano dalla zizzania perché non siamo in grado di fare un buon lavoro, è un compito che appartiene solo a Dio. Noi proclamiamo la verità e siamo responsabili di prenderci cura di coloro che l’accettano aiutandoli a crescere. Non sta a noi giudicare coloro che non rispondono al messaggio secondo le nostre aspettative. Accettare questo fatto ci mantiene umili invece di concederci una posizione di potere. Il nostro compito consiste in servire gli altri con la verità invece di giudicarli prima del loro tempo.

Domanda:
Volevo sapere se San Francesco e San Domenico erano ancora vivi quando l’ordine dei frati domenicani prese il potere durante l’Inquisizione.

Risposta:
La risposta è affermativa. Domenico è stato uno dei primi inquisitori della storia. Ricordate però che l’Inquisizione durante la sua vita consisteva in un tribunale ecclesiastico con il compito di trovare gli eretici e sfidarli con la verità a tornare alla vera fede. Qualche decada dopo il Papa introdusse l’elemento della tortura e i frati domenicani l’applicarono convinti di agire per una buona causa ma Domenico non c’era più. Si iniziò applicandola in pochi casi ma poi con il tempo si finì per applicarla sempre di più.

Conclusione:
Lasciate che vi faccia una domanda: Qual è la vostra cittadinanza? A quale regno appartenete? Noi cristiani abbiamo una doppia nazionalità: una terrena e una celeste. Ci saranno dei momenti quando le leggi terrene e le leggi celesti andranno in conflitto e dovremo scegliere se dare ascolto al nostro insegnante Celeste e diventare veri cittadini del Regno dei cieli o bravi cittadini del nostro regno terreno. Diciamo che la maggior parte del tempo questi due regni sono giustamente allineati, per esempio, Gesù ci ha chiesto di non uccidere e perfino di non odiare e grazie a Dio i regni di questa terra ci incoraggiano anche a non uccidere. In questo caso, sia il Regno Celeste, sia il regno terreno sono d’accordo.
Quando il regno terreno ci incoraggerà a compiere degli atti che confliggono con ciò che il nostro Regno celeste ci ha insegnato dovremo scegliere a quale regno dare ascolto. A quale regno appartiene la mia prima cittadinanza? Mi considero alieno e straniero di quale di questi due Regni?
Per noi che abbiamo scelto di considerare la nostra cittadinanza al Regno Celeste più importante della terrena quando scegliamo di sottometterci a questo regno Celeste, a volte può significare dover dichiarare di non essere in grado di compiere ciò che lo stato richiede da noi e quindi, di accettare la punizione che lo stato ci dia. Nella nostra sottomissione al regno Celeste, continuiamo a pregare senza dare inizio ad una ribellione fisica contro il governo ma non compiamo ciò che lo stato richiede da noi se ciò contrasta con le nostre convinzioni. La nostra cittadinanza celeste in questo caso prende il sopravvento sulle nostre scelte. Questi sono gli insegnamenti di Cristo su questo tema.
Il prossimo passo biblico che leggeremo è indirizzato ad un pubblico multi-etnico del primo secolo. La chiesa era composta sia di gentili che di ebrei, persone provenienti da diversi background che stavano imparando a coesistere insieme e a seguire Gesù. 1 Pietro 2:9 dice: “Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce”.
Pensate che il verso sia riferito all’istituzione della chiesa o al popolo di Dio? Questa è la chiesa, il corpo di Cristo. La cittadinanza celeste appartiene a tutto il popolo di Dio e ciò ci fa diventare spiritualmente tutti della stessa razza, nazionalità, fratellanza e tutti appartenenti ad un’unica famiglia. Inoltre, Cristo ci chiede anche di mostrare amore gli uni verso gli altri e compassione verso le persone che non ne fanno parte. Il Regno Celeste ci incoraggia a vivere in quel modo.
Quali sono le scelte che stiamo affrontando in questo momento? Hanno a che fare forse con le nostre etiche di lavoro, la nostra vita a scuola, con la nostra famiglia o con i nostri amici? Può darsi che le scelte che dobbiamo fare per il nostro regno terreno siano influenzate dalla nostra cultura e da ciò che ci si aspetta da noi e perciò potrebbero incoraggiarci a vivere all’opposto dell’etica spirituale del nostro regno celeste. Non aspettate fino al momento di dover decidere se sia giusto torturare od uccidere qualcuno o no. Possiamo uccidere le persone anche con le nostre parole, possiamo diffamarli, possiamo assassinare la loro riputazione. Preghiamo che i semi dell’Inquisizione non crescano nei nostri cuori e di non limitarci a pensare che non siamo più parte di quel sistema. Teniamo gli occhi aperti e siamo coscienti che questi atteggiamenti arroganti di coercizione e potere potrebbero benissimo infestare la nostra vita in modo sia personale che collettivo. Preghiamo che Dio ci aiuti a tenerli lontani da noi.

Preghiera: Padre Celeste, ho bisogno del tuo aiuto. Aiutami ad avere il coraggio per oppormi all’istituzionalizzazione della fede. Ho bisogno della tua saggezza per vedere bene quando ciò accadde nella mia vita. Prego che ci risparmi dall’istituzionalizzare le nostre relazioni con Te e dal diventare arroganti pensando che il nostro gruppo o qualsiasi chiesa rappresenti il Tuo corpo meglio di qualsiasi altra organizzazione. Risparmiaci dal sentirci superiori ed aiutaci a lasciar perdere quell’atteggiamento. Aiutaci a focalizzarci sulla nostra relazione con Te sia in modo collettivo come comunità che come individui. Prego che ci aiuti ad avere una vera purezza di cuore come cittadini del Tuo Regno Celeste. Prego anche per coloro che ci osservano, per coloro che stanno investigando i Tuoi insegnamenti che Tu aiuti loro a riconoscere ed a rispondere alla Tua chiamata nella loro vita. Aiutali a ripugnare l’orribile immagine dell’istituzione che porta il Tuo nome, quella tendenza in tutti noi. Prego anche che siano attratti al Tuo Regno Celeste e che abbiano il coraggio di rispondere positivamente. Nel nome di Gesù, amen.