Perciò chiunque scioglierà uno di questi minimi comandi e lo insegnerà agli altri sarà chiamato minimo nel regno dei cieli, ma chi praticherà e insegnerà questi comandi sarà chiamato grande nel regno dei cieli. ~ GESÙ (Matteo 5:19)

(Nota: il versetto appena citato è una traduzione letterale dal greco originale, nelle altre versioni della Bibbia il versetto invece è così: “Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli”

IL NUCLEO (il cuore del messaggio):La crescita spirituale – cioè diventare grandi nel regno dei cieli – avviene quando seguiamo tutti gli insegnamenti di Gesù. I discepoli di Gesù dovrebbero essere desiderosi di imparare e vivere la via dell’amore che solo Gesù può mostrarci. Questa è la terza di una serie di quattro parti che spiegano Matteo 5:17-20.

CONTESTO (cosa succede prima e dopo questo passaggio): Il nostro versetto per questo studio è un quarto di un pensiero completo. Tutti e quattro i versetti della presentazione della tesi di Gesù sono uniti e si contestualizzano a vicenda.[17] Non pensate che io sia venuto a distruggere la Legge o i Profeti; non sono venuto a distruggerli, ma a riempirli. [18] Perché, in verità, vi dico: finché non passeranno i cieli e la terra, non passerà dalla Legge la più piccola lettera e neppure una parte di lettera, finché tutto non sarà compiuto. [19] Perciò chiunque scioglierà uno solo di questi comandi e lo insegnerà agli altri sarà chiamato minimo nel regno dei cieli, ma chi praticherà e insegnerà questi comandi sarà chiamato grande nel regno dei cieli. [20] Perché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete certo nel regno dei cieli. ~ GESÙ (Matteo 5:17-20)

Gabriele annuncia a Maria la Parola che diventa carne. Maria posa le pergamene e volge il suo sguardo direttamente a Dio. Fin dal Medioevo (soprattutto dal 1300 in poi), è diventata una comune tradizione raffigurare l’Annunciazione (l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria come narrato in Luca 1, 26-38) con un libro o un rotolo in vista. La tradizione visiva fa notare una cosa bellissima: lo stesso Spirito che ha ispirato la Parola di Dio a essere trasmessa attraverso le Scritture sta ora ispirando la Parola di Dio a diventare carne in Maria (Giovanni 1:14). E questo stesso Spirito aiuterà tutti noi ad andare oltre il semplice apprendimento di un libro e ad avere la vera persona di Gesù formata in noi (Galati 4,19). Cari figli, sono di nuovo in preda alle doglie del parto finché Cristo non sia formato in voi! ~ L’apostolo Paolo (Galati 4:19)

CONSIDERA (Osservazioni sul passaggio): Perciò. Una parola di collegamento. Ci ricorda che tutti e quattro i versetti della tesi di Gesù sono uniti. Sciogliere. Questa parola (in greco, λύω luó) è semplice: significa slegare o liberare, come in Matteo 16 e 18, dove Gesù dice che tutto ciò che “sciogliamo” sulla terra sarà “sciolto” in cielo, e anche in Matteo 21, dove Gesù incarica i suoi discepoli di andare a “slegare” un asino. Il significato di questa parola è semplice, ma quello che Gesù intende per “slegare questi comandi” è un po’ più misterioso.

Praticare. È la parola che indica il fare o eseguire e viene usata da Gesù in tutto il suo insegnamento. I comandi di cui parla Gesù (“questi comandi”) sono destinati ad essere eseguiti, seguiti. Sono per noi qualcosa da realizzare (come costruire la nostra vita sulla base della roccia del suo insegnamento).

E insegnare. Gesù sta parlando di persone che sciolgono questi comandi e che insegnano agli altri a fare come loro. Fare e insegnare sono collegati per Gesù. Noi dovremmo fare entrambe le cose: imparare e mettere in pratica ciò che impariamo a livello comunitario. Almeno, questa è la visione di Gesù. Gesù non pensa mai ai singoli credenti che cercano di seguirlo individualmente. Non siate quel tipo di persone (consultate il nostro sito o contattateci a themeetinghouseitalia.com se volete essere aiutati a connettervi).Questi comandi. Quali comandi? Gesù si sta riferendo alla Legge dell’Antico Testamento di cui ha appena parlato? Oppure all’insegnamento che sta per offrire nel resto del Discorso della montagna e oltre? Gesù parla spesso dei suoi “comandi” (non della Bibbia in generale, ma specificamente dei suoi comandi) come norme da seguire per i suoi discepoli, come ad esempio in Matteo 28:20 A questi nuovi discepoli insegnate ad ubbidire a tutti i comandamenti che vi ho dato; e siate certi di questo: Io sarò sempre con voi, fino alla fine del mondo. Gesù termina il suo Discorso della montagna dicendo che è il SUO insegnamento che ci aiuterà a costruire la nostra vita su fondamenta solide se agiamo in base a ciò che impariamo (Matteo 7:24-29). Quindi “questi comandi” potrebbe significare “i miei comandi, il mio insegnamento, che sto per darvi” o potrebbe significare “la Torah dell’Antico Testamento come sto per interpretarla”. La buona notizia per noi è che entrambi i concetti possono condurci allo stesso punto: prestare attenzione all’insegnamento di Gesù per capire come leggere la nostra Bibbia e seguire Gesù. Minimo / Grande nel regno. Ci sono gradi nel regno di Dio? Sì e no. Gesù dice poi che chi assume la posizione umile di un bambino sarà “più grande” nel regno dei cieli (Matteo 18:1-4). E altrove dice che chi è “più piccolo” nel regno dei cieli è comunque “più grande” di Giovanni Battista (Matteo 11:11). Ricordate, i riferimenti di Gesù al “regno dei cieli” non riguardano tanto un paradiso celeste dopo la morte, ma il nostro modo di vivere nella Nazione di Gesù qui e ora. Parlare dei più piccoli e dei più grandi può essere un modo di parlare, probabilmente è uno strumento di insegnamento di Gesù per motivarci a dare il meglio di noi stessi, pur sapendo che siamo inclusi nel regno per pura grazia. Il linguaggio “grande/minimo” riguarda probabilmente la maturità e l’immaturità spirituale, il prendere decisioni sagge o sciocche, investire in oro spirituale piuttosto che nella paglia (cfr. 1 Corinzi 3:10-15). Essere grandi nel regno di Dio significa crescere nella grazia (2 Pietro 3:18), e crescere nella maturità spirituale dovrebbe essere sempre il nostro obiettivo (Efesini 4:11-16; 2 Tessalonicesi 1:3).

CONFESSIONE (riflessione personale):Confesso che spesso mi sono sentito come se fossi fuori dal mondo quando si trattava di fede. Crescendo nella Chiesa, sembrava che tutti sapessero cosa stesse succedendo tranne me. I miei amici pentecostali sembravano avere un’esperienza dello Spirito che a me sfuggiva. Così ho scelto un approccio più accademico alla mia fede: leggere, studiare e risolvere enigmi teologici sono diventati il mio linguaggio religioso. (Per certi versi sono sicuro di aver gettato via un po’ di Spirito con l’acqua sporca, ma questo è un argomento per un altro post). Il ricorso ai libri, agli studi Biblici e all’istruzione superiore non ha risolto il problema di sentirmi un estraneo. Avevo difficoltà (e ne ho ancora) con la lettura, che sembra una qualità fondamentale in una fede basata sui libri sacri come il cristianesimo. Scoprire in seguito che le mie difficoltà avevano un nome, dislessia, mi ha aiutato un po’, ma poi mi sono chiesto perché Dio avrebbe dovuto rallentare il mio potenziale di discepolato con questa maledizione. Sto arrivando a vedere la mia dislessia sia come ostacolo che come un dono, una maledizione e una benedizione. Mi costringe a leggere lentamente e a prestare molta attenzione, quindi prendo appunti e assorbo tutto ciò che posso. Leggere più lentamente significa anche che devo scegliere con attenzione ciò che leggo. E la mia disabilità (parola troppo forte, probabilmente, ma per ora va bene) mi costringe a leggere e rileggere frasi e paragrafi più volte, il che può portare a una contemplazione più profonda. Non è sempre stato facile per me vedere qualcosa di buono nel mio ritmo di lettura necessariamente lento. Leggere era un lavoro, per di più frustrante. Perciò mi sentivo chiaramente svantaggiato nel cercare di conoscere Dio all’interno di una fede orientata ai libri, che prevedeva la lettura regolare di testi antichi con un linguaggio Shakespeariano (come è stato per me da piccolo). Si trattava di una religione per lettori, o almeno così pensavo, che a volte mi faceva sentire un cristiano di seconda classe. Sono contento di non essermi arreso. Leggere ancora non mi piace, ma amo imparare e il mio amore per l’apprendimento ha vinto sulla mia avversione per la lettura. Tuttavia, mi incoraggia sapere che Dio non ha creato una religione per lettori, ricchi e studiosi. La Chiesa primitiva è cresciuta nella conoscenza di Gesù pur avendo un accesso limitato ai rotoli scritti dell’Antico Testamento (conservati nelle sinagoghe locali), e solo poche preziose copie delle lettere del Nuovo Testamento e infine dei Vangeli. Scrive il sacerdote francescano Richard Rohr: Per i primi quindici secoli, fino all’invenzione della stampa, il messaggio scritto non era disponibile per oltre il novantacinque per cento della popolazione cristiana, la maggior parte della quale non sapeva né leggere né scrivere. Ma una volta che la parola scritta è stata facilmente disponibile, ci siamo innamorati dei testi. ~ Richard Rohr (Cosa facciamo con la Bibbia?)Prima della stampa, tutte le copie della Bibbia dovevano essere copiate a mano da scribi professionisti. Si stima che per creare una sola copia dell’intera Bibbia uno scriba abbia impiegato da uno a quattro anni di lavoro a tempo pieno. Ciò significa che per possedere una copia dell’intera Bibbia bisognava essere abbastanza ricchi da potersi permettere di pagare l’equivalente di un anno di stipendio a uno scriba professionista, se non molto di più. Per cui, leggere personalmente la Bibbia sarebbe stato un privilegio solo dei ricchi, degli studiosi e/o dei professionisti della religione. Hmmm. Non sembra la metodologia del Dio che incontriamo nella Bibbia stessa, che parla sia ai ricchi che ai poveri, sia agli istruiti che agli emarginati. Ovviamente, nel corso della storia il testo scritto NON è stato il mezzo principale di Dio per trasmettere la Sua Parola al cuore degli uomini. Sembra troppo rischioso dirlo pubblicamente – ma troppo tardi, l’ho appena detto. La Parola di Dio deve arrivare al popolo di Dio in modi diversi dagli scritti di Dio. Dio ha sempre preferito parlare attraverso persone ispirate dallo Spirito, ancor più che attraverso testi ispirati dallo Spirito, rendendo la relazione e la comunità assolutamente inseparabili dall’apprendimento e dal discepolato. Amare la comunità non è solo ciò che Dio vuole che impariamo a fare; amare la comunità è come impariamo da Dio. La maggior parte dei primi seguaci di Cristo ha dovuto imparare dalla Bibbia – Antico Testamento e il Nuovo Testamento che era allora in via di sviluppo – non leggendola, ma ascoltando bene gli altri che leggevano e insegnavano dagli scritti sacri. Se si voleva imparare, bisognava riunirsi, essere insieme, ascoltare, discutere e mettere in pratica le lezioni man mano che si procedeva. L’idea che i cristiani si sedessero da soli a casa per fare il loro studio privato della Bibbia o le loro devozioni personali sarebbe sembrata ridicola alla maggior parte dei seguaci di Cristo nel corso della storia. L’apprendimento era necessariamente relazionale, elaborato nella pratica come comunità. Così le prime generazioni di ebrei che credettero in Gesù continuarono a riunirsi al Tempio di Gerusalemme o a frequentare le sinagoghe locali per apprendere l’Antico Testamento dai farisei (come Gesù insegnò loro a fare in Matteo 23:1-3). Inoltre, tutti i credenti si riunivano per ascoltare e discutere le copie delle lettere che circolavano da parte di Paolo o Pietro o Giacomo o Giovanni. Si raccontavano ripetutamente a vicenda le storie di Gesù che avevano conquistato i loro cuori alla fede, storie che vennero poi trascritte nei quattro vangeli del primo secolo. La maggior parte dei primi cristiani non erano lettori, ma ascoltatori e membri di una comunità affettuosa di amici che investivano le proprie energie nell’incarnare le storie e i valori appresi dai discepoli di Gesù. Questa è la visione di Dio per la Parola di Dio in questo mondo. Se avete difficoltà a leggere, sappiate che Dio non favorisce la fede degli assidui lettori. Non dobbiamo essere buoni lettori per essere buoni discepoli, cioè studenti o seguaci o apprendisti di Gesù. Ma dobbiamo impegnarci a imparare e a vivere la via di Gesù all’interno di una comunità di seguaci di Cristo. Se non siete grandi lettori, spero che non vi sentiate cristiani di seconda classe. Dio ha altre vie di apprendimento per voi. Cercate di investire le vostre energie nelle forme di apprendimento più efficaci per voi, che possono includere applicazioni audio della Bibbia, film sulla Bibbia e letture, ascolti e discussioni di gruppo. E, se potete, continuate a leggere la vostra Bibbia, anche solo un po’, come valido supporto al vostro processo di apprendimento. Gesù disse che “a chi molto è dato, molto è richiesto” (Luca 12:48) e a noi che viviamo al di qua della stampa è stato dato molto sotto forma di copie personali della Bibbia. Ricordate che essere un pessimo lettore può essere una sorta di dono che ci rallenta e ci aiuta a contemplare ciò che è più importante.

COMMENTARIO (Pensieri sul significato e sull’applicazione):Gesù ci dice di rispettare tutti “questi comandi”. Come discusso in precedenza, potrebbe riferirsi ai comandi dell’Antico Testamento, che egli ci insegnerà a interpretarli nel resto del capitolo 5 del vangelo di Matteo (si veda il nostro prossimo e ultimo studio di questa serie di quattro parti per saperne di più), oppure potrebbe riferirsi ai suoi stessi comandamenti che egli ha dato ai suoi discepoli. (Troveremo questi comandi nel resto del Sermone della Montagna e oltre). In ogni caso, costruiamo la nostra vita sulla via di Gesù, che è la via dell’amore. Più avanti nel Vangelo di Matteo, quando gli verrà chiesto quale sia il più grande comandamento dell’Antico Testamento, Gesù ne collegherà due insieme e dirà: Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il primo e più grande comandamento. E il secondo è simile: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Tutta la Legge e i Profeti si basano su questi due comandamenti. ~ GESÙ (Matteo 22:36-40)

In altri luoghi, Gesù e gli scrittori del Nuovo Testamento affermano che il primo comandamento si può vivere appieno proprio concentrandoci sul secondo. Come ad esempio in Matteo 7:12Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti. Secondo la spiritualità di Gesù, il nostro amore per Dio deve essere espresso principalmente attraverso il nostro amore attivo per le persone. La fede di Gesù è una fede orizzontale. Si noti che in Matteo 22 Gesù dice che TUTTO ciò che è scritto nell’intera Bibbia “dipende” dai comandamenti di amare Dio e il prossimo come se stessi. È come dire che tutto ciò che è scritto nella Bibbia è basato o fondato sul comandamento di amare. Gesù parla in questo modo alla fine del Discorso della montagna, quando parla di costruire la nostra vita sulla solida roccia del suo insegnamento. Tutto dipende dall’amore. Immaginate un carillon o un telefonino per bambini, con ogni comando che pende dal valore centrale dell’amore. Tutto ciò che leggiamo nella Bibbia è sospeso dall’amore. Se cerchiamo di applicare una qualsiasi parte delle Scritture al di fuori dell’amore, le nostre interpretazioni si schianteranno al suolo. Quando parla della Legge e dei Profeti sospesi dall’amore, Gesù si riferisce specificamente alla Bibbia Ebraica, l’Antico Testamento. Ma sarebbe logico che, andando avanti, questo stesso principio includesse l’insegnamento del Nuovo Testamento di Gesù e dei suoi apostoli, a volte chiamato “Legge di Cristo”. Fratelli e sorelle, se qualcuno è colto in un peccato, voi che vivete secondo lo Spirito dovreste risanarlo con dolcezza. Ma state attenti a voi stessi, altrimenti potreste essere tentati anche voi. Portate i pesi gli uni degli altri e così adempirete la legge di Cristo. ~ L’apostolo Paolo (Galati 6:1-2)

Potremmo quindi dire che ci sono tre tipi di legge: la Legge di Mosè dell’Antica Alleanza, la Legge di Cristo della Nuova Alleanza e la trascendente ed eterna Legge dell’Amore che ispira e anima le altre due: LEGGE DELL’AMORE: Eterna e trascendente. Al di sopra e al di là di ogni storia, cultura e alleanze. L’essenza di Dio e dell’umanità, fatta a immagine di Dio. Come Dio ha vissuto con Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden e come noi vivremo insieme per l’eternità. La nostra casa, la nostra fonte e la nostra destinazione. Muove la coscienza di tutti gli esseri umani e risuona con noi in modo intuitivo quando viene sperimentata, rappresentata o discussa. (Matteo 7:12; 22:36-40; Giovanni 13:34-35; Romani 2:14-15; Giacomo 2:8; 1 Giovanni 4:8, 16 + Genesi 1:26-27)-

LEGGE DI MOSE’: Morale dell’Antica Alleanza inserita in una cultura e in un contesto specifico per un tempo, uno spazio e una razza in particolare; ora obsoleta. (613 Comandi; Romani 6:14; 7:7; 10:4; Ebrei 8:13)-

LEGGE DI CRISTO: moralità della Nuova Alleanza stabilita all’interno di una cultura e di un contesto specifico, ma attualmente attiva, applicabile e inclusiva per tutte le persone, ovunque. (Matteo 28:18-20; Giovanni 14:15; 1 Corinzi 9:21; Galati 6:2; 2 Giovanni 6)L’amore è l’unica verità eterna e trascendente. L’amore è l’essenza dell’Onnipotente, molto prima che la terra esistesse, e l’amore sarà il modo in cui vivremo insieme nel nostro futuro eterno. Tutto il resto è temporaneo, situazionale, intrinseco e inserito in uno specifico contesto storico. Poiché siamo fatti a immagine del Dio che è amore (Genesi 1:26-27), l’amore è la legge scritta su ogni cuore umano (Romani 2:14-15). I non credenti non conoscono intuitivamente la legge di Mosè o la legge di Cristo (porgere l’altra guancia è tutt’altro che intuitivo). Ma sanno che l’amore è giusto e buono e sono intuitivamente portati a saperne di più su questo modo di vivere e a commuoversi quando l’amore sacrificale viene rappresentato o sperimentato. È così che amiamo Dio: osservando i suoi comandamenti. E i suoi comandi non sono gravosi. ~ L’apostolo Giovanni (1 Giovanni 5:3)Quindi potremmo dire che: “il Nuovo è nell’Antico nascosto, e l’Antico è nel Nuovo rivelato”. E questa sovrapposizione esiste perché sia l’Antico che il Nuovo Testamento provengono dal Dio che è amore. Attraverso Mosè, Dio ha insegnato a Israele come amare, dato il loro livello di sviluppo (argomento di Paolo in Galati 3) e il loro contesto storico. Attraverso Gesù, Dio ci insegna ad amare ora che abbiamo lo Spirito Santo e l’esempio di Cristo. Laviamo i piedi ai nostri amici, porgiamo l’altra guancia ai nostri nemici e facciamo del bene a coloro che ci odiano. Sì, i comandi del Nuovo Testamento di Cristo, come quelli dell’Antico Testamento di Mosè, sono un’etica temporale, situazionale e provvisoria. (Non avremo bisogno di porgere l’altra guancia o di amare i nostri nemici o di perdonare il peccato delle nostre sorelle e dei nostri fratelli settanta volte sette o di pregare per l’avvento del regno di Dio quando saremo in cielo, per esempio). Ma per ora, i comandi di Cristo sono il nostro modo di sperimentare ed esprimere la verità senza tempo e trascendente dell’AMORE.È interessante notare che oggi, in alcuni ambienti cristiani, se si dicesse qualcosa come “Penso che essere un cristiano sia solo una questione di amore”, si potrebbero ottenere reazioni che vanno da “Sei uno smidollato liberale” a “Ovviamente non ti interessa la santità di Dio” a “Questo tipo di pensiero sdolcinato è ciò che non va nella Chiesa di oggi”. Ma sareste in buona compagnia, con Gesù, che ha detto la stessa cosa.La vita è amore, punto. Tutto il resto è commento. (Califano potrebbe dire tutto il resto è noia …)”Chiunque, dunque, pensi di comprendere le Sacre Scritture, o una parte di esse, ma ne dà un’interpretazione che non tende a costruire questo duplice amore per Dio e per il prossimo, non le comprende ancora come dovrebbe”. ~ Agostino d’Ippona (Sulla dottrina cristiana)

CONCLUSIONE (un ultimo pensiero):Come discepoli di Gesù, vogliamo imparare, vivere e insegnare agli altri a seguire ogni comando di Cristo. Non siamo destinati a farlo da soli, ma in piccole riunioni di amici spirituali. Spero che abbiate tutti una buona chiesa comunitaria in cui sperimentare la via amorevole di Gesù. In caso contrario, scriveteci a themeetinghouseitalia.com

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è gentile e il mio fardello è leggero. ~ GESÙ (Matteo 11:28-30)

CONVERSAZIONE (parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme): 1. Che cosa vi sta rivelando Dio di sé attraverso questo brano?2. Cosa ti sta mostrando Dio di te stesso attraverso questo brano?3. Con parole tue, come risponderesti a un nuovo credente che ti chiedesse: “Come devo leggere la Bibbia?”. 4. Qual è una cosa che potete pensare, credere o fare in modo diverso alla luce di ciò che state imparando? 5. Quali domande state ancora elaborando su questo argomento? Vedi insights e inserzioniMetti in evidenza il post

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