Giovanni dà inizio al suo vangelo in un modo scandaloso. In Giovanni capitolo 1 “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio”. Questo essere, questa entità che non comprendiamo fu denominata “la parola”, “la rivelazione”, “la comunicazione”; “espressione contenuta nella espressione stessa”, “la parola di Dio”, “la parola che è Dio”. Più avanti nel capitolo ci dice che “la parola” -l’aspetto che forma parte di Dio- è diventata carne e ossa e camminò fra noi. L’apostolo Giovanni afferma di raccontare questo aspetto di Cristo perché lo conosceva di persona.
Parliamo dei re magi, qual è stata la prima cosa che hanno fatto quando videro Gesù? Lo adorarono!! Affascinante! Un’azione così scandalosa dal punto di vista ebraico. Gli ebrei non si aspettavano che il loro messia fosse divino. Non c’è nessuna allusione a questo fatto negli scritti e registri di quel tempo, niente che indichi che il popolo si aspettasse che il messia fosse Dio. Questo fatto fu uno scandalo, ben lontano dalla loro idea di “messia” e non c’era nessuna affermazione nelle scritture di quel genere. Il popolo ebraico credeva che il messia sarebbe arrivato e che avrebbe guidato la rivolta contro i romani per poter così stabilire un regno terreno per Dio; una specie di teocrazia. Un messia con quel tipo di requisiti non aveva bisogno d’essere per forza divino. Quindi, questo aspetto di Gesù fu visto come di troppo; il concetto dell’incarnazione era piuttosto scandaloso.
Cercheremo di capire insieme il background religioso e sociale di quel tempo perché ci fu un cambio significativo nella trama e analizzeremo quattro aspetti della vita di Gesù. L’entrata di Gesù nella scena fu considerata scandalosa, offensiva, inappropriata e inaspettata. Vedremo questi aspetti evidenziati nei libri di Matteo, Luca e poi Giovanni. Giovanni si esprime in termini metafisici o filosofici quando parla della “parola che diventa carne”. Matteo e Luca invece ci raccontano la storia di come questo sia avvenuto.
Aprite le vostre Bibbie a Matteo capitolo 1. Matteo inizia con il registro della genealogia. Alcune traduzioni forse diranno “Cristo” che è il termine greco per “messia”. Ricordate, la parola “Cristo” non è il cognome di Gesù. “Cristo” è un titolo col significato di “messia” nel Nuovo Testamento. Non sappiamo il perché ma i traduttori hanno scelto di lasciare questo termine nella lingua originale.
Matteo 1:1, “Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.” Tutti gli ebrei erano unanimemente d’accordo su un singolo fatto: il messia sarebbe disceso dalla linea di Davide. “Figlio di Davide” era un titolo messianico e lo possiamo trovare negli scritti di quei giorni così come “discendente di Davide” e “figlio d’Abramo”. Davide e Abramo, due figure importantissime dalle quali Gesù era discendente. Matteo parte dal patto originale con Abramo con il quale Dio fece un patto di fede e non di legge, un patto di fiducia, di credo. Matteo ci fa capire che Gesù ci farà ritornare alle nostre radici, prima della legge di Mosè, al patto originale di Dio con il Suo popolo. Ricordatevi che la legge fu soltanto un patto provvisorio all’interno di un patto molto più grande di fede e di misericordia. Nel nuovo testamento troviamo che Gesù ci fa ritornare al patto originale di fede. La legge fu data per un periodo provvisorio e ci fece da insegnante durante quel tempo.
Matteo inizia elencando gli antenati di Gesù. Una usanza ebraica dove si menzionava i loro padri e dove generalmente venivano elencati solo gli uomini. L’elenco non doveva essere per forza completo e il fatto che a volte si saltino delle generazioni non era affatto strano. Gesù è il figlio di Davide e di Abramo perché è il loro discendente. Dal punto di vista storico ci sono anche altri personaggi che fanno parte di questo elenco. Siamo onesti, leggere questo lunghissimo elenco all’inizio può sembrare un modo piuttosto noioso per dare inizio al nuovo testamento. Nessuno vuole mai ammettere di pensarla così. Come mai non hanno dato inizio al nuovo testamento col vangelo di Giovanni? Lì, sulle prime parole del nuovo testamento troviamo subito uno scandalo: a parte Maria, ci sono altre quattro donne che vengono elencate su questa lista d’antenati, un fatto alquanto insolito per la mentalità ebraica. Quelle donne rappresentano ben quattro scandali che fanno parte dell’eredità di Gesù: Tamar, Racab, Rut e per ultimo Betsabea il cui nome in molte traduzioni non viene neanche menzionato, anche se spiega chi fosse. Tamar imbrogliò, non era possibile per lei sposarsi e rimanere incinta, quindi, tese una trappola al suo suocero e lo sedusse per ottenere ciò che desiderava; un vero scandalo sessuale nei primi versi. Uno potrebbe pensare che sarebbe meglio oscurare questi fatti ed invece esaltare gli altri personaggi tipo “Figlio di Davide”, “Figlio d’Abramo”, etc. Matteo non cerca di nasconderlo, al contrario, porta alla luce il nome di quella donna; “vi ricordate di quella storia?” Matteo ha tutto il diritto di saltare le persone che vuole, particolarmente le donne, seguendo le prassi della cultura di quei giorni ma non lo fa. Anzi, sembra che l’abbia fatto apposta.
Passiamo a Racab, una prostituta pagana, per di più, non ebrea. I farisei dei giorni di Gesù sostenevano che avvicinarsi a persone di quel genere li rendesse estremamente impuri.
Rut è l’unica donna delle quattro a non avere una storia di scandalo alle sue spalle, la sua unica pecca è quella d’essere una “gentile”, una persona non ebrea, una straniera molto fedele, ma sempre straniera.
Parliamo di Betsabea, la Bibbia dice di lei: “il re Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria”. Quindi, in questo elenco è presente anche Uria, l’ex marito di Betsabea, personaggio che non ha nulla a che vedere con Gesù ma viene menzionato nella sua genealogia per fare luce sul fatto che nel passato del messia non c’è stato solo adulterio ma anche omicidio. Davide uccise Uria per poter sposare Betsabea. Che affare!
Matteo inizia in modo insolito il suo racconto della vita del suo Salvatore. Impariamo tanto quando leggiamo i vangeli e non solo su come era Gesù, ma anche su come la pensavano gli autori. Leggendo Matteo impariamo indirettamente ciò che lui ha imparato da Gesù. Guardare in faccia la verità è qualcosa che Gesù insegnò ai suoi discepoli molto bene; gli insegnò a farlo senza avere paura di ciò che comporta dire la verità. Con questo voglio dire che molto spesso dire la verità può avere delle conseguenze sgradevoli. E’ ovvio che il nostro Salvatore non abbia indicato a Matteo di dover promuovere o lanciare sul mercato il Suo movimento o di assicurarsi di dire solo cose belle al riguardo. Matteo ha detto la verità, è stato sincero. Non voler ammettere la realtà o sminuire i fatti per salvare la propria faccia non sono cose che Gesù avrebbe promosso. Gesù diceva le cose come stavano senza censurarle. Matteo scrive la biografia sulla vita di Gesù e fin dall’inizio fa notare alle persone che le cose non saranno facili facendo luce su questi aspetti scomodi sul passato del suo Salvatore. Ricordate che questo elenco contiene informazioni facilmente verificabili. Volendo, le persone potevano andare a controllare i fatti nei registri dell’epoca. Le verità contenute in questo vangelo vi scombussoleranno la vita.
Quando leggiamo il nome di queste donne, è evidente che le barriere sono state abbattute. Barriere etniche perché c’erano delle straniere. Barriere di genere perché erano donne. Barriere sociali perché c’erano personaggi di tutti tipi: contadini, pastori, prostitute, etc. nello stesso elenco. Barriere del peccato perché Dio agì tramite queste persone nonostante il loro passato al punto di essere commemorate dal popolo di Dio. Che forte!
Pensiero da tenere in mente: “Dio è in grado di utilizzare chiunque, perfino me!” Tutti noi! Il Signore ci può usare! Nonostante uno abbia ingannato come Tamar, andato al letto con tanti, spezzato delle famiglie o perfino commesso un omicidio. Quando seguiamo Cristo, facciamo ciò che Dio vuole e cambiamo direzione, Dio ci dice: “Ora posso fare uso di te!” Lui può purificarti e farti far parte della Sua famiglia. Il tuo passato non è un problema per Dio. Allinearsi con Dio ha a che fare con una parola importante, “pentimento”. Pentirsi significa fare marcia indietro e riprendersi, cambiare direzione. Il Signore ci purifica e ci incorpora nel Suo movimento e il nostro passato non è un problema per Lui. Ogni volta che ci connettiamo al Signore abbiamo la possibilità di cominciare da capo. Se ti penti e cambi direzione puoi affermare che da quel momento in poi il passato è passato e non sarà una cosa che dovrai portare addosso ora nel presente. Questa è l’eredità di Gesù. Quindi, siamo partiti con uno scandalo.
In secondo luogo c’è la nascita da una vergine. Matteo 1:18-23, la nascita di Gesù, il Messia. “Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.” Come si fa a spiegare una cosa del genere nel contesto culturale ebraico di quei giorni? Uno dei principi ebraici era il grandissimo abisso che c’è tra noi e Dio, quindi, l’idea che Dio si fosse incarnato e il fatto di dover venire al mondo tramite una donna era una cosa davvero molto scandalosa. Uno scandalo sessuale. Ciò che è accaduto a Maria fu veramente insolito. Matteo dall’inizio racconta i fatti come sono stati.
Forse pensavate che la storia della vergine sarebbe stata una storia creata per far sì che la storia di Gesù diventasse più popolare e attraente, per fare pensare al popolo che Gesù fu figlio di dei. Questo fatto invece fu una grossa pietra d’inciampo per le persone di quei giorni. Non c’era nessuna aspettativa da parte degli ebrei e non c’è nessun registro di quel tempo che indichi che il Messia dovrebbe essere di natura divina, nato da una donna in stato verginale. Non è affatto il modo in cui gli ebrei hanno interpretato Isaia 7:14, il passo dice che il Messia sarebbe nato da una giovane donna vergine, che in quella cultura significava anche sposata. Nessuno dei discepoli di Gesù decise di inventarsi la storia che Gesù nacque da una vergine per promuovere questo nuovo movimento facendo leva su questo fatto. Se lo avessero fatto avrebbero commesso un grave errore perché sostenere una cosa del genere significava gettare una grossa pietra d’inciampo per il loro movimento. Matteo ci racconta le cose come sono state. Le giovani donne di quel tempo erano tutte vergini prima del matrimonio, quindi, dire “vergine” voleva dire che eri una giovane donna single ebrea. Una donna non vergine che andava al letto con altri uomini veniva punita con la lapidazione. La cultura ebraica era così. “Giovane donna” o “vergine” volevano dire la stessa cosa. La comunicazione in quei giorni era molto complicata perché si parlava in aramaico, si scriveva in greco (la lingua ufficiale di quel giorno) e s’imparava la Torà in ebraico. Quando la Torà fu tradotta in greco, il termine utilizzato per “donna” fu “vergine” invece di “giovane donna”. Il termine “vergine” non fu tradotto con l’intenzione di far credere agli altri che sarebbe veramente nato da una donna in stato verginale, questo non se lo aspettava nessuno.
Una delle prime accuse rivolte a Gesù la troviamo nel vangelo di Marco 6:3 quando venne chiamato “figlio di Maria”. Questo semplice fatto dimostra che le persone fossero a conoscenza che Giuseppe non fosse il vero padre di Gesù e non lo menzionano neanche; cosa insolita in quella cultura dove i figli venivano chiamati con il nome dei loro padri. Un vero scandalo. Una pietra d’inciampo dall’inizio. I discepoli raccontano la verità senza tirarsi indietro. Dicono le cose come veramente furono. Nel Talmud -scritti antichi che parlano delle tradizioni orali del momento- raccontano che il padre di Gesù fu in realtà un soldato romano e che Maria vergognandosi di quel che era accaduto si inventò tutto quanto.
Matteo era consapevole del fatto che ciò che stava raccontando non sarebbe stato ricevuto bene a causa delle tradizioni della sua epoca ma raccontò la verità lo stesso. Luca e Matteo si espressero in modo simile dicendo che dopo aver studiato e indagato la storia di Gesù accuratamente si sentirono in dovere di raccontare tutta la verità senza scrupoli, pur sapendo che sarebbe stato difficile difendere tali concetti. Marco nel suo vangelo invece scelse di saltare questa storia e partì direttamente da Giovanni Battista. Giovanni preferì iniziare la storia di Gesù partendo dal Paradiso, dal cielo; dal punto di vista di Dio, dall’incarnazione perché era convinto che fosse la verità. Nell’inizio dei quattro vangeli s’intravede come i discepoli hanno affrontato questi argomenti. Dal punto di vista promozionale non hanno fatto un buon lavoro perché sembra che volessero far di tutto per scandalizzare le persone.
Parliamo dei re magi, i tre re venuti dal lontano oriente. Prima cosa, non sappiamo quanti re magi si presentarono, non erano ne re e non sono venuti dal lontano oriente. I “magi” termine latino tradotto dal greco originale “magoi” era una parola che si riferiva specificamente ad una certa casta sacerdotale che esisteva nel regno dei medi e persiani. Lo storico greco Erodoto (484-425 a.C.) racconta che i magoi facevano parte della classe sacerdotale zoroastriana che era a conoscenza degli incantesimi fatti al momento dell’offerta del sacrificio agli dei. Ogni volta che una persona faceva un sacrificio ad un dio per compiacerlo o per placare la sua ira doveva chiamare il sacerdote zoroastriano per fargli pronunciare la formula magica che solo lui conosceva e in questo modo compiacere gli dei. I sacerdoti zoroastriani erano i mediatori tra gli dei e gli uomini. Un rito totalmente pagano, magia nera. Nei tempi di Gesù invece, il termine “magoi” veniva impiegato in riferimento a tutti i sacerdoti pagani che investissero un ruolo di consigliere o qualsiasi sacerdote coinvolto nella pratica delle arti magiche di stregoneria come la negromanzia o necromanzia dove si cerca di evocare spiriti defunti, divinazione, astrologia, etc. Come potete constatare, questi magoi erano proprio il tipo di persone di cui Dio fa uso perché tramite loro poteva influenzare altri. Riuscite a capire lo scandalo? Il Messia arriva e chi sono gli invitati? A parte qualche personaggio ebreo di poca rilevanza tra gli invitati più riconosciuti abbiamo i magoi! Dal punto di vista promozionale, era già un problema che i primi invitati fossero stati solo alcuni personaggi ebrei di modeste condizioni, per di più, gli unici invitati “importanti” furono dei “gentili” pagani, dei leader nell’ambito della magia nera. Il messaggio che questo fatto comunica si contrappone a ciò che l’antico testamento insegna nella Torà. Il Signore qui include delle persone che appartengono all’altra sponda, persone che noi condanniamo nelle nostre proprie scritture. Loro in questa storia capiscono le cose prima e partecipano alla celebrazione del compleanno del nostro Salvatore. Come fa Dio ad invitare persone del genere? Manda un angelo a farlo? Nel caso dei magi vediamo che Dio non mandò nessun angelo a farli smettere o ad esortarli a lasciare da parte le loro pratiche pagane di studiare o di cercare risposte nelle stelle. Siamo onesti, noi come cristiani ci aspettiamo che magari Dio fosse intervenuto con voce potente e che li avesse esortato a “non seguire le vie dei pagani!” “Io l’angelo di Dio vi ordino di pentirvi dalle vostre oscure pratiche magiche, venite a prostrarvi davanti ai piedi del vostro Messia!!” Dio sceglie di indirizzarli verso di Lui utilizzando il mezzo che loro conoscevano bene, le stelle. Dio scelse d’operare in questo modo nonostante ciò che aveva detto nell’antico testamento dov’era scritto che la divinazione fosse maligna, dov’era vietato consultare il cielo o le stelle perché non c’è alcuna verità in esse, solo inganno. Questi ragazzi sono già totalmente fuori strada, si trovano a cercare delle risposte nel posto sbagliato e Dio si assicura di farsi trovare proprio lì e li invita alla Sua festa. Parla il loro linguaggio e fa uso della loro esperienza pur sbagliata che fosse. Dio la utilizza comunque. Riuscite a capire lo scandalo? Capite perché le persone tradizionaliste religiose di quel giorno fossero sicure che la via che Gesù indicava non fosse quella giusta? Quando si presentano i magoi a trovare Gesù possiamo vedere che la verità fu espressa perché raccontare questo fatto non era per niente una cosa positiva per il movimento che i discepoli desideravano portare avanti. Sono storie terribili che infangavano la storia di Gesù agli occhi del pubblico. La cosa forte di tutto questo è che passi come Isaia 60:3 “Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere” prendono vita.
Lo sappiamo che non fossero re ma erano dei consiglieri di solito presenti nella corte del re. Essi rappresentavano le persone al di fuori del cerchio ebraico che il Signore stava includendo e così cade un’altra barriera, la barriera dell’ostracismo, dell’emarginazione. I magi sono tra la prime persone invitate alla nascita di Gesù e le donne le prime a testimoniare la Sua risurrezione. Entrambi i gruppi di solito al di fuori del cerchio religioso.
Commenti recenti