Domande e risposte

Domanda: A chi dovremo rivolgerci in preghiera, al Padre, al Figlio o allo Spirito Santo?

        Nella Bibbia Gesù ci ha insegnato come fare dandoci un modello della relazione che desidera che abbiamo con Dio, una relazione come quella che Lui ha con Suo Padre. Gesù vuole che sperimentiamo ciò che Lui ha sperimentato quando era sulla terra e comunicava con il Padre celeste. E’ qualcosa di fenomenale! Gesù ci ha incoraggiato a pregare al Padre, se desideriamo seguirlo dovremo pregare al Padre e rivolgerci a Lui.

Con questo non vogliamo diventare legalisti perché ci sono anche altri esempi nella Bibbia dove le persone si rivolgono anche a Gesù come nel caso di Stefano nel libro degli Atti al momento della sua lapidazione quando esclamò prima di morire: «Gesù, ricevi il mio spirito!» Perciò, se qualcuno si rivolge a Gesù in preghiera o inizia con le parole “Caro Gesù…” non penso che in Paradiso si crei uno scompiglio tra Dio, Gesù e lo Spirito Santo e che si metta loro in difficoltà perché una preghiera sia rivolta a uno invece che all’altro. Se uno di noi si rivolge al Padre, a Gesù o allo Spirito di Dio, non penso che questo sia un problema nostro o un problema per niente. L’unica cosa che Dio e Gesù desiderano è di vederci sviluppare una relazione da figli che si rivolgono al Padre. Questo concetto dovrebbe essere alla base della nostra comunicazione con Dio.

 

E’ giusto chiamare Dio “Geova”?

“Yahwe” in ebraico significa “Dio” e se si tolgono le vocali come nell’ebraico originale “YHWH” la pronuncia potrebbe essere “Geova”. Gli studiosi concordano però che “Geova” si avvicina alla pronuncia ebraica ma che la pronuncia più corretta è “Yahwe”. La radice del nome di Dio proviene dalla stessa radice del verbo “essere”. Esodo 3:13, 14 «Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”. Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”».  L’originale dice “Io sono YHWH YHWH.” “Io sono sono”. Dio è la personificazione del verbo essere.

 

Se Gesù è figlio di Maria, e Giuseppe non è il suo padre biologico, come mai tracciamo la Sua genealogia al re Davide quando non c’è nessun legame di sangue tra Gesù e la famiglia di Giuseppe?

Penso che c’è una risposta, ma prima di rispondere pensiamo un po’ a questo. Ok, Gesù non era figlio di Giuseppe, ma chi lo dice che fosse figlio di Maria? Voglio dire, molti hanno l’idea che per concepire Gesù Dio abbia provveduto lo sperma e Maria l’ovulo e in questo modo il divino e l’umano si siano fusi insieme. Una domanda, il peccato viene tramandato e trasmesso solo da parte dei maschi e non dalle femmine? Siamo così cattivi? Quindi, come fece Gesù ad evitare di essere nato nel peccato? Uno potrebbe rispondere: «Perché Giuseppe non fu suo padre». Se Maria diede il suo ovulo vuol dire che Gesù è in parte umano e quindi, nel peccato perché sia le donne come gli uomini siamo entrambi dei peccatori. Dal punto di vista filosofico, metafisico e metaforico non siamo sicuri di come funzioni tutto quanto e non sappiamo la risposta a questa domanda. Però non sarei nemmeno così certo nell’affermare che Gesù fosse stato il figlio nel senso biologico di Maria. Gesù nacque senza peccato, non lo ereditò. Perciò, Dio potrebbe averlo creato come fece con Adamo, una creatura pura e nuova, speciale; e può averlo fatto senza bisogno di prendere nulla dal corpo di Maria.

Nella cultura ebraica quando qualcuno veniva adottato diventava subito un figlio e acquistava tutti i diritti di figlio. Non esistevano i figli o genitori adottivi. Accadeva a volte che uno schiavo di famiglia venisse adottato da i suoi padroni e da quel momento in poi diventava un vero figlio. Avere un legame di sangue non era necessario nella loro cultura. Essere un vero genitore consisteva nel prendersi cura di quel figlio. Quindi, affermare che Gesù provenisse dalla discendenza di Giuseppe è totalmente in linea con la cultura ebraica perché lui era suo figlio.

(fine delle domande e risposte)

Conclusione: ci sono tre modi in cui possiamo reagire a questo messaggio, tre modi che vengono evidenziati nella storia della nascita di Gesù. La prima fu una reazione ostile, la troviamo nella reazione di Erode. La nascita di Gesù rappresentò una minaccia per la sua posizione. Un ateo disse a una persona che conosco che c’è troppo investimento psicologico nel cercare di voler credere in Dio. Io penso il contrario e che Freud abbia capito le cose a metà perché penso che ci voglia il doppio sforzo psicologico per cercare di credere che Dio non c’è. Una volta che crediamo in Dio, siamo responsabili di scoprire se Dio abbia cercato di contattarci. Se Dio ha cercato di comunicare con noi dovremo cercare di capire cosa ha cercato di comunicarci e poi dovremo chiederci se bisogna cambiare la nostra vita come conseguenza di ciò che Lui ci ha detto.

La vera domanda è: risponderemo come fece Erode rifiutando tutto, negando la Sua esistenza e uccidendolo? Possiamo scegliere di ucciderlo nelle nostre menti quando lo neghiamo. Molti ritengono che questa presa di posizione sia una questione intellettuale ma per me è soltanto una posizione di bisogno psicologico motivato dal nostro proprio orgoglio.

La seconda reazione è l’indifferenza. I magi si presentano alla corte di Erode e gli scribi e farisei ricercano le scritture riguardo la nascita del Messia ma non si interessano assolutamente ad andare a cercarlo. Rimangono apatici. Ciò che è successo nemmeno li incuriosisce. Io spero davvero che voi non apparteniate a questa categoria di persone e che almeno siate curiosi e abbiate la voglia d’investigare la verità.

La terza è l’adorazione. Per arrivare a questo punto bisogna prima superare la nostra propria ostilità ed indifferenza. Solo in questo modo potremo arrivare al punto d’inchinarci davanti al nostro Re ed offrirGli i nostri doni affermando che Lui ha il diritto di cambiare la nostra vita sapendo che la cambierà per il meglio.

Preghiamo: Padre Celeste, ti ringrazio tantissimo per essere sceso quaggiù non per punirci né per condannare il mondo. Come dice in Giovanni 3:17 sei venuto per salvarci, per riscattarci dai nostri propri peccati. Per salvarci dal nostro proprio egoismo, dalla nostra ribellione e dai disastri che abbiamo combinato nella nostra vita. Grazie per essere sceso con un messaggio radicale di redenzione, amore e libertà. Io ti chiedo che possiamo avere orecchie per sentire ed essere coraggiosi per potere reagire invece di vergognarci. Che possiamo veramente godere di queste bellissime verità e chiederci: come possono queste storie della Bibbia influenzare e cambiare la mia vita? Te lo chiedo nel nome di Gesù.