Sono totalmente convinto che se Gesù di Nazareth fosse tra di noi oggi in carne ed ossa e se fosse un personaggio famoso, senza dubbio riempirebbe le pagine di tutti i giornali o riviste di gossip con regolarità. La sua vita fu piena di scandali.
In questa cultura lo scandalo è qualcosa che piace a tutti. Forse perché si tratta di qualcosa che offende la nostra sensibilità ma in modo indiretto. La nostra definizione di scandalo è quando qualcosa di offensivo capita agli altri oltraggiando la cultura della nostra società o i nostri schemi comportamentali. Se qualcosa d’oltraggioso capita a noi in prima persona lo consideriamo una tragedia ma se succede a qualcun altro, allora è uno scandalo. Gesù ha vissuto una vita meravigliosamente scandalosa.
In questo studio approfondiremo i diversi scandali di Cristo così come sono senza reinterpretazioni o l’introduzione di concetti strani. Sono sicuro che se leggiamo la Bibbia senza preconcetti è quasi impossibile non notare lo scalpore provocato da Gesù nella società in cui ha vissuto. Quando paragoniamo il periodo storico in cui Cristo visse con la nostra cultura fondamentalista tradizionalista della società attuale ci colpisce quanti similitudini ci siano e che quello che Gesù ha fatto sarebbe considerato scandaloso anche oggi. Gesù spesso presentava se stesso in modo indecoroso.
“Skandalon” è una parola greca che continua a comparire nei testi biblici nel vangelo. Un termine che Gesù usa molto spesso nelle sue descrizioni. La parola “scandalo” deriva proprio da questo vocabolo. E’ un termine molto suggestivo ed ha molti spunti e significati, alcuni di questi sono: “ostacolo”, “inciampo”, “pietra d’inciampo”, “offesa”, “trappola”, “qualcosa che ti intrappola in un modo inaspettato”, “oggetto di disapprovazione”. La definizione del verbo “Skandalizo” è “essere causa d’inciampo per qualcuno”. Sarebbe giusto dire che Gesù era proprio bravo in questo campo.
Ora approfondiremo un po’ il pensiero di Kierkegaard in modo veloce e citeremo alcune delle sue parole dove lui cerca di descrivere la sua percezione di Gesù e della chiesa nei suoi giorni. Vedremo se ci sono delle lezioni da trarre dal suo vissuto perché per molti aspetti le cose che stiamo imparando noi da Cristo erano dei principi che anche Kierkegaard stava imparando in quel momento.
Analizzeremo anche dal punto di vista del vangelo le reazioni opposte che le persone hanno avuto dinanzi alle provocazioni di Gesù. Ci sono tanti principi che possiamo applicare alla nostra vita.
Ho menzionato prima che lo scandalo ci piace perché può essere anche una comoda forma d’intrattenimento quando accade agli altri e ci piace discuterlo tra di noi e leggerlo nei giornali. La vita di Gesù ci porta a reagire o con un atteggiamento di fiducia oppure offendendoci. Avendo detto questo, non considero che offendersi sia di per se negativo perché almeno dimostra che quello che ha detto o fatto Gesù in qualche modo ci ha toccato.
Tanti hanno l’immagine sbagliata di Cristo. Un’immagine di un Gesù figlio dei fiori smidollato. Le persone che la pensano in quel modo non hanno idea di come Gesù abbia sfidato la classe religiosa dirigente di quei tempi né della grandiosa potenza, unzione ed abilità che dimostrò. Speriamo che questi studi ci incoraggino a reagire e a non rimanere apatici.
Gesù spesso faceva qualcosa di particolare: quando Li chiedevano una cosa, Lui dava una risposta totalmente inaspettata. Gesù utilizzava la loro domanda per far venire a galla il bisogno più profondo delle persone portandoli a dialogare, cosa che non erano affatto intenzionati a fare all’inizio. Lui sfidava la gente, a volte li riprendeva d’improvviso, o diceva loro qualcosa di scioccante. Quando studiamo la Bibbia, particolarmente i vangeli, è difficile rimanere imperterriti. Infatti, se Gesù è veramente Colui che ha detto d’essere e se i miracoli sono veramente accaduti; se Lui è ancora vivo, allora la sua storia non è ancora finita e tutt’oggi continua.
Ascoltare la storia di Gesù nei nostri tempi significa esporci alle stesse sfide poste ai farisei e ad altri che si avvicinavano a Lui. Rimarremo coinvolti nella Sua storia come nei giorni degli apostoli e dovremo fare una scelta. Scegliere di seguirlo oppure di offenderci ed andare via senza volere sentire più niente. In entrambi i casi volendo o no, saremo sempre parte della Sua storia.
La Bibbia non ci fa rimanere apatici perché la lettura di essa ci attira a sé e ci coinvolge. Nel film “La storia infinita” c’è una scena in particolare dove si vede un ragazzino che legge un libro e il libro che sta leggendo lo risucchia e lui diventa parte della storia; una bella analogia di ciò che accadrà con questo studio. Come ho detto prima, sentirci offesi dalle provocazioni di Gesù è qualcosa di positivo perché dimostra che ciò che ha detto ci ha toccato nell’anima. C’è da stare attenti però a non togliere la possibilità agli altri d’essere offesi da Cristo stesso, offendendoli prima noi con il nostro chiesianiesimo o con la nostra propria cultura chiesiastica, leggi e rituali da noi creati. Gesù ci avverte di lasciare fare a Lui. Lo scandalo non dovrebbe essere causato dalle nostre parole fuori luogo o dalle nostre azioni sbagliate. E’ vergognoso quando alcuni di noi mascheriamo i nostri errori dicendo che “Gesù opera in questo modo” quando in realtà non è vero. Tristemente molto spesso siamo noi, i cosiddetti cristiani a rappresentare la pietra d’inciampo per gli altri, e non Cristo.
Gesù ci diede un avvertimento a riguardo in Matteo capitolo 18:1 e in Luca 17 dove dice: “E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono!” Se la causa dello scandalo sei tu, “sarebbe meglio per te che ti fosse messa al collo una macina da mulino…”. I passi biblici appena letti sono affermazioni davvero scandalose. Alcuni commentatori della Bibbia hanno rifiutato di credere che Gesù avesse detto tale parole spiegando che il “macino” al collo in realtà si riferisse ad un tipo di roccia porosa che galleggia. Perciò, quando la persona veniva gettata in mare non affogava perché il macino in torno al collo faceva le veci di salvagente. Questo perché per loro quelle parole erano “troppo forti” e hanno cercato di cambiare il significato.
Nel vangelo Gesù ci libera dalla religione per poter sperimentare direttamente la Sua grazia, relazione e misericordia. Se stai già sperimentando il prezioso messaggio di Gesù in questo modo, non abbiamo bisogno d’aggiungere niente. Molto ci è stato dato e perciò, molto ci verrà richiesto.
E’ naturale dedurre che Gesù sia stato il fondatore della religione cristiana, ma non è così. Gesù ha fatto il contrario, Lui ha messo fine alla religione per lasciar spazio alla nascita di qualcosa di nuovo, fresco e relazionale.
L’apostolo Paolo disse in Romani 14:13 “Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.” Se Paolo ci ammonisce a non essere d’inciampo con i nostri fratelli e sorelle nella fede, ancora di più non dovremo utilizzare la nostra libertà come occasione per offendere le persone che si trovano al di fuori del nostro cerchio fraterno.
Gesù utilizzò parole e compì delle azioni molto offensive, cosa che solo Lui si poteva permettere di dire o fare. Ricordate, Lui è Dio e noi no. Noi non abbiamo lo stesso diritto.
Kierkegaard sostenne che la chiesa istituzionalista dei suoi giorni fosse la pietra d’inciampo più grossa del mondo. Un ostacolo enorme che impediva alle persone d’avvicinarsi a Cristo o di capire bene il vangelo. Considerava la chiesa, intesa come istituzione religiosa, il più grande nemico di Cristo. Kierkegaard fu uno dei padri del fideismo esistenziale. Lui era una persona appassionata di Gesù che odiava il sistema chiesiastico. Mi immagino che Cristo sarebbe stato un suo grande amico perché entrambi erano sullo stessa onda. Secondo Kierkegaard, si può vivere in tre modalità esistenziali o “sfere di vita” che si escludono fra loro. Quando uno sceglie la sua propria sfera di vita è impossibile vivere nel contesto delle altre due. Queste sono: la vita estetica, la vita etica e la vita religiosa. Ora faremo riferimento a due sfere.
La vita estetica, tradotto in termini normali sarebbe una persona impulsiva che vive per se stessa. Quello che sente di fare lo fa.
Sfera religiosa: per contrastare questo modo di agire, molti diventano estremamente religiosi e per tenere a bada quei sentimenti diventano ossessionati dalle regole. Questo è il contesto biblico di religiosità ed è ciò che intendiamo quando parliamo di questo tema.
Secondo Kierkegaard, non basta andare in chiesa e vivere una vita religiosa retta. Il vero cristianesimo consiste in viverlo partendo dalla nostra anima, dal nostro interiore. In termini moderni si potrebbe dire che abbiamo bisogno di vivere in un modo più spirituale, cioè, superare il nostro egocentrismo, la nostra propria religiosità e cercare di vivere più nello spirito. Per lui, l’istituzione religiosa non era la vera chiesa. Il cristianesimo vissuto soltanto all’interno di una sfera etica o religiosa non era sostenibile. Che Dio ci aiuti a non vivere la nostra fede anche noi in quel modo.
Kierkegaard inventò la parola inglese “christendom” (regno cristiano) che viene dalla parola “kingdom” (regno) per riferirsi al sistema cristiano istituzionale. Un sistema ben lontano dal semplice vivere insieme come comunità cristiane.
Se qualsiasi istituzione o gruppo religioso di qualsiasi tipo sostiene di garantire la salvezza soltanto appartenendo a quel gruppo specifico, sappiate che questo non è il vangelo di Cristo. Gesù ci ha detto che per avvicinarci od avere una relazione con Lui non è necessario appartenere a nessun gruppo religioso. Noi ci raduniamo qui con il semplice proposito di celebrare insieme. Uno è libero di radunarsi in qualsiasi posto. Noi non siamo gli unici che siamo a conoscenza di queste verità e se lo sostenessimo saremmo diventati un altro sistema religioso anche noi. Stiamo insieme perché insieme possiamo fare molto di più che da soli. Quindi, se vi trovate in un posto dove sostengono d’essere gli unici a conoscere Dio, siate consapevoli che la verità è tutt’altra.
1 Timoteo 1:5 “Uno solo infatti è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù…” Ci sono dei gruppi che non interpretano questa scrittura bene sostenendo d’essere loro i mediatori tra noi e Dio. Pensare che frequentare la Meetinghouse automaticamente ci fa stare sulla strada giusta è uno sbaglio. E’ molto pericoloso credere di aver toccato il traguardo perché ci porta ad adagiarci ed a “stagnare”, a diventare istituzionalisti e rigidi invece di veri cristiani. Mi riferisco a noi, perché questo è qualcosa che ci può capitare benissimo e lo dovremo tenere sempre presente.
I cristiani religiosi che si credono seguaci di Cristo non sono altro che prodotti stereotipati della nostra società occidentale tradizionalista religiosa. Possiamo dire tutto in modo perfetto, ma ciò non basta. Ci dovremmo sempre chiedere: cosa farebbe Gesù se fosse qui? Come reagirebbe Gesù di fronte a questa situazione? Se non mettiamo questo in pratica sminuiamo ciò che Cristo ha fatto per noi. Gesù non è modellato a modo nostro e dovremmo essere preparati a ciò che Lui ci vuole insegnare e mostrare. Spesso ciò che ci insegnerà non sarà sempre piacevole o come lo aspettavamo e molto spesso ci farà sentire scomodi. A volte comunichiamo con Gesù parlando solo noi e immaginando le sue risposte sempre a modo nostro invece di fermarci e sentire ciò che ha da dirci veramente. Molte volte ci scombussolerà la vita e ci mostrerà di aver sbagliato.
Matteo 11:6 dice: “Beato colui che non si scandalizza di Me”. Beato chi non inciampa per causa della fede. La peggior scelta è quella di rimanere apatici. L’altra è quando si sceglie di rimanere scandalizzati ma scegliere in questo modo perlomeno dimostra che abbiamo dato ascolto. Gesù ci spinge ad andare oltre e ci incoraggia a prendere a cuore le sue parole: “Sono Signore della tua vita”. Un concetto altamente rivoluzionario e radicale. Ci sarà senz’altro una benedizione speciale, una trasformazione della tua vita, della quale varrà la pena.
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