Molti che si fanno chiamare “cristiani” dichiarano che Gesù sia un punto centrale della loro fede, è qualcosa che si afferma in tutte le chiese. La vera domanda è, in quale modo Gesù è veramente centrale alla nostra fede? Cristo per noi è soltanto un concetto metafisico, teologico e dottrinale al centro delle nostre discussioni e dibattiti o piuttosto il nostro modello di vita? E’ il nostro Signore che cerchiamo di seguire dichiarando di voler vivere nel modo in cui Lui desidera?
Il Regno di Dio dovrebbe essere il nostro obbiettivo come ha detto Gesù in Matteo 6:33 “Cercate prima il regno di Dio e la Sua giustizia”. Come si fa a sapere a cosa si riferisce? Un modo di evitare i regni falsi è l’essere innamorati e coinvolti con il vero amore. Vi chiederete, come si fa a sapere qual è il vero amore? Leggendo i vangeli troviamo degli indizi. In Luca 17:20.2 , Gesù fu interrogato dai farisei ed essi chiesero: «Quando verrà il regno di Dio?» Quando avverrà quell’adempimento finale della storia quando Dio prenderà il comando di tutto e ci obbligherà a vivere in pace? Gesù rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione…” Non si manifesterà in modo visibile tramite un’organizzazione, istituzione od una struttura in particolare dove farne parte significa far parte del Regno di Dio. Il verso continua: “… e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» Si trova tra noi, ora! “In mezzo a voi” potrebbe significare anche dentro di noi. Il Regno è dentro di noi e intorno a noi. Quando ci raduniamo e viviamo nel modo in cui Gesù vuole allora il Regno si manifesta. Il Regno è alla portata di tutti, nessuna struttura, organizzazione ne istituzione è in grado di contenerlo.
L’apostolo Paolo scrisse in Colossessi 1:13, 14 “E’ lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.” “Redenzione” significa libertà dalla schiavitù, “emancipazione”, siamo veramente liberi. Il Regno è un reame di libertà e perdono. Quando l’apostolo Paolo parlò di libertà il più delle volte non si riferiva soltanto alla libertà dal peccato ma anche dall’essere liberi dalle tradizioni religiose. Il Regno di Cristo opera in modo diverso dai regni di questo mondo. Nell’ultima parte di Romani 12 e in tutto il capitolo di Romani 13 l’apostolo Paolo mostra per scritto il contrasto tra i regni di questi mondo rappresentati dallo stato e il Regno di Dio, il corpo dei credenti e parla dei diversi ruoli che ognuno di questi Regni ha da svolgere. In Atti 2 e 4 si possono trovare degli ottimi esempi di come Cristo dovrebbe governare la Chiesa, il Regno di Dio in modo pratico. Il miglior modo per sperimentare il Regno di Dio è nelle comunità di fede. Il Regno siamo noi, il Regno di Dio è in mezzo a noi quando preghiamo insieme e lavoriamo per fare del bene, quando mettiamo in pratica i Suoi insegnamenti, ora abbiamo l’opportunità di farne parte! Questo non significa che per farne parte uno si debba unire per forza a The Meetinghouse, Gesù disse che dove 2 o 3 sono riuniti nel Suo nome, Lui è in mezzo a noi. Così quando abbiamo il cuore giusto e il nostro obbiettivo chiaro, il Regno di Dio si manifesta chiaramente in noi.

Domande e risposte

Se siamo d’accordo che l’utilizzo della forza per ottenere la pace sia un concetto sbagliato allora qual è la vostra opinione riguardo ai cristiani che fanno parte del corpo della polizia?

Per i primi 300 anni di storia della prima Chiesa l’essere parte della polizia, un membro del governo o essere parte dell’esercito veniva considerato come far parte dello stesso sistema. Loro non condannavano chi avesse quel ruolo da svolgere ma come cristiani non ritenevano che quel ruolo fosse adatto per una persona di fede. I militari e la polizia erano ruoli svolti dall’esercito in quei giorni. Non era consigliato svolgere neanche il ruolo di giudice perché come tale si era costretti a dover condannare delle persone ad andare in prigione ed altre a morire; decisioni che per un cristiano erano improponibili. Ogni persona deve fare conti con la sua propria coscienza. Teniamo presente che questo insegnamento è una parte fondamentale della prima Chiesa e di come interpretavano gli insegnamenti di Gesù, principio che raramente viene menzionato nei cerchi cristiani. Non è affare nostro convincere nessuno sulla scelta che dovranno affrontare, qui stiamo semplicemente tornando alle nostre radici e indicando il modo in cui i primi cristiani hanno vissuto, interpretato, compreso e applicato gli insegnamenti di Cristo.

Posso vedere la differenza tra il ruolo dello stato ed il ruolo della chiesa come descritto dall’apostolo Paolo in Romani 12 e 13 ma come risponderesti al suggerimento che ha a che fare con il ruolo della chiesa dove dice che i cristiani come individui non dovrebbero partecipare nel governo piuttosto che dire i cristiani e basta senza aggiungere l’idea dell’individualità?

Quello è stato uno degli insegnamenti di Agostino e poi di Tommaso d’Aquino. Essi sostenevano che quando Gesù ha detto quel che ha detto come quando ha parlato di porgere l’altra guancia, amare i nostri nemici e tanti esempi del genere che avevano lo scopo d’insegnarci principi di non-violenza creativa, in realtà Cristo si riferisse soltanto alla violenza che può accadere tra un individuo ed un altro. Essi affermavano che quando un individuo fa parte dello stato nel ruolo di soldato allora la violenza commessa indossando l’uniforme è accettabile. Cioè se qualcuno mi fa del male o invade la mia casa allora la cosa giusta sarebbe offrire la mia vita in sacrificio perché retribuire il male con il male è sbagliato; invece se la mia nazione viene invasa o va in guerra allora unirmi all’esercito e combattere verrebbe considerato giusto. Ogni persona ora deve fare una scelta e decidere se dopo Costantino quel tipo di pensiero sia quello giusto o se invece una scelta del genere sia un compromesso. Un cristiano che si trova a dover uccidere un’altra persona, non importa quale sia la motivazione, si sta coinvolgendo in qualcosa che non dovrebbe fare.
C’è una diversità di opinioni nel mondo cristiano su questo tema. La mia convinzione è che se io dovessi sparare a qualcuno in quel momento starei per uccidere uno dei due tipi di persone: un cristiano o un non credente. Se credo negli insegnamenti cristiani tradizionali che uno andrà in Paradiso e l’altro no, allora starei condannando l’uno alla dannazione. Ma io ho una chiamata Celeste, dal Regno di Dio e come cittadino di quel Regno il mio obbiettivo principale è quello di benedire, evangelizzare e condividere il messaggio di Gesù e di adempire i bisogni delle persone che necessitano dell’amore di Cristo. Sarebbe sbagliato per me dichiarare che questo giorno è il giorno del giudizio per loro e prendere quella decisione nelle mie mani ed uccidere, qualunque sia la causa. In quel momento non potrei uccidere quella persona, metterei giù la pistola e cercherei di attraversare il campo di battaglia e fare amicizia con quella persona. Certo che in quel caso perderei la vita nel processo. Un soldato piuttosto inutile. In quel caso avrei dato la mia vita vivendo la mia fede. Non c’è nulla di sbagliato nel morire per la fede ma uccidere per la fede è sempre errato.
L’altra opzione è che la persona che sto per uccidere sia un cristiano di un’altra nazionalità. Quando Roma si divise, diverse nazioni iniziarono ad affermare che la loro nazione fosse il Regno di Dio. Quindi avendo unito il sistema religioso con la politica c’erano diversi “regni di Dio” in conflitto uno con l’altro. Quindi, se dovessi sparare ad un altro cristiano allora considererei la mia lealtà al Regno Celeste ancora più forte della mia lealtà ai regni terreni che ci hanno messo l’uno contro l’altro. Il nostro Regno Celeste non è in guerra contro se stesso e perciò sceglierei di non ucciderlo perché siamo dalla stessa parte, siamo dei fratelli. I nostri regni terreni ci hanno chiesto di ucciderci a vicenda ma il nostro Regno Celeste ci ha chiesto di manifestare Cristo e l’amore che abbiamo l’uno per l’altro. Scegliendo di non ucciderlo perderei la mia vita nel processo. Un soldato piuttosto inutile.

Conclusione: Il concetto che abbiamo appena presentato fa parte del messaggio centrale degli insegnamenti di Cristo, un messaggio di cui non si parla molto nei nostri giorni. Non si tratta di un principio secondario e neanche filosofico ma è veramente importante perché su queste fondamenti dovremo costruire l’etica della vita cristiana. L’apostolo Paolo disse qualcosa d’interessante in Colossessi 2:19 “Questa gente non rimane unita al capo, cioè a Cristo. Mentre è Cristo che tiene unito e compatto tutto il corpo per mezzo delle giunture e dei legami, gli dà nutrimento e lo fa crescere, così come Dio vuole.” Di chi sta parlando in questo passo? Sta parlando delle persone dipendenti dalle loro tradizioni religiose conservatrici. Le persone fissate con il dover preservare il passato giudicando gli altri sulla base di come osservano tutte le regole. Le persone che si fissano con la religione, intesa come qualsiasi sistema di regole, norme o rituali che devano essere seguiti alla lettera per appartenere al Regno di Dio sono sconnesse da Cristo. La persona di Gesù è il capo e quando ci aggrappiamo e seguiamo Lui allora manifestiamo il Regno di Dio nelle nostre comunità amorevoli, benevoli e compassionevoli. Noi siamo il corpo di Cristo. L’apostolo Paolo ci avverte molto di stare attenti al pericolo della religiosità come anche di stare attenti al peccato. La nostra storia religiosa cristiana testimonia il fatto che le sue avvertenze erano tutte giuste.
Preghiera: Padre Celeste, chiedo che il Tuo Spirito possa creare in noi e lavorare in modo creativo nei nostri cuori per aiutarci a prendere questa sfida ed ad aiutarci ad essere in grado di vedere le cose in modi nuovi che in realtà sono modi antichi. Aiutaci a ricatturare, rivendicare e sostenere i semplici insegnamenti di Cristo. Aiutaci a diventare sia un movimento che comunità di persone che non desiderano tornare agli orrori dei giorni passati quando i cristiani nel nome di Cristo furono responsabili di tanta violenza. Dacci il coraggio di rifiutarla, pentirci e aggrapparci a Te, Gesù. Prego che sia come comunità che come individui possiamo manifestare la Tua pace e il Tuo servizio, essendo disposti a sacrificarci quando dobbiamo affrontare dei problemi che esistono tra di noi nelle nostre relazioni personali, nei nostri matrimoni, con i nostri genitori o i nostri figli, amici, colleghi, soci di lavoro, etc. Prego che ci aiuti a diventare una forza positiva d’amore e compassione nelle nostre comunità. Per le persone che stanno investigando ciò che Gesù è in realtà, prego che possano sentire la voce della chiamata del Tuo Spirito che li chiama non a diventare parte della religione cristiana ma parte di Cristo stesso. Nel nome di Gesù, amen.