Ecco quattro approcci che i teorici della Guerra Giusta hanno usato per rispondere all’insegnamento di Gesù sul tema dell’amore non violento per il nemico. La maggior parte dei cristiani della “Guerra Giusta” userà una o una combinazione delle seguenti linee di logica…

  1. CATTOLICO CLASSICO: Il Sermone sulla Montagna è rivolto a specifici leader e santi cristiani, come i monaci e suore, ma non tutti i discepoli di Gesù sono tenuti a seguire tutto l’insegnamento di Gesù.
  • CLASSICO PROTESTANTE: Il Sermone sulla Montagna predica una “regola” irraggiungibile per preparare i nostri cuori al Vangelo della grazia (che viene predicato più tardi da Paolo e dagli apostoli). La Nuova Alleanza non sarebbe venuta fino alla croce di Cristo, quindi il Discorso della Montagna è un’etica provvisoria per i suoi discepoli nel frattempo.
  • PROTESTANTE A DUE SFERE: (Questo era l’approccio di Lutero) Nel Sermone sulla Montagna, Gesù vieta certamente la vendetta personale, ma non intendeva mai andare contro la partecipazione cristiana alla violenza governativa, come la guerra o il mantenimento dell’ordine. Certo i cristiani dovrebbero essere pacifici nella loro vita privata/personale, ma possono essere violenti in ambito pubblico/politico. Questo è il motivo per cui Paolo scrisse Romani 13. Gesù sta dicendo ai suoi discepoli di non diventare vigilantes privati, ma dovrebbero comunque partecipare alla pratica della legge del taglione nella sfera legale, governativa o militare.
  • BIBLISTA CLASSICO: Sì, Gesù insegna chiaramente la nonviolenza, ma dobbiamo bilanciare l’insegnamento di Gesù con il resto della Scrittura, che include un sacco di violenza ordinata da Dio. Bilanciare Gesù con, diciamo, Mosè e il re Davide significa obbedire a tutto il consiglio di Dio e vivere veramente la Parola di Dio in questo mondo.

PAUSA: Prima di elaborare alcune possibili risposte a queste idee, prenditi un po’ di tempo per discutere insieme ad altri (o a pensare) su come risponderesti ad ognuna di esse.

Ora, per qualche breve risposta…

  1. Il Vangelo di Matteo ci dice che Gesù rivolse il suo insegnamento ai suoi discepoli (i suoi studenti, i suoi seguaci, i suoi apprendisti). Ed è questo che dovrebbe essere qualunque credente: “un discepolo”, cioè un seguace degli insegnamenti di Cristo. Non c’è alcuna prova che Gesù intendesse che la sua Chiesa avesse diversi tipi di discepoli che seguono diverse linee etiche.
  • Gesù conclude il suo Sermone della montagna con la storia dei costruttori saggi e i costruttori stolti, e la distinzione tra essere saggi ed essere sciocchi è semplicemente il mettere in pratica o no i suoi insegnamenti (Matteo 7:24-27). Secondo Gesù, non seguire tutto quello che insegna è da “sciocchi”. Gesù disse che siamo veramente suoi discepoli se seguiamo i suoi insegnamenti (Giovanni 8:31-32) e mostriamo il nostro amore per lui seguendo i suoi comandamenti (Giovanni 14:15). L’ultima istruzione di Gesù ai suoi seguaci, chiamata la Grande Commisione, era di fare più discepoli, ” Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Matteo 28:18-20). Certamente Gesù si aspettava che i suoi futuri seguaci imparassero e vivessero tutto il Discorso della Montagna.
  • La Chiesa ha una vocazione distinta e diversa da quella del governo secolare. Prima che Paolo scrivesse Romani 13 (su Dio che opera attraverso i governi, identificandoli come quelli che “portano la spada”) scrisse Romani 12 (sui cristiani che non devono partecipare a quel modo di operare). I cristiani non sono destinati a seguire l’insegnamento di Gesù nella loro vita personale, per poi abbandonarlo nella loro vita pubblica. Nelle parole di Dietrich Bonhoeffer (pronunciate nel 1933 all’Alleanza Mondiale in Danimarca): “Questa distinzione tra la sfera personale e quella pubblica è del tutto estranea all’insegnamento di Gesù. Egli non dice nulla a riguardo. … Il precetto della nonviolenza si applica ugualmente alla vita privata e al dovere ufficiale. Egli è il Signore di tutta la vita, e richiede fedeltà indivisa.” Sì, è possibile essere sia un credente che un italiano, ma quando il regno italiano vi dice di fare qualcosa che Gesù proibisce, la vostra fedeltà dovrebbe essere chiara, perché “Noi dobbiamo obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini” (Atti 5:29).
  • Gesù non è solo un altro carattere della Bibbia – Gesù è la Parola di Dio (Giovanni 1:1, 14). Leggiamo la Bibbia per poter seguire Gesù (Matteo 16:24; Luca 14:27; Giovanni 8:12; 10:27; 12:26). Fino alla venuta di Cristo, non abbiamo veramente visto Dio (Giovanni 1:18), quindi è potenzialmente pericoloso per un cristiano cercare di “bilanciare” l’insegnamento di Gesù con i valori dell’Antico Testamento. Noi viviamo nella Nuova Alleanza. Infatti, se non leggiamo la Bibbia con Gesù al centro di tutto, come nostra autorità finale e principio interpretativo, in realtà non stiamo davvero seguendo la Parola di Dio (Giovanni 5:37-38). I cristiani non “bilanciano” l’insegnamento di Gesù con la Torah di Mosè o l’esempio di Davide. L’Antico Testamento è il contesto e lo sfondo, è un cartello che punta a Gesù. Davide e Mosè fanno solo da coro. Solo Gesù ha la voce solista. Attraverso la croce, Gesù ci mostra come Dio stesso tratta il peccato, la violenza e l’ingiustizia – lo assorbe in sé stesso e lo trascina giù nella tomba con sé, offrendo perdono e liberazione in cambio (Luca 23:34; 24:46-47; 2 Corinzi 5:21). Gesù ama i suoi nemici, è questo l’esempio che ci ha dato, ed è questo che dovremmo seguire (Luca 9:23; 1 Pietro 2:21).

Come accennato in precedenza, se mai ci fosse stata una “guerra giusta” da sostenere, non sarebbe stata la rivolta degli zeloti del primo secolo contro il governo Romano? Ma Gesù si oppose al movimento degli zeloti e ha invitato i suoi discepoli a trovare modi creativi per trasformare i romani da nemici in amici. La “Guerra Giusta” non è un concetto cristiano.

“I padri cristiani dei primi tre secoli erano generalmente inflessibili sul fatto che il discepolato richiedesse una stretta aderenza all’esempio non violento e contro-culturale della vita stessa di Gesù. Erano pronti a sostenere che chi segue Gesù avrebbe vissuto in contrasto in modo significativo e pericoloso con l’etica sociale prevalente.” Lisa Sowle Cahill (Ama i tuoi nemici)

Gandhi ha imparato la via della nonviolenza da Gesù.

Potremmo non essere mai chiamati a entrare nell’esercito, ma l’insegnamento di pace di Gesù è rilevante per tutte le nostre relazioni in ogni momento. Tutti pecchiamo contro qualcuno e saremo offesi da qualcuno. Tutti noi giochiamo, in una certa misura, il ruolo di vittima e carnefice in momenti diversi della nostra vita. Tutti noi avremo bisogno di ricevere ed estendere misericordia, gentilezza e compassione a coloro che percepiamo come nemici se vogliamo sperimentare il massimo della prosperità umana.

Un aspetto preoccupante nella Chiesa Cristiana contemporanea è il trend crescente di imitare la società circostante nel mettere l’enfasi sulla retribuzione rispetto al restauro, “emarginando” piuttosto che “accogliendo”, esaltando in tutto questo la giustizia punitiva sulla giustizia riparatrice (un termine migliore potrebbe essere “amore riparatore” o “misericordia riparatrice”). Alcuni di noi hanno perso di vista il messaggio di Cristo: vivere secondo la Legge del Taglione non è la missione o il ministero della Chiesa.

In un mondo dove il fallimento morale di qualcuno va spesso incontro ad ogni sorta di attitudini da parte delle persone, dall’indignazione morale dei perbenisti, alle crociate culturali, alle lapidazioni online, alla crocifissione del carattere stesso di quella persona, il Vangelo mostra al mondo qualcosa che non possiamo trovare altrove: la restaurazione anche del peggiore dei peccatori.

Se Galati 6:1-2 fosse stato scritto oggi da zeloti religiosi, potrebbe dire: “Fratelli e sorelle, se qualcuno è preso in un peccato, voi che vivete secondo lo Spirito dovreste denunciarlo pubblicamente come il mostro che è. Poiché è stato “catturato” e non ha confessato volontariamente, non permettete a nessuno di voi di parlare con compassione, per non essere fraintesi come aventi mancanza di cura per coloro contro i quali ha peccato. Non andare direttamente da loro, ma pontificare su di loro pubblicamente. Non suggerire di mostrare loro pietà, ma invece mostrate il vostro fervido impegno per la giustizia, per le vittime e perché si faccia vendetta. Non dovete parlare di perdono e restauro dei peccatori, ma solo di punizione. In questo modo adempierete alla Legge del Taglione.”

Per fortuna, la Chiesa primitiva sapeva meglio:

Fratelli, se scoprite che qualcuno di voi è colto in errore, voi che siete guidati dallo Spirito dovete aiutarlo con dolcezza e umiltà a ritornare sulla strada giusta,

tenendo presente che la prossima volta potrebbe capitare anche a voi. 

Aiutatevi nelle difficoltà e nei problemi, ubbidirete così alla legge di Cristo.

~ L’apostolo Paolo (Galati 6:1-2)

Quando qualcuno ci attacca, invece di abbatterlo con la nostra indignazione morale, sorprendiamo quella persona con un amore pieno di grazia e inaspettato. E quando uno dei nostri fallisce catastroficamente, invece di muoverci rapidamente in dichiarazioni pubbliche di sdegno, orrore e delusione, mentre intanto suoniamo le trombe proclamando la nostra indignazione morale e raddoppiamo il nostro impegno perché quella persona venga punita, sorprendiamo il mondo intero con un amore pieno di grazia e inaspettato (cosa che ovviamente include il confronto e l’invito al pentimento).

Almeno, questo è quello che vuole Gesù.

La nostra gentilezza, che porge l’altra guancia, che cammina per un miglio in più, oggi potrebbe assumere un aspetto meno appariscente. Forse c’è un collega, un familiare o un vicino che siamo chiamati ad amare con un inaspettato agapé. Gesù sta presentando l’invito a “fare del bene a coloro che ci odiano.”

Alla trasfigurazione, l’apostolo Pietro voleva costruire tre tende per onorare Gesù ponendolo accanto a Mosè ed Elia, celebrando così tutti e tre allo stesso modo. Dio scese in una nuvola, tolse Mosè ed Elia e disse:

Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo!

~ Dio Padre (Matteo 17:5)

Dio ci dice ancora oggi queste stesse parole.

“Questo è il mio Figlio che amo – ascoltalo!”

CONCLUSIONE: Un ultimo pensiero

Non possiamo farlo da soli. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Di tutti gli insegnamenti di Gesù, i comandamenti nelle ultime due delle sei antitesi – amare i nostri nemici, porgere l’altra guancia, e fare un miglio in più – ci condurrà nella direzione opposta dei nostri istinti e impulsi, e ci mette in contrasto con la società secolare che ci circonda e persino con un numero significativo delle voci cristiane di oggi. Avremo bisogno di sostegno emotivo, formazione teologica e pratica relazionale. Se non stiamo costantemente praticando “l’amore per il nemico” insieme ai nostri fratelli, seguaci di Gesù, non saremo pronti a mettere in atto questo comportamento contro-culturale se veniamo attaccati dai chi non crede.

L’amore per il nemico è unidirezionale. I nemici, per natura, non ci amano loro per primi e non ricambiano il nostro amore. Il porgere l’altra guancia e fare un miglio in più, richiede molto da noi. Per fare questo bene, avremo bisogno del sostegno continuo di sorelle e fratelli spirituali che stanno percorrendo lo stesso sentiero.

Quale tipo di amicizie che infondono potere spirituale e amore stai vivendo attualmente? Chi sta versando l’amore divino in te, così che tu possa andare e versare l’amore di Dio agli altri? Trovare e abbracciare pienamente una famiglia spirituale può essere il prossimo passo più importante che tu possa fare.

Se volete avere qualche idea su come formare il vostro piccolo gruppo di chiesa, contattateci a themeetinghouseitalia@gmail.com

Se desiderate connettervi con una piccola chiesa già esistente in questa zona oppure online, contattateci allo stesso indirizzo. 

Connettiamoci, e poi andiamo a stupire.

Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per vivere vite sorprendenti.

CONTEMPLARE: (Passi della Scrittura che si riferiscono e approfondiscono la nostra comprensione di questo argomento)

Luca 6:27-36; 9:23; Romani 5:8-10; 12:17-13:7; 15:7; Filippesi 2:1-13; 1 Tessalonicesi 5:15; 1 Pietro 2:21

LETTURA RACCOMANDATA:

Speak Your Peace , di Ronald J. Sider

ASCOLTO RACCOMANDATO:

Ecco un link a un programma radiofonico secolare su questo argomento. Nota quanto unico, radicale e attraente può essere Gesù. È l’uomo più interessante del mondo:

https://www.cbc.ca/player/play/audio/1.6616748

CONVERSAZIONE: (Parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme)

  1. Cosa ti rivela Dio di sé stesso attraverso questo passaggio?
  • Cosa ti sta mostrando Dio su te stesso attraverso questo passaggio?
  • Se Gesù avesse raccontato diversamente la parabola del buon samaritano, dove il samaritano si imbatteva nell’uomo che era stato picchiato e derubato dai banditi, come pensi che Gesù avrebbe finito la storia? Oppure, se Gesù avesse detto: “Se vedi qualcuno schiaffeggiare qualcun altro…”, come pensi che avrebbe completato la frase?
  • Qual è una cosa che puoi pensare, credere o fare in modo diverso alla luce di ciò che si sta imparando?
  • Quali domande stai ancora elaborando su questo argomento?

Quando combattiamo il fuoco col fuoco tutti si bruciano.