PARTE 2
I discepoli ricevettero un addestramento particolare per far conoscere la Buona Notizia della venuta del Suo regno. Una volta si trovarono in difficoltà perché non erano riusciti a cacciare via un demone da una persona. Marco 9:25 “Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più».” Qui Gesù utilizzò la sua “formula magica”, la Sua preghiera o il Suo appello all’autorità. Disse: “Vai via e non tornare mai più!”. Quando i discepoli chiesero: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». In Marco 9:29 Gesù rispose: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Esistono alcune forze spirituali così intense che anche solo rappresentare la Sua autorità non basta, dobbiamo pregare per attingere dal deposito d’energia cosmica; la preghiera. C’è bisogno di pregare e lasciare che il Padre ci guidi e ci indichi cosa fare.
Gesù spiegò ai discepoli che nessuno fosse in grado di cacciare quel demone perché c’era bisogno di preghiera, ma leggiamo nel verso 25 del vangelo di Marco che Gesù non pregò. Il Suo stile per compiere miracoli, il Suo modus operandi era unico, Lui non copiava mai nessuno. C’era qualcosa nella Sua autorità e nel modo in cui prendeva detta autorità che potrebbe considerarsi totalmente arrogante ed offensivo o semplicemente vero.
Ricordiamo che Gesù si trova in una categoria unica se confrontato con tutti i principali leader religiosi e qualsiasi altro personaggio all’interno del movimento cristiano. Nessun leader religioso è mai stato in grado di copiare, né di raggiungere quel livello di potere soprannaturale o magico. Nessuno è mai riuscito in quell’ impresa.
In quali modi edificava, incoraggiava ed ispirava alcune persone mentre abbatteva la religione? Per quali motivi lo hanno ucciso? Cos’è che ha minacciato la classe dirigente così tanto che hanno deciso di farlo fuori? La risposta è: la Sua sfacciata inosservanza dei limiti religiosi.
In Matteo 8 leggiamo che uno dei suoi primi miracoli fu la guarigione di un lebbroso. Cosa fece Gesù in quel caso? Si avvicinò al malato e lo toccò. Quando guariva altri tipi d’infermità non sempre lì toccava ma nel caso specifico dei lebbrosi, di quella categoria di persone considerata intoccabile, Lui si assicurava di farlo. La Torà ordinava di non toccare persone del genere, ma Gesù lo fece spesso. Gesù trovava diversi modi per offendere la sensitività religiosa delle persone anche dimostrando d’essere superiore alla Torà. In altre parole, “La legge di Dio dice questo ma ciò non si applica a Me”. Atteggiamento molto scortese a meno che uno non sia Dio. Dio è al di sopra della legge. La legge non è al di sopra di Dio, altrimenti la legge sarebbe Dio e Lui dovrebbe sottomettersi all’autorità massima dell’universo: la legge; ma non è così. Dio è la somma personalità dell’intero universo e la legge è semplicemente qualcosa che Lui diede agli uomini per un periodo per aiutarci. Dio è sempre al di sopra di essa prima, durante e dopo. Gesù si comportò come se fosse Dio di fronte agli insegnamenti della Torà.
I lebbrosi o chiunque fosse afflitto da qualsiasi malattia della pelle, erano persone tutte quante emarginate e allontanate dalla popolazione costretti a vivere in una colonia di lebbrosi tutti insieme. L’unico modo per uscire da quella situazione era guarire in qualche modo e dimostrarlo dopo un periodo di tempo, dopo aver offerto un sacrificio di pentimento. Quando Gesù guariva queste persone stava dandoli l’unica opportunità della loro vita per poter reintegrarsi nella loro comunità, non era una semplice guarigione del corpo, stava guarendo la loro vita. Lui costruì un ponte toccandoli e non aspettò che fossero guariti per farlo.
Le persone si avvicinavano a Gesù sperando d’essere guarite e Gesù rispondeva guarendole a 360 gradi; cambiò la rete delle loro relazioni per il resto della loro vita. Penso che dovremo rimuovere in modo radicale qualsiasi barriera tra di noi e la nostra comunità. Ciò che Gesù stava compiendo attraverso il Suo ministero era far crollare le barriere tra le persone escluse e la loro comunità. Cristo metteva in relazione gli uni con gli altri e includeva i reietti della società. In quali modi possiamo fare la stessa cosa anche noi? Cosa possiamo fare per essere più accoglienti e far sentire le persone benvenute?
L’incollerito rifiuto di Gesù verso l’etichetta “noi e voi” fu causa di molti problemi per Lui. Il vangelo di Luca racconta che Gesù stava insegnando nella sinagoga parlando della guarigione che il Messia avrebbe portato. Diede un messaggio molto incoraggiante dicendo che Lui fosse il Messia e possiamo vedere nel testo che le persone accolsero le Sue parole molto bene. Poi proseguì citando due esempi dalla Torà dove spiegò come quella profezia si sarebbe adempiuta. Entrambi gli esempi parlavano dei gentili e della loro guarigione, non disse niente riguardo a Israele. Cominciò dando loro il messaggio che ci sarebbero state delle guarigioni ed una restaurazione. Andò poi avanti dando loro degli esempi di come queste cose sarebbero accadute, citò la Torà e parlò di come i gentili sarebbero stati inclusi in questa restaurazione. A questo punto la gente andò su tutte le furie e le cose si misero male. Gesù sembrò voler comunicare dall’inizio che avrebbe lanciato un programma per creare diversità e unità; un programma che richiedeva la necessità d’allargare le vedute e che avrebbe rappresentato una sfida. Questa sfida è reale e presente ancora nei nostri giorni.
Diversità e unità.
Quest’estate ho partecipato ad un campo estivo organizzato da cristiani molto conservatori. Questi s’impegnavano a fare del loro meglio ad ubbidire a ciò che le scritture dicevano senza cercare delle scuse. Quando si presenta qualcuno con quel tipo di passione e si leggono passi come quello che parla di Gesù e di come lavò i piedi ai discepoli, ci si chiede: cosa voleva dire? Significa che dobbiamo continuare detta pratica tutt’ora? O era piuttosto un modo di benedire le persone nella cultura di quei giorni? Dovremo cercare invece d’applicare il principio da Lui insegnato e benedire le persone in modi che si possano capire nel nostro contesto attuale? Queste due opinioni provengono da due gruppi di persone che veramente desiderano fare ciò che Dio vuole senza scuse.
Confrontandomi con questa comunità conservatrice, ci sono punti che ovviamente la pensiamo in modo diverso e anche se facciamo parte della stessa denominazione, diciamo che essi hanno dovuto allargare le loro vedute con me. Penso che non immaginavano che persone come me esistessero nel mondo cristiano, (ho la barba e i capelli lunghi). Anch’io non ero a conoscenza di persone come loro e siamo entrambi parte dei Fratelli in Cristo. Abbiamo speso il resto della settimana a cercare di capirci a vicenda. E’ stata un’esperienza molto arricchente.
Ho parlato con una coppia ottantenne per un’ora e abbiamo anche pianto insieme a causa di diverse incomprensioni e per il male che avevamo causato l’uno all’altro. Ho parlato con adolescenti che vestivano in modo estremamente all’antica che mi hanno detto: “non sapevo che persone come te potessero essere cristiane, ti avevo visto prima e ho pregato per la tua salvezza, non avevo idea che eri uno dei relatori!” Non è che volessero essere legalisti, loro in tutta sincerità cercano d’obbedire alle scritture. E’ stato un bello scambio di esperienze perché anche noi stiamo facendo del nostro meglio per seguire le scritture. Che ricchezza!
Ciò che sorprende è che la maggior parte delle denominazioni avrebbero preso una posizione ferma su questi temi e si sarebbero divisi.
I protestanti sono bravi in questo campo. Essi protestarono, si divisero ed hanno continuato a farlo nel corso della storia fino ad oggi. Noi abbiamo nella nostra denominazione delle persone estremamente conservative ma la nostra missione non consiste in cambiare il loro modo di vivere la loro fede, la nostra missione consiste invece nel trovare l’unità nella nostra diversità. In che modo possiamo farlo? Ciò richiede molta fatica e non è per niente facile. Sarebbe più semplice dettare delle regole, ma è così bello e arricchente quando cerchiamo insieme l’unità. Se una persona come me fu accettata nei loro cerchi e non solo invitata ma gli è anche stato permesso d’insegnare e influenzare il pubblico con ciò che aveva da dire ad un incontro così conservatore allora siamo in grado di fare qualsiasi cosa. I nostri piccoli problemi che hanno a che fare con la personalità di un fratello che non ci piace o cose del genere rappresentano un insulto se permettiamo che queste piccolezze ci dividano anche solo nel senso emotivo. Sono molto incoraggiato, facciamo parte di un movimento che sta facendo del suo meglio per rimuovere in modo radicale le barriere imposte dalle loro stesse comunità e rifiutando d’etichettare altri con un atteggiamento “noi e voi”.
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