La teologia ci dà l’opportunità di focalizzarci su Gesù e di crescere nel nostro intendimento su di  Lui. I Vangeli ci raccontano che un leader religioso un giorno si avvicinò a Gesù dicendo: “Qual’è il comandamento più importante di tutti i tempi?” Il leader chiese un comandamento e Gesù rispose menzionandone due, una spiritualità bidirezionale. “Ama Dio con tutto il tuo essere e ama il tuo prossimo come te stesso”. E’ bellissimo notare come Gesù disse che il comandamento più importante fosse quello di amare il Signore Dio con tutto il proprio cuore, (cardia) ; con tutta la propria anima,( la nostra psyche) e con tutta la propria mente,( la nostra dianoia), con tutte le proprie capacità di pensiero, di ragionamento e con tutta la propria forza. Notiamo che  il ragionamento e il pensiero non vengono trascurati.

L’apostolo Paolo disse che dobbiamo essere trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente. Lui utilizzò delle parole diverse come: “ragionare”, “focalizzare”, e avere la capacità di “analizzare”. Più ci focalizziamo, più siamo rinnovati. Un amico mi disse una volta: “L’apostolo Paolo ci ha indicato che dobbiamo essere trasformati non tramite la rimozione ma anzi  la trasformazione della nostra mente.”

I giochi di prestigio mi piacciono molto perché so che non sono reali, e ciò mi sbalordisce. Altre cose che mi suscitano quel tipo di emozioni sono gli effetti speciali dei film, alcuni pezzi musicali o anche delle opere d’arte. Trovo particolarmente affascinanti i cambiamenti improvvisi nelle trame dei film  come quando si scopre che il personaggio meno sospettato  sia l’assassino. Per alcuni di voi la scienza ha quell’impatto e lo sperimentate guardando dei documentari sul mondo in cui viviamo, o degli show naturalistici. Nello stesso modo,  più studio Gesù e ciò a cui Lui mi introduce; questo intero nuovo universo in cui viviamo, questo Dio che è amore, più la mia mente si stupisce! Mi piacerebbe tanto che tutti potessero sperimentare la grandezza di Dio!

Cos’e’ la teologia? La definizione di “Theos” è “Dio” e qualsiasi parola che termina in  “ologia” deriva dal greco “logos” che significa “la parola”, quindi “teologia” significa “la parola”, “discussione” o “studio” su Dio”. Un altro esempio è il termine “biologia, “bios” significa “vita”; quindi la biologia e’ lo “studio della vita”. La teologia comprende tutto ciò che riguarda Dio,  incluso il nostro sistema di convinzione cristiano il quale è collegato alla nostra fede in Lui. Affronteremo questo studio come una famiglia. Chi non è un credente praticante avrà l’opportunità unica di dare uno sguardo al credo cristiano, quindi benvenuti! L’obbiettivo che ci siamo posti nell’approfondire la nostra teologia in questi studi non consiste nel dare dimostrazione della nostra fede ma piuttosto nel comprendere il perché del nostro credo. Ci porremo delle domande del tipo: “In cosa crediamo e perché?”

Il termine”’apologetica” deriva dal greco, “apologia” significa stabilire una linea di difesa, in quanto  si cerca di dare delle spiegazioni razionali alle persone non di fede, cosa che non faremo in questo studio. Sarebbe davvero strano partecipare ad un convegno scientifico dove in tutti i workshops non si facesse altro che cercare di spiegare il motivo per cui la scienza è importante e perché bisogna fidarsi del metodo scientifico. La teologia ci dà l’opportunità di esprimerci tra credenti e di approfondire il perché del nostro credo ed è ciò che presenteremo in queste letture.

Sant’Agostino è stato il primo personaggio storico a fare dei discorsi teologici. Più tardi Anselmo D’Aosta, teologo e filosofo considerato tra i massimi esponenti del pensiero medioevale del cristianesimo  scrisse il libro intitolato “Fede e ricerca dell’intelligenza”. Sappiamo bene che Dio è infinito, ma vogliamo cercare di comprenderLo il più che possiamo, consapevoli che siamo degli esseri limitati.  La teologia ha diverse discipline: c’è la teologia sistematica, la teologia storica, la teologia biblica e la teologia filosofica. Una cosa che aiuta molto quando si cerca di completare un puzzle complicato con numerosi pezzi è l’immagine sulla scatola, giusto? La teologia sistematica si potrebbe paragonare proprio a quell’immagine. Ogni volta che si parla di Dio o della fede  si stanno affrontando degli argomenti di natura teologica, è un continuo imparare e crescere. In un certo senso siamo tutti dei teologi.

La teologia biblica è il ramo di teologia su cui tendiamo a soffermarci di più. È quando si analizza un pezzo di scrittura cercando di comprendere in quale modo ciò che si è letto si potrebbe applicare alla nostra vita. Quindi la teologia biblica è come studiare i pezzi del puzzle e analizzarli uno alla volta cercando di comprendere dove ogni pezzo del puzzle va.

La teologia sistematica dà uno sguardo al quadro generale del nostro credo.

La teologia storica ci incoraggia a confrontarci con altre persone e ad imparare da loro e dai consigli che potrebbero darci.  I puzzle si fanno meglio in compagnia!

La teologia filosofica prende in considerazione anche altre religioni cercando di estrarne i principi di saggezza.  Ci incoraggia ad imparare dall’esperienza che abbiamo acquisito completando dei puzzle di altre realtà.

La teologia cristiana prende in considerazione esclusivamente il suo proprio puzzle senza inserire  i pezzi di puzzle appartenenti ad altre discipline o religioni. Il sincretismo consiste nel mettere insieme tutte le religioni e seguendo la metafora precedente, sarebbe come cercare di far incastrare pezzi di altre puzzle che non combacciano nel nostro. Impareremo dalla  saggezza di altre correnti e filosofie ma non cercheremo di incorporare altre visioni di mondo al nostro credo. Ci focalizzeremo su cosa crediamo e da dove proviene la nostra fede. La Bibbia è la nostra fonte, perciò cominceremo dai documenti del primo secolo riguardanti la vita di Gesù e poi daremo uno sguardo all’Antico Testamento. Detti documenti sono la migliore finestra che abbiamo per comprendere Cristo e le radici  della nostra teologia.

Tante teologie e dottrine sono state generate sulla base di altre teologie e dottrine e quindi sono prive di fondamento scritturale. Un  esempio lampante  è la dottrina dell’indulgenza praticata  dalla chiesa cattolica durante il medioevo.  Chi desiderava  riscattare i propri cari dal purgatorio doveva contribuire con una somma di denaro alla chiesa. La chiesa cattolica aveva dei grandi progetti, costruzioni e cattedrali da portare a termine e così  idearono  un sistema potente ma assurdo per raccogliere dei fondi. In quei giorni le persone non possedevano una copia della Bibbia e la maggior parte della popolazione era analfabeta e ignorante, perciò si affidavano al loro sacerdote. Alcuni prelati coraggiosi sostenitori  delle  Scritture, realizzarono che  dette dottrine fossero prive di fondamento biblico e che la chiesa si stesse allontanando dalla verità. I primi protestanti di quel tempo furono dei cattolici che protestavano contro il loro sistema; degli individui che amavano la loro chiesa e desideravano riformarla chiamando tutti al pentimento ed al cambiamento.  La chiesa cattolica rispose cacciandoli fuori ed è così che nacque il protestantesimo.

I protestanti attuali sostengono che le tradizioni e gli insegnamenti della chiesa abbiano un grande potenziale fuorviante. Perciò secondo loro, dovremmo tornare ad essere un movimento fondato sulle Scritture,  “Sola Scriptura”, solo la Bibbia. Il teologo inglese John Wesley visse circa due secoli dopo la Riforma protestante. Lui sosteneva che fosse giusto basarsi sulla Bibbia ma notò che negli scritti protestanti spesso chi interpretava le Scritture faceva riferimento al suo proprio ragionamento ed  esperienza personale.  Cioè, che non si attenessero come dichiaravano al principio di  “Sola Scriptura!” e basta. Per esempio, il libro dei Salmi dice che gli alberi dei campi “battono le mani e lodano Dio”. Dopo la lettura di quel passo sarebbe strano pensare: “beh, non mi ero mai reso conto che gli alberi avessero delle mani, ma la Bibbia lo dice, e io ci devo credere per forza”. Il ragionamento più naturale sarebbe concludere che sia una metafora visto che gli alberi non hanno mani ma rami e foglie. Wesley evidenziò  che la propria esperienza è utile ed ha il suo ruolo nell’interpretazione delle Scritture ma a volte ha anche il potenziale di condizionarla.  Per ultimo, disse che benché i protestanti fossero coscienti del pericolo delle tradizioni, anche loro le avevano. Essi tramandavano da generazione in generazione degli insegnamenti che avevano adottato. Giovanni Calvino, uno dei più noti pensatori della Riforma protestante citò Sant’Agostino in quasi ogni pagina della sua opera di teologia sistematica “Istituzione della religione cristiana” e nel corso della sua vita citò spesso dei teologi che ammirava, in particolare dei personaggi che vissero prima della corruzione della chiesa cattolica. Ciò che Wesley mise in evidenza è che attingere da altri sia qualcosa di inevitabile perché la nostra fede è una fede comunitaria e ci ascoltiamo a vicenda.

Approfondire le Scritture e cercare di comprendere Dio non dovrebbe essere un’attività da fare da soli ma è qualcosa che si sperimenta in comunità. John Wesley concepì il concetto del  Quadrilatero, alcune linee guida delle sue idee sono le seguenti: si inizia e si finisce con la lettura delle  Scritture assicurandoci di utilizzare le nostre facoltà interiori, il nostro ragionamento e la nostra esperienza. L’acronimo BERT riassume le idee del Quadrilatero wesleyano: (B=Bibbia, E=esperienza, R= Ragionamento, T= Tradizione). Il teologo Tony Lane scrisse nel suo libro “Esplorando la dottrina cristiana”: “Ci sono due tipi di cristiani: chi è cosciente che la storia e le tradizioni della chiesa ci abbiano influenzati tutti e chi non ha questa consapevolezza”. La nostra fonte sono le Scritture ma ammettiamo che siamo stati condizionati anche dalla nostra esperienza, da altre persone e dalle nostre tradizioni personali e di chiesa. Noi come movimento anabattista cerchiamo di mantenere sempre Gesù al centro di tutto ma riconosciamo che John Wesley ha avuto un grande impatto sulla nostra comunità di fede come anche il movimento del Pietismo.

Il Pietismo promuove l’ esperienza interiore lasciando che il frutto dello Spirito, la gioia del Signore e la dolcezza di Cristo prendano radici nel cuore. La teologia non è priva di pericoli. Il primo sta nel fatto che per alcuni di noi questo studio potrebbe sembrare piuttosto noioso e pesante particolarmente quando vengono menzionati dei termini in greco o quando si parla di personaggi antichi e del loro pensiero su Gesù. Dall’altra parte, per altri c’è il pericolo contrario, cioè, di innamorarsi di tutta questa conoscenza così tanto da dimenticarsi del nostro Salvatore. Confesso che la mia tentazione è proprio quest’ultima. Da ventenne quando iniziai i miei studi di teologia sistematica il mio mondo fu sconvolto e sperimentai un cambiamento. Non direi che fu un cambiamento per il meglio perché da una parte sono migliorato, ma dall’altra no. Ero una persona che si interrogava e si poneva delle domande del tipo “perché crediamo a ciò che crediamo?” “Come siamo arrivati a questa conclusione?” e non riuscivo a trovare delle risposte. Così quando ho iniziato a frequentare il seminario con un professore di teologia eccellente di pensiero calvinista riformato sistematico sentì il mio cervello elevarsi. Chiunque arrivasse con delle risposte per me si meritava la mia lealtà e devo dire che le sue bellissime risposte succinte alle mie domande mi conquistarono. La struttura calvinista era ciò che il mio cervello agognava e mi sono convertito al calvinismo diventando più calvinista dello stesso Calvino. Iniziai a proclamare il calvinismo e non riuscivo a capire il perché tutti i miei amici arminiani non abbracciassero in pieno i concetti della  “nazione di Dio” e del Suo “controllo sovrano” su tutto quanto. Spesi una decina di anni della mia vita a cercare di promuovere un sistema ed un processo e non ritengo di essere cresciuto durante quel lasso di tempo nel mio amore per Cristo o nel mio desiderio di seguirLo. Non comprendevo cosa volesse dire svegliarsi al mattino ed essere un discepolo di Gesù. Ci sono stati degli aspetti positivi da quella esperienza, ma per me, essermi innamorato di un sistema di pensiero fu piuttosto negativo. Questi studi saranno di aiuto solo in  un contesto di discepolato e dobbiamo chiederci come studenti di Cristo, in quale modo cambieranno la nostra vita.

E’ ovvio che la realtà non è sempre di indole sistematica o relazionale. La  teologia sistematica ci aiuta a capire ed a categorizzare i  nostri pensieri all’ interno di un sistema strutturato. Sarebbe un semplice sforzo umano da parte nostra di organizzare il nostro pensiero su un tema che potrebbe non essere di natura sistematica. Dall’altra parte, c’è chi ritiene che perché Gesù disse nel Vangelo di Giovanni che il vento soffia dove vuole in riferimento allo Spirito Santo, che sforzarsi a cercare di comprendere meglio sia invano. Gesù non ci lascia sgamarcela così facilmente però.

Saremo sempre degli esseri limitati e il nostro intendimento, i nostri cervelli e la nostra conoscenza sull’infinito ci faranno arrivare spesso a delle conclusioni sbagliate. Il mio professore del seminario per dare inizio alla nostra lezione si posizionò davanti a noi e appoggiandosi sulla scrivania disse: “Fratelli e sorelle, ognuno di voi ora e per sempre in questa vita sarà pieno di migliaia di eresie. Camminate sempre con umiltà.”  È stato un grandissimo modo di dare inizio ad una classe di teologia! Io decisi di prestare attenzione alle sue lezioni, lo trovai fortissimo! Aveva ragione! Uno dei benefici più belli della teologia è che ci aiuta a renderci conto di quanto non sappiamo e questo lo veniamo a scoprire mentre cerchiamo di capire il poco che riusciamo a comprendere. Io insieme ad alcuni di voi dovremmo tenere sempre presente che l’innamorarsi della conoscenza come se questo fosse il discepolato non è affatto un bene. Il problema di studiare fino alla nausea è proprio il fatto di studiare fino alla nausea. Il problema con gran parte degli studi biologici consiste nel fatto che la prima cosa che viene richiesta è quella di uccidere ciò che si studia. Giusto? Viene chiesto di inchiodare delle farfalle e di dissezionare delle rane. Nello stesso modo è possibile che per alcuni la teologia possa diventare una grande distrazione dalla vita a cui siamo stati chiamati a vivere. Ciò non vuol dire però di non dover ragionare ed utilizzare la nostra mente. Il nocciolo della questione è come questo studio cambierà la nostra vita.

La prima teologia sistematica dell’allora nuovo movimento messianico è stata il primo credo formato solo da tre parole, tutto il resto nacque da lì. Il Vangelo in tre parole, il centro di tutto:  “Gesù è Signore”. Gesù radicato nella storia, Colui che è perchè Lui vive ancora e continua a guidare, il nostro Leader e Signore, il nostro Maestro e Mentore, Colui che ci mostra come vivere. Esprimere che Lui è Signore è anche un modo di riconoscere la Sua divinità e che è Dio. Gesù ci dà l’esempio di una vita umana vissuta bene ma al contempo ci mostra com’è Dio. Tramite Gesù possiamo conoscere il carattere di Dio. Tutta la teologia cristiana fuoriesce dal Vangelo “Gesù è Signore”. L’apostolo Paolo  disse: “Poichè se con la tua bocca avrai confessato il Signore Gesù, e nel tuo cuore avrai creduto che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9). Uno è salvo quando dichiara che Gesù è il  Signore. Lui vive.  “Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore  e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù” (2 Corinzi 4:5)..  Tenendo in  conto la spiritualità bidirezionale, serviamo Lui tramite il nostro servizio agli altri.

Le tre bellissime parole “Gesù è Signore” ci conducono alle altre tre parole altrettanto belle: “Dio è amore”. Possiamo imparare su Dio tramite Gesù e la Sua vita. Grazie a Lui, il concetto che Dio sia amore non è più una pia illusione o una mera intuizione. Poiché “Gesù è Signore” sappiamo che la Bibbia è preziosa ed è il nostro tesoro. Più che amare un libro e desiderare studiarlo, abbiamo il desiderio di scoprire e di conoscere Gesù attraverso le sue pagine. Detta conoscenza ci guiderà e ci consiglierà come vivere. Perché “Gesù è Signore” siamo coscienti di essere degli esseri di un valore inestimabile, questa è la nostra antropologia. Per Dio noi siamo degli esseri preziosi; Gesù venne giù per noi in missione di salvataggio. Perché “Gesù è il Signore” sappiamo che c’è una cura per le nostre malattie, (hamartiologia). Hamartia è il termine greco per “peccato” perciò l’hamartiologia studia la nostra frammentarietà e le nostre malattie. Gesù è il nostro dottore ed è venuto ad aiutarci, la cura per i nostri mali c’è. Perché “Gesù è Signore” sappiamo che la religione è superflua e che la grazia è suprema. Siamo salvi attraverso l’autorità di Cristo che ha donato la Sua vita per noi come sacrificio finale, ponendo fine a tutto il sistema religioso e non è venuto a costruirne uno nuovo.  Perché “Gesù è il Signore” siamo consapevoli che la nostra via della pace è libera e Lui ci insegnerà come percorrerla. Perché “Gesù è Signore” abbiamo l’autorità di servire. La pneumatologia (“pneuma” significa “vento” o “respiro”, di solito si riferisce allo Spirito di Dio) ed  è lo studio dello Spirito Santo e di come ci equipaggia a vivere come Gesù. Perché “Gesù è Signore” ci apparteniamo l’uno all’altro. L’ecclesiologia (“ecclesia” vuol dire “chiesa”) è lo studio sulla chiesa. Noi siamo chiamati a trascorrere la nostra vita insieme alla nostra famiglia di fede e ciò fa parte del nostro essere. Una delle prime cose fatte dal Signore Gesù è stata quella di chiamare i discepoli e di insegnare loro a vivere insieme aiutandoli a superare le loro differenze. Un esempio lampante è stata la situazione tra Matteo e Simone.  Matteo era stato un esattore di tasse che lavorava per i romani. Simone lo zelota proveniva da un movimento che promuoveva la ribellione contro gli occupatori ed essi odiavano gli esattori di tasse. Gesù si presentò, li chiamò e li sfidò ad imparare e ad esperimentare l’unità vera mentre erano in cammino insieme.

Perchè “Gesù è Signore” abbiamo una missione da portare avanti, la nostra missiologia. Non dobbiamo temere il futuro perché “Gesù è Signore”. L’escatologia, è lo studio degli eventi finali. Perché Dio è amore (Giovanni 4:8) tutte le nostre paure riguardo il futuro possono essere rimosse. Qualunque cosa abbia in serbo il futuro possiamo essere sicuri che eventualmente ci condurrà verso l’amore. Nell’amore non c’è paura perché la paura ha a che fare con il giudizio. La nostra vita si trasforma perché “Gesù è Signore”! Qualcuno ha chiesto se il nostro studio di teologia comprenderà anche pensieri provenienti da altre zone del mondo. La risposta è affermativa perché daremo uno sguardo ad altri testi ecumenici provenienti da diverse tradizioni, ma non in modo apologetico. L’altro obbiettivo che ci siamo posti è quello di aiutare le persone a comprendere la nostra propria tradizione specifica  ed a studiare la nostra teologia sistematica. Quindi con questo studio ci focalizzeremo su ciò che crediamo in questa chiesa ma anche dal punto di vista della chiesa globale. Ci saranno dei momenti dove stabiliremo i punti dove siamo d’accordo e dove non.

La preghiera dell’apostolo Paolo è in un senso anche la mia preghiera per noi: “Affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione” (Efesini 1:17).  Per riuscire a conoscere questo Dio infinito meglio, le direttive e la conoscenza devono per forza partire da Lui. La persona limitata non può raggiungere l’infinito da sola.  L’iniziativa parte da Dio e viene chiamata rivelazione. La rivelazione parla dell’infinito che si rivela. La buona notizia è che Dio lo ha già fatto tramite Gesù e lo continua a fare tramite lo Spirito Santo! L’apostolo Paolo pregò affinché Dio ci desse uno spirito di sapienza e di rivelazione per poterLo conoscere pienamente: “che Egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza” (Efesini 1:18). Gesù pregò per noi e disse: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato” (Giovanni 17:3). Questo spirito di sapienza menzionato da Gesù e dall’apostolo Paolo è una combinazione di informazione e di intimità. La informazione di per sé è una cosa morta ma serve per capire bene il tema studiato. Devo dire che a volte molti di noi lasciamo subentrare un tipo di orgoglio spirituale dove pensiamo di poter farne a meno di studiare o di approfondire la nostra fede. 

Riflettiamo: abbiamo una relazione con Dio senza conoscerlo davvero? Come si fa a sapere che sia il Dio di Gesù? Dove abbiamo imparato ciò che sappiamo? Focalizzarsi troppo sull’informazione sarebbe come se uno andasse ad un appuntamento romantico per la prima volta con una persona conosciuta sulla rete e passasse tutto il tempo a riempirla di domande volendo sapere tutto su di lui o lei e non fare altro che studiarla. Direi che sarebbe un appuntamento piuttosto scarso e molto probabilmente non ce ne sarebbe un secondo. Si sarebbe acquisito una conoscenza formale dell’altro senza intimità.  L’altro estremo sarebbe andare subito al dunque volendo diventare intimi senza aver preso del tempo per conoscere l’altra persona. Il vero amore, la vera intimità prenderebbe in considerazione tutti gli aspetti di una persona incluso la sua storia e la sua opinione per scoprire chi è veramente. Perciò tornando sul tema, la nostra intimità con l’Onnipotente includerà lo studio ma non consisterà solo in studiare. Desideriamo amare Dio anche con tutta la nostra mente.

Preghiera: Padre Celeste, grazie per essere venuto nel nostro mondo attraverso Gesù e per averci rivelato il Tuo cuore. Chiedo che il Tuo Spirito Santo continui a guidarci verso Cristo e che Tu sia il nostro insegnante principale lungo questa serie di studi. Fa che le nostre orecchie siano aperte alla Tua voce e che mentre i nostri cuori sono illuminati dalla tua verità, che possiamo vedere la via che dovremmo percorrere più chiaramente essendo consapevoli del grande amore che ci circonda. Nel Nome di Gesù, Amen.