Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.
~ GESÙ (Matteo 5:43-48)
“Lungi dall’essere la pia ingiunzione di un sognatore utopistico, questo comando è una necessità assoluta per la sopravvivenza della nostra civiltà. Sì, è l’amore che salverà il nostro mondo e la nostra civiltà, l’amore persino per i nostri nemici.” ~ Martin Luther King Jr. (A Knock at Midnight)
[Prima di iniziare, voglio sottolineare ancora una volta quanto sono grato a quelli di voi che hanno camminato con me attraverso un momento difficile nella mia vita. La vostra gentilezza espressa di persona e attraverso le note di incoraggiamento, insieme all’aiuto finanziario, continuano ad essere una tale benedizione. Sono così felice che siamo una famiglia.]
RIASSUNTO: Leggi questo e salta il resto (se vuoi)
- In questa antitesi finale, Gesù stabilisce il suo principio generale: dobbiamo dare liberamente agli altri l’amore che abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio.
- Gesù è l’unico, nella storia di tutta l’umanità, ad avere dato questo insegnamento sull’amore per il nemico.
- L’amore per il nemico è il Vangelo: Dio ci ha amati anche quando eravamo suoi nemici, e ci ha resi suoi amici.
- Noi dovremmo essere come Dio nell’amare ma non nel giudicare.
- Giudicare gli altri ci fa sentire bene, come se ci avvicinasse e ci facesse somigliare di più a Dio. Ma questo era in realtà il peccato originale di Adamo ed Eva.
- Siamo chiamati ad essere perfetti nella misericordia, non perfetti nella moralità.
- Il mondo aspetta un movimento di persone che amano come ama Dio.
IL NUCLEO: (Il cuore del messaggio)
Dio fa piovere il suo generoso amore su tutte le persone indiscriminatamente e incondizionatamente. E Dio ci chiama a dare ciò che riceviamo.
Contesto: (Cosa succede prima e dopo questo passaggio)
Questa è l’ultima delle Sei Antitesi e riassume così tanto dell’insegnamento e della vita di Gesù.
Gesù ha portato i suoi ascoltatori ad un più alto livello durante il primo capitolo di questo sermone. Abbiamo iniziato le Beatitudini come “poveri in spirito” (cioè come persone con una fame e sete spirituale) ed ora siamo invitati ad essere perfettamente simili a Dio. Abbiamo iniziato nella valle, e ora Gesù ci sta portando sulla cima della montagna. Abbiamo cominciato con il nostro più profondo bisogno, di essere nutriti spiritualmente, e ora Gesù ci sta mandando fuori con un incarico significativo.
Come abbiamo discusso nel nostro ultimo post, siamo abituati a insegnanti oggi che presentano un principio dando poi degli esempi. In questo caso, Gesù inverte l’ordine, dando alcuni esempi nella nostra ultima antitesi e poi ponendo il principio generale qui nella nostra antitesi finale: amore indiscriminato e generoso.
L’amore di Dio conferisce un valore che è inaspettato, non meritato, indiscriminato e incondizionato, e noi dovremmo essere come Dio nel nostro amore. (Ognuno di quegli aggettivi descrittivi ha un significato. Sentitevi liberi di prendere tempo per riflettere.)
La versione parallela di questo insegnamento di Luca inverte l’ordine, mettendo il principio dell’amore simile a Dio prima, seguito da esempi:
Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano. A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi ti toglie il tuo, non glielo ridomandare. E come volete che gli uomini facciano a voi, fate voi pure a loro. Se amate quelli che vi amano, quale grazia ve ne viene?
Anche i peccatori amano quelli che li amano.
~ GESÙ (Luca 6:27-32)
Sebbene l’esplicito insegnamento dell’amore per il nemico sia unico di Gesù, l’idea di esprimere cura per i nemici non è completamente estranea al giudaismo pre-Cristo. Molti passaggi dell’Antico Testamento ci danno un assaggio del cuore di Dio che ama il nemico (e.g., Genesi 45; Esodo 22:21; 23:4-5, 9; Levitico 19:10, 18, 33-34; Deuteronomio 1:16-17; 10:18-29; 27:19; 1 Samuele 24; 2 Re 6:16-23; Giobbe 31:29-30; Salmo 146:9; Proverbi 24:17-18, 29; 25:21-22; Geremia 29:7; 22:3; Ezechiele 47:22-23; Giona 3:10-4:3; Zaccaria 7:9-10; Malachia 3:5).
Tuttavia la Bibbia ebraica ha anche molti passaggi sulla punizione e il desiderio di Dio di castigare i nemici (ad esempio, Esodo 12:29; Deuteronomio 7:2; 20:16; 23:3-7; 25:17-19; 30:7; Giosuè 8; Giudici 1; 21; Salmo 26:4-5; 137:7-9; 139:19-22), e le istanze di Dio o del popolo di Dio che agiscono in odio verso il nemico come se fosse un atto giusto (Deuteronomio 23:3-6; 25:17-19; Salmo 26:5; 58; 109; 137:8-9; 139:21-22). Infatti, le Scritture ebraiche dicono chiaramente che Dio “odia” i peccatori (Salmo 5:4-6; 11:5-7; Proverbi 6:16-19).
L’insegnante mistico ebraico Maimonide, concluse che gli ebrei dovrebbero amare solo il loro prossimo che è buono, ma non i cattivi perché, come insegnano le Scritture ebraiche: “Temere il Signore è odiare il male” (Proverbi 8:13). Maimonide ha anche detto che, mentre gli ebrei non dovrebbero cercare attivamente di uccidere i gentili (vale a dire i non ebrei), è vietato salvare la vita di un gentile se questa persona è in pericolo, per esempio, se sono attaccati o stanno affogando.
Quando il Signore, il tuo Dio, li avrà dati in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia.
~ Mosè (Deuteronomio 7:2)
Tutto ciò per dire, che se non mettiamo Cristo nell’equazione qualche malinteso sul tema dell’amore e nemico è comprensibile. L’Antico Testamento è solo un’ombra di cui Gesù è la sostanza (Colossesi 2:16-17; Ebrei 10:1). Per il pubblico ebreo di Gesù, odiare e non amare i loro nemici era come speravano di essere come Dio! Ma ora Gesù, la realtà che elimina l’ombra, è qui per mettere le cose in chiaro. Siamo chiamati ad essere simili a Dio nel nostro amore, non nel nostro giudicare.
Più avanti nel Vangelo di Matteo, un leader religioso chiede a Gesù quale dei 613 comandamenti biblici è il più grande (Matteo 22:34-40). Gesù risponde unendo due comandamenti: amare Dio (lo Shema, Deuteronomio 6:4-6) e amare il prossimo come se stessi (Levitico 19:18). La chiesa primitiva prese questo duplice comandamento d’amore e, incorporando con il “nuovo comando” di Gesù di amare gli altri come egli ci ha amati (Giovanni 13:34-35), lo condensarono in uno – sorprendentemente, usarono solo il secondo comandamento come possiamo vedere ad esempio in questo versetto:
Regolate tutti i vostri debiti, eccetto quello dell’amore, debito che avete verso tutti, e che non finirete mai di pagare! Amando, ubbidirete a tutte le leggi di Dio. Infatti, se amate il vostro prossimo quanto amate voi stessi, non avrete mai voglia di fargli del male, d’imbrogliarlo, di derubarlo o di ucciderlo. E neanche di rubargli la moglie o di desiderare quello che è suo, né di commettere contro di lui qualsiasi altra cosa che i comandamenti vietano.
~ Paolo l’apostolo (Romani 13:8)
(vedi anche: Galati 5:14; Giacomo 2:8; 1 Pietro 4:8; 1 Giovanni 3:16; 4:11, 19-21; ecc).
“Shema” significa ascoltare, prendere a cuore. Lo Shema dell’Antica Alleanza è puramente verticale: ama Dio con tutto il tuo essere. Lo Shema della Nuova Alleanza è puramente orizzontale: ama tutti intorno a te incondizionatamente e indiscriminatamente. La fede di Gesù è una religione al rovescio. È una fede orizzontale. (Per maggiori informazioni su questo, vedi il nostro studio sulla Legge dell’Amore.)
La chiesa primitiva ha fatto dell’amore per tutti, compresi i propri nemici, il segno distintivo dell’identità cristiana (Atti 7:60; Romani 12:14; 1 Corinzi 4:12-13; 1 Tessalonicesi 5:15; 1 Pietro 3:9). L’amore è sia l’etica che l’ethos della Società di Gesù, il Regno dei Cieli sulla Terra.
Vedere il nostro ultimo studio per una discussione più completa del contesto. In sostanza, il Vangelo è il contesto per eccellenza per comprendere l’amore per i nemici (es., Romani 5:6-10; Colossesi 1:21-22).
“Quando affrontate il vostro nemico pensate prima di tutto alla vostra inimicizia con Dio e alla compassione di Dio verso di voi.” ~ Dietrich Bonhoeffer (1938 Sermone)
Considerare: (Osservazioni sul passaggio)
Avete udito. E quindi non: “Avete letto”. Questo ci ricorda che la maggior parte del pubblico di Gesù era incapace di leggere. Anche se fossero stati alfabetizzati, non avrebbero avuto accesso alla propria copia delle Scritture, ma le avrebbero ascoltate nella sinagoga locale. Lo studio personale della Bibbia è un’invenzione moderna. L’apprendimento comunitario è la norma storica. Mentre questo stile di apprendimento è più equo per tutte le persone, ricchi e poveri, alfabetizzati e non alfabetizzati, ha un punto debole – i leader che stanno insegnando le Scritture possono sovrapporre le proprie idee al testo senza che la gente se ne accorga. Questa è chiamata eiegesis (lettura nel testo), al contrario di esegesi (estrarre la verità dal testo) e succede più spesso di quanto si possa immaginare. In questo passo Gesù sta correggendo un comprensibile fraintendimento della Torah.
Ama il tuo prossimo. Gesù sta citando Levitico 19:18. Il comando sembra definire come “prossimo” i propri connazionali israeliti, e questo è come la gente aveva interpretato questo versetto ai giorni di Gesù. (Più avanti nello stesso capitolo di Levitico, Dio comanda anche di amare gli stranieri benevoli, vale a dire quei stranieri che vivevano pacificamente all’interno di Israele, ma non nemici.) Attraverso questo insegnamento, così come altre storie come il buon samaritano (che troviamo in Luca 10), Gesù aiuterà i suoi ascoltatori a ridefinire la loro idea di “prossimo” come chiunque abbiamo l’opportunità di potere amare, compresi i nemici odiati.
Non odierai tuo fratello nel tuo cuore; rimprovera pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a causa sua. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo,
ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE
~ Yahweh (Levitico 19:17-18)
Odia il tuo nemico. Questa affermazione non si trova nelle Scritture ebraiche. Questa dichiarazione non si trova nemmeno nelle antiche interpretazioni rabbiniche della Torah (sebbene gli Esseni, una setta separatista che viveva nelle grotte di Qumran e i cui scritti sono diventati noti come Rotoli del Mar Morto, insegnavano l’odio per i nemici). Quindi, se la Bibbia non lo afferma e i rabbini non l’hanno insegnato, da dove viene l’idea? Gesù sembra riassumere ciò che molti ebrei hanno dato per assunto. La loro ipotesi non è un’esagerazione, dal momento che l’odio per i nemici è in realtà solo un’estensione emotiva della legge del taglione (di cui abbiamo parlato nel nostro ultimo studio) – “occhio per occhio, dente per dente” diventa “odio per odio”. La dichiarazione “odia il tuo nemico” può non essere nella Bibbia ebraica, ma l’idea sembra essere lì (vedi il contesto sopra). Detto questo, è possibile che ci sia altro in questa dichiarazione: Gesù a volte usa “odio” in senso iperbolico. Per esempio, più avanti nel Sermone sul Monte quando dice che possiamo servire solo un maestro, dice anche che “odieremo” e “disprezzeremo” altri maestri (Matteo 6:24). In un’altra occasione Gesù dice: ” Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14:26; vedi anche Romani 9:13). Quindi Gesù usa “odio” per dipingere un quadro vivido di qualcosa o qualcuno che non rappresenta il nostro obiettivo primario, che dovrebbe essere Gesù stesso. In questo caso, Gesù sta dicendo qualcosa come: “Avete sentito che dovreste amare quelli che appartengono al vostro gruppo etnico, i vostri connazionali, o le persone con le vostre idee politiche o religiose – e trattare con distacco qualsiasi altra persona non appartenente a quelle categorie.” Gesù dice quindi ai suoi discepoli che dobbiamo rifiutare qualsiasi insegnamento che suggerisca che i nostri “nemici” possano essere trattati come se fossero meno preziosi dei nostri amici e della nostra famiglia. Questo è un rifesso dell’amore di Dio, che ama tutti allo stesso modo.
Sto imparando che Dio non mostra parzialità ad un gruppo di persone rispetto ad un altro.
~ L’apostolo Pietro (Atti 10:34)
Ma io vi dico. L’ordine delle parole dell’originale è “Io comunque vi dico” che pone l’accento sull’ “Io” (in greco, egó) – che è così la parola più importante nel paragrafo. Gesù sta tracciando un netto confine fra quello “che era allora, e questo è ora”. Distinzione che egli fa basandosi su nessun altra autorità se non la sua. Gesù non presenta un brano diverso della Scrittura per aiutare i suoi discepoli ad avere una visione equilibrata dell’etica cristiana. No, egli semplicemente afferma la sua autorità sull’intero argomento. Per un discepolo di Gesù, egli è la nostra suprema autorità. Gesù è il Re del suo Regno e il Signore di tutti, anche al di sopra delle nostre stesse Scritture.
Con i gli insegnamenti di Gesù, ai cristiani viene dato un nuovo set di occhiali, sono gli ‘occhiali di Gesù,’ da indossare per tutte le future letture della Scrittura o per discernere qualsiasi altra cosa.
I cristiani non potranno mai più leggere i testi violenti del Vecchio testamento come vincolanti. Le parole di Gesù’ ‘Ma io dico a voi’ sono diventate il principale principio critico dei discepoli, e da ora in poi il Vecchio Testamento è un libro diverso. ~ Frederick Dale Bruner (The Christbook)
Amate i vostri nemici. L’insegnamento di Gesù di amare i nostri nemici è assolutamente unico in tutta l’antichità. Il comandamento di “amare” è un imperativo presente, un tempo verbale che si riferisce ad un’azione abituale continua. Potremmo leggerlo: “Continuate ad amare i vostri nemici.” La parola greca per “amore” usata qui è la forma verbale di AGAPÉ, che significa la scelta di onorare qualcuno nell’atteggiamento e nel l’azione; la volontà di lavorare per il bene di qualcuno che consideriamo prezioso. (Sentitevi liberi di fare una pausa qui per creare una definizione con delle vostre parole). Due caratteristiche distintive che dovremmo includere in qualsiasi definizione di amore:
1) Agapé è più di una semplice emozione. L’amore non è solo una sensazione romantica, non importa quanto bella possa essere questa emozione. C’è un’altra parola greca che cattura quell’esperienza emotiva di desiderio e piacere: eros.
2) Agapé è anche più di una semplice azione. Agapé non è mai semplicemente un’esecuzione stoica di un aiuto verso il prossimo. Notate che in 1 Corinzi 13:1-4, Paolo dice che è possibile fare azioni caritatevoli e tuttavia non “avere amore”! Quindi l’amore è innanzitutto un atteggiamento di rispetto e valore che diamo a un’altra persone, cosa che ci porta ad un’azione di servizio, che si spera porti a emozioni di gioia. Prima vediamo qualcuno come prezioso, e poi agiamo di conseguenza, e infine seguiranno sentimenti di gratitudine per l’opportunità di avere amato. Quando amiamo incondizionatamente, non stiamo mettendo in atto una performance; stiamo rimodellando le nostre anime per vedere il valore in tutti. Quando amiamo incondizionatamente, sentiremo le nostre anime espandersi e crescere più sane e integre. Quando amiamo incondizionatamente, sentiamo di stare progredendo verso il nostro telos, la nostra meta finale, la nostra piena umanità redenta.
L’amore è un atto dell’intera nostra persona che raggiunge la totalità di un’altra persona. Ecco perché Gesù subito parla di pregare per i nostri nemici, perché niente è modella di più l’anima se non la preghiera.
[EXCURSUS – il Buddha e l’amore per il nemico: Il Buddha parlò di avere un “cuore senza limiti” verso tutti gli esseri umani e di desiderare che tutti si sentissero “a proprio agio” gli uni con gli altri. Questa è la cosa più vicina del mondo antico che assomigli agli insegnamenti di Gesù sull’amare i nemici, anche se ancora non arriva a una diretta chiamata ad amare. In realtà, il motivo dietro il ragionamento del Buddha è la comprensione che l’odio verso chiunque ha un effetto negativo in colui che odia. Trattenere in se stessi l’odio pesa sull’anima e aumenta la nostra dukkha, o sofferenza. Non c’è alcuna menzione da parte del Buddha del valore illimitato dell’altro. Gli effetti negativi dell’odio, della mancanza di perdono e di altre emozioni ostili sono certamente veri e Gesù sarebbe senza dubbio d’accordo, ma non è la motivazione su cui si basa Gesù per amare i nostri nemici. Invece, Gesù dice che dobbiamo amare i nostri nemici perché Dio ama i suoi nemici, e questo è il Vangelo. Amiamo per il valore intrinseco di tutte le persone, non solo perché vogliamo aumentare il nostro benessere. Gesù e Buddha sono d’accordo su così tanto, ma solo Gesù ci insegna il sentiero del puro amore che valorizza l’altro.]
“Nella sua concretezza, questo comandamento è senza parallelo nel paganesimo o nell’ebraismo.”
~ M. Eugene Boring (The New Interpreter’s Bible Commentary)
“L’amore è il segno che, sopra ogni altra cosa, dovrebbe distinguere coloro che sanno di essere stati riscattati da un Dio amorevole.” ~ Michael Green (The Message of Matthew)
Pregate per coloro che vi perseguitano. La maggior parte dei contemporanei di Gesù pregavano ciò quelle che venivano chiamate “preghiere imprecatorie”, ovvero preghiere che maledicono i nemici (ispirate da preghiere bibliche come quelle trovate in 2 Cronache 24:22; Geremia 15:15; Salmo 71:13; 69:27-28; ecc.). Ma Gesù ci dice che dobbiamo pregare per i nostri nemici, non contro di loro. Qui vediamo che Gesù ha in mente dei nemici reali, quelli che attualmente stanno “perseguitando” o maltrattando i suoi seguaci. La forma verbale usata per “persecuzione” è un presente che continua ad accadere, proprio come il comandamento di amare. Mentre i nostri nemici continuano a perseguitare, noi continuiamo ad amare. Per il pubblico ebreo di Gesù, questi nemici erano soprattutto gli invasori romani. L’idea di trascorrere del tempo nella nostra vita quotidiana pregando (pensate alla preghiera come una meditazione conversativa) è significativa. Il nostro obiettivo come popolo di Gesù non è quello di obbedire legalisticamente e con riluttanza al comandamento di amare i nemici, ma di trascorrere del tempo in privato facendo il tipo di cose che modellano i nostri cuori per essere più simili a Gesù. Poi, quando veniamo a confronto con persone nemiche, saremo più inclini ad amarle di un amore genuino.
Per esempio, considerate questo: quando Gesù dalla croce ha pregato per i suoi persecutori, stava stringendo i denti e si stava sforzando di fare ciò che pensava avrebbe reso felice il Padre? Oppure, più probabilmente, stava semplicemente continuando ad amare le persone come aveva sempre fatto? Notate, Gesù non prega “Padre perdona loro perché tu sei misericordioso” (cosa che avrebbe potuto pregare perché è vero) ma “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Luca 22:34). Il suo obiettivo è la gente, perché egli li conosce e ha cura di loro. Attraverso la preghiera quotidiana, inclusa quella per i nostri nemici, modelliamo il nostro cuore in modo che quando ci arriverà una vera persecuzione, amare i nostri nemici non sarà solo una questione di fare il nostro dovere ma di esprimere quello che desideriamo fare. Il nostro obiettivo non è quello di imporci di obbedire ai grandi e difficili comandamenti del Discorso della Montagna, ma di fare le piccole e semplici cose che modellano il nostro cuore in modo che, quando arriva il momento, vogliamo fare le cose grandi e difficili.
“Gesù sembra che abbia pregato per i suoi tormentatori proprio mentre i chiodi di ferro venivano spinti attraverso le sue mani e piedi… Se la crudele tortura della crocifissione non poteva far tacere la preghiera del nostro Signore per i suoi nemici, quale dolore, orgoglio, pregiudizio o pigrizia potrebbe giustificare il nostro silenzio?” ~ John Stott (The Message of the Sermon on the Mount)
“Se pregassimo per i nostri nemici, saremmo meno propensi, a livello internazionale, a lanciare bombe o, localmente, a diffondere pettegolezzi.” ~ Amy-Jill Levine (Sermon on the Mount)
Affinché siate figli del Padre vostro. Nell’Antico Testamento, Israele è indicato come “figlio” di Dio (Deuteronomio 14:1; 32:5, 19; Isaia 43:6; 45:11; Osea 1:10; 11:1). Parlare a un gruppo di ebrei di diventare figli di Dio, è mettere in discussione il loro pensiero: “sono parte del popolo eletto dalla nascita e per linea di sangue”. Ma Gesù li sta invitando ad diventare il nuovo Israele, il vero popolo di Dio, non per nascita ma per scelta. Santi numi Gesù, questo farà rovesciare la barca! Gesù aveva detto in precedenza che i costruttori di pace sarebbero stati chiamati “figli di Dio” (Matteo 5:9) e come rispondiamo alla persecuzione è legato al nostro ruolo di costruttori di pace. Gesù ha anche detto che quando siamo perseguitati per causa di giustizia, siamo in buona compagnia perché siamo allineati con i profeti del passato (5:12). Ma quando rispondiamo con amore alla persecuzione, beh, siamo in compagnia ancora migliore, perché siamo allineati con il cuore stesso di Dio. L’idea di “diventare” figli di Dio amando i propri nemici è interessante. Negli ambienti cristiani, spesso pensiamo alla salvezza in termini binari (per esempio: sono salvato o no? Andrò in paradiso o all’inferno quando morirò? ecc.), e Gesù, a volte, usa questo linguaggio (per esempio, Le pecore e le capre). Ma egli spesso insegna anche in modi che presentano la salvezza come un viaggio, come un’esperienza, un cammino per arrivare ad essere veramente noi stessi. Gesù si definisce la “via” o “la strada” che percorriamo per avvicinarci a Dio (Giovanni 14:6) e dice che il suo insegnamento è la stretta “via” o “strada” che i suoi seguaci percorrono per diventare simili a Dio (Matteo 7:14). Sembra che il primo movimento di Gesù fosse conosciuto semplicemente come “La Via” (Atti 9:2; 19:9, 23). Quindi entrambe sono vere: siamo rinati come figli di Dio in un semplice momento di fede (Giovanni 3:3-8; 5:24). Ma diventiamo anche pienamente ciò che dovremmo essere attraverso il cammino tracciato nel Discorso della Montagna. Stiamo diventando cristiani. Gesù sottolinea che l’amore per il nemico è almeno uno dei modi primari in cui diventiamo sempre di più ciò che già siamo – “figli” del nostro Padre nei cieli. Imitare Dio è un modo in cui i suoi figli onorano il nostro Padre Celeste (Romani 8:29; 1 Corinzi 15:49; Efesini 4:32-5:2; 1 Giovanni 3:2-3). L’immagine maschile, cioè “figli”, non è sessista, ma piuttosto il contrario. Nell’antico Israele, solo i figli e non le figlie potevano ereditare la ricchezza dei loro genitori così come prendere altre decisioni autonome. Chiamare uomini e donne “figli” di Dio significa dare ai maschi e alle femmine lo stesso status di eredi della benedizione di Dio. La nostra imitazione dell’Onnipotente va però differenziata: non lo imitiamo come Giudice, ma affidiamo a Dio ogni castigo, rappresaglia e punizione; tuttavia dovremmo imitare Dio come Padre amorevole. Questo è sempre stato il disegno di Dio per l’umanità fin dal Giardino dell’Eden, dove Dio ha istruito gli esseri umani a somigliare a Dio mangiando dall’albero della vita ma non dall’albero del giudizio (l’albero della conoscenza del bene e del male).
“Gesù fa dell’amore per i nemici la prova preminente della relazione filiale con il Padre Celeste. Odiare i propri nemici è vivere come i pagani.”
~ David L. Turner (Cornerstone Biblical Commentary)
Sole e pioggia. In una società agricola come l’Israele del primo secolo, sia il sole che la pioggia sono benedizioni. Sole e pioggia sono la base della crescita delle piante e quindi la fonte di tutta la vita. Gesù dice, così come il tempo è vissuto allo stesso modo da persone buone e cattive (le persone “malvagie” e “ingiuste” incluse), così Dio piove il suo amore (nota: “il suo” sole) allo stesso modo su persone buone e cattive. (Confrontate questo con alcuni passi dell’Antico Testamento come Zaccaria 14:16-19, che dice che Dio eviterà la pioggia a coloro che non lo adorano.) Gesù ci dice che anche le condizioni climatiche ci dovrebbero ricordare l’amore di Dio e la nostra chiamata ad amare come Dio ama. Questo è il Vangelo secondo la meteorologia.
Il Signore è gentile e pieno di compassione, lento all’ira e di gran bontà.
Il Signore è buono verso tutti, pieno di compassioni per tutte le sue opere.
~ Re Davide (Salmo 145:8-9)
Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la propria via, senza però lasciare se stesso privo di testimonianza, facendo del bene, mandandovi dal cielo pioggia e stagioni fruttifere e saziando i vostri cuori di cibo e di letizia.
~ (Atti 14:16-17)
Che premio ne avete. L’idea di ricompensa è presente, non una promessa futura – qualcosa che abbiamo o non abbiamo, non qualcosa che un giorno potremmo ricevere. Per Gesù, il Regno dei Cieli è venuto sulla terra e noi siamo invitati ad entrare qui ed ora. Questa linea di pensiero si adatta con la promessa attuale di Gesù del Regno dei Cieli nelle Beatitudini e altrove. La nostra ricompensa per amare i nostri nemici è sperimentare la pienezza della volontà di Dio e il modo in cui essa domina nelle nostre vite qui e ora.
Pubblicani (Esattori delle tasse). Esattori delle tasse non sono mai stati popolari in qualsiasi cultura, ma nel primo secolo di Israele erano particolarmente disprezzati. Gli esattori delle tasse erano ebrei che lavoravano per i romani – gli oppressori di Israele. Spesso anche loro si facevano pagare troppo, tenendosi l’extra per sé. Antichi rabbini (come riportato nella Mishnah e il Talmud babilonese) hanno insegnato che se un esattore delle tasse entrasse in casa, l’intera casa sarebbe stata cerimonialmente immondo e tutto ciò che toccavano sarebbe diventato contaminato. Gli esattori delle tasse sono stati espulsi dal culto della sinagoga e la loro testimonianza è stata invalida in tribunale. Anche i mendicanti ebrei erano istruiti a non accettare donazioni da esattori delle tasse. Eppure, nota Gesù, anche questi cattivi amano i loro amici, quindi i suoi seguaci dovrebbero fare meglio. Alcuni critici rimproverano a Gesù di parlare male degli esattori delle tasse qui. Ma Gesù non disprezza gli esattori delle tasse (continuate a leggere il Vangelo di Matteo, l’esattore delle tasse!). Piuttosto, Gesù sta sfruttando la visione del suo pubblico degli esattori delle tasse, non la sua propria visione (come fa in Matteo 18:17), per chiamarli a fare meglio. Gesù sta usando il “principio di accomodamento” nel modo in cui comunica.
Salutate soltanto i vostri fratelli. Gli umani sono inclini a pensare bene di se stessi per aver agito con decenza umana di base. Ma essere una persona educata che saluta gli altri con gentilezza non è amore stravagante. È la moralità comune di base. L’etica di Gesù va ben oltre le buone maniere. In molte culture, i saluti prendono la forma di auguri, benedizioni o anche preghiere. Anche “Buongiorno” esprime un desiderio per qualcuno di avere una giornata positiva e “Addio” significa “Dio sia con te”. Per gli ebrei del tempo di Gesù, il saluto più comune era “Shalom” (Pace), che era in realtà una benedizione, un augurio e una preghiera. Così la maggior parte degli ebrei non avrebbe nemmeno salutato un gentile, e si sarebbe aspettato che Dio fosse felice con la loro testardaggine. Gesù sta davvero spingendo i bottoni qui.
Che fate di straordinario. La stessa parola greca è usata in Giovanni 10:10 dove Gesù dice che venne a darci una vita abbondante, eccessiva o piena. Gesù si aspetta che le nostre espressioni di amore per gli estranei siano “più abbondanti” delle norme culturali. Non stiamo cercando di adattarci; stiamo cercando di modellare una società alternativa.
“Restituire il male per un bene ricevuto è diabolico; restituire il bene per un bene ricevuto è umano; restituire il bene per un male ricevuto è divino. Amare come Dio ama è perfezione morale.”
~ Alfred Plummer (Un commento esegetico sul Vangelo secondo S. Matteo, 1910)
Siate perfetti. La parola greca per “essere perfetti” è una forma di telos, che significa raggiungere il nostro obiettivo finale, diventare completi, essere interi, crescere o maturare in ciò che siamo destinati ad essere. Non è una perfezione morale, poiché la persona che obbedisce perfettamente al Discorso della Montagna sarà qualcuno che è misericordioso perché sa di aver bisogno di misericordia, ha fame e sete per la propria rettitudine, chiede e offre perdono per i peccati quotidianamente, si occupa della plancia nel proprio occhio prima di aiutare gli altri con le loro schegge, e chi rifiuta di giudicare gli altri sapendo che saranno giudicati in natura. La dichiarazione parallela di Luca ci aiuta a capire il significato di Gesù: “Siate misericordiosi, come è misericordioso vostro Padre” (Luca 6:36). La perfezione a cui Gesù chiama i suoi discepoli non è la perfezione morale, ma la perfezione della misericordia. Questo è il nostro fine. Ecco perché “Be perfect” non è un comando fuori-del-blu disarticolato attaccato alla fine, ma è collegato e riassume il comando di amare i nostri nemici. Amore perfetto è quello che è in vista qui. (Dedicheremo tutto il nostro prossimo studio a questo verso.)
Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
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