Questa nuova serie s’intitola “Quando cala il buio”. Oggi ci focalizzeremo sulla presentazione della serie, particolarmente sul perché utilizzeremo il paragone del corpo senza testa per definire il cristianesimo.
I primi cristiani si autodefinivano “il corpo di Cristo”, quindi è un’illustrazione presa proprio dalla Bibbia stessa. L’apostolo Paolo prima della sua conversione quando perseguitava i cristiani e pensava che fossero una setta ebbe un’apparizione; Gesù stesso che si presentò e gli disse: “Saulo, Saulo!”. Saulo era il suo nome prima di cambiare vita. Il verso continua, “Perché mi perseguiti?” Saulo aveva perseguitato la chiesa, e con “chiesa” mi riferisco ai credenti che si radunavano insieme, non ad un edificio od organizzazione in particolare. Il termine biblico “chiesa” significa il ritrovo delle persone che vogliono seguire Gesù. E’ qualcosa di organico, è il radunarsi come famiglia spirituale. Paolo li perseguitava e Gesù gli disse: “Queste persone sono Me. La loro identità sono Io.” Forse questa fu una delle occasioni in cui Paolo realizzò che la chiesa fosse il corpo di Cristo. Lui lo disse anni dopo in 1 Corinzi 12:27 “Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.” L’insieme di tutti i credenti forma il singolo corpo di Gesù. I primi cristiani dichiararono qualcosa di molto forte: “come corpo di Cristo, crediamo che le persone dovrebbero essere in grado di vedere in noi in modo fisico, tangibile e dimostrabile a livello comunitario ciò che la vita di Gesù dovrebbe rappresentare”. Come corpo di Cristo siamo una manifestazione fisica del nostro Dio spirituale. Se uno osserva la nostra comunità, nel senso del nostro essere il corpo di Cristo in azione allora come corpo dovremmo manifestare il tipo di comportamento che Gesù ci ha insegnato. La prima Chiesa sosteneva che l’insieme dei credenti fosse la continuazione della manifestazione fisica di Gesù sulla terra.
Siamo onesti, chi di noi può dopo aver osservato diverse comunità cristiane all’opera sostenere che esse agiscono e manifestano il cuore di Gesù? Le prime comunità cristiane sono riuscite per un po’ ma poi tutto iniziò a cambiare. Se il corpo di Cristo è la Chiesa allora Gesù è la testa di detto corpo. Colossessi 1:18 “Egli stesso (Cristo) è il capo del corpo, cioè della chiesa”. Questo studio prende spunto da questo concetto della prima chiesa. Il tema è: cosa capita quando la testa è staccata dal corpo? Quando paragoniamo gli insegnamenti, missione, ministero, stile di vita, esempio di Gesù con la storia della chiesa, la disconnessione tra una cosa e l’altra è innegabile. C’è stata una netta separazione dalla nostra testa che è Cristo nella nostra storia. Parliamo della violenza per esempio, l’insegnamento centrale di Cristo che predicò e proclamò fu la non-violenza manifestata in modi radicali e creativi. La chiesa si impadronì del potere ogni volta che gli fu concessa l’occasione, diventando manipolatrice e scusando se stessa nel non dover seguire il messaggio centrale di Cristo sul tema.
In questa serie di studi daremo uno sguardo a qualcosa di terrificante e cupo che ci sfiderà a non giudicare i fatti storici solo come “storia” ma a poter essere in grado di capire quale sia il principio trasferibile che possiamo applicare alla nostra vita e che ci potrebbe aiutare a cambiare per il meglio. Studiare questi orrori in modo distaccato e limitarsi a pensare e a giudicare non avrebbe senso dal nostro punto di vista moderno e nella nostra comodità. Farlo potrebbe generare solamente più arroganza. Se ciò che è successo è veramente accaduto allora mi chiedo quali siano i potenziali semi che potrebbero impiantarsi nella nostra vita e nelle nostre comunità anche oggi? Quali sono gli effetti persistenti di quella scelta sbagliata che ancora oggi sono presenti nella chiesa? Applicare i principi a noi stessi è molto importante.
Questa serie è dedicata alle persone che hanno tantissimi interrogativi, domande senza risposta. Persone che hanno bisogno di un luogo dove poter dare voce ai loro pensieri, per chi si sente di non aver mai avuto l’opportunità di fare delle domande impegnative o di contare su qualcuno che gli potesse dare ascolto ed aiutare a capire le cose meglio piuttosto che mettersi sulla difensiva e litigare. Questo studio è per chiunque abbia sete di una crescita spirituale maggiore nella sua vita ma che ora si sente vuoto quando cerca da bere dalle sorgenti delle tradizioni religiose. Alcune persone tramite le tradizioni religiose trovano una meravigliosa connessione con Dio e noi le ammiriamo, ma per tanti di noi non è così e rimaniamo persi, in quanto quella fonte non ci disseta. Se la tua esperienza con la religione è quella che ho descritto; allora benvenuto! Ci sono molti che si sentono attratti da Gesù ma allo stesso tempo disgustati da gran parte della religione che porta il Suo nome. Vi posso assicurare che ho sperimentato la stessa cosa in diversi momenti della mia vita. Più studio la vita di Cristo, più penso quanto sia stato forte; allo stesso tempo la mia difficoltà aumenta verso l’organizzazione che porta il Suo nome. E’ importante avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e rispondere in modo attivo a ciò che si scopre.
Questa serie di studi non è stata concepita per chi si considera debole di cuore. Parleremo di temi tipo le crociate, di guerre religiose che sono state organizzate e ispirate dalla chiesa, dell’inquisizione e di come la chiesa abbia torturato le persone, della caccia alle streghe, etc. Affronteremo il tema del antisemitismo, una realtà purtroppo molto triste, presente lungo gran parte della storia della chiesa, periodo particolarmente violento. Il coinvolgimento da parte dei cristiani nella morte di migliaia di ebrei è un fatto agghiacciante, poiché le nostre radici sono ebraiche.
Per ultimo daremo uno sguardo al cannibalismo della chiesa. Dopo aver perseguitato qualsiasi raggruppamento di persone con idee diverse, non è rimasto più nessuno che li potesse contrastare. Quindi, la chiesa investì molto non solo nel combattere contro gli ebrei, i musulmani e i pagani ma anche contro loro stessi a causa dei diversi punti di vista teologici e tradizioni divergenti.
Come mai una fede fondata sugli insegnamenti di Cristo andò a finire in quel modo? Come ha fatto la gente a pensare di svolgere la volontà di Dio quando gli insegnamenti nella Bibbia indicavano il contrario? Come ha fatto la chiesa a passare dal porgere l’altra guancia a uccidere gli infedeli? Come ha fatto a passare dal dover amare i nostri nemici a torturarli? Come ha fatto a cambiare gli insegnamenti di un uomo che in modo scandaloso accettava e amava le donne a un’istituzione che spesso non ha fatto altro che abusare, torturare e come nel caso delle streghe a darle la caccia? Come ha fatto a passare da un movimento ebraico messianico ad un movimento gentile (persone non ebraiche) che perseguitava gli ebrei? Da uno spirito d’unità totale dove persone di diverse etnie lavoravano insieme, a una delle istituzioni peggiori al mondo dove regna la divisione e la distruzione? Dobbiamo chiederci, quando e come è successo tutto questo? Quale lezioni possiamo imparare ed applicare alla nostra vita? Come ha fatto a perdere la testa il corpo di Cristo?
Il processo della “decapitazione” durò diversi anni e non abbiamo il tempo per evidenziare i diversi aspetti che ciò ha comportato e quindi parleremmo solo di alcuni. Gesù parlò del Regno molto spesso ed è stato uno dei temi centrali del Suo messaggio. Alcune volte ci chiese di pregare per la venuta del Regno ed in altre passi spiegò che il Regno si trovasse già qui e che si era manifestato. Lui diceva che il Regno non si sarebbe stabilito tramite la violenza anche se a volte ha utilizzato l’illustrazione di un re che si appresta alla guerra, in quel caso lo ha fatto volendo trasmettere un messaggio individuale. Quando parlava del Regno e lo paragonava a qualcosa non utilizzava un linguaggio violento. Gesù diceva che il Regno fosse simile ad un seme di senape che cresce, qualcosa di organico; al lievito che permea e penetra la pagnotta di pane; illustrazioni che raffiguravano una crescita graduale ma innegabile della crescita del Regno.
In diversi momenti della storia della chiesa tanti presero a cuore il concetto sbagliato del Regno inteso come istituzione terrena e temporale la quale doveva essere difesa con violenza. Nei primi cent’anni di storia i cristiani erano contro la violenza e ci sono diversi scritti che lo dimostrano. Non era permesso essere membro dell’esercito e per alcuni neanche del governo perché chi svolgeva quel ruolo poteva trovarsi a dover ordinare ad altri di commettere un atto violento. Qui non stiamo affermando che ciò che hanno fatto i primi cristiani sia stato qualcosa di giusto o no, stiamo semplicemente spiegando come i primi cristiani hanno vissuto e come hanno applicato ed interpretato gli insegnamenti di Cristo. Stiamo affrontando un tema del credo cristiano che molto spesso non viene affrontato.
Esistono diversi testi antichi cristiani che lo confermano come il seguente testo di Origene di Alessandria, teologo e filosofo greco antico: “Noi non prendiamo più la spada contro nessun altro popolo e non impariamo più a fare la guerra; Gesù ci ha fatti diventare figli della pace; è Lui il fondatore delle nostre leggi” [Origene, Contro Celso, V]. Tertulliano, scrittore romano e apologeta cristiano disse: “E parteciperà ad una battaglia il figlio della pace, per il quale sarà sconveniente anche il solo litigare?” I cristiani in quei giorni non citavano a giudizio nessuno anche se avevano sofferto dei torti. Perché dovrebbero arrivare ad uccidere? La citazione di Tertulliano continua: “Infliggerà arresti, carcere, torture e supplizi chi non può vendicare neppure le offese fatte a lui stesso?” (Tertulliano +230) Loro si rifiutavano d’essere coinvolti nel sistema di dover punire i malfattori, affascinante! Insegnamenti molto forti! “Il fatto di portare il nome stesso (del cristianesimo) dal campo della luce al campo delle tenebre significa violarlo” (Tertulliano). Ippolito di Roma disse: ” L’ufficiale che ha il potere di vita o di morte o il magistrato rivestito di porpora, (porpora era il colore che indossavano le persone di potere) o si dimetterà o sarà scomunicato.” Qui Ippolito stava riprendendo i cristiani esprimendo che erano arrivati al punto di dover chiedere a coloro che facevano parte dell’esercito o del governo di lasciare la chiesa. Questo era il modo in cui applicavano gli insegnamenti di Gesù nei primi secoli. Arnobio, retore e apologista cristiano disse: “E’ meglio subire ingiustizia piuttosto che farla, meglio che sia versato il nostro sangue medesimo piuttosto che macchiare le nostre mani e le nostre coscienze col sangue di un’altra persona.”
Noi siamo dell’opinione che morire per la nostra fede sia sempre la cosa giusta da fare ma che togliere la vita ad altri a causa della nostra fede sia sempre sbagliato. Nella veduta della prima chiesa l’esercito rappresentava la violenza e quindi, unirsi all’esercito non veniva considerata una cosa giusta. Nei primi secoli le persone di fede venivano incoraggiate a mettere in atto il metodo della non-violenza creativa chiamatosi “patientia” in latino. La definizione del termine “patientia” in latino a parte il significato più utilizzato di “pazienza”, significa anche “resistere al male mediante l’uso dei mezzi non-violenti”.