Il ministero di guarigione di Cristo fu ciò che attirò le folle più di ogni altra cosa. Altri aspetti della Sua vita e dei suoi insegnamenti furono importanti ma niente attirava le folle tanto come i suoi miracoli. Spesso il nostro proprio bisogno è il punto di partenza quando iniziamo a relazionarci con Dio; come all’inizio di un’amicizia, la prima cosa che ci chiediamo è se ci piace stare con quella persona e se detta relazione potrà offrirci qualcosa.
Nel ministero di guarigione di Gesù persone provenienti da ogni luogo si avvicinavano a Lui. La medicina in quei giorni non aveva molto da offrire e tante persone avevano sofferto a causa delle diverse cure sperimentali alle quali li sottoponevano i medici. Perciò, quando si presentò una persona che offriva guarigione e otteneva risultati, la notizia si sparse.
Sia i vangeli sia gli storici laici antichi concordano su un fatto: Gesù compiva dei miracoli. Il suo ministero di guarigione qualche decennio fa veniva visto dagli scettici con pregiudizio a causa del soprannaturale ma oggi la loro opinione è cambiata. Gli scettici non sostengono che Gesù di Nazareth sia stato il Messia o il Figlio di Dio, credono invece a due fatti storici: Gesù aveva la capacità di compiere atti miracolosi, una sorte di taumaturgo e credono anche che sia stato crocifisso sotto il giudizio di Ponzio Pilato. La questione per questi scettici consiste nel capire le sue capacità soprannaturali e da dove provenissero. Era un illusionista o mentalista? Operava utilizzando il potere della suggestione? Conosceva le arte magiche o aveva in se il potere di Dio? Queste sono le domande che affronteremo in questo studio.
Gesù si trova in una categoria unica in confronto al resto dei leader religiosi; non solo era capace di guarire le persone ma aveva anche il desiderio di farlo. Il Budda per esempio, dissuadeva i suoi fedeli dal fare qualsiasi miracolo e lui non l’offrì a nessuno. Una storia buddista racconta che un uomo andò a trovare il Budda Gautama e gli disse: “Ho meditato per vent’anni per riuscire ad attraversare questo fiume camminando sull’acqua.” Lo disse speranzoso di trovare la risposta o per ricevere la benedizione del Budda. Gautama rispose dicendo che la sua domanda lo deludeva e che secondo lui il miglior modo per attraversare il fiume fosse prendere il traghetto dopo aver acquistato un gettone. Un saggio consiglio. Budda non era interessato ai miracoli.
Maometto sosteneva che i miracoli appartenessero alla sfera di Allah; Dio e Dio solo.
Anche i nemici di Gesù pensavano che fosse un taumaturgo. Nei vangeli, le persone che lo accusarono non avevano mai messo in discussione il fatto che compisse dei miracoli ma si chiedevano da dove provenisse il suo potere. Paul L. Maier, storico, autore e professore di storia antica nell’università di Western Michigan quando venne a visitarci, ci mostrò il mandato di arresto di Gesù di Nazareth, una scritta antica ebraica appartenente al sinedrio. La scritta diceva: “Gesù il Nazareno sta per essere lapidato perché ha praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l’apostasia.” Gesù compiva dei miracoli ed otteneva risultati e in più attirava le persone a se stesso, cosa considerata come apostasia. Lo scritto continua: “Chiunque sappia qualcosa a sua discolpa venga e difenda il suo operato. Se siete a conoscenza di dove si trova, riportatelo al sinedrio a Gerusalemme.” (Estratto da Soncino Babylonian Talmud, Tractate Sanhedrin folio 43a). Questa scritta antica è un’evidenza positiva proveniente da una fonte ostile, da qualcuno che non ha niente di buono da raccontarci di Gesù. Questo tipo di evidenza viene considerata tra le più autorevoli nell’ambito storico perché sono delle verità storiche verificabili. I miracoli sono davvero accaduti.
Qual è stata la motivazione per cui Gesù guariva le persone? Me ne vengono in mente tre:
1) C’era un bisogno e Lui lo colmava. Se non ci limitiamo a guardare questi eventi in modo superficiale potremo notare che c’era molto di più. La compassione è l’emozione con cui Gesù venne descritto quando operava questi miracoli; li compiva spinto dal desiderio di aiutare.
2) Gesù utilizzava i miracoli per dare dimostrazione della sua posizione. O era un profeta mandato da Dio o era il Messia.
3) I miracoli contribuivano ad illustrare il Suo messaggio e missione. Quando ristabilì la vista ad un cieco disse, “Io sono la luce del mondo”. Quando risuscitò Lazzaro dai morti poco dopo affermò: “Io sono la risurrezione e la vita”. Dopo aver moltiplicato il pane nel deserto per migliaia di persone dichiarò: “Io sono il pane della vita”, in altre parole, “Io sarò la vostra fonte di nutrimento.” I suoi miracoli illustravano ciò che Gesù volesse affermare.
Dopo aver moltiplicato il cibo per 5000 uomini escluso le donne e i bambini, sorge spontaneo chiedersi; come mai le donne non furono contate, non avevano valore? Se uno deve quantificare il numero delle persone all’interno di una moltitudine sarebbe una grande fatica separare i maschi dalle femmine, vero? Una impresa molto difficile a meno che gli uomini non fossero tutti insieme da una parte e le donne dall’altra. Erano stati separati per un proposito, fu ritenuto importante conoscere il numero preciso degli uomini presenti per qualche motivo. Nella versione del vangelo di Marco capitolo 6 dice che divisero gli uomini in gruppi di 50 o 100, dovevano essere organizzati e sapere quanti uomini fossero presenti perché era importante. Come mai? Se Lui era il Messia, cosa avrebbe dovuto fare dal punto di vista ebraico? Gesù avrebbe dovuto radunare e schierare gli uomini incoraggiandoli a formare un esercito per combattere i romani e liberare Israele. Quindi, quando Gesù guidò le persone nel deserto fuori città e offrì loro del pane ed iniziò a preparare i loro cuori, era importante per gli autori specificare il numero dei combattenti. Gesù aveva un “esercito” di 5000 uomini quando fece questo miracolo.
Cristo compì un miracolo di questo genere sia dalla parte del mare della Galilea dove c’era la predominanza della popolazione ebraica sia dall’altra parte del lago dove la predominanza della popolazione era gentile, cioè non ebraica. La differenza tra questi due miracoli di moltiplicazione del cibo si trova nel numero delle persone che testimoniarono il miracolo e nel numero di cesti di cibo avanzato. Gesù disse in Matteo 16:9, 10 “Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e quante ceste avete portato via? E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte avete raccolto?” Anche il numero del cibo rimasto ha la sua importanza; le 12 ceste che erano avanzate dalla parte ebraica rappresentavano la ricostituzione di Dio delle 12 tribù del vero Israele. Dalla parte dei gentili c’erano rimaste 7 ceste. Il numero “sette” rappresenta la compiutezza e la perfezione di Dio per tutte le nazioni. Ci vollero sette giorni per la creazione del mondo e quindi il numero sette rappresenta il numero di partenza di completezza per tutti. In altre parole, Gesù stava ricostituendo il vero Israele riformandolo; e questo sarebbe accaduto se le persone lo avessero seguito. Israele sarebbe diventato il popolo che Dio aveva desiderato che diventasse includendo anche il resto del mondo non ebraico per dare anche a loro la possibilità di diventare ciò che Dio aveva in mente per essi.
Nel vangelo di Marco 8:14-21 Gesù spiegò ai discepoli in modo più dettagliato i principi che voleva insegnare ma essi non lo capirono. Gesù cercò d’insegnare loro che anche nel miracolo più banale dovevano cercarne la motivazione perché il miracolo serviva sì ad adempire un bisogno immediato, ma c’era anche un significato più profondo da scoprire. Bisognava ascoltare bene e cercare di capire ciò che desiderava insegnare come nel caso del miracolo della moltiplicazione del cibo.
In diverse scritture i leader religiosi hanno presunto che Gesù fosse così potente e avesse tanto successo nel compiere i suoi atti miracolosi che per certo non poteva trattarsi di un imbroglio o di una specie di controllo mentale, quindi, arrivarono ad una conclusione: si trattava di un potere soprannaturale che senz’altro procedeva dal diavolo. Le persone in quel momento hanno dovuto scegliere.
Gesù visse in modo così radicale che coloro che desideravano essere religiosi dovettero per forza scegliere se seguirlo o meno. Seguire Cristo significava sfarsi della propria religiosità piuttosto che aggrapparsi ad essa senza dare ascolto a ciò che Gesù stesse insegnando. Ricordiamo che qui non si sta parlando dell’ebraismo in contrapposizione a Cristo, Gesù è venuto per adempire l’ebraismo. Gesù si contrappose invece alla versione religiosa di ciò che significa avere fede, cosa che prima o poi si applica a tutti noi.
Io penso che sia stato molto difficile per i leader religiosi riconoscere che il suo potere provenisse da Dio perché ogni volta che Gesù aiutava qualcuno e lo edificava, allo stesso tempo abbatteva l’istituzione religiosa in qualche modo. Per loro, questo modo di fare non aveva senso. Di seguito approfondiremo degli esempi dove questo avvenne.
L’autorità divina con cui agiva e il potere che dimostrava furono tra le prime azioni considerate offensive. Abbiamo già approfondito questo concetto in parte in un altro studio dove si è parlato dei Suoi insegnamenti e di come insegnasse con autorità divina. Nel vangelo di Marco capitolo 1 Gesù scaccia un demone e in Matteo 8, Marco 5 e Luca 8 Gesù caccia via una legione di demoni. Due autori del vangelo raccontano che la persona era una ma Matteo dice che erano in due. Comunque sia, qua si parla di una legione di demoni. Una legione nell’esercito romano era formata da 4 a 6 mila soldati; un vangelo racconta che duemila maiali furono posseduti da detti demoni, si parla di migliaia di demoni. Gesù dialogò con detti spiriti malvagi e poi li mandò via. Tutto senza un grande sforzo. In quei giorni l’esorcismo era una pratica piuttosto normale. C’erano molti che lo praticavano, alcuni con più successo degli altri. Nel campo dell’esorcismo come anche nel campo degli insegnamenti uno doveva trovare una fonte di potere da dove provenisse l’autorità per compiere questi atti; detta fonte poteva essere il nome di Yahwe, gli insegnamenti della Torà, etc. L’esorcista di solito si presentava nominando la fonte della loro ‘autorità. Nel mondo pagano si eseguiva la stessa pratica, nominando il dio o la dea da dove provenisse il loro potere. Gesù invece non utilizzò l’autorità di nessuno e cacciava via i demoni nel suo proprio nome, a volte senza neanche menzionarlo e chiedeva ai demoni semplicemente di andare via. Il suo “incantesimo” la sua “formula magica”, il modo in cui attingeva al potere dell’universo era chiedere loro di andarsene, soltanto perché lo chiedeva Lui stesso.
Marco 9 ci racconta come Gesù volesse tramandare la Sua autorità ai suoi discepoli, ma quando essi uscirono non fecero esattamente come Gesù; invece di chiedere ai demoni di andare via nel loro proprio nome lo fecero nel nome e nell’autorità di Cristo. Chiunque rappresentasse Gesù da quel momento in poi ha avuto bisogno d’attingere dal Suo nome o dalla Suo autorità. Noi siamo semplicemente i Suoi rappresentanti, i Suoi delegati.
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