COMMENTARIO

(Riflessioni sul significato e sull’applicazione)

L’amore per il nemico è il segno distintivo dell’insegnamento di Gesù e il fulcro del Vangelo. Non possiamo trovare un’enfasi simile sull’amore per il nemico in nessun’altra religione, filosofia o società. E i primi cristiani hanno fatto di questo insegnamento il loro “marchio” distintivo. Il teologo anabattista Ron Sider stima che, sul tema della violenza, l’insegnamento di Gesù sull’amore per il nemico nel Discorso della Montagna, sia il passo biblico più citato dai primi scrittori cristiani pre-Costantiniani.

“Non c’è apice più alto della virtù di questo comando”. ~ Jonathan T. Pennington (Il Discorso della Montagna e il Benessere Umano).

“Nel discepolato di Gesù sperimentiamo il potere liberatorio dell’amore, un amore che è letteralmente disarmante. L’amore reciproco non è niente di speciale. Significa solo ricambiare il bene con il bene. Ma l’amore per il nostro nemico non è un amore di restituzione, è un amore creativo. Chi ripaga il male con il bene è veramente libero. Non reagisce più. Crea qualcosa di nuovo”. ~ Jurgen Moltmann (Il potere dei senza potere)

Per praticare l’amore disarmante di Cristo, un discepolo di Gesù ha bisogno di due cose:

1. Una chiara visione di quanto Dio ci ami. Se vogliamo praticare le azioni potenzialmente fraintese dell’amore per il nemico che porge la guancia e cammina per il secondo miglio, dobbiamo essere sicuri della nostra condizione di grandemente amati figli del Re. Tutti noi possiamo coltivare una fiducia profonda del valore che abbiamo agli occhi di Dio.

2. Una chiara visione di quanto Dio ami gli altri. Se vogliamo intervenire in situazioni di potenziale o reale aggressione in modo da attenuare la violenza nel rispetto di tutte le persone coinvolte, dobbiamo imparare a considerare i nostri nemici altrettanto preziosi per Dio. Il pensiero più importante che possiamo avere nei confronti di chiunque incontriamo, conosciamo o di cui siamo a conoscenza è che si tratta di qualcuno per cui Cristo è vissuto, morto e risorto. Dio lo ama, lo apprezza, vuole perdonarlo e desidera riversare su di lui la sua misericordia – e vuole usare noi per mostrargli e comunicargli questo messaggio.

Pensate in questo modo: Se qualcuno che amate, vostro figlio o fratello o genitore o amico intimo, fosse, diciamo, fuori di sé e avesse un episodio allucinogeno che lo portasse a fare qualcosa di scortese o addirittura violento nei vostri confronti o nei confronti di qualcun altro, cosa fareste? Come influirebbe sulla vostra reazione il fatto che in questo caso l’aggressore vi è caro?

Molto probabilmente cerchereste istintivamente di fare due cose allo stesso tempo:

1) prendervi cura della persona aggredita cercando di fermare la violenza.

2) prendervi cura dell’aggressore usando tutte le precauzioni possibili per fermarlo in modo da non causare ulteriori danni.

Non dobbiamo definire una tecnica o un piano d’azione specifici, perché ogni situazione è diversa. Ma se abbracciamo pienamente questo atteggiamento di profonda valorizzazione di tutte le persone, il nostro istinto ci guiderà in quel momento ad intervenire in modo amorevole.

Questa è la mentalità a cui Gesù ci chiama: vedere ogni nemico, ogni aggressore, ogni peccatore come qualcuno che il Padre ama profondamente e che dovremmo amare anche noi. Poi agire di conseguenza.

“I discepoli sono al di sopra della vendetta. Ci sono troppe altre cose importanti nella vita – prima fra tutte: la missione cristiana. Sembra che i discepoli abbiano il loro centro di gravità al di fuori di sé stessi: e cioè in Gesù. Sono così preoccupati di svolgere la loro missione nel mondo che gli insulti vengono presi come inviti ad un esercizio creativo e le minacce di azioni legali come opportunità per dimostrare di essere un seguace di Gesù.” ~ Frederick Dale Bruner (The Christbook)

Non è facile. E non è inteso per essere fatto senza il sostegno di altri nella fede. Senza eccezioni, ogni verbo greco in questo passo sull’amore per il nemico è al plurale. Nell’insegnamento di Gesù non c’è alcuna traccia che ci faccia capire che ognuno di noi sia in grado di amare i propri nemici da solo. Lo faremo insieme, o non lo faremo. (Per saperne di più su come vivere insieme il Discorso della Montagna, si veda la conclusione del nostro ultimo studio, e si veda anche la pagina “Piccola Chiesa” su questo sito.)

Abbiamo bisogno gli uni degli altri per la formazione, il sostegno, la correzione, la protezione e l’ispirazione. Questo include l’amicizia con gli attuali seguaci di Gesù e l’apprendimento dalla vita dei santi del passato.

Citiamo a questo proposito la storia di Dirk Willems, martire anabattista del XVI secolo. Nel 1569, Dirk fuggì dalla prigione e, mentre correva su uno stagno ghiacciato, si voltò indietro per notare che la guardia che lo stava inseguendo era caduta. Willems scelse di amare il suo nemico e tornò indietro per salvare l’uomo e portarlo in salvo. Questo costò a Willems di essere ricatturato e, nonostante la guardia fosse piena di gratitudine e chiedesse il rilascio di Willems, Dirk Willems fu nuovamente imprigionato, torturato e infine bruciato sul rogo nel 1569.

Willems era considerato un eretico teologico dai cristiani cattolici e protestanti “ortodossi” che lo imprigionarono, torturarono e bruciarono vivo per la sua fede. Ci si chiede chi siano i veri eretici in questo scenario. Forse i cristiani dovrebbero pensare a cose come l’ortodossia e l’eresia in termini di etica e non di teologia. Forse le “dichiarazioni di fede” con cui le chiese e le denominazioni si identificano dovrebbero includere tanto il modo in cui viviamo e amiamo quanto ciò in cui crediamo.

“È difficile esagerare l’originalità o l’importanza del comando diretto di Gesù di amare i nostri nemici. … In ogni singolo caso in cui gli scrittori cristiani pre-costantiniani menzionano il tema dell’uccidere, essi affermano che è proibito farlo, che si tratti di aborto, pena capitale o guerra”.

~ Ronald J. Sider (Speak Your Peace)

Se vogliamo seguire Gesù, questo tema merita maggiore attenzione, impegno ed espressione.

Il principio di reciprocità che attraversa la maggior parte delle società e che consiste nel trattare bene le persone che ci trattano bene è un concetto secolare. Non c’è nulla di speciale nel ricambiare gentilezza per gentilezza. È sub-cristiano. L’amore per il nemico è ciò che rende i seguaci di Cristo “sale”, ciò che ci rende una città su una collina, ciò che ci fa riflettere appieno l’immagine e la somiglianza di Dio in questo mondo.

Se vi steste chiedendo se una nuova chiesa o un nuovo leader o insegnante cristiano sia in grado di essere affidabile nel processo di discepolato (vale a dire il processo di guidare una persona negli insegnamenti di Cristo), cercare i segni del suo impegno verso il difficile e umile amore per il nemico è un buon punto di partenza. L’amore per il nemico è, dopo tutto, il Vangelo.

Esistiamo come specie perché Dio ci ha amati fino a farci esistere. E continuiamo a esistere, anche quando ci comportiamo come nemici di Dio, per un motivo: Dio ama i suoi nemici. Non c’è nulla che possiamo fare o non fare per metterci in una categoria non amata! L’apostolo Paolo aveva molto da dire a questo proposito…

Ma Dio dimostra il suo amore per noi in questo: Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. … Se infatti, mentre eravamo nemici di Dio, siamo stati riconciliati con lui mediante la morte del Figlio, quanto più, essendo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita! Non solo, ma ci vantiamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo ricevuto la riconciliazione. ~ L’apostolo Paolo (Romani 5:8-11)

Un tempo eravate estranei a Dio e nemici nella vostra mente a causa del vostro comportamento malvagio. Ma ora egli vi ha riconciliati per mezzo del corpo fisico di Cristo attraverso la morte, per presentarvi santi al suo cospetto, senza macchia e liberi da ogni accusa, se continuate nella vostra fede, saldi e fermi, e non vi allontanate dalla speranza del Vangelo. ~ L’apostolo Paolo (Colossesi 1:21-23)

Chi potrà accusare coloro che Dio ha scelto? È Dio che giustifica. Chi è dunque colui che condanna? Nessuno. Cristo Gesù che è morto, anzi che è risorto, è alla destra di Dio e intercede anche per noi. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? I problemi, le difficoltà, le persecuzioni, la fame, la nudità, i pericoli, la spada…? No, in tutte queste cose siamo più che vincitori per mezzo di colui che ci ha amati. Sono infatti convinto che né la morte né la vita, né gli angeli né i demoni, né il presente né il futuro, né alcuna potenza, né altezza né profondità, né alcun’altra cosa in tutto il creato, potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. ~L’apostolo Paolo (Romani 8:33-39)

Come seguaci di Cristo, non solo riceviamo questa verità dell’amore instancabile di Dio; siamo chiamati, gli uni verso gli altri e anche oltre, a incarnare e dimostrare questa verità. Come ce la caviamo in questo senso?

Notate come il fariseo moralista in una delle parabole di Gesù non solo si innalza, ma contemporaneamente giudica e si separa da un altro:

Due uomini salirono al tempio per pregare, uno fariseo e l’altro esattore delle tasse. Il fariseo si mise da solo a pregare: “Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri – ladri, malfattori, adulteri – e nemmeno come questo esattore delle tasse. Digiuno due volte alla settimana e do la decima di tutto quello che ho”. Ma l’esattore delle tasse se ne stava a distanza. Non volle nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batté il petto e disse: “Dio, abbi pietà di me, peccatore”. Io vi dico che quest’uomo, piuttosto che l’altro, se ne andò a casa giustificato davanti a Dio. Perché tutti quelli che si esaltano saranno umiliati e quelli che si umiliano saranno esaltati. ~ GESÙ (Luca 18:10-13)

La Scrittura dice che Gesù raccontò questa parabola “ad alcuni che erano sicuri della propria giustizia e guardavano tutti gli altri dall’alto in basso” (Luca 18:9). Non possiamo essere sicuri della nostra giustizia senza guardare gli altri dall’alto in basso.

Gesù, invece, ha vissuto una vita di amore inclusivo. Sebbene la sua missione fosse inizialmente incentrata sull’annuncio agli ebrei della Buona Novella del Regno dei Cieli, si prese del tempo per aiutare i suoi nemici romani (Matteo 8:5-13) e chiamò persino un esattore delle tasse (un traditore ebreo in combutta con Roma) ad essere uno dei suoi discepoli (Matteo 9:9-13). Una delle donne che accompagnavano Gesù era Giovanna, moglie di Chuza, il capo della casa di Erode (Luca 8:1-4). Gesù guarì i Cananei (Matteo 15:21-28), rivelò il suo cuore ai Samaritani (Giovanni 4) e frequentò regolarmente i peccatori (Matteo 11:19; Luca 7:34-35; 19:1-10; ecc.).

Gesù ha insegnato l’amore per i nemici, ha vissuto l’amore per i nemici e ha persino amato i suoi nemici fino alla morte. Morì sulla croce perdonando i suoi nemici-persecutori (Luca 23:34), così come face anche Stefano (Atti 7:60). Altri apostoli rafforzano questo insegnamento sovversivo (Romani 12:14; 1 Corinzi 4:12-13; 1 Tessalonicesi 5:15; 1 Pietro 3:9; 1 Giovanni 4:7-12).

Uno degli aspetti sorprendenti, inaspettati e contro-culturali dell’insegnamento di Gesù sul fallimento di una persona e sulla conseguente punizione è la sua preoccupazione amorevole sia per le vittime che per i vittimizzanti, per coloro che hanno peccato e per coloro che sono vittime di quel peccano. Egli si preoccupa non solo di punire i colpevoli, ma di redimere piuttosto che condannare tutto ciò che essi sono e hanno fatto.

Questa attenzione alla redenzione dei colpevoli è offensiva solo per coloro che non credono nella potenza del Vangelo. O il vangelo è vero, o non lo è! Non c’è nessun altro ingrediente segreto che sostituisce il Vangelo in determinate circostanze anche se a dirlo sono delle persone religiose e potenti (o rumorose) che ti dicono che loro sanno meglio di te quello che Gesù voleva dire e che devi fidarti di loro. E non pensate che operare per la redenzione sia offrire una permissiva e facile via d’uscita per permettere ai peccatori di farla franca. Al contrario, è un processo straziante, che richiede tempo, umiliazione, affrontare  il buio senza paura, ri-costruzione delle relazioni, trasformazione dell’anima e del mondo e, in definitiva, un miracolo.

CONCLUSIONE

(Un’ultima riflessione)

È bene ripeterlo: L’amore per il nemico è il Vangelo. La riconciliazione tra le parti in guerra è il Vangelo. La grazia incondizionata, la misericordia e la pace offerte a tutti sono il Vangelo.

Ora prendetevi un momento per immaginare le conseguenze se l’amore per il nemico diventasse il fulcro di tutta la teologia e l’etica cristiana. Immaginate se diventassimo i leader mondiali nell’aiutare le persone a perdonare coloro che le hanno ferite, a liberarsi dall’impulso di vendetta alacremente alimentato e a lavorare realmente con l’accusato e l’accusatore, con l’abusato e l’abusante, con la vittima e il vittimizzante, per portare guarigione e interezza. Cosa succederebbe se la Chiesa vivesse appieno questo insegnamento di Gesù? Potremmo portare in questo mondo qualcosa di unico, bello e di cui c’è un disperato bisogno.

Check-up cardiaco: Questo pensiero ci ispira? O siamo così distratti da tutti i “ma come” che ci paralizziamo e non agiamo? Se quando pensiamo all’insegnamento di Gesù sull’amore per il nemico (o anche solo leggendo il paragrafo precedente) la nostra mente si concentra soprattutto sulle potenziali insidie, sugli ostacoli e sulle obiezioni, allora dovremmo fermarci e notare cosa sta succedendo. Gesù ci sta dando una direzione chiara e il nostro pensiero principale non è “Sì, Signore!”, ma “Non funzionerà, Signore”. Oh, poveri noi di poca fede! Sì, la prudenza è comprensibile, persino consigliabile, ma non è una scusa per non andare avanti con Gesù. La visione di Cristo dell’amore per il nemico (che include il rimprovero, la correzione, il pentimento, la riconciliazione e la restaurazione) dovrebbe per prima cosa ispirarci, non sollevare i nostri sospetti e le nostre obiezioni. Se amiamo e ci fidiamo di Gesù, ci deve essere un modo saggio e amorevole per mettere in atto questo insegnamento. Deve esserci, e dovremmo essere entusiasti di trovarlo. Naturalmente sappiamo tutti che, ad esempio, una persona abusata non può essere in grado di affrontare immediatamente, rimproverare e poi perdonare direttamente e personalmente il suo abusatore. Una persona vittima del razzismo non dovrebbe essere costretta a correggere la mentalità dei razzisti. Non mandiamo un bambino a perdonare il suo abusatore nel nome di Gesù (“Vai, tesoro, Gesù dice che devi farlo”). Ma possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che, a lungo termine, l’obiettivo è il perdono? Non potremmo cercare di affrontare entrambe le parti nella verità e nell’amore, usando deleghe per la comunicazione se necessario, fornire istruzione, responsabilità e terapia di guarigione che si muova verso il rimprovero genuino, il pentimento e la riconciliazione? E nel frattempo essere determinati a continuare a fare innumerevoli piccoli passi verso l’applicazione dell’insegnamento di Gesù, non importa quanto tempo ci voglia per arrivarci? Tutto ciò che facciamo come Chiesa non dovrebbe portarci dolcemente, saggiamente e fedelmente verso un esempio vissuto della Via di Gesù, piuttosto che affermare che è troppo difficile, troppo irragionevole, troppo potenzialmente abusata e quindi allontanarci da essa? Cara Chiesa, come sarebbe mai possibile rinunciare a Gesù?”.]

Come procedere? Anche se siamo d’accordo sul perdono, come possiamo amare il nostro nemico? Amare davvero il nostro nemico? Non intendo solo in teoria, da lontano, e nemmeno in modo legalistico, stoico, accondiscendente, robotizzato, da labbro rigido, facendo qualche gentilezza per lui o dicendogli una parola gentile. Come possiamo andare oltre l’approccio “fingi di farcela finché non ce la fai” per arrivare davvero all’amore per i nemici? Come possiamo evitare il legalismo religioso e vivere lo spirito rivoluzionario dell’insegnamento di Gesù?

Come già detto, possiamo seguire l’istruzione di Gesù di iniziare con la preghiera. Quando preghiamo per un nemico, invitiamo il nostro Padre Celeste e il nostro nemico in uno spazio spirituale condiviso. Il nostro Padre celeste e il nostro nemico sono insieme in una conversazione, e Dio ci aiuterà ad amare come Dio ama. Preghiamo per la loro crescita e per il loro bene. Questo atto di preghiera diventa una sorta di meditazione conversazionale.

Vogliamo meditare su ciò che c’è di buono nel nostro nemico. Quindi non limitatiamoci a pregare che Dio lo corregga o lo cambi affinché sia più gentile o usi le parole che avete bisogno di sentire. Preghiamo invece che Dio continui a rafforzare e benedire il bene che vediamo in loro. Preghiamo che trovino la guarigione, che sperimentino di essere conosciuti e amati e che siano riconnessi a Dio e agli altri.

Prestate attenzione ai modi in cui il vostro nemico può essere stato influenzato dalla sua educazione, o a cui è stato fatto il lavaggio del cervello dalle bugie del sistema che lo circonda, e/o intrappolato nella camera d’eco di voci unilaterali. Abbiate pietà. Abbiate misericordia.

Prega come Gesù. Gesù pregò il Padre di perdonare i suoi carnefici e le persone che incitavano alla crocefissione, dicendo:

Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. ~ GESÙ (Luca 22:34)

Avrebbe potuto pregare: “Padre perdona loro perché sei benevolo”. È vero. Ma Gesù non si è limitato a esaltare Dio, ha compreso i suoi nemici. Gesù ha visto qualcosa di diverso nella folla sadica che lo voleva morto. Gesù sembra credere al meglio anche nelle persone peggiori.

Per chi potete pregare nella vostra vita, credendo che abbia ascoltato le voci sbagliate, creduto alle cose sbagliate e si sia fatto influenzare dalle persone sbagliate, tanto che “non sa quello che fa”?

Il nostro mondo sta aspettando. Aspetta che questo tipo di amore si faccia strada in ogni cosa. Aspetta che io e voi mostriamo loro qualcosa di diverso. Aspetta che i figli di Dio condiscano tutto con la grazia e facciano risplendere la luce dell’amore di Dio su tutto e tutti.

Tutta la creazione, infatti, attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. ~ L’apostolo Paolo (Romani 8:19)

Tutti i sistemi di funzionamento umano – dalla politica all’economia, dall’ecologia all’intrattenimento, alla giustizia sociale – aspettano che questo tipo di amore venga modellato per loro. Il mondo ci sta aspettando.

“I discepoli di Gesù hanno sperimentato la sorpresa di una grazia inaspettata, quindi agiscono in modo simile verso gli immeritevoli tra loro”. ~ Grant R. Osborne (Commento esegetico al Nuovo Testamento).

Avete dentro di voi la possibilità di dare. L’avete già ricevuta da Gesù.

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. ~ GESÙ (Matteo 10:8)

CONTEMPLARE (Passi delle Scritture che si riferiscono e approfondiscono la comprensione di questo argomento)

Luca 6:27-36; Romani 12:14-21

LETTURA CONSIGLIATA:

Speak your Peace, di Ronald J. Sider

CONVERSAZIONE

(Parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme)

1.        Che cosa ti sta rivelando Dio di sé attraverso questo passo?

2.        Che cosa ti sta mostrando Dio di te stesso attraverso questo passo?

3.        Chi sono i tuoi “nemici”?

4.        Qual è una cosa che puoi pensare, credere o fare in modo diverso alla luce di ciò  

           che stai imparando?

5.        Quali domande stai ancora elaborando su questo argomento?