PARTE 3
Dare enfasi non all’apparenza, ma all’aspetto interiore di una persona è un principio importante da applicare che vale sia per me che per voi. Anche il principio di dare enfasi non alla regola in se, ma al principio interiore che la contiene, ci aiuta a non generalizzare, a non diventare legalisti e soprattutto a coglierne il succo da applicare per migliorare la nostra vita. Per esempio, nel sermone del monte Gesù disse in Matteo 5:30 “se la tua mano ti fa cadere nel peccato, mozzala…”, un principio di separazione radicale dalla tentazione. Quindi, siamo d’accordo nel seguire il principio di questo passo biblico, (non certo la lettera), ma ciò non vuol dire che affronteremo le stesse tentazioni. Per me, la più grande tentazione potrebbe essere sprecare ore del mio tempo a giocare video giochi e la soluzione per me sarebbe non averli in casa. Per un’altra persona invece, avere dei video giochi in casa non rappresenterebbe nessuna tentazione. Con questo esempio in mente il mio atteggiamento sarebbe sbagliato se sostenessi che tutti i video giochi vengono direttamente dall’inferno. Sarebbe sbagliato se andassi in giro a condannare tutte le persone che giocano, anche se fossi convinto di ciò che sto dicendo perché nel mio caso i video giochi sono il mio punto debole. Chi ha ragione? Chi sta sbagliando? Capite la differenza?
Se viviamo in base ai principi che Gesù ci vuole insegnare e cerchiamo d’applicarli alla nostra vita, probabilmente avremo percorsi diversi e quello che può essere buono per alcuni, può non esserlo per altri e quindi dovremo imparare a sostenere in modo comunitario i nostri percorsi individuali. La religione non può tollerare niente del genere. Sotto la religione c’è un forte bisogno di regole ben stabilite e precise del tipo: “Un vero cristiano è una persona che non beve, non fuma, non balla, etc., etc.” “Un vero cristiano non va al cinema e si deve vestire in un certo modo.” E’ più facile controllare le persone che vivono sotto le regole perché non c’è alcuna competizione. Invece quando si vive cercando di mettere in pratica i sani principi biblici si corre il rischio che qualcuno abusi di questa libertà.
Cosa succede se viene insegnato un principio biblico tipo la modestia nel modo di vestire che troviamo nel Nuovo Testamento? Se vogliamo approfondire come è giusto vestirsi quando uno va in chiesa, questa è una cosa che viene menzionata due volte ed in entrambi le occasioni la Bibbia consiglia di vestire in modo informale e non elegante per non far sentire male le persone di limitate risorse economiche obbligandoli in un certo modo a dover comprare dei vestiti nuovi per poter entrare a far parte di detta chiesa. (Giacomo 2:1-9, 1 Pietro 3:3, 4) Quindi, le persone che possono permettersi di vestire bene non dovrebbero farlo. Detto questo, non vuol dire che va bene diventare legalisti. Non è un peccato indossare un completo d’uomo o donna, o vestirsi eleganti. Qui si rischia di essere legalisti all’inverso pensando che si sia più spirituali se si indossa dei jeans. In questi passi sui vestiti troviamo un principio di modestia che ci insegna che forse non è il caso di vestirci intenzionalmente in modo provocante o con l’intenzione di attirare l’attenzione su noi stessi. La modestia ci insegna a stare attenti al luogo dove ci troviamo e a cosa sia appropriato indossare in quelle circostanze per non attirare l’attenzione a noi stessi in quel modo. Dovremo vestirci in un modo che ci permetta di mantenere la nostra integrità. Le persone prenderanno questo principio e lo applicheranno in modo diverso. Alcuni verranno vestiti in un modo ed altri in un altro.
Cosa accade se una persona si ribella volendo indossare dei jeans in chiesa per dimostrare di essere ribelle? In questo caso la reazione sbagliata sarebbe elencare delle regole sul vestiario per paura che qualcuno abusi del principio della modestia. Cosa accade se qualcuno abusa della libertà che ci è stata data e fa qualcosa di sbagliato? La risposta è che loro sono responsabili delle loro azioni davanti a Dio. Ma come? Non sarebbe meglio decretare delle regole per fermare le persone prima che possano peccare? Certo che lo potremo fare ma c’è un prezzo troppo alto da pagare.
Il resto del Nuovo Testamento è composto d’epistole che sono state scritte per aiutare le persone a capire e a vivere la nuova libertà che gli era stata concessa. Cosa hanno fatto con tutta questa nuova libertà? Come si fa ad applicarla? Ci vuole del tempo e dobbiamo affrontare questo percorso insieme. Ci vuole tanta grazia ma vale la pena perché è il modo di fare di Gesù. L’altro modo di fare è il modo di fare dell’anticristo.
Vivere sotto le regole facilita l’unità, invece quando si vive dando enfasi all’interiorità seguendo i principi si corre il rischio che si creino dei disaccordi a causa della diversità. Se tutti noi ci comportiamo e ci atteggiamo nello stesso modo è molto più facile andare d’accordo, perché tutti diremmo le stesse cose, difenderemo lo stesso punto di vista dottrinale sulle lingue, la guerra, il battesimo, etc., ma direi che sarebbe una forma piuttosto piatta e insulsa di essere uniti. L’unione costruita in quel modo è alquanto fragile perché appena qualcuno si esprime in modo diverso destabilizza l’unità del corpo.
Vivere sotto le regole aiuta a mettere le cose in chiaro, per esempio: “Un vero cristiano non beve alcolici!” un punto abbastanza chiaro, non c’è dubbio in detta affermazione. “Un vero cristiano è astemio!” affermazione molto chiara ma non biblica. La Bibbia dice che ci è permesso bere ma non ci è permesso ubriacarci. Qualsiasi cosa che minaccia il nostro autocontrollo, uno dei frutti dello Spirito Santo sotto qualsiasi forma è qualcosa che dovremo evitare come cristiani. Come si fa ad applicare quel principio in diverse situazioni? Per alcuni applicarlo vorrebbe dire evitare di andare al bar, per altri invece vorrebbe dire evitare dei buffet o troppe abbuffate. Ma la verità è che torna più facile creare una regola specifica e dire: “Un vero cristiano non…” a volte ho degli amici che mi dicono: “i miei amici che non sono credenti sanno che un vero cristiano non dovrebbe bere” Come mai? Lo hanno letto nella Bibbia o sono stati male informati? Forse hanno quell’opinione perché lo hanno sentito dalla chiesa o da un cristiano religioso.
C’è un inno che dice: “le persone capiranno che siete cristiani dall’amore che dimostrate” non dal vostro lungo elenco di regole. Ok, la Bibbia dice in 1 Tessalonicesi 5:22 “Astenetevi da ogni specie di male.” Perciò, molti pensano che significhi astenersi dal fare queste cose per evitare di dare una brutta impressione o una brutta testimonianza. Mi piace quando le persone fanno questo commento perché le sfido a trovarlo nella Bibbia. A quanti di voi, quelli che siete nati e cresciuti nella chiesa vi è stata insegnata questa dottrina? Quello che il passo significa è che dovremmo astenerci dal male ogni volta che esso ci si presenta davanti, dovremmo sempre cercare di scegliere il bene. Questo non vuol dire che dovremmo sempre assicurarci di non dare una brutta impressione di noi stessi, questo è un atteggiamento religioso anticristo. Gesù non applicò quel principio religioso alla Sua vita e ci diede dimostrazione.
Gesù stesso dice in Giovanni 7:24 “Non dovete giudicare secondo l’apparenza. Giudicate con giustizia, invece.” Giudicate in modo giusto e smettetela di fissarvi sulle apparenze come prova di giustizia. In Matteo 9:13 Gesù dice ancora: “Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio.” questo versetto è parte della replica che Gesù dà ai suoi discepoli nella festa di Matteo. Il passo prima, Matteo 9:12 disse: “«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.”
Gesù non si limitava a rispondere a tutte le domande che li venivano poste, molto spesso sfidava le persone a pensare e a cercare delle risposte da soli perché era fiducioso che le avrebbero trovate sapendo che erano capaci di farlo. Quando Gesù ha detto che desiderava misericordia e non sacrificio il popolo sapeva bene che stesse citando un versetto nel libro di Osea 6:6 che dice: “Voglio amore costante, non sacrifici. Preferisco che il mio popolo mi conosca, piuttosto che mi offra sacrifici.” Il termine utilizzato in ebraico per la parola “amore” è “hesed” che significa “amore leale e dedicato”, Dio desidera quel tipo d’amore piuttosto che un sistema religioso. Desidera essere conosciuto bene invece dei sacrifici. Desidera amore invece della legge. Desidera avere una relazione con noi invece dei rituali. Osea aveva piantato il seme, Gesù qui non stava introducendo un nuovo concetto ma raccogliendo il frutto del seme del Vecchio Patto.
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