C’è anche qualcos’altro da notare riguardo al battesimo praticato da Giovanni Battista; il fatto di aver scelto il Giordano era allo stesso modo simbolico. Gli israeliti entrarono nella Terra Promessa attraversando proprio quel fiume. Il popolo d’Israele aveva ricevuto un certo tipo di battesimo   quando attraversarono il Mar Rosso mentre lasciavano l’Egitto. Dio guidò il popolo aprendo un varco nelle acque per raggiungere l’altra sponda miracolosamente. Questo evento però non è stato l’unico momento in cui Dio operò in maniera miracolosa facendoli attraversare un corso d’acqua per aiutarli ad entrare nella Terra Promessa. L’altra occasione fu quando Giosuè, capo d’Israele, portò l’arca dell’alleanza sulle sponde del Giordano e Dio divise le acque per fare attraversare il popolo ed aiutarli ad entrare nella Terra Promessa.

Il Giordano rappresentava la liberazione dei figli d’Israele dalla schiavitù e ora con Giovanni acquisisce un significato in più, qualcosa di nuovo. Giovanni Battista ritorna all’acqua di quel fiume per dare al popolo una viva immagine spirituale.  Chi era a capo degli Israeliti quando entrarono nella Terra Promessa? Chi li guidò quando entrarono in quel nuovo regno e dovettero affrontare quel nuovo modo di vivere lontano dalla schiavitù? Giosuè! Qualcuno sa dirmi il nome del leader annunciato da Giovanni Battista? (Risposta dal pubblico: Giosuè!) Giusto!  Il nome “Gesù” è “Giosuè” in ebraico. Quando hanno tradotto la Bibbia è stato deciso di mantenere il nome di Gesù in greco per differenziarlo dal resto delle altre persone che si chiamavano con lo stesso nome; questo perché quel nome era piuttosto comune in quei giorni.

Mentre il nuovo Giosuè stava per arrivare accaddero molti eventi sulle sponde del fiume Giordano. La folla che seguiva Giovanni era molto emozionata di trovarsi nel posto giusto perché erano consapevoli che il Messia avrebbe potuto presentarsi lì. Mentre Giovanni Battista era molto impegnato nel suo ministero, avvenne un altro scandalo. Matteo 3:5 “Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.”  Marco 1:4 dice che predicava un ” battesimo di conversione per il perdono dei peccati.” Matteo 3:7 “Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo…” il termine in greco per “venire” può significare sia “venire per essere battezzati” che “venire ad osservare il battesimo”. Matteo 3:7 “…disse loro…” Con quale parole pensate che li abbia accolti? «Benvenuti cari signori, vi ringrazio per esservi presentati ai nostri battesimi nel fiume» o «Cari rappresentati religiosi, è un onore avervi tra di noi piccoli esseri umani!» Le prime parole pronunciate ad alta voce da Giovanni Battista non appena li vede le troviamo in Matteo 3:7:  “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito…”  di presentarvi qui? Cosa pensate di fare qui? Voi rappresentate tutto ciò che è contrario a ciò che sto cercando di fare. Se siete qui dovete sapere che avete bisogno del battesimo come tutti per poter iniziare una nuova vita. Voi siete abituati a battezzare le persone costringendoli a seguire dei rituali, razza di vipere!

Scandalo numero 1.

I leader religiosi del momento vengono chiamati “vipere”. Questo non è il solito modo per vincere amici o per influenzare delle persone e dimostra come questo nuovo movimento messianico sarebbe stato diverso. I leader religiosi a cui si rivolse erano quelli che pregavano ardentemente per la venuta del messia chiedendo allo Spirito Santo di scendere nuovamente. Dopo tanto tempo sembrava che qualcuno stesse annunciando un nuovo movimento, ma Giovanni annuncia loro che il messia non sarà dalla loro parte. Questo è molto scandaloso, li chiamò “serpenti”, animali che di solito venivano associati al Maligno. Ricordate che queste persone non sono ignoranti delle scritture. Il serpente per loro era il simbolo di Satana, questo fatto lo troviamo in Genesi capitolo 3 e in tutta la letteratura di quei giorni. Quindi, le sue parole accoglienti furono “Voi rappresentanti di Satana”, cosa pensate volesse comunicare utilizzando dette parole? In Giovanni 8:44   Gesù salta le analogie, quando parla con i leader religiosi e gli dice: “Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro”.  Gesù d’altronde disse di voler compiere i desideri di suo Padre, Dio.  L’insulto peggiore agli occhi di un ebreo del primo secolo è quello di essere chiamato “Figlio del serpente” perché “serpente” e “diavolo” assumevano lo stesso significato. Erodoto, lo storico greco, raccontava di una leggenda dove i piccoli di serpente nel grembo materno al momento della nascita divoravano il grembo e il ventre della loro madre per uscire. Era una leggenda molto conosciuta in quei giorni e si può trovare nelle poesie e nella letteratura antica. Nel contesto di allora, questa allegoria faceva parte della loro simbologia orale. Quindi, analizziamo questi insulti: venire chiamato “vipera” voleva dire che uno fosse alleato con Satana ma essere chiamato “figlio di serpente” significava che uno mangiasse la propria madre per essere in vita. Un parallelo forte della realtà di ciò che i religiosi di quel giorno stessero facendo. Nel prendere la Torà e diventare così ossessionati con i dettagli della legge i farisei ignorarono lo spirito della legge e questo fatto finì per distruggere la Torà, la legge stessa che sostenevano di seguire alla lettera.

Scandalo numero 2.

Giovanni offre un battesimo unico e immediato per tutti. Dovete capire che nella Palestina del primo secolo il battesimo veniva utilizzato in due modi: il battesimo della purificazione e poi il battesimo per i proseliti. Il battesimo della purificazione veniva utilizzato nel quotidiano in maniera ossessiva da parte degli esseni e dei farisei. Entrambi i gruppi possedevano delle piscine purificatorie per quel proposito. In Matteo 15 e in Marco 7, Gesù rimprovera i farisei a causa della loro ossessione di lavarsi le mani e di purificare i loro oggetti.

Giovanni Battista incitava le persone a pentirsi, a cambiare direzione ed a portare frutto in accordo con il loro pentimento. L’ incitava a fare una decisione ed a mantenerla ed a smetterla di battezzarsi in continuazione. Promuoveva un battesimo unico, una cosa insolita per quei giorni. Il battesimo unico si praticava solo in caso dei proseliti, per fare entrare qualcuno in un gruppo ed era una pratica che i farisei applicavano sui gentili, le persone non ebree. Quindi, se uno desiderava diventare ebreo doveva circoncidersi e in più battezzarsi. Giovanni Battista invece invitava tutti ad essere battezzati. I farisei facevano uso del battesimo per includere i non ebrei all’interno del loro regno terreno invece Giovanni si contrappone a questa pratica invitando tutti a prenderne parte, ebrei, non ebrei, etc. Dava a tutti la possibilità di ricominciare una nuova vita e li battezzava subito, all’istante. Per esempio, nel caso degli esseni quando qualcuno si convertiva e desiderava far parte della loro comunità nel deserto doveva battezzarsi ma solo dopo aver superato un periodo di prova lungo tre anni. Durante quel tempo l’individuo doveva dimostrare di poter affrontare la vita rigorosa secondo la loro interpretazione della Torà. Soltanto dopo quel triennio gli aspiranti discepoli guadagnavano il diritto di poter essere battezzati. Giovanni Battista senza ombra di dubbio mette in crisi il modus operandi del sistema religioso di quei giorni. Lui offre un battesimo immediato, e incoraggia le persone a vivere la loro fede e dimostrarla nelle loro proprie vite. A volte nelle nostre chiese ci comportiamo più come gli esseni nel modo in cui applichiamo il battesimo pensando che finché uno non raggiunga un certo livello di discepolato e maturità spirituale non possa essere battezzato. Gesù e Giovanni Battista contrastarono questa mentalità.

Scandalo numero 3.

Qui si parla di un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, come dice in Marco 1:4, quando uno si pente riceve il perdono per i suoi peccati. Attenzione, qui troviamo il perdono dei peccati senza dover offrire un sacrificio. Quella era per certo una cosa al di fuori della loro cultura. Gli esseni non erano d’accordo con il tempio perché consideravano che il sistema dirigente fosse corrotto e troppo opulente ma ricordate che continuarono ad offrire sacrifici al di fuori del tempio nel deserto. Nessuno aveva mai concepito l’idea di poter ottenere il perdono senza dover offrire un sacrificio perché la legge di Yahwe lo richiedeva. Essa richiedeva di mettere a morte un animale, la presenza del sacerdote come mediatore tra te e il Signore e solo in questo modo si poteva ottenere il perdono. Il concetto di ottenere il perdono senza dover offrire un sacrificio significava andare contro ciò che Dio aveva chiesto, contro la sua parola; un’azione totalmente irreligiosa.

Questo mi dimostra che Dio agisce in noi in modi che sfidano l’istituzionalismo. Se qualcuno diventa troppo dipendente da qualsiasi istituzione od organizzazione come sentiero fisso da seguire per poter avere una relazione con Dio, Dio ci incoraggia a lasciare perdere quel tipo di mentalità perché è sbagliata. Questo può accadere anche quando si tratta di un organizzazione buona, anche di qualcosa che il Signore stesso ha messo in piedi, come nel caso di Mosè in Numeri 21 quando Dio li chiese di scolpire un serpente di bronzo per aiutare i Figli d’Israele e dopo un po’, le persone iniziarono ad adorare il serpente. Quello fu sbagliato anche se è stato Dio stesso ad aver voluto scolpirlo. Le persone in quel giorno consideravano il tempio la loro salvezza invece di Yahwe. Spero che a nessuno li venga l’idea che questa chiesa o qualsiasi altra chiesa sia la via per raggiungere Dio. Questa chiesa non ha dato la sua vita sulla croce per i tuoi peccati, ricordate, è tutta opera di Cristo. La chiesa è il luogo dove ci raduniamo per commemorare in modo gioioso ciò che Gesù ha fatto per noi e per imparare come seguirlo. Dobbiamo seguire Gesù in modo attivo.

400 anni dopo Malachia, servire Dio equivaleva dire aspettare. Dio non lasciò altre istruzioni a parte quelle di dover aspettare. Nei nostri giorni, invece, servire Dio significa seguirLo attivamente. Tutto è cambiato.