Passare dalla posizione della guerra giusta alla guerra santa non cambia molto e vorrei spiegare bene il processo che portò la chiesa a quel punto.
Approfondiamo un po’ gli orrori delle guerre di quel tempo sia della guerra giusta che della guerra santa. All’inizio dei 600 d.C. i musulmani conquistarono Gerusalemme dalla mano dei cristiani per la prima volta. Nelle cronache storiche si trovano dei documenti che riferiscono che gran parte della popolazione di Gerusalemme ricevette i nuovi conquistatori musulmani con gratitudine esprimendo gioia di non essere stati conquistati da altre potenze cristiane. Fino a quel giorno diversi schieramenti del mondo cristiano avevano combattuto tra di loro per governare Gerusalemme. Ogni volta che un nuovo governatore o re cristiano saliva al potere avendo sconfitto il governo di prima, di solito si comportava in maniera orrenda con le persone che avevano appartenuto al governo precedente e con il resto della popolazione che loro consideravano infedele o eretica. I documenti storici raccontano che parte della popolazione cristiana ringraziò Dio perché almeno i musulmani avrebbero dimostrato più pietà in confronto ad altre potenze cristiane di quel tempo. I musulmani conquistavano con la forza, certamente non erano dei pacifisti ma erano dei musulmani che dimostravano grande integrità. Maometto aveva insegnato loro che espandere il loro territorio e conquistare altre nazioni fosse giusto. Concetto non accettabile dal punto di vista cristiano. Il regno musulmano si estese e conquistò Gerusalemme ed altre città, ma non c’è nessun registro storico che racconti che i musulmani avessero massacrato i loro abitanti. Loro presentavano delle scelte alla popolazione e sotto il loro governo ai cristiani gli era permesso di mantenere la loro fede ed avere degli incontri. Agli ebrei gli era permesso di mantenere la loro religione. Loro portavano con le loro conquiste una certa misura di pace ed è successo proprio così anche in Gerusalemme che visse in quel modo per centinaia d’anni.
Novembre 27, 1095. L’impero musulmano estese la sua conquista molto aldilà di Gerusalemme. I cristiani avevano scritto all’impero romano un messaggio che diceva: “Arrivano i musulmani, arrivano i musulmani!” Conquistavano con la forza, questo fatto non era positivo per il regno di Cristo. Il Papa decise di reagire e in quella data fece una proclamazione in Clermont, Francia, incoraggiando le persone a manifestare l’amore più grande immaginabile, cioè, offrire la propria vita per un amico. Il papa citò le parole di Gesù quando disse in Matteo 16:24: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” Perciò, se uno desiderava sinceramente seguire Cristo bisognava essere disposti a morire, a dare la propria vita per un amico, a prendere anche la spada in mano per lui. In questo caso il Papa mise in evidenza il sacrificio che comporta servire o essere parte delle forze armate. Quali sono le motivazioni dietro questo discorso dal punto di vista storico? In quel tempo il mondo cristiano era fortemente diviso. I cristiani di quel tempo investivano gran parte della loro energia in combattersi a vicenda. Ogni volta che una nazione si dichiarava cristiana automaticamente si autoproclamava d’essere il regno di Dio sulla terra e dichiaravano guerra alle altre nazioni cristiane. Questo accadeva durante il periodo della guerra giusta; gli stati andavano in guerra uno contro l’altro. La situazione della chiesa era difficile, il pensiero della guerra giusta si tradusse in centinaia d’anni di combattimenti. I regni cristiani stavano crollando. Il Papa aveva bisogno di qualcosa che unisse tutto il mondo cristiano a combattere per una sola causa. Fu una decisione sbagliata ma brillante. Il Papa Urbano II nel suo discorso disse: “Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del Santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi.” Questo discorso ebbe l’effetto desiderato e durante la prima crociata, più di centomila persone aderirono a quella chiamata alle armi provenienti da diverse nazioni europee. Essi si incamminarono insieme verso Gerusalemme. Questa è stata la prima volta dopo secoli in cui il mondo cristiano si unì. Il concetto della guerra giusta aveva generato soltanto discordia. Da quel momento in poi smisero di uccidersi a vicenda e decisero di andare ad uccidere altri che ritenevano più meritevoli di quella pena. Per la prima volta nella storia si unirono per una causa comune.
Chiediamoci; questo nuovo concetto che il papa introdusse avvicinò le persone ai principi insegnati da Cristo?
L’altra motivazione che diede inizio alla guerra santa fu quella di andare in difesa dei cristiani d’Oriente. L’ovest non voleva che altre città cristiane cadessero in mano ai musulmani. Una motivazione di guerra giusta. Il dilemma è questo: un cristiano non dovrebbe uccidere, perché segue gli insegnamenti di Cristo ma è accettabile uccidere nel caso in cui la motivazione è assai importante come nella difesa di un regno terreno? Se Dio permettesse ai cristiani di uccidere per una causa importante come quella definita da un regno terreno, non sarebbe più giusto uccidere altri per una causa divina che abbia a che fare con un regno celeste? Se bisogna essere leali ad un regno terreno allora quanto più bisogna esserlo per un regno celeste, dovrei essere disposto a dare la mia vita ed anche ad uccidere per esso, se lo chiede il Papa. Questo ha risuonato nel cuore della gente. Essi hanno pensato: “Io ucciderò per Cristo! Se sono disposto ad uccidere per lo stato allora dovrei essere molto più disposto ad uccidere per Lui!” 1 Corinzi 10:31 dice: ” fate tutte le cose alla gloria di Dio”. La gente decise di non uccidere nessuno nella loro vita secolare ma di andare ad uccidere gli altri per una giusta causa, per Cristo. Non è stato difficile cambiare il pensiero del popolo da una mentalità di guerra giusta ad una mentalità di guerra santa. Ci è voluto soltanto un discorso fatto dal Papa per mettere in moto la macchina di guerra di quel giorno. “Dobbiamo smettere di uccidere gli altri per la nostra nazione. Dobbiamo uccidere per Cristo!”
L’altra giustificazione per iniziare le crociate fu quella di riprendere Gerusalemme per Cristo. Dei musulmani si trovavano in Terra Santa, per i crociati era giusto cacciarli via. Charles Kimball scrisse: “Evidentemente la prima crociata si mise in marcia con l’obbiettivo di espellere i turchi via da Gerusalemme. Quando i crociati arrivarono finalmente alla loro destinazione però, i turchi non erano più in controllo della città.” I turchi musulmani erano molto aggressivi. Nonostante ciò erano più misericordiosi con la popolazione che conquistavano a confronto dei conquistatori cristiani. I crociati arrivarono a Gerusalemme e trovarono dei musulmani egiziani al comando della città. Gerusalemme aveva 100.000 abitanti e la popolazione era formata da cristiani, ebrei e musulmani che convivevano uno con l’altro in modo pacifico in un ambiente multiculturale. I crociati avevano speso degli anni a cercare di raggiungere la Terra Santa. Essi avevano lasciato tutto in dietro. Per raggiungere il loro obbiettivo avevano perfino massacrato intere città dove gli abitanti erano cristiani, ebrei e musulmani. Erano addirittura diventati cannibali per raggiungere la loro causa, perciò, una volta arrivati a Gerusalemme non erano in vena di sostenere dei colloqui di pace. Una volta lì non vollero ammettere che i cristiani non erano perseguitati e che la popolazione andasse d’accordo. Gerusalemme non aveva bisogno d’essere salvata. In quel momento la motivazione per attaccare la città cambiò: “le numerose presenze pagane dissacravano la città santa!”. I musulmani quando conquistavano erano disposti a sostenere dei negoziati di pace perché il Corano insegna che se l’avversario è disposto ad avere la pace allora bisognava essere disposti a sostenerli. I crociati avrebbero potuto benissimo arrivare alla loro destinazione e cercare d’arrivare ad un accordo pacifico, potrebbero aver dato esempio di un modo di vita anti-conformista, ma non lo fecero. Essi avevano un’idea stereotipata di quello che rappresentava essere un musulmano.
Qualcuno potrebbe pensare che i crociati non potevano fare diversamente perché fare la guerra era parte del contesto culturale di allora e non esisteva sostenere dei dialoghi ecumenici con altri popoli. La chiesa dovrebbe essere chiamata a non seguire i dettami della cultura o dei tempi in cui vive se questi non sono conformi al messaggio di Cristo. Fin dall’inizio il movimento cristiano è stato chiamato ad essere un movimento controculturale che vive seguendo un’etica diversa dall’etica praticata in qualsiasi tempo o cultura. Quando perdiamo di vista l’insegnamento del nostro capo allora il corpo comincia a seguire le usanze del tempo in cui vive.
Possiamo vedere l’esempio dell’apostolo Paolo in Atti 17 che non massacrò i pagani nè si limitò a farli una predica ma prese del tempo per ragionare e discutere degli argomenti insieme ai filosofi stoici ed epicuriani nell’agorà. Lui passò del tempo a dibattere insieme a persone che sostenevano delle opinioni diverse e spiacevoli. Il mondo cristiano aveva un esempio diverso che doveva aver seguito. Tristemente la chiesa smise di seguire l’esempio di Cristo e dopo qualche centinaia d’anni i cristiani sono diventati un prodotto del loro tempo, della loro cultura. Un’altra citazione di Charles Kimball disse: “Nonostante tutto il 15 di luglio 1099, i crociati fecero una breccia nelle mura di Gerusalemme e iniziarono a massacrare tutti. Misero a fuoco la sinagoga piena di ebrei accorsi in quel luogo per trovare un riparo. I crociati li bruciarono vivi. Attaccarono il monte del tempio, la Cupola della Roccia dove si trovavano migliaia di musulmani all’ora della preghiera di venerdì. Tanti musulmani fuggirono e si nascosero in una moschea. Quei musulmani pagarono una somma enorme di denaro per la loro indennità ma i crociati uccisero tutti la mattina seguente.” Uno dei fatti che viene spesso ripetuto nelle cronache storiche musulmane è che i cristiani di solito cercavano di negoziare con i musulmani per ottenere ciò che desideravano mai rispettando la loro parte del negoziato. I cristiani li uccidevano lo stesso. La giustificazione cristiana per quelle brutte azioni è questa: “Se uno fa una promessa ad un pagano infedele allora non è necessario mantenerla perché uno sta compiendo il volere di Dio uccidendoli. Non si fanno dei negoziati con il diavolo. Allora, se per conquistare il diavolo bisogna far finta di fare un accordo con lui, quello va bene perché fa parte della guerra santa.” Raimondo di Aguilers, storico della chiesa incaricato di mettere per scritto le gloriose imprese delle crociate, scrisse riguardo la caduta di Gerusalemme: ” Appena i nostri ebbero occupato le mura e le torri della città, allora avresti potuto vedere cose orribili: alcuni, ed era per loro una fortuna, avevano la testa troncata, altri cadevano dalle mura crivellati di frecce; moltissimi altri bruciavano tra le fiamme. Per le strade e le piazze si vedevano mucchi di teste; mani e piedi tagliati; uomini e cavalli correvano tra i cadaveri. Ma abbiamo ancora detto poco: nel Tempio e nel Portico di Salomone si cavalcava col sangue all’altezza delle ginocchia e del morso dei cavalli. E fu per giusto giudizio divino che a ricevere il loro sangue fosse proprio quel luogo stesso che tanto a lungo aveva sopportato le loro bestemmie contro Dio. Ma, presa la città, valeva davvero la pena di vedere la devozione dei pellegrini dinanzi al Sepolcro del Signore e in che modo gioivano esultando e cantando a Dio un cantico nuovo.” Mi chiedo cosa pensò Dio di quel servizio religioso.
L’altra motivazione per questa guerra era quella di punire gli infedeli. Dovremo come cristiani coinvolgerci nel sistema giudiziario di Dio espresso nella lettera ai Romani 13? Cosa ci indica Romani 12 riguardo quel tema?
Un’altra giustificazione per la guerra era quella di combattere per riuscire a guadagnarsi il perdono e la salvezza. Il Papa Urbano fu il primo a dichiarare una cosa del genere, un’idea brillante. Fondamentalmente, se uno andava a combattere in guerra per Cristo tutti i peccati erano perdonati. Quella persona non avrebbe dovuto scontare nessuna pena nel Purgatorio e non avrebbe avuto bisogno di nessuna indulgenza. Un combattente aveva la certezza di andare direttamente in Paradiso. Quale altra religione incoraggia i fedeli a commettere atti di violenza garantendoli il Paradiso nel caso della loro morte? L’Islam. Anche i cristiani hanno incoraggiato la stessa cosa. Il Papa liberò i carcerati promettendoli che se loro avrebbero combattuto in guerra allora i loro crimini sarebbero stati perdonati e che avrebbero avuto la certezza di essere salvi.
Cosa significa “salvare la Terrasanta”? Cos’è la Terrasanta? Il pensiero di quel giorno era che i malvagi stessero occupando il territorio di Dio, la Sua preziosa città. Nell’Antico Testamento esisteva un regno fisico di Dio e quel regno veniva protetto anche andando in guerra. Nel vangelo di Giovanni 18:36 Gesù stava in piedi davanti a Pilato. Dialogavano sul fatto che Gesù fosse un re e su quale regno dovrebbe essere a capo. Il passo dice: “«Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Tramite Cristo il regno di Dio passa da l’essere localizzato in un terreno fisico ad un Regno spirituale che si sperimenta tramite il vissuto. Dovunque uno si trovi può sperimentare o far parte di questo Regno, il luogo fisico non è più importante. La geografia sacra ora viene rimpiazzata da una comunità santificata. Il Suo Regno ora consiste in una rete di relazioni connesse una con l’altra invece di uno spazio fisico sacro.