Dagli Scandali di Gesù, la nuova serie “Insulti e litigi”, parte 1.
Se c’era un gruppo di persone che Gesù ha attaccato senza riguardo questi erano il gruppo religioso e conservatore di quei tempi: i farisei. Perchè? Chi erano? Ci sono delle somiglianze tra i farisei ed i cristiani di oggi?
In questo studio approfondiremo il momento in cui Gesù scelse di sfidare i farisei, studieremo cosa Lui ha detto riguardo a loro e cosa scelse di dirli direttamente.
Come abbiamo già spiegato in altri studi, al tempo di Gesù c’erano quattro gruppi religiosi:
1. I sadducei. Erano gli addetti al tempio. Essi ritenevano che per compiacere Dio bisognava offrire dei sacrifici. Il sistema religioso che ruotava intorno alle offerte dei sacrifici era importante per loro.
2. Gli esseni. Essi rigettarono il sistema del tempio e la società di quei giorni considerandole corrotte. Scelsero di appartarsi ed andarono a vivere nel deserto ad aspettare la venuta del Messia dando inizio ad un altro sistema di sacrifici al di fuori del tempio. Ritenevano che per compiacere Dio bisognava rigettare la società.
3.Gli zeloti. Essi ritenevano che per compiacere Dio bisognava liberare Israele dai romani, quindi uccidere il nemico. Pensavano che se agivano in quel modo avrebbero aiutato la venuta del Regno in Israele il prima possibile. Il combattere non era soltanto una questione militare ma anche una questione religiosa perché desideravano stabilire il Regno di Dio sulla terra tramite la violenza. I romani erano i loro oppressori e quindi bisognava cacciarli fuori dal loro territorio nel nome di Dio.
4. I farisei. Questo gruppo non prese le armi anche se dal punto di vista filosofico erano dalla parte degli zeloti. Loro non appoggiavano i sadducei perché li ritenevano corrotti e non credevano che compiacere Dio si limitasse al sistema religioso dei sacrifici. Credevano che mancasse la relazione con Dio in tutto ciò. Non si unirono agli esseni perché ritenevano che la loro idea di ciò che significasse la santità non consistesse in isolarsi dal resto della società ma piuttosto nell’ esserne parte e così aiutare gli altri a sentire le buone novelle di Dio. I farisei credevano di compiacere Dio nel mettere in pratica ed osservare attentamente i comandamenti della Torà.
La Torà erano gli insegnamenti e le leggi del Vecchio Patto. All’inizio consistevano soltanto nei primi cinque libri della Bibbia, più tardi la legge fu allargata e tutti gli insegnamenti del Vecchio Patto furono inclusi.
Approfondiamo alcune caratteristiche dei farisei perché penso che questo gruppo non abbia mai smesso d’esistere. Forse qualcuno vorrebbe unirsi a loro anche oggi! Il movimento ultra conservatore che incoraggia a tornare all’ubbidienza stretta delle sacre scritture sarebbe la versione moderna del fariseismo. Gesù sosteneva e parteggiava per loro ed è per questo motivo che nel vangelo di Matteo cap. 23.2,3, diede inizio al suo discorso incoraggiando i suoi seguaci a seguire i farisei. Fra tutti i movimenti di quel tempo, Gesù incoraggiava le persone a seguire i farisei perché loro insegnavano la Torà, la verità. Il problema si trovava nell’applicazione dei loro insegnamenti, essi insegnavano la verità ma non la mettevano in pratica nel modo giusto. Gesù incoraggiava i suoi seguaci a sostenere o per lo meno a mettere in pratica quello che dicevano i farisei. Matteo cap.23.3 “ Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.”
Per i farisei imparare e vivere le sacre scritture era più importante che partecipare ai rituali religiosi. Invece di andare al tempio ad adorare decisero di radunarsi in altri luoghi; in case dedicate alla lettura delle Scritture dove poter invitare altre persone, aprire le scritture e tornare alla Parola di Dio. Loro incoraggiavano le persone a radunarsi, al di fuori del sistema religioso del tempio, creando un nuovo movimento che si concentrava nell’ incentrarsi attorno la Parola di Dio. Questi luoghi di raduno furono chiamati sinagoghe e furono costruite all’incirca 200 anni a.C. Erano bellissimi luoghi dove poter studiare la Torà. I farisei riportavano le persone alla Parola di Dio.
Erano anche una specie di Movimento di Santità. “Santità” è uno dei termini religiosi che spesso viene mal interpretato, il suo significato è: “essere messo da parte per un utilizzo speciale”, “essere messo da parte per vivere una vita al di sopra della quotidianità”. Questo movimento scelse di non limitarsi soltanto a leggere la Torà ma a viverla e metterla in pratica. Desideravano che la loro vita ruotasse attorno la Parola di Dio e di mettere in pratica tutto ciò che la Parola richiedesse.
Parte della loro “missione” consisteva in condividere queste verità con gli altri; un gruppo molto zelante ed evangelico nel loro approccio. Essi mandavano dei missionari e li sostenevano finanziariamente incoraggiando altri farisei ad evangelizzare come loro ed a divulgare la Parola di Dio. Erano delle brave persone, bravi vicini di casa. Se fossero qui oggi chiunque sarebbe contento di averli accanto ai loro bambini. Ditemi un po’, a chi assomigliano ai nostri tempi? A noi! Vero? Quando dico “noi” mi riferisco alle persone che sono di chiesa o che si considerano credenti o seguaci di Cristo. In questa riflessione credo che “noi” ci meritiamo delle belle bastonate.
Gesù in questo passaggio (Matteo 23), si stava rivolgendo ai fanatici religiosi cercando di aiutarli a cambiare il loro pensiero e modo di fare così estremista. Se sei una persona nuova o alla ricerca, se sei qualcuno che sta cercando di capire cosa significa credere in Gesù senza essere religioso allora qualcosa di questi insegnamenti si potrebbero applicare anche a te osservando come Gesù ci rimprovera.Triste a dirsi, la chiesa ha fallito nel presentare Gesù. La maggior parte delle persone non desiderano aver nulla a che fare con la religione, e con ragione, pensano di non voler nulla a che fare con Gesù senza rendersi conto che anche Gesù non desidera aver nulla a che fare con la religione come lo evidenziano i suoi insegnamenti. Quando parliamo di queste cose vi invito a non considerare le macerie delle incomprensioni, delle tradizioni e storpiature e di tornare agli insegnamenti semplici e puri di Cristo.
I farisei erano delle persone stupende, credenti cimentati nella Bibbia e in Dio. Come mai Gesù se la prende particolarmente con il loro gruppo e li rimprovera con toni così forti? Gesù riprese i sadducei qualche volta e condannò li zeloti e il loro approccio violento. Non disse nulla riguardo agli esseni perché non c’erano, si erano ritirati nel deserto ad aspettare il Messia. I farisei stavano in mezzo al popolo e furono ripresi in modo molto duro da Gesù, non perché fossero i più lontani dalla verità ma al contrario perché erano i più vicini alla verità e hanno mancato il bersaglio. Il loro gruppo avrebbe dovuto comportarsi meglio di tutti. Gesù avrebbe desiderato che i suoi discepoli si unissero a loro ma invece ha dovuto insegnare loro a seguire l’insegnamento dei farisei senza seguire il loro esempio. Il gruppo dei farisei era il gruppo più preparato; si erano messi in cammino nella direzione giusta, ma avevano messo in pratica la loro fede nel modo sbagliato. Erano diventati legalisti, ipocriti e religiosi. Queste manifestazioni possono benissimo applicarsi anche a noi.
Io credo che non ci sia un’unica chiesa o denominazione che rappresenti i farisei moderni. In realtà ognuno di noi potrebbe essere tentato a diventarne uno in diversi momenti della nostra vita. Quando dico che siamo tentati a diventare dei farisei e che bisogna assicurarsi di non farlo; impiego il termine “farisei” con un significato diverso da quello biblico, una definizione piuttosto negativa che spesso diamo in chiesa a quella parola. Quando diciamo che qualcuno è un “fariseo”, ciò è un insulto, stiamo dicendo che quella persona è ipocrita, legalista, chiusa di mente e ossessivamente religiosa. Gesù non ha mai rimproverato i farisei perché fossero dei farisei, non c’era nulla di male nell’esserlo; erano delle persone che seguivano Mosè, persone che facevano parte del movimento giusto. Gesù incoraggiò il movimento dei farisei ma condannò il modo in cui il loro gruppo si allontanò dalla loro missione originale. Perciò, chi sono i farisei oggi? Siamo noi! Spero tanto che riusciamo ad essere un movimento di farisei bravi cimentati sulla Bibbia che non si lascerà sviare dal legalismo della religione. Come fare?
Approfondiamo quelli che potrebbero essere i punti cechi del percorso cristiano iniziando dai punti cechi della religione. Affrontare il discorso della religione è un po’ complicato perché detto termine può avere significati diversi per le persone e questo potrebbe essere causa di confusione. In questo studio utilizzeremo la seguente definizione: “Religione: qualsiasi sistema di regole, norme o rituali utilizzati dalle persone per aiutarli a sentirsi a posto con Dio.” Gesù non ha mai insegnato la religione, ma la Grazia: concetto estremamente radicale. Uno degli insegnamenti fondamentali di Cristo è che non riusciremo mai ad essere bravi abbastanza per meritarci il Paradiso. Dio desidera offrirci quel dono gratis, quindi, possiamo smettere di sforzarci per ottenerlo. Il modo per accettarlo si chiama fede, cioè fiducia. Un concetto relazionale, non si tratta di religione.
Ora evidenzieremo ciò che una persona religiosa propende a fare per aiutarci a riflettere sulle nostre proprie mancanze che ostacolano il metterci in relazione come Gesù desidera.
Un religioso tende ad obbedire alla lettera e nel farlo manca lo spirito. Ci sono diversi modi in cui cadiamo in questa trappola. Per esempio, quando ci mettiamo a discutere delle dottrine di chiesa tipo il calvinismo in contrapposizione all’arminianesimo o ci perdiamo in discussioni sui doni dello Spirito e se appartengono alla categoria del cessazionismo o no; insomma, creiamo vere scuole di pensiero denominazionaliste dove non si fa altro che dibattere. Un altro esempio è quando sosteniamo che si può diventare cristiani soltanto tramite un rituale specifico, come l’avvicinarsi all’altare quando ci chiama il pastore alla fine del sermone e chiede al pubblico di fare la scelta di accettare Cristo o solo se facciamo la preghiera della salvezza che è diventata una sorte di talismano magico che ci converte all’istante. Altri esempi: si può diventare cristiani solo se uno è battezzato dai leader della chiesa nel modo particolare di quella chiesa; o dire alle persone che soltanto adottando lo stile di vita cristiano allora eventualmente potrebbero essere in grado di raggiungere lo status di credente. Tutte le religioni tendono a seguire le regole alla lettera ed a mancare lo spirito.
Qualcuno potrebbe chiedersi se ciò che stiamo presentando in questi scritti stia dando alle persone una giustificazione per non dare ascolto od ubbidire a qualsiasi scrittura che a loro non piacesse. Qualsiasi passo biblico che esorta a vivere in un certo modo e che a noi non piace potremo giustificarci e dire: “Io non ho bisogno di ubbidire alla lettera perché sto dando ascolto allo Spirito”. Quando non abbiamo voglia di ubbidire allora per noi lo Spirito è tutto un “pace e amore”. Come si fa a sapere cosa significa ubbidire allo Spirito della Scrittura senza la pesantezza della legge? Lo Spirito dà vita e la lettera uccide come dice l’apostolo Paolo. Come possiamo applicare questo insegnamento senza cercare delle scuse per non seguire ciò che le Scritture ci indicano? Gesù ci dice come: tramite l’ermeneutica. L’ermeneutica è l’arte, la scienza e il talento dell’interpretazione delle scritture. L’ermeneutica di Gesù ci viene descritta nel capitolo di Matteo 12. Lì ci insegna come interpretare la Bibbia.
Riguardo alla salvezza, di una cosa sono certo: un seguace di Gesù sostiene che Lui sia l’unica fonte di ogni suo bisogno. Gesù è la fonte della vita Eterna e della verità. Come seguaci di Cristo dovremo ammettere di avere molte domande e poche risposte. Possiamo essere certi di una cosa però: Gesù è la fonte e ha le risposte di cui abbiamo bisogno. Perciò lo seguiamo con dedizione. Seguire Cristo vuol dire proprio seguirlo, non consiste nel saper rispondere a tutto o nel avere tutte le dottrine giuste. Un seguace di Cristo ammette che Gesù è la fonte e solo Lui ha tutte le risposte. Ci dedichiamo anzitutto alla Sua persona e impariamo anche la dottrina e i credi in relazione a Lui.
Il ladro sulla croce non aveva conoscenza di nessuna dottrina di teologia trinitaria o di sicurezza o insicurezza eterna, l’unica cosa di cui era sicuro era che Gesù fosse la risposta alla sua preghiera, la sua unica speranza. Il ladro chiese a Gesù di diventare la sua fonte; gli chiese di ricordarlo, lo ritenne il suo biglietto per il Paradiso. La sua conoscenza non c’ entrava niente, Gesù diventò il suo tutto. Il mistero è che lui chiese aiuto a Gesù ed ottenne la risposta che cercava.
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