Sembra che sia molto più facile ascoltare messaggi, prediche o sermoni pubblici che applicare un solo principio degli insegnamenti di Gesù alla nostra vita. Ricordiamo che quando Gesù parlava in pubblico indirizzava il Suo messaggio quasi sempre ad individui presenti nella folla. Dovremo sforzarci di cercare d’applicare tutti questi insegnamenti a noi stessi e chiederci come viverli nelle nostre relazioni con gli altri. In quale modo Gesù ci sta spingendo a scegliere? In quale modo ci sta mettendo in una posizione di dover schierarci da una parte o dall’altra?
La settimana scorsa abbiamo dato uno sguardo a Giovanni Battista e al suo movimento d’opposizione al tempio. Il battesimo è un’eredità meravigliosa, un gesto simbolico del fatto che anche noi ci stiamo unendo alla rivoluzione irreligiosa di Gesù di Nazaret; movimento di cui Giovanni Battista fu predecessore ed annunciatore. Gesù ci mise subito dinanzi ad una scelta tramite questo gesto simbolico: trovare la salvezza attraverso l’acqua vivente di Dio o tramite un sistema religioso. Dopo il Suo battesimo e dopo essersi identificato con quel movimento fuori dagli schemi lo Spirito Santo fu dato a Gesù per guidarlo e per fortificarlo. Più avanti Cristo ci battezzò con lo stesso Spirito.
Dopo aver ricevuto lo Spirito Santo Gesù andò nel deserto dove ebbe un incontro faccia a faccia col nemico, dopodiché arrivò il momento in cui iniziò ad insegnare. Cristo diede inizio alla sua carriera identificandosi con i peccatori. Ricevette anche il battesimo per il perdono dei peccati dando l’apparenza di essere un peccatore e unendosi al movimento in opposizione al tempio.
Dal momento in cui Cristo aprì bocca disse delle cose veramente scandalose e offensive. Si espresse in modo così fuori dagli schemi che molti hanno cercato di reinterpretare le Sue parole forti trovando impossibile che volesse dire ciò che è scritto, invece di lasciare che le Sue parole fossero interpretate nel loro contesto originale. Saremmo tentati di considerare che gli insegnamenti di Gesù non abbiano niente a che fare con noi e che siano lontani dalla nostra realtà, quindi, dovremo sforzarci per cercare di applicarli a noi stessi.
Se avete delle Bibbie, apritele a Matteo capitoli 5,6, e 7. In questa chiesa cerchiamo di analizzare come applicare gli insegnamenti di Gesù alla nostre vita e poi cerchiamo di metterli in pratica 365 giorni all’anno. E’ ovvio che non riusciremmo mai ad esprimere tutto il contenuto degli insegnamenti di Cristo in uno studio, ma per questa serie vorremmo evidenziare alcuni aspetti dei suoi insegnamenti radicali che hanno sconvolto maggiormente le persone di quei giorni. Ora ci concentreremo sul sermone del monte in Matteo 5, 6 e 7 ma spero tanto che non vi fermerete qui, ma che questi studi vi stimolino a voler leggere da soli, sempre cercando di vedere come applicare i Suoi insegnamenti alla vostra vita. Chiedetevi cosa Gesù stia cercando di comunicarvi nell’incontro personale che avrete con Lui.
Matteo 7:28,29 dice che “le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.” C’è da notare che Gesù esercitava la sua autorità per spiegare le scritture in un modo che nessun altro rabbino si era mai permesso di fare. In Matteo 5:17 Gesù dice: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.” Molti interpretano solo la prima parte di questo passo biblico dove dice che Gesù non è venuto ad abolire la legge sostenendo che Cristo non sia venuto per destabilizzare o per togliere dei concetti che ci fanno comodo. Ora analizziamo l’altra parte del passo; cosa significa “dare compimento”? Nella mia vita significa che tutte le regole, rituali e norme dell’Antico Testamento sono stati portati a compimento nella persona di Cristo. E’ come se Gesù dicesse: “Se voi vi unite a Me e al Mio movimento, anche voi avrete portato a compimento il vecchio patto.” Il vecchio patto viene adempiuto in Cristo. Lui non lo ha abolito ma lo ha assorbito nella Sua persona. Questo s’intravede negli insegnamenti di Gesù e dell’apostolo Paolo. Che inizio! S’intravede molta arroganza in questo passo biblico. Qua abbiamo un personaggio che sostiene di essere in grado di adempire tutto il vecchio patto da solo, «voi dovete solo seguirmi» disse Gesù. In 2 Timoteo 3:16 si legge che ” Ogni Scrittura è ispirata da Dio…”, cioè, il vecchio patto non è stato scartato, non è un recipiente inutile di conoscenza arcaica. Questa è una lettera di Paolo a Timoteo dove parla dell’Antico Testamento e del vecchio patto e di come queste scritture continueranno ad esserci utili perché contengono dei principi che possiamo ancora continuare a scoprire. Il sistema di salvezza è giunto alla sua fine con l’arrivo di Gesù e noi dobbiamo seguire solo Lui.
Notate che nel sermone del monte Gesù non cita mai nessuno, non si basa mai sull’autorità di nessun maestro o rabbino. Nel contesto di quei giorni i rabbini seguivano lo stile rabbinico che consisteva in citare di continuo altri maestri e fonti del passato per tenere vivi i loro insegnamenti e dare peso alle loro parole. Tipicamente un rabbino si sarebbe espresso in questo modo: «dico questo nell’autorità del rabbino Gamaliel cui insegnamenti erano basati sull’autorità del buon rabbino Halal. Ora procederò a spiegare le scritture.» Queste erano parole sentite spesso nei sermoni di qualsiasi rabbino. Gesù fa qualcosa di totalmente diverso; ci racconta ciò che pensa Lui stesso. Cosa mai fatta.
L’altra cosa diversa che fa e che non cita mai le Scritture a meno che non sia per cambiare qualcosa, non si appoggia mai sulla Bibbia come fonte autorevole quando predica. Quindi, il problema non era solo che Lui come insegnante non citasse altri insegnanti riconosciuti, ma che i Suoi insegnamenti non erano neanche basati sulle scritture ma basati su Se stesso. Vi ricordo che quando citava le scritture nelle Sue prediche lo faceva quando desiderava cambiarle. Non dice mai di voler basarsi sulle scritture. Il fondamento dei Suoi insegnamenti non è stato il vecchio patto, i nuovi scritti, altri insegnanti religiosi o nessuna storia o tradizione che lo abbia portato fino a quel punto. Il fondamento assoluto dei suoi insegnamenti è stato Lui stesso; per alcuni, qualcosa di terribile, per altri invece, segno d’autorità vera e genuina.
Lui ci spinge a scegliere perfino con il Suo stile. In questo capitolo troviamo le sei antitesi. Il suo stile d’insegnamento si svolge in questo modo: «Avete inteso che fu detto…» o «Fu pure detto…» e poi continua dicendo «Ma io vi dico…». Non sta dicendo di tornare alle vecchie scritture per poter capire la vera interpretazione di esse, Lui le cambia e basta. In altre parole, evidenzia che le scritture fossero vere ma poi va avanti cambiandole e facendo riferimento a Se stesso. Segue sempre questo schema ben definito.
Forse nelle vostre traduzioni della Bibbia troverete le parole “In verità io vi dico” o “In verità, in verità ti dico”. Il greco originale per quelle parole sarebbe “Amen” quindi, tradotto verrebbe “Io vi dico amen”. Vi sembra un po’ strano? Di solito noi utilizziamo il termine “amen” alla fine della frase, non all’inizio. Quando qualcuno nei nostri incontri dice qualcosa di cui siamo d’accordo diciamo “amen!”. Nei giorni di Gesù nella cultura ebraica la parola “amen” veniva utilizzata per confermare o accertare un fatto, per esprimere che uno fosse d’accordo. La parola “amen” veniva impiegata da una persona estranea all’oratore per incoraggiarlo o per confermare ciò che l’oratore aveva da dire. L’oratore non diceva “amen” a se stesso, si limitava a citare altri insegnanti per confermare ciò che aveva da dire o a volte citava delle scritture e se le persone erano d’accordo con ciò che avesse detto dicevano “amen” alla fine del discorso. Cos’è che fa Gesù in questi passi dicendo “Amen” all’inizio del suo discorso? Lui conferma, accerta e verifica le sue proprie parole dall’inizio. In altre parole, «Voglio che sappiate che Io sono d’accordo con tutto ciò che io ho da dire». Questo è il suo schema una volta dopo l’altra. Queste affermazioni fanno sì che i suoi insegnamenti vengano catalogati in tutta un’altra categoria.
Commenti recenti