La storia del primo secolo ci racconta che in quel tempo spuntarono una dozzina di movimenti messianici. C’era la febbre del Messia e le persone aspettavano impazienti l’arrivo del loro liberatore, la persona che li avrebbe liberati dall’oppressione politica, etnica e violenta dell’impero romano.
Zaccaria 9:9 dice che il Messia sarebbe arrivato a Gerusalemme cavalcando un asino e in questo modo avrebbe dimostrato d’essere una persona speciale. Di solito i personaggi importanti tipo i militari, entravano nella città cavalcando un bel cavallo. Non c’è nessun registro in nessun’altra fonte storica dove si dica che Gesù cavalcasse un animale e sembra che in questo caso sia voluto entrare a Gerusalemme e presentarsi come il Messia in modo intenzionale. Le persone lo accolsero con grande entusiasmo perché credevano che il loro Messia fosse finalmente arrivato!
In altri passi si legge che le persone volessero forzarlo a diventare re, speravano che si sbrigasse e realizzasse che solo Lui poteva essere in grado di radunare le persone e organizzare una rivoluzione. La gente era felice perché Gesù aveva scelto dopo tutto di adempiere al Suo ruolo e fare una differenza.
Il popolo però rimase scioccato perché dopo la Sua entrata trionfale in Gerusalemme, invece di attaccare i romani attaccò il tempio. Ciò che fece non fu altro che l’adempimento di uno schema ben preciso che aveva sempre eseguito nel Suo ministero cogliendo ogni opportunità possibile per sfidare il sistema religioso. Le sue azioni eclissavano il tempio. Gesù dissacrò degli artefatti sacri, ignorò le tradizioni religiose ed offrì il perdono alle persone eludendo ciò che Dio stesso aveva precedentemente stabilito come il sistema per ottenere il perdono: il tempio. Gesù si comportava come se Lui stesso fosse il tempio e non ci fosse più bisogno del tempio fisico o del sistema religioso. L’ autore e teologo accademico del Nuovo Testamento N.T. Wright ripete questo concetto diverse volte nelle sue opere: nel Suo ministero Gesù si comportò e parlò come se fosse chiamato ad essere ciò che il tempio doveva rappresentare.
Gesù alla fine del Suo ministero si diresse a Gerusalemme, al tempio, e lì arrivò il momento dello scontro finale. I due avversari non potevano coesistere in modo pacifico, uno dei due doveva vincere: Gesù o il sistema del tempio. Più avanti, dopo lo scontro, con la Sua resurrezione, Gesù continuò sullo slancio e si assicurò di far sapere a tutti chi era al comando. Cristo sostituì il tempio con Se stesso.
Il tempio in quei giorni rappresentava un meccanismo religioso preciso. Per raggiungere Dio il popolo si rivolgeva al corpo sacerdotale che intercedeva per loro. Dopodiché Dio tendeva il braccio verso le persone offrendo loro il perdono per mezzo dell’accettazione del sacrificio. Gesù non voleva soltanto una riforma del tempio, Lui voleva rimpiazzarlo; era venuto per incarnare tutto ciò che il tempio svolgeva. Una profezia dell’Antico Testamento in Malachia 3:1, 2 dice: “Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel Suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.” Questa profezia non è molto chiara e non si capisce bene se parla di Dio o di un messaggero. Si tratta di qualcuno che si differenzia da Dio ma che è Dio e come abbiamo appena letto, si sarebbe presentato al tempio. Malachia prosegue: “Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.” Il Messia sarebbe stato una figura che avrebbe avuto a che fare con una pulizia radicale, che avrebbe bruciato via tutto ciò che fosse impuro. Avrebbe giudicato e purificato. La venuta del Messia da questo punto di vista sarebbe stato un evento emozionante per chi fosse dedicato a Lui pienamente ma inquietante per chi dipendeva dalla religione. Questo è ciò che i profeti avevano predetto. Gesù adempì alla lettera ciò che Dio aveva promesso.
Ci sono quattro diverse descrizioni del confronto tra Gesù e il tempio messe per scritto dagli autori dei Vangeli. Ora approfondiremo questo evento da ognuno dei loro punti di vista. La stessa storia fu raccontata da tutti e quattro,(Matteo, Marco, Luca e Giovanni), fatto che legittima la storicità di questo evento anche se ci sono diverse sfumature e dettagli che i diversi scrittori hanno scelto o non scelto di raccontare.
Questo evento accadde durante i giorni della Pasqua. Prima di arrivare a Gerusalemme Gesù si fermò a Betania a casa di amici. E’ molto probabile che l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme sia accaduta di lunedì, all’inizio della settimana pasquale quando veniva scelto l’agnello per il sacrificio di Pasqua. Gesù quel giorno presentò Se Stesso come l’Agnello pasquale. Giovanni Battista lo aveva menzionato all’inizio del ministero di Gesù (Giovanni 1:29).
Al momento della Sua entrata nella città Gesù scelse di presentarsi nei panni del Messia. Entrò a Gerusalemme sulla groppa di un animale particolare e non come avrebbe fatto un grande personaggio militare.
La Pasqua è una celebrazione dove la purificazione è molto importante. Tutt’ora nelle case ebraiche durante la Pasqua si cerca di rimuovere il lievito come comandato da Dio in Esodo 12 come atto simbolico. Gesù ci insegna dei principi attraverso azioni simboliche come la Pasqua o la Comunione o la Santa Cena, a volte utilizzando degli strumenti per comunicarci delle verità importanti. Il lievito ha 2 simbolismi: uno negativo, l’altro positivo. Il simbolismo negativo mostra quanto sia facile per qualcosa di negativo spandersi e aumentare di volume e infestare perfino un’intera pagnotta di pane. Il simbolismo positivo invece è che il lievito può anche rappresentare la verità, quindi ricoprirci di essa ci può aiutare a crescere ed a cambiare.
Nella settimana pasquale si faceva pulizia della casa e ci si sbarazzava di qualsiasi cosa che potesse distrarre le persone dal messaggio di Dio. Perciò, cosa fece Gesù? Si presentò come l’Agnello sacrificale e poi si diresse a fare pulizia a casa Sua, iniziò a disfarsi del lievito. Prese posizione a favore della purezza del cuore e contrastò l’ipocrisia.
L’apostolo Giovanni iniziò il suo racconto di Gesù con la storia del tempio, invece gli evangelisti Marco, Matteo e Luca scelsero di includere questa storia alla fine dei loro libri. Matteo, Marco e Luca raccontano che la purificazione del tempio è stata una delle ultime cose che fece Gesù prima d’essere crocifisso invece Giovanni racconta che è stata tra le prime azioni che svolse. Esistono tre diverse spiegazioni per capire come mai c’è questa differenza nei Vangeli:
a) La prima è che Giovanni è più preciso degli altri tre che si erano sforzati di fare un buon lavoro ma hanno sbagliato i fatti.
b) La seconda è che Gesù provocò un tumulto al tempio due volte, uno all’inizio del Suo ministero e uno alla fine. Secondo questa spiegazione Gesù diede inizio al suo ministero con questa purificazione del tempio e poi andò in giro per la Galilea lontano dalle autorità poiché le aveva offese a morte. Da lì proseguì le sue opere in Galilea.
I capi del tempio non si aspettavano che Gesù tornasse e causasse tutto quello scompiglio ancora una volta, perché rischiava d’essere messo a morte, ma Gesù tornò e agì in quel modo una seconda volta.
c) La terza possibilità è che Giovanni stesse seguendo un ordine tematico. Io mi sento di sostenere questa interpretazione tenendo presente che nessuna di queste vedute possa considerarsi quella giusta in assoluto.
Giovanni decise di raccontare la storia di Gesù con un approccio più tematico, filosofico e di attualità rispetto agli altri autori del vangelo che utilizzarono un approccio più cronologico. Si potrebbe dire che i Vangeli dipingono un ritratto della vita di Gesù, ma l’immagine non è così chiara come quella di una foto. Dei quattro evangelisti, Giovanni si potrebbe paragonare al Picasso. Anche se la sua opera non è del tutto chiara come nel caso dei dipinti di Picasso si può sempre apprezzare la bellezza dell’arrangiamento tematico.
Il vangelo di Giovanni capitolo 2 ci racconta che Gesù prese in mano una frusta e con essa allontanò i mercanti, i cambiavalute, i venditori degli animali e anche gli animali dal tempio. Io ero dell’idea che Gesù tramite il suo agire in questo modo volesse insegnare che non andasse bene comprare di domenica, che non si dovrebbe commerciare nel giorno di riposo tanto meno in chiesa. Ultimamente ho scoperto dei significati molto più profondi.
Gesù cacciò via gli animali e le persone che li vendevano. Quei commercianti rendevano un servizio importante. In Deuteronomio Dio chiese ad ogni israelita di scegliere un animale dal suo gregge per sacrificarlo, lo disse nel tempo quando tutti quanti possedevano un gregge. A Gerusalemme nei giorni di Gesù non tutti erano contadini e non tutti possedevano degli animali. Le persone svolgevano diversi mestieri, quindi, quei commercianti davano a quelle persone l’opportunità di comprare un animale da poter sacrificare.
Gesù non si limitò a rovesciare i banchi dei cambiavalute ma cacciò via anche gli animali, quindi la gente non poté offrire nessun sacrificio in quel giorno. Gesù chiese a coloro che vendevano le colombe di portarli via; le colombe erano i sacrifici che i poveri offrivano al Signore. Se uno non si poteva permettere di comprare un bue o una pecora allora comprava una colomba. Maria e Giuseppe offrirono quel sacrificio al tempio quando Gesù era bambino.
Gesù agendo in quel modo ha voluto comunicare che il tempo di offrire i sacrifici era giunto alla sua fine.
La gente andava a Gerusalemme per offrire dei sacrifici ma anche per donare dei soldi al tempio per l’acquisto di un animale. Le monete romane e greche avevano delle immagini incise sopra e visto che Dio aveva comandato in Esodo 20:4 di non fare alcuna immagine non si poteva donare al tempio del denaro pagano. I cambiavalute scambiavano le monete con delle immagini per delle monete senza immagini forgiate dal tempio, solo una volta scambiate si poteva procedere all’acquisto dell’animale perché era l’unica valuta accettata in quel luogo sacro. Quindi, i cambiavalute offrivano un servizio importante ed erano parte del sistema messo in piedi per agevolare i sacrifici.
Gesù in quest’occasione non stava mettendo in discussione solo l’abuso del sistema ma il sistema stesso. Molti di noi pensiamo che Gesù abbia reagito in modo aggressivo per il fatto che i cambiavalute stessero facendo pagare troppo per il loro servizio approfittando delle persone o perché c’era qualcosa di veramente losco dietro le quinte. Gesù con questo atto ha voluto invece confrontare il sistema e fermare le attività del tempio per qualche ora o dei giorni. Ricordiamo che aveva cacciato tutti gli animali via e ci sarebbe voluto un bel po’ a ritrovarli e a radunarli tutti. La frusta che Gesù aveva in mano era per far spostare gli animali, non per far male alle persone.
Quando Gesù entrava in scena pubblicamente aveva sempre una ragione, voleva sempre insegnare un principio, o dare una profezia riguardo il futuro, o la vera natura della realtà. Gesù volle mostrare che quel sistema non aveva più bisogno d’esistere, fu un atto profetico
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