«Avete anche udito che fu detto agli antichi: “Non giurare il falso; da’ al Signore quello che gli hai promesso con giuramento“. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: “Sì, sì; no, no”; poiché il di più viene dal maligno.

~ GESÙ (Matteo 5:33-37)

SOMMARIO: Leggi questo e salta il resto (se vuoi)

  • Siamo arrivati al quarto di sei casi studio su come leggere la Bibbia. Qui vediamo Gesù cambiare definitivamente e autorevolmente una pratica biblica.
  • Giurare era chiaramente permesso e persino comandato nella Torah.
  • Sia l’Antico Testamento che il Nuovo Testamento danno un alto valore alla verità, solo in modi diversi.
  • Ora che Gesù sta inaugurando la sua nuova via, ritornare alle vecchie vie è “male“.
  • Gesù sta trasferendo tutta l’autorità religiosa dalla Scrittura a sé stesso.
  • I cristiani interpretano e applicano questo insegnamento di Gesù in modo diverso. Ma tutti noi dovremmo applicarlo in qualche modo.
  • Da questo passaggio, gli anabattisti derivano l’idea di “linguaggio chiaro” – parlare semplicemente, direttamente e sinceramente in ogni momento, senza un uso eccessivo di abbellimenti, esagerazioni o sarcasmo che potrebbero essere usati per confondere o nascondere la semplice verità.
  • Due punti chiave: 1) Poiché noi conosciamo LA verità personalmente (Giovanni 14:6), i discepoli di Gesù danno valore alla verità in tutte le nostre interazioni; 2) Gesù prevale (prende letteralmente l’autorità) sulle vecchie vie dell’Antica Alleanza. Perciò i seguaci di Cristo non sono “seguaci della Bibbia” – leggiamo la Bibbia in modo da poter seguire Gesù.

IL NUCLEO (Il cuore del messaggio)

La verità detta in amore dovrebbe essere la lingua nazionale del Regno di Cristo. Non c’è ritorno alla via della legge, nemmeno alla legge di Dio, dopo che il vangelo della grazia è in opera nella nostra vita.

CONTESTO (Cosa sta succedendo prima e dopo questo passaggio)

Questa è la quarta delle Sei Antitesi – sei illustrazioni che dimostrano il contrasto tra la rettitudine dell’Antico Patto e la rettitudine del Nuovo Patto. Attraverso questi esempi, Gesù ci sta insegnando come leggere le nostre Bibbie con Gesù come nostra suprema autorità e interprete.

Giurare di dire la verità o fare un voto, una promessa di fare qualcosa, è storicamente parte di tutte le società umane. (Giuramenti, voti e promesse sono realtà che si sovrappongono e la maggior parte delle persone usano le parole in modo intercambiabile). Le promesse sono più popolari tra le persone nella vita quotidiana, mentre i voti e giuramenti di solito portano un peso più ufficiale, religioso o legale.)

Nella Bibbia, Dio giura ripetutamente sulla veridicità delle sue promesse (ad esempio, Genesi 9:8-17; 22:16-17; Salmo 95:11; 119:106; 132:11; Luca 1:68, 73; Atti 2:17-31; Ebrei 6:17), non perché altre volte mente, ma per aiutare la gente a credere.

Poiché Dio voleva rendere molto chiara la natura immutabile del suo proposito agli eredi di ciò che era stato promesso, lo confermò con un giuramento. ~ (Ebrei 6:17)

Le alleanze stesse, come l’Antico e il Nuovo Patto, sono una sorta di rapporto basato sul giuramento – un impegno a vivere un certo modo, insieme in armonia.

Così nella Legge dell’Antico Testamento, Dio è contro le persone che giurano falsamente nel suo nome (Esodo 20:7; Levitico 6:3-5; 19:12) o giurando per un falso dio (Salmo 24:4), ma non contro tutti i giuramenti. Dio quindi permise giuramenti e voti (Numeri 30:1-16; Deuteronomio 6:13; 10:20; 23:21-23; Salmo 50:14; Ecclesiaste 5:4), ma non solo, a volte li richiese (Esodo 22:11; Numeri 5:19; 6:1-2).

Ancora una volta per essere chiari: Dio ha fatto voti, ha permesso al suo popolo di fare voti, ha regolato come i voti e i giuramenti dovrebbero essere usati, e a volte ha comandato di usarli.

Questa storia biblica di giuramenti e promesse fa da incredibile sfondo per la proibizione scioccante di Gesù contro il giuramento. Il divieto di Gesù, sui giuramenti e voti, vuol dire affermare la propria autorità sulla Bibbia stessa. Gesù sta dichiarando con scandalosa chiarezza che un nuovo Regno è a portata di mano e una Nuova Alleanza – l’Alleanza Suprema – è arrivata.

Sia l’Antico Testamento che il Nuovo Testamento stanno dando lo stesso alto valore alla verità (per esempio, Esodo 23:1-3; Zaccaria 8:16-17; 1 Corinzi 13:6; Efesini 4:15, 25), ma ora che il Nuovo Patto è venuto, cambia il modo in cui promuoviamo la verità. Sotto l’Antico Patto, i voti e i giuramenti aiutarono il popolo di Dio a dire la verità. Sotto la Nuova Alleanza, lo Spirito Santo – lo Spirito della verità (Giovanni 14:17; 15:26; 16:13)! – guida le nostre bocche e le nostre coscienze. Un ritorno quindi alla via della legge è ignorare il dono dello Spirito.

L’amore non si compiace del male, ma gioisce della verità.

~ L’apostolo Paolo (1 Corinzi 13:6)

CONSIDERARE (Osservazioni sul passaggio)

“Avete anche udito”. Come potete vedere, egli non dice: “avete anche letto“. Questo ci ricorda che la maggior parte del pubblico di Gesù non era in grado di leggere. E anche se fossero stati alfabetizzati, non avrebbero avuto accesso alla propria copia delle Scritture, ma l’avrebbero sentita leggere nella propria sinagoga locale. Lo studio personale della Bibbia è un’invenzione moderna. L’apprendimento comunitario è la norma storica.

“Antichi”. Gesù sta chiaramente facendo un contrasto con le vecchie vie date al popolo dell’Antica Alleanza e la sua nuova via della Nuova Alleanza. Quello era allora, questo è ora.

Giuramento”. Al tempo di Gesù, il giuramento era diventato una forma d’arte verbale. I giuramenti o i voti erano promesse serie usate come garanzie verbali che qualcuno stava dicendo la verità e avrebbe fatto quello che ha detto che avrebbe fatto. Oggi giuriamo di dire la verità nei tribunali, giuramenti di lealtà nel matrimonio e in ambito militare, e facciamo promesse ogni volta che vogliamo essere presi particolarmente sul serio su un impegno (“Lo prometti?” “Sì! Lo giuro!”). Potremmo non giurare su Dio, ma possiamo giurare su Google (“Sto dicendo la verità! L’ho letto su Google!”). Alcuni cristiani sostengono che, ai nostri tempi, firmare contratti nel mondo degli affari e delle banche è equivalente ai giuramenti nei tempi di Gesù. (Lo approfondiremo).

“Ma io vi dico”. Gesù ha appena fatto riferimento alle Scritture, continuando il discorso con una parola che nessuno avrebbe potuto prevedere: “Ma“. Questo è uno dei più grandi ma nella Bibbia. E Gesù afferma questo sulla base di nessun’altra autorità se non sé stesso. È Gesù che afferma che: “è così perché lo dico io.” Difatti, la parola “Io” (dal greco, egó) potrebbe essere la parola più importante in questo passo. L’ordine della frase nel testo greco originale, enfatizza proprio questo pronome. Gesù sta trasferendo tutta l’autorità religiosa ed etica dalle Scritture su sé stesso! Gesù sta rompendo i confini dell’autorità biblica. Più tardi Gesù dirà “Tutta l’autorità è stata data a ME” – non alle Scritture.

Gesù disse ai suoi discepoli: “Mi è stato dato ogni potere sia in cielo che in terra”.

~ (Matteo 28:18)

Non c’è da meravigliarsi che alla fine del suo sermone la folla si stupisca di come Gesù insegni “con autorità“, a differenza di qualsiasi altro insegnante umano (Matteo 7:28-29). I rabbini di allora e i pastori e i preti di adesso, hanno tutti un’autorità secondaria e solo nella misura in cui basano il loro insegnamento sulle Scritture. Anche i profeti biblici, che parlano direttamente a nome di Dio, manifestano un’autorità secondaria dicendo: “Così dice il Signore!” (Il profeta Geremia non disse mai: “Questo è vero perché lo dico io! Io sono Geremia!) Solo Gesù ripone l’autorità primaria su sé stesso, non dicendo: “Così dice il Signore” ma “Così dico IO!” In altre parole, “Questo è vero perché lo dico io, punto.” Ehi Gesù! Chi pensi di essere – Dio?!

Non giurate affatto. Il divieto di Gesù di giurare è completo. La parola greca qui è holós, la radice della nostra parola “tutto”. Significa solo che – la quantità intera o completa di qualcosa, senza eccezione. Quindi “non giurate”, senza alcuna eccezione.

Cielo / Terra / Gerusalemme / Capo. Gesù usa molteplici esempi di come ci esprimiamo per ribadire di stare dicendo la verità: abbellimenti verbali che usiamo per generare fiducia nelle nostre parole. Lo farà di nuovo nel suo rimprovero ai leader religiosi in 23:16-22, sottolineando la stupidità dei loro ragionamenti.

Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l’oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che santifica l’oro? E se uno, voi dite, giura per l’altare, non importa; ma se giura per l’offerta che c’è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che santifica l’offerta? Chi dunque giura per l’altare, giura per esso e per tutto quello che c’è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra.

La Tradizione degli Anziani al tempo di Gesù (più tardi riportata nella Mishnah) includeva un’incredibile complessità di istruzioni per fare giuramenti vincolanti o non vincolanti (ad esempio, il giuramento di Gerusalemme non era vincolante, ma il giuramento verso Gerusalemme lo era). Un uso legalistico della Scrittura alla fine degenera sempre in una mentalità-scappatoia. Si noti che Gesù si riferisce a Gerusalemme come “la città del Grande Re” in un momento in cui non c’era un re autorevole, ma piuttosto un procuratore romano, Ponzio Pilato. Gesù potrebbe qui prefigurare il futuro ingresso del vero re su un asino.

Sì / No. Il greco dice letteralmente, “Lascia che le tue parole siano sì sì e no no.” Il popolo del regno (cioè noi) non dovrebbe usare formule verbali per distinguere le nostre parole totalmente vere e affidabili dalle nostre parole per lo più vere e affidabili.

Dal Maligno. Questa parola greca può essere personale o generale, cioè “il maligno” o semplicemente “malvagio”. La maggior parte dei traduttori credono che il costrutto qui sia personale. Ma in entrambi i casi, Gesù dice qualcosa di scioccante: diluire l’onestà attraverso il fare voti viene da un’origine malvagia – non di meno che dal padre della menzogna (Giovanni 8:44)! Questa è una delle affermazioni più impegnative in tutto il Discorso della Montagna, dal momento che Gesù si riferisce a un comando biblico definendolo come “male” se praticato nel suo nuovo “Regno dei Cieli sulla terra”. Il nostro Maestro ha delle spiegazioni da darci.

“Deve essere francamente ammesso che qui Gesù viola formalmente la legge OT. Ciò che esso permette o comanda, egli proibisce.” ~ D.A. Carson (Il Commento Biblico dell’Espositore)

CONFESSIONE (Riflessione personale)

Confesso che il mio adulterio è solo una parte del mio grande fallimento. Anch’io, per una stagione della mia vita, sono diventato bravo a mentire.

Come tutti sappiamo bene, un peccato porta ad un altro, e per nascondere certi peccati mentiamo. Anche le persone che commettono adulterio mentiranno, e non solo a tutti quelli che li circondano. Spesso mentiamo a noi stessi, incapaci di affrontare consapevolmente il nostro peccato. Questa si chiama negazione di sé.

C’è una linea nella parabola del Figliol Prodigo dove si dice che il pentimento del figlio ribelle è iniziato “quando è rientrato in sé” (Luca 15:17). Conosco quel momento intimamente.

A volte il nostro peccato e le bugie che diciamo a noi stessi, in modo da poter continuare nel peccato, ci spaccheranno la nostra anima in due. Rendendoci Incapaci di sopportare la dissonanza cognitiva. Questo è quello che mi è successo. Quando sono stato confrontato col mio peccato, ho sperimentato una sorta di riunione, quando finalmente entrambe le metà di me sono state in grado di esistere nello stesso luogo allo stesso tempo. Sono “rientrato in me“. È stato doloroso oltre ogni immaginazione, come una sorta di chirurgia dell’anima per la quale non c’è anestesia. Ma in qualche modo nel mezzo del tormento, ero consapevole che questo era l’inizio del mio viaggio di guarigione verso l’integrità.

Questo è il significato di integrità, avere tutte le nostre parti divise reintegrate. Viene dal latino integratas, che significa intero e indiviso.

Un’altra parola con radici latine che ho imparato ad apprezzare è: “sincero”, dal latino “sine cere”, che significa “senza cera“. In epoca romana, se un vaso di argilla o una scultura di marmo si rompevano nel processo di creazione, gli artigiani disonesti potevano coprire i difetti fondendo della cera nelle fessure. Così gli scultori onesti a volte presentavano il loro lavoro come “sine cera” o “senza cera”.

Gesù vuole che i suoi discepoli siano sempre “senza cera”. Ma per quelli di noi che hanno gravi difetti, la tentazione di nascondere le nostre crepe con la cera della negazione e dell’inganno sarà potente.

Fisicamente, ci ritraiamo istintivamente per evitare il dolore. Se qualcosa è troppo caldo al tatto, ci allontaniamo rapidamente e automaticamente. Non dobbiamo pensarci; non dobbiamo pesare i pro e i contro per prendere una decisione consapevole. Sperimentiamo semplicemente un “riflesso somatico“. E psicologicamente, se una parte della nostra vita è potenzialmente troppo dolorosa da riconoscere, se percepiamo la verità stessa come troppo dolorosa da ammettere, il resto della nostra psiche può allontanarsi di riflesso. Diverse parti della nostra psiche si separeranno per sicurezza. Ci dis-integriamo.

Il film del 1985 King David, interpretato da Richard Gere, è un film biblico B con alcuni momenti potenti e significativi. Quando l’ho visto di nuovo di recente ho visto con occhi nuovi la scena in cui il profeta Natan affronta Davide sul suo peccato. Mi sentivo come se stessi guardando la reintegrazione interiore dell’anima di re David – e il dolore che accompagna. La negazione viene spogliata con le parole “Tu sei l’uomo” (vedi 2 Samuele 12).

Il dolore è profondo. Non c’è anestetico per questo tipo di intervento.

Nella mia vita, è stata la menzogna tanto quanto l’adulterio che ha fratturato la mia anima. Ho sempre apprezzato la verità e l’onestà come strumenti per promuovere l’intimità e la comunità amorevole. Ogni volta che distorcevo la verità per coprire le mie tracce, qualcosa moriva dentro di me e intorno a me, dal momento che la mia connessione nella comunità amorevole veniva spezzata, bugia dopo bugia.

Ma ora, improvvisamente, mi ritrovo nel mezzo della più intima esperienza di comunità che abbia mai avuto. Una comunità amorevole, piena di grazia, piena di verità e di fiducia. Vivere insieme (o meglio, essere riuniti in) a un piccolo gruppo di giusti (cioè persone collegate correttamente a livello relazionale) di sorelle e fratelli, sta guarendo la mia anima come nient’altro. Apparentemente, quando il fallimento catastrofico e completo di un membro di un gruppo è già in bella mostra, questo stesso fallimento può aiutare le persone a stringersi in una fratellanza più autentica e amorevole, che sa vedere oltre il gossip per fare spazio alla grazia. Confessare i peccati, esprimere misericordia, e manifestare la verità diventa il modo naturale di agire. Quando le comunità si formano dalle nostre più profonde fratture già esposte e palesi davanti a tutti noi – che si tratti di un incontro di Alcolisti Anonimi o di una piccola chiesa a struttura familiare come lo è la nostra a The Meeting House Italia,  la grazia scorre più facilmente.

Ora ho il lungo lavoro davanti a me di ricostruire la fiducia ovunque sia possibile. Eppure, se io cercassi di infondere agli altri una fiducia in me stesso giurando di essere affidabile e sincero, con frasi tipo: “lo giuro su Dio”, o cose simili, sarebbe una cosa infantile e povera. No, la fiducia spezzata può essere ricostruita solo quando dimostriamo e lasciamo che il nostro sì sia sì e il nostro no sia no nel lungo andare.

E nota: come Gesù e la Chiesa primitiva chiariscono ripetutamente, solo coloro che si avvicinano abbastanza per vivere in comunità autentiche potranno vedere questo processo all’opera in tutta la loro esperienza di vita. Coloro che vogliono pronunciare giudizi a distanza dovrebbero tacere.

Ecco una citazione da un altro mio precedente studio del Sermone della Montagna:

“Se non camminiamo a stretto contatto con una sorella o un fratello che è caduto in errore, per osservarli e coinvolgerci con loro con discernimento, responsabilità e compassione, siamo solo dei critici pantofolai. Qualità come il pentimento genuino, l’umiltà e la sottomissione alla correzione, e la capacità di affrontare le nostre responsabilità, sono difficili da decifrare da lontano. Questo significa che ogni pontificato morale alla distanza, può essere tranquillamente ignorato. Le persone di fede hanno modi migliori di investire le energie date loro da Dio. Per essere precisi, quando qualcuno pecca in modo significativo, pubblicare opinioni online può farci sentire bene, come se fossimo dei paladini della giustizia, ma hanno molto poco a che fare con una risposta cristiana al peccato. Le dichiarazioni a distanza sono distaccate e non hanno un vero coinvolgimento fraterno, quindi, non hanno valore. Sono performative, non riformative o riparatrici.” (SM #17: Sopra e Oltre (Giustizia reale, Parte 4)

Ancora una volta, semplicemente amare e vivere la Via di Gesù è la risposta.

COMMENTO: (Pensieri sul significato e l’applicazione)

Come applicare oggi questo insegnamento radicale di Gesù? Anche se ci sono opinioni e teorie diverse, una cosa su cui tutti dovremmo essere d’accordo è che dovremmo applicarla!

Per cominciare, non annacquiamo l’insegnamento di Gesù dicendo qualcosa come “Sarebbe una buona idea se tutti noi non mentissimo così tanto.” Gesù chiama i suoi discepoli a fare qualcosa di radicale qui, allora come ora – cioè a rifiutarsi di partecipare a quello che era ed è un rituale pubblico accettato e persino atteso.

Oggi questo potrebbe significare:

            ESEMPIO #1… APPLICAZIONE NEL MONDO DEGLI AFFARI- LIVELLO LETTERALE E INTEGRALISTA:

Alcuni cristiani anabattisti non firmano contratti per affermare le loro intenzioni, quindi le pratiche commerciali degli Amish, dei Quaccheri e dei Mennoniti del Vecchio Ordine sono completamente relazionali. Vedono la firma di un contratto come un moderno equivalente al giuramento.

Non firmare contratti pone queste comunità completamente fuori passo con le pratiche commerciali della società circostante (comprese le banche e le assicurazioni) e rafforza il loro isolamento dalla cultura circostante. (Nota anche: le cerimonie di matrimonio anabattiste conservatrici non includono il fare voti. Gli sposi semplicemente affermano “Lo faccio” o “Lo farò” quando viene loro chiesto se prendono l’altro come loro coniuge, per amare, onorare e amare, ecc. per la vita.)

            ESEMPIO #2… APPLICAZIONE DI LIVELLO MEDIO – IN TRIBUNALE:

Alcuni cristiani non giurano di dire la verità (su una Bibbia o altro) in situazioni legali, ma semplicemente affermano la verità delle loro parole. Il teologo anabattista Scot McKnight dice: “Cerchiamo di essere chiari qui: Gesù sta parlando di giuramenti legali e Gesù è contro i giuramenti legali” (Sermone sulla Montagna). Non giurare rende anche tecnicamente difficile per un credente mantenere una carica civica o militare poiché dobbiamo prestare giuramento di fedeltà alla nazione e alle sue leggi per mantenere una posizione nel governo o nell’esercito.

            ESEMPIO #3… APPLICAZIONE DI BASSO LIVELLO – NELLE RELAZIONI:

La maggior parte dei cristiani dovrebbe essere in grado di concordare che non dovremmo chiedere né offrire promesse (“Sono onesto! Prometto!”) o imprecare (“Davvero! Giuro!”) per aumentare la fiducia in ciò che diciamo.

La maggior parte dei cristiani di oggi direbbe che i primi due esempi di sopra sono troppo estremi (anche se non sono più estremi di quanto seguire questo insegnamento sarebbe stato per i discepoli ai tempi di Gesù). I riformatori protestanti, come Lutero e Calvino, distinguevano tra discorso pubblico e privato, dicendo che l’insegnamento di Gesù sul giuramento si applica solo alla sfera privata. In altre parole, giurare per la corte, l’ufficio pubblico e l’appartenenza militare va bene, ma i cristiani non dovrebbero pretendere promesse l’uno dall’altro in conversazioni private. Potrebbe sembrare la posizione più ragionevole per la maggior parte di noi, tranne che per un problema – non è quello che dice Gesù. Ci vuole un certo grado di addomesticazione per arrivare a questa posizione.

Indipendentemente da come interpretiamo e applichiamo questo passaggio, onoriamo Dio almeno cercando di interpretarlo e di applicarlo correttamente.

Quindi ecco una domanda:

Se sei un seguace di Gesù, quando è stata l’ultima volta che hai pensato a questo insegnamento e hai effettivamente adattato il tuo comportamento alla luce di esso – in qualche modo?

Gesù sembra dire che valorizzare la verità è così importante, che i suoi seguaci dovrebbero rifiutarsi di partecipare a qualsiasi pratica culturalmente normativa che annacqui questo alto valore.

Pensateci: se ci sono certe arene della vita in cui un voto, un giuramento, una promessa o un contratto è necessario per affermare il nostro alto valore di onestà, che cosa dice questo del resto della nostra vita? Diamo meno valore alla verità in tutte le altre interazioni relazionali se non sto giurando o dichiarando una promessa? Se non sto giurando mi è permesso essere meno onesto? Il giuramento e fare promesse sminuisce piuttosto che elevare la nostra reputazione di onestà.

In un certo senso, la promessa e il giuramento sono pura superstizione. Si basano sulla credenza ingenua che una persona, di cui altrimenti non ci si potrebbe fidare che dica la verità, può essere persuasa a parlare sinceramente attraverso una sorta di formula verbale o incantesimo. I giuramenti non hanno alcun potere.

Giurare non ha certo aiutato Pietro a dire la verità quando ha negato e rinnegato Gesù, giurando di non conoscere Gesù (Matteo 27:72, 74). Gesù chiama i suoi discepoli ad allontanarsi da questo tipo di fantasia e superstizione.

Storicamente, i giuramenti sono stati necessari per il servizio militare e lo stesso ragionamento usato dai teologi per respingere questo insegnamento di Gesù, consentendo il giuramento in ambito civico e militare, è stato usato per spiegare i suoi insegnamenti sulla non-violenza.

Martin Lutero, dopo aver sostenuto che questo insegnamento anti-giuramento di Gesù non si applica quando ci relazioniamo con il governo (ricordate la sua idea privata vs discorso pubblico) continua dicendo:

Allo stesso modo, quando Gesù ti proibisce di estrarre la spada, non significa che dovresti disobbedire al governo se il tuo principe territoriale ha bisogno di te o ti chiama per andare in guerra.” ~ Martin Lutero (Esposizione sul Discorso della Montagna)

Quindi, secondo i grandi riformatori, e molti protestanti oggi, i cristiani dovrebbero essere non-violenti… a meno che non debbano essere violenti. Cioè, non uccidere le persone in privato, ma se il governo ti chiede di uccidere pubblicamente, sii pronto.

Purtroppo, questo tipo di ragionamento ha rovinato gran parte della storia della Chiesa. Eppure, questo tipo di esegesi del Discorso della Montagna riemerge più volte nei documenti informativi della comunità cristiana protestante, come The Heidelberg Catechism (1563) e The Westminster Confession of Faith (1647).

Quando respingiamo l’insegnamento di Gesù sui giuramenti come irrilevante per la nostra vita e i nostri tempi, abbiamo posto le basi per fare la stessa cosa in ciò che verrà dopo nel Discorso della Montagna – i suoi insegnamenti radicali sulla non-violenza e sull’amare i propri nemici.

I primi seguaci di Cristo sembrano aver preso le parole di Gesù qui seriamente e letteralmente e si sono rifiutati di fare voti, incluso il giuramento del servizio militare. Ciò continuò come pratica dominante fino al cambiamento costantiniano nel IV secolo

Il fratellino di Gesù, capo della chiesa di Gerusalemme nel primo secolo, sembra essere d’accordo con Gesù (sorpresa!):

Ma soprattutto, cari fratelli, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa: dite semplicemente «sì» quando è sì, e «no» quando è no. Così non peccherete e non sarete condannati da Dio.

(Giacomo 5:12)

Possiamo vedere come la Chiesa primitiva ebbe inizio come una nuova società con la sua cultura e i suoi valori, rendendola fuori passo in modo significativo con le strutture di potere circostanti. Forse questo è proprio il messaggio di Gesù qui – siate disposti ad essere fuori passo con la cultura circostante sulle piccole cose, e sarete meglio preparati ad andare contro il flusso delle masse sulle questioni più grandi.

“La proibizione dei giuramenti da parte di Gesù, espressa esplicitamente per la prima volta nel Discorso della Montagna, pone i discepoli in una relazione di tensione con il potere secolare. Storicamente lo stato non ha mai amato che gli si risponda di  ‘no.'” ~ Frederick Dale Bruner (The Christbook)

Eppure, dovremmo essere consapevoli che l’apostolo Paolo a volte va molto vicino a fare un giuramento. Prendiamo ad esempio 2 Corinzi 1:23:

Dio mi è testimone che sto dicendo la pura verità;

non sono ancora venuto a trovarvi, perché non voglio rattristarvi con un severo rimprovero.

Oppure Galati 1:20:

Ascoltate bene ciò che vi dico, perché vi parlo davanti a Dio questo è esattamente ciò che è accaduto, non sto dicendo bugie.

E in almeno un’occasione Paolo fece un voto religioso (Atti 18:18):

Paolo rimase a Corinto ancora molti giorni. Poi, dopo aver salutato i credenti di quella città, salpò per la Siria insieme con Priscilla ed Aquila. Siccome aveva fatto un voto, a Cencrea si era fatto tagliare tutti i capelli.

Cosa dovremmo dire a Paolo? “Hai parlato con Giacomo ultimamente?”

(Gli studiosi cristiani dibattono anche Gesù ha risposto o no sotto giuramento quando è stato interrogato dal Sinedrio -Matteo 26:63-64-, ma una lettura attenta del testo mostra come egli abba evitato di rispondere sotto giuramento.)

Sappiamo che Paolo, a volte, era disposto ad addomesticare le sue posizioni per connettersi relazionalmente con diversi gruppi di persone, religiose e non religiose. Essere fedeli al Vangelo, facendo però anche concessioni per amore per l’unità e/o l’evangelizzazione, era la via della Chiesa primitiva. Paolo, ad esempio, prese parte ai rituali religiosi ebraici (Atti 21:17-26) e, durante il concilio di Gerusalemme, egli chiese ai credenti gentili di non mangiare carne che avesse ancora il sangue, per amore dell’unità (Atti 15). Nessuna delle due cose era moralmente necessaria, ma entrambe erano espressioni di amore e accoglienza.

Paolo disse che il suo modus operandi era di essere flessibili per il bene del Vangelo:

Anche se sono libero e non appartengo a nessuno, sono diventato di mia spontanea volontà, e con gioia, il servo di tutti, per portare a Cristo il maggior numero possibile di persone. Quando sono tra gli Ebrei, vivo come loro, essi ascoltano il Vangelo e così li posso portare a Cristo. Essi seguono le cerimonie e le usanze ebraiche, ed io mi comporto come uno di loro, (benché io stesso non sia sottoposto alla legge ebraica), perché il mio unico scopo è quello di condurli a Cristo. Anche con i pagani sono accondiscendente al massimo, (facendo, però, sempre ciò che è giusto per un cristiano). E così, mostrandomi d’accordo, riesco a guadagnarmi la loro fiducia ed a portarli alla conversione.
Anche quando sono con i deboli nella fede, mi adeguo a loro; proprio così, cerco di adattarmi ad ogni tipo di persona, purché possa parlargli di Cristo, e Cristo lo salvi. Tutto questo lo faccio per amore del Vangelo e per ricevere anch’io con gli altri le sue benedizioni.

~ L’apostolo Paolo (1 Corinzi 9:19-23)

Quindi forse ci sono situazioni in cui, per essere “compresi” dagli altri al di fuori del Movimento di Gesù, potremmo promettere o dare la nostra firma o giurare di dire la verità. Ciò significa adottare una forma di comunicazione che ponga gli altri al centro. Ma se è così, quelle situazioni sono separate da come i cittadini di regno di Gesù dovrebbero comportarsi gli uni verso gli altri.  

Quindi? Qual è la giusta applicazione di tutto questo per noi oggi?

Se dovessimo considerare il Sermone della Montagna di Gesù, isolandoci dal resto del mondo, sembrerebbe che gli Amish, i Mennoniti, i Quaccheri e altri Anabattisti tradizionalisti, siano i più accurati nella loro applicazione (Esempio 1 sopra). Tuttavia, il vivere questo in comunità completamente separate al giorno d’oggi, finisce per competere con altri valori cristiani, come l’evangelismo che richiede di essere a stretto contatto con le persone per essere sale e luce.

È un cane che si morde la coda.

Ecco quindi tre raccomandazioni:

  • RACCOMANDAZIONE #1: Prendiamo questo insegnamento sul serio, il che significa, come minimo,  chiedersi come potrebbe aiutarci a fare la differenza nel modo in cui viviamo. E congratulazioni! Se stai leggendo questo studio, e soprattutto, se ti stai prendendo del tempo per discuterne con gli altri, stai già onorando Gesù prendendo sul serio questo suo insegnamento. Anche questo è un atto di adorazione.
  • RACCOMANDAZIONE #2: Cerchiamo di essere gentili con i cristiani che interpretano l’insegnamento di Gesù in modo diverso. Qualunque sia l’interpretazione su cui atterri, ricorda che molti altri cristiani, buoni e devoti, credono in modo diverso.
  • RACCOMANDAZIONE #3: Concordiamo sul minimo indispensabile: come credenti dovremmo dare un alto valore all’onestà in tutte le nostre interazioni. Naturalmente, per fare questo bene, avremo bisogno di diventare noi stessi una comunità di eccezionale gentilezza, grazia e misericordia, poiché l’onestà creerà attriti che dovranno essere levigati con l’olio della grazia. Il tuo cerchio di comunione, la tua comunità di fede, trasuda grazia, misericordia e amore abbastanza da invitare alla verità totale?

Le nostre sorelle e fratelli anabattisti e quaccheri più tradizionalisti, ci hanno dato un nome per questo insegnamento: essi lo chiamano: lasciare che il nostro sì sia sì e il nostro no essere no, cioè dire quello che intendi e intendi quello che dici, “discorso chiaro“. Sono scettici verso gli abbellimenti verbali popolari (dal giuramento alla promessa, ma anche verso le lusinghe, i titoli, le elaborazioni, le esagerazioni e persino l’uso eccessivo del sarcasmo), cose che vengono usate per cercare di impressionare e talvolta per ingannare. Potremmo avere qualcosa da imparare dalla loro enfasi sul “parlare semplice”.

“I cristiani sono, quindi, impegnati a parlare chiaro. Cerchiamo di non dire niente di più o niente di meno di ciò che deve essere detto. Un parlare così disciplinato non è facilmente raggiungibile. Troppo spesso vogliamo usare il dono della parola come un’arma, spesso un’arma molto sottile, per stabilire la nostra superiorità.” ~ Stanley Hauerwas (Matthew)

Forse il modo migliore per andare avanti è quello di continuare a impegnarsi per quanto riguarda i contratti secolari, per tenerci economicamente e relazionalmente impegnati e integrati nella nostra società circostante (in modo da poter essere sale e luce) mostrando, al tempo stesso, di prendere sul serio Gesù in situazioni specifiche di giuramento (come in un’aula di tribunale).

Come minimo, i discepoli di Gesù dovrebbero prendere a calci l’abitudine culturale di mettere in evidenza la nostra onestà, facendo o esigendo promesse nelle nostre conversazioni relazionali, soprattutto fra i credenti. Facciamo che il nostro sì sia si e il nostro no sia no.

Qualunque strada scegliamo, prendere sul serio questo insegnamento richiederà coraggio per superare la nostra codardia. Sei pronto?

Perciò, basta con le bugie! Diciamoci invece la verità altrimenti, siccome siamo parte gli uni degli altri, quando mentiamo ai nostri fratelli, facciamo del male a noi stessi.

~ L’apostolo Paolo (Efesini 4:25).

CONCLUSIONE: (Un ultimo pensiero)

Non dimentichiamo che attraverso questo insegnamento, Gesù chiama “male” il nostro desiderio religioso di vivere secondo la lettera della legge e ci invita a un modo di vivere completamente nuovo, non con la lettera, ma con lo Spirito. Non c’è ritorno alla via della legge, neppure alla legge di Dio, dopo che il Vangelo della grazia ha compiuto la sua opera. Gesù ci libera, dal nostro peccato, e dalla nostra religiosità.

I primi leader cristiani compresero questo e si opposero a trascinare le pratiche della legge dell’Antico Testamento nel Nuovo Patto. Le regole sulla circoncisione, il cibo, il sabato e i sacrifici furono tutte abbandonati in favore della via dello Spirito, in modo che gli ebrei potessero vivere in unità con i gentili. Per i credenti ebrei, la legge era stata un utile, una  babysitter-data-da-Dio, un “guardiano”, per una stagione di tempo. Ma ora che Cristo è venuto, egli ha stabilito la Nuova Alleanza…

Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore;

~ L’apostolo Paolo (Galati 3:25)

Gesù prevale (letteralmente, prende il potere) sulle vecchie vie dell’Antica Alleanza. Perciò noi seguaci di Cristo non ci limitiamo a “seguire la Bibbia” – leggiamo la Bibbia in modo da poter seguire Gesù, mentre camminiamo guidati dallo Spirito.

Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera ma di Spirito;

perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica.

~ L’apostolo Paolo (2 Corinzi 3:6)

Perciò, se ora viviamo per la potenza dello Spirito Santo,

anche la nostra vita deve essere guidata dallo Spirito Santo!

~ L’apostolo Paolo (Galati 5:25)

Perché tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.

. ~ L’apostolo Paolo (Romani 8:14)

Stai ancora cercando di capire cosa pensi di questo insegnamento di Gesù? Non dobbiamo conoscere tutte le risposte e scandagliare tutti i misteri per compiere i nostri primi passi di fede. Basta leggere il Discorso della Montagna, iniziare a vivere quello che dice come meglio lo capiamo, e connettere le braccia con pochi altri nello stesso cammino. Allora starai al passo con lo Spirito.

La libertà ti aspetta. Sei invitato a unirti a noi.

CONTEMPLIAMO: (Passi della Scrittura che riguardano e approfondiscono la nostra comprensione di questo argomento)

1 Corinzi 13:6; 2 Corinzi 3; Efesini 4:15; 2 Giovanni 1:1-6

CONVERSAZIONE: (Parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme)

  • Che cosa vi rivela Dio di sé stesso attraverso questo passaggio?
  • Che cosa Dio ti mostra di te stesso attraverso questo passaggio?
  • Qual è stata la tua esperienza di amicizia intima, aperta e onesta? Dove la trovi? Come ti aiuta? Quale sarà il tuo prossimo passo per acquisirne di più?
  • Qual è una cosa che puoi pensare, credere, o fare diversamente alla luce di quel che stai imparando?
  • Quali domande stai ancora elaborando su questo argomento?