Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
~ GESù (Matteo 5:13)
I discepoli, dunque, non dovrebbero pensare solo al Cielo; hanno anche un compito terreno. Ora che sono legati esclusivamente a Gesù, viene detto loro di guardare alla terra di cui sono il sale. È da notare che Gesù non chiama sé stesso, ma i suoi discepoli “sale della terra”, perché a loro affida la sua opera terrena. ~ Dietrich Bonhoeffer (Il costo del discepolato)
IL NUCLEO (il cuore del messaggio):
I discepoli di Gesù dovrebbero uscire dalla “saliera” e andare nel mondo, incidendo sulle persone con la Buona Novella di Gesù, che ha il sapore caratteristico della grazia.
Niente è più utile del sale e del sole. ~ Plinio il Vecchio (Storia Naturale, I° secolo)
CONTESTO (cosa succede prima e dopo questo passo): Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
~ GESù (Matteo 5:13)
Gli insegnamenti di Gesù sul sale e sulla luce non sono idee distaccate e indipendenti dal contesto delle Beatitudini ma sono collegati; questa quindi è una conclusione dell’introduzione del Sermone della Montagna e una sorta di incarico ai discepoli di Gesù di portare avanti il modo di vivere delle Beatitudini nel mondo.
Il collegamento linguistico. Ricordiamo che Gesù conclude le Beatitudini passando al pronome di seconda persona plurale più diretto e personale “voi” invece di “loro”. Ora Gesù continua con il linguaggio del “voi” mentre incoraggia i suoi discepoli a riconoscere la loro identità e a viverla con coraggio.
Il collegamento tematico. Gesù ha chiarito nel corso delle Beatitudini che il suo regno dei cieli qui e ora sarà caratterizzato da cose come l’amore incondizionato e la misericordia infinita, facendo spazio ai mansueti, a coloro che fanno cordoglio e chi ha fatto degli errori. Le Beatitudini sono tutte incentrate sulla grazia che porta alla pace, e ora Gesù amplia il suo tema “beatifico” invitandoci ad andare nel mondo come operatori di pace. Il regno di grazia e di pace di Gesù è troppo bello per tenerlo segreto.
E noi abbiamo bisogno di questa spinta, come una mamma uccello che spinge i suoi piccoli fuori dal nido. Certo, la possibilità di essere feriti può spaventare (Gesù ha appena affrontato la prospettiva della persecuzione), ma senza il dolce stimolo di Gesù, potremmo non arrivare mai a sapere che siamo fatti per volare.
Vivere le Beautitudini, cioè una vita benedetta caratterizzata dalle qualità appena elencata, è aperta a tutti e destinata ad espandersi. Il sale deve uscire dalla saliera e andare nel mondo.
È interessante notare che in un altro passaggio in cui Gesù usa la metafora del sale, stia incoraggiando la pace tra o all’interno della comunità dei suoi discepoli.
Abbiate sale tra di voi e siate in pace gli uni con gli altri. ~ GESÙ (Marco 9:50)
Quindi Gesù usa l’idea del sale per parlare di sensibilizzazione e di avvicinamento. Nel Nuovo Testamento, il sale è equiparato alla grazia (cfr. Colossesi 4:6 Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno). Qui vediamo che Gesù collega la grazia e la pace all’interno della Chiesa. Questo legame è già suggerito dalle Beatitudini, e in Marco 9:50 “Il sale è buono, ma se il sale diviene insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri»
Gesù lo rende esplicito. Ricordiamolo. Nella mente di Cristo, il modo per sperimentare una solidarietà pacifica è quello di trattarsi l’un l’altro con molta grazia.
La grazia è la via della pace.
Le parole di Gesù in Marco 9:50 potrebbero essere tradotte come un’unica promessa su come sperimentare la pace attraverso la grazia, piuttosto che come due istruzioni separate per avere sale e pace:
Abbiate sale [cioè grazia] in voi stessi e sarete in pace gli uni con gli altri. ~ GESÙ (Marco 9:50, traduzione alternativa)
Certamente, grazia e pace erano legate insieme nella mente dei primi credenti. Queste due qualità erano partner inseparabili, tanto che “Grazia e pace” divenne il saluto più comune tra la prima generazione di seguaci di Cristo (Paolo, Pietro e Giovanni usano questo saluto in quasi tutte le loro lettere canoniche – si vedano i versetti iniziali di Romani 1:7 “a voi tutti che siete in Roma, amati da Dio, chiamati santi: grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo”, 1 e 2 Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1 e 2 Tessalonicesi, 1 e 2 Timoteo, Tito, Filemone, 1 e 2 Pietro, 3 Giovanni e Apocalisse).
In realtà, le uniche volte in cui le lettere qui elencate modificano il legame “grazia e pace” è quando “misericordia” viene aggiunto tra di esse, per formare un saluto tripartito di “grazia, misericordia e pace” in 2 Timoteo e 2 Giovanni.
I primi cristiani non hanno inventato il legame tra grazia e pace, ma lo hanno ricevuto da Gesù. La grazia porta alla pace e il mondo ha bisogno di entrambe.
E Gesù dà sempre l’esempio. Leggendo il resto di Matteo, vediamo che Gesù non è un asceta. Frequenta peccatori disdicevoli (Matteo 9:10-13) e banchetta e beve al punto da essere considerato un mangione e un beone (Matteo 11:19). Ma Gesù porta sempre la sua influenza di grazia a tavola (ad esempio, Luca 7:36-50).
CONSIDERA (Osservazioni sul passo):
Voi tutti. Il voi, viene usato per enfatizzare il fatto che non siamo soli a fare la differenza per Gesù, bensì possiamo operare insieme ottenendo risultati molto più grandi. Il “voi” non è solo plurale, ma anche enfatico: voi tutti, e solo voi tutti, siete il sale della terra. Non c’è altra fonte di sale.
Siete. Gesù non sta dando un comando, ma sta rivelando la nostra identità. Non ci viene detto che potremmo o dovremmo essere sale, ma che noi, insieme, SIAMO sale. Gesù ci dice chi siamo prima di dirci cosa fare. Non dobbiamo lavorare per diventare sale; la nostra essenza e la nostra identità sono doni della grazia destinati a essere condivisi.
Questa è una riproduzione dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, l’originale è un murale di 4 metri e mezzo di altezza per 8 metri mezzo di lunghezza nel Convento di Santa Maria delle Grazie, a Milano. Notate l’omaggio di Leonardo da Vinci alla Trinità con il raggruppamento delle cose in tre (ad esempio, tre finestre su ogni parete, tutti i discepoli sono in gruppi di tre, ecc.) Riuscite a riconoscere Giuda? È l’unico discepolo che: a) ha il volto in ombra, b) stringe una borsa di denaro, c) ha versato il sale e d) ha il gomito sul tavolo (anche se le cattive maniere a tavola sono l’ultimo dei suoi difetti caratteriali).
Il sale. Gesù introduce ora una meravigliosa metafora multidimensionale. (Pensiamo alle implicazioni per la nostra vita mentre continuiamo a leggere). Nell’antica civiltà, il sale era un bene di VALORE unico. A volte le persone venivano pagate in sale. Infatti, la parola “salario” deriva da un’antica parola che significa “denaro-sale”. E ancora oggi, quando il lavoro di qualcuno è prezioso o il contrario, possiamo dire che “vale il suo sale” o “non vale il suo sale”. Cosa rendeva il sale così prezioso? Per gli antichi israeliti, il sale era il principale CONDIMENTO per il cibo (Giobbe 6:6; Colossesi 4:6) e il CONSERVANTE per la carne, che era così importante in un mondo senza refrigerazione. Vedete dei collegamenti con la vita cristiana? Il sale veniva usato anche come disinfettante per le ferite e divenne simbolo di PUREZZA (Esodo 30:35; Ezechiele 16:4) e di GUARIGIONE (2 Re 2:21 Eliseo si recò alla sorgente dell’acqua e vi versò il sale, pronunziando queste parole: «Dice il Signore: Rendo sane queste acque; da esse non si diffonderanno più morte e sterilità»).
Dimensione testo:
E la metafora si arricchisce! Il sale poteva anche essere usato come FERTILIZZANTE quando veniva cosparso leggermente sul terreno o mescolato con il letame (Luca 14:35), quindi alcuni traduttori sostengono che “Tu sei il sale del suolo” per sottolineare il ruolo del sale come fertilizzante che aiuta gli esseri viventi a crescere. Allo stesso tempo, dosi massicce di sale venivano usate per UCCIDERE la terra di un nemico (Giudici 9:45 Abimèlech combattè contro la città tutto quel giorno, la prese e uccise il popolo che vi si trovava; poi distrusse la città e la cosparse di sale).
C’è una lezione per noi in questo? Possiamo esagerare con il sale nelle nostre relazioni? La nostra luce può talvolta diventare accecante? Il sale può anche essere usato come segno del GIUDIZIO di Dio (Genesi 19:26. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale; Marco 9:49).
Qualcuno ha una colonna di sale? Ancora più interessante è il fatto che il sale veniva usato nelle antiche cerimonie per la STESURA del Patto (2 Cronache 13:5). Poiché il sale era il loro conservante primario, è diventato un simbolo di FEDELTA’ duratura a un’alleanza. Il sale veniva mangiato da solo o con il pane per impegnarsi in un accordo di alleanza. (È interessante notare che nel famoso dipinto di Leonardo da Vinci L’ultima cena, Giuda il traditore ha rovesciato un contenitore di sale con il gomito. Hmmm!)
Il sale veniva cosparso sulla carne di un SACRIFICIO quando gli israeliti rinnovavano la loro fedeltà a Yahweh (Levitico 2:13; Numeri 18:19; Ezechiele 43:24). E quando arriveremo alla fine del Vangelo di Matteo, avremo la conferma di ciò che ci aspettavamo da sempre: Gesù è venuto a stabilire una Nuova Alleanza diventando il sacrificio supremo (Matteo 26:28; vedere anche Marco 14:24; Luca 22:20; 1 Corinzi 11:25).
I discepoli di Gesù sono i suoi ambasciatori della Nuova Alleanza, un “sacrificio vivente” (Romani 12:1-2) che vivono vite contro culturali a immagine di Gesù. Dio ha promesso la benedizione attraverso le Beatitudini, e ora apprendiamo che Dio benedice i suoi discepoli affinché noi possiamo esserlo per gli altri.
Quale metafora ha in mente Gesù? Probabilmente tutte. Ma la lettura più semplice e diretta del testo suggerirebbe che il “sale” che Gesù ha in mente e a cui vuole farci pensare è il discepolo che emula le qualità appena descritte nelle Beatitudini. La Via Beatifica si riassume nelle idee congiunte di grazia e pace (vedi sopra e sotto). Quando viviamo in questo modo, le nostre vite si connettono con gli altri intorno a noi, rendendo la vita gustosa e aiutando a preservare le relazioni che il peccato invece, cerca di rovinare. Che forza di bene può essere la Chiesa per il mondo che ci circonda, se viviamo con grazia. Notate l’uso di Gesù dell’articolo determinativo (“il”). Gesù avrebbe potuto dire “Voi siete sale in questo mondo” (cioè una delle tante fonti di sale), ma sottolinea la nostra identità unica.
C’è un solo modo in cui Dio condisce il mondo e preserva le relazioni – Dio non ha un “piano B”. La Chiesa è IL sale della terra: L’unico condimento scelto da Dio per rendere la vita gustosa con la grazia che perdona il peccato e porta alla pace che preserva le relazioni.
Della terra. Il nostro effetto di condimento è destinato ad espandersi. Gesù non dice solo “Voi siete il sale della Galilea o di Israele”, ma siamo il sale di tutta la terra. Che visione dà Gesù a questo piccolo gruppo iniziale di discepoli. Gesù non adotta una nazione, un esercito o un’organizzazione già grande e significativa e la reindirizza. Fa nascere una piccola famiglia e la fa crescere. Anche quando Matteo scrive questo Vangelo, la Chiesa era ancora piccola e apparentemente insignificante, ma Matteo rimane fedele alla visione globale di Gesù (sia qui che in 28:18-20, il Grande Mandato). E oggi il Vangelo di Matteo (e l’intero Nuovo Testamento) è piantato come un seme in tutti e sette i continenti. Matteo non avrebbe mai potuto immaginarlo, ma si è fidato della visione di Gesù. La Chiesa globale ha preso delle deviazioni e si è allontanata dalla rotta nel corso della sua storia (e ricordiamo che il sale poteva essere usato impropriamente per uccidere la terra di un nemico in tempo di battaglia, salando i suoi campi), ma lo Spirito Santo fa in modo che la vita si espandi e il Vangelo vada avanti, di generazione in generazione. Un resto saporito rimane sempre. E ora tocca a noi. Ci possono essere momenti in cui ci sentiamo piccoli e insignificanti, e quando lo facciamo, probabilmente ci sentiamo come Matteo e gli altri primi discepoli di Gesù. Ma Dio può usare qualcosa di piccolo e insignificante per cambiare il mondo intero.
I cristiani sono per il mondo ciò che l’anima è per il corpo. ~ Lettera a Diogneto (II° secolo)
(Nota: vale la pena cercare la Lettera a Diogneto (https://ora-et-labora.net/diogneto.html )e di leggerla tutta, non è lunga). Accanto agli esempi della Bibbia, come la predicazione di Paolo negli Atti 17, questo è il nostro primo esempio di apologetica: un cristiano che spiega e difende la fede cristiana a un non credente).
Diventa insipido. Qui incontriamo il primo avvertimento di Gesù nel Sermone. Diventare ottuso (o piatto o insipido) deriva da una parola greca composta che significa perdere il filo del rasoio o diventare “stolto”, cioè diventare ottuso intellettualmente (si veda il suo uso in Romani 1:22 e 1 Corinzi 1:20). Gesù sta usando un gioco di parole per fare un punto importante. Il sale “spento” è il sale che perde il suo sapore; un discepolo “spento” è un cristiano che perde il sapore distintivo della grazia. La nostra efficacia è legata alle nostre peculiarità. La parola greca per “sciocco” (o mentalmente ottuso). In questo contesto, diventare sciocchi si riferisce al sale che è diminuito. I discepoli la cui salinità si è affievolita, che perseguono la giustizia senza misericordia e il giudizio senza grazia, si rendono sciocchi. Gesù ci sfida e allo stesso tempo è divertente. Se, ipoteticamente, il sale potesse diventare insipido, chiede Gesù, con che cosa condiremmo il sale – con altro sale? E dove prenderesti quel sale se sei tu il sale? Se la Chiesa perde il messaggio della grazia radicale, dell’amore incondizionato e della pace non violenta, chi ci condirà di nuovo? (Nel Talmud babilonese si legge che un curioso chiese a un rabbino del primo secolo cosa usare per risalare il sale insapore.
La sua risposta? “il cucciolo di un mulo”. E tutto il popolo di Dio disse… Eh? Beh, tutti sapevano che i muli erano meticci e sterili. In altre parole, non esiste nulla che possa risalare il sale dopo che il sale non è più salato. Se fai una domanda stupida, ottieni una risposta stupida. Dal punto di vista chimico, il sale è cloruro di sodio (NaCl) e il cloruro di sodio è un composto stabile che avrà sempre un sapore salato.
Quindi, tecnicamente, il sale puro non può perdere la sua salinità. Due cose da tenere a mente.
Primo, Gesù sta dando una lezione di discepolato, non di chimica. Sta usando una metafora ipotetica per fare un punto sull’identità, l’unità e lo scopo. In secondo luogo, ai tempi di Gesù sembrava il sale potesse perdere la sua salinità nella misura in cui si mescolavano altri elementi. Le impurità potevano diluire il sapore del sale. La lezione per i discepoli di allora e di oggi è vivida. Se la Chiesa permette che altri elementi che non sono beatifici (simili alla beatitudine) diventino normativi tra di noi, perderemmo il nostro sapore e la nostra utilità per il mondo che ci circonda. Quando la Chiesa assume la visione e i valori della cultura circostante o della religione legalista, perde la sua ragione d’essere. Il sale dovrebbe avere un sapore diverso da ogni altro sapore. Questo è il suo scopo. Il nostro valore è nella nostra differenza. E il sapore unico che la Chiesa porta al mondo è la grazia (Colossesi 4:6).
Grazia, misericordia, perdono, riconciliazione, restauro: questo è il nostro sale, questa è la nostra specialità. Senza di essa, siamo diventati sciocchi, impuri, idioti e inutili. Il sale non salato, cioè il sale stolto, non serve a nulla se non a essere buttato giù e calpestato. Come il costruttore “stolto” alla fine del sermone, il sale non salato è destinato alla distruzione. Questo sembra essere il senso della lettera dell’apostolo Paolo alle chiese della Galazia, che avevano permesso che il legalismo religioso si mescolasse alla loro vita di fede. Così Paolo si preoccupa che il suo lavoro di discepolato nel Vangelo della grazia possa essere “vano” (Galati 3:3-4). È un’immagine del sale che diventa insipido (cioè privo di grazia) e quindi inutile.
CONFESSIONE (riflessione personale):
Confesso che sto lottando per sapere come essere sale e luce per il mondo che ci circonda oggi.
Quando ho letto per la prima volta il libro di Becky Pippert “Out of the Saltshaker” da giovane adulto, mi ha motivato a prendere più iniziativa nel condividere la mia fede. Nel corso degli anni ho provato a portare il Vangeloo porta a porta, per la strada, con l’amicizia, distribuendo opuscoli e ogni altra forma di essere sale e luce che mi venisse in mente. So che devo PARLARE della mia fede con le persone e finalmente mi sento competente in questo. Ma so anche che il nostro CAMMINO di fede parla molto alle persone che ci circondano, e io sono decisamente incompetente in questo. Per alcune stagioni vivo in Romani 8 (camminare al passo con lo Spirito), ma poi scivolo di nuovo in Romani 7 (le cose che so che dovrei fare non le faccio, e le cose che so che non dovrei fare, le faccio). Trovo una risonanza con le parole di Paolo: “Che uomo miserabile sono! Chi mi salverà da questo corpo di morte?”. (Romani 7:24).
Spero, con l’aiuto di Dio, di poter essere di nuovo sale e luce, magari essendo una storia vissuta della grazia riparatrice di Dio. Grazie per esservi uniti a me nella preghiera.
Non sono quello che dovrei essere, non sono quello che vorrei essere e non sono quello che spero di essere; ma per grazia di Dio non sono più quello che ero. Anzi, per grazia di Dio sono quello che sono. ~ John Newton ( ex negriero schiavista e autore di Amazing Grace)
COMMENTARIO (Riflessioni sul significato e sull’applicazione):
Quali lezioni possiamo trarre da questa metafora polivalente? Senza dubbio avrete già pensato ad alcune applicazioni. Ecco sette lezioni “salate” che mi vengono in mente:
PRIMO: il sale fa la differenza solo quando esce dalla saliera e finisce nel cibo che deve condire o conservare. Il sale deve davvero entrare in contatto, mescolarsi e incorporarsi con il cibo. Il sale che si trova a un centimetro dal cibo è inutile quanto quello ancora nella saliera.
Dobbiamo quindi essere chiari sulla nostra missione. Alcuni commentatori cristiani interpretano queste dichiarazioni missionarie di Gesù sull’essere sale e luce nel senso che i cristiani dovrebbero permeare i sistemi di governo, la legge, l’istruzione, gli affari, la scienza e le arti per preservare la decenza comune, la moralità divina, la giustizia sociale e i valori cristiani da un lato, e dall’altro per smascherare il peccato. Questo potrebbe essere un aspetto reale della missione cristiana, ma dovremmo apprenderlo da altri passi della Scrittura. Il nostro testo attuale, nel contesto, dice qualcos’altro.
Per Gesù, la missione della Chiesa consiste nel discepolare le persone nel Vangelo della grazia vissuto attraverso comunità d’amore. Trovare modi per aiutare gli altri a incontrare e sperimentare la grazia unica del Vangelo è la nostra missione oggi, domani e ogni giorno successivo.
Il sale come conservante va oltre la conservazione della decenza morale. Ricordate che i farisei avevano già trattato questo problema e Gesù continuerà a insegnare che la nostra giustizia deve andare oltre quella dei farisei e dei maestri della legge, altrimenti saremmo fuori dal regno (Matteo 5:20). Il sale come conservante ha sempre a che fare con la conservazione o addirittura il ripristino delle relazioni, con Dio e tra di noi.
A proposito della missione, l’apostolo Paolo dice che, per avere un’influenza sugli altri intorno a sé, lui pratica un’attenzione relazionale empatica concentrata sull’altro. Entrerà nella loro mentalità, parlerà la loro lingua e cercherà di capire la vita dal loro punto di vista. Poi, all’interno di questo tipo di impegno intellettuale intimo, può condire la conversazione con la grazia.
“Pur essendo libero e non appartenendo a nessuno, mi sono fatto schiavo di tutti, per conquistare il maggior numero possibile di persone. Per i Giudei sono diventato come un Giudeo, per conquistare i Giudei. A quelli che sono sotto la legge mi sono fatto come uno che è sotto la legge (anche se io stesso non sono sotto la legge), per conquistare quelli che sono sotto la legge. A quelli che non hanno la legge sono diventato come uno che non ha la legge (anche se non sono libero dalla legge di Dio, ma sono sotto la legge di Cristo), per conquistare quelli che non hanno la legge. Per i deboli mi sono fatto debole, per vincere i deboli. Sono diventato tutto per tutti, affinché con tutti i mezzi possibili io possa salvare alcuni. Faccio tutto questo per amore del Vangelo, per poter partecipare alle sue benedizioni”. ~ L’apostolo Paolo (1 Corinzi 9:19-23)
Che meraviglioso esempio di sale che entra davvero nel cibo, cioè nelle relazioni, che cerca di condire. E possiamo vedere esempi straordinari di Paolo che opera in questo senso negli Atti 14 e 17.
SECONDO, il sale è salato. Il sale non deve cercare di essere ciò che è già. Deve solo entrare in contatto con ciò che ha bisogno di essere condito. Noi SIAMO il sale della terra.
La spiritualità di Gesù (e di tutta la Bibbia) inizia sempre con la nostra identità prima di passare alla missione. Nell’insegnamento di Cristo, chi siamo viene prima di come viviamo, la grazia viene prima delle opere, la compassione prima dei comandi, l’indicativo prima dell’imperativo, la completezza, la benedizione, l’appartenenza e l’essere vengono prima del comportamento. Un bambino è un membro della famiglia sin dalla nascita interamente amato e benedetto anche se ha tutta una vita di crescita e di trasformazione davanti a sé.
La mia natura è cambiata. Ora, con l’aiuto di Dio, diventerò me stesso. ~ Søren Kierkegaard (Diari)
Questo è sempre stato il modo in cui Dio opera. Dio ha dato ad Adamo e ad Eva ogni benedizione prima di impartire l’unico comando per la loro protezione (che era esso stesso una sorta di grazia). E Dio ha benedetto prima Abramo, in modo che lui e i suoi discendenti potessero diventare una benedizione per gli altri:
Farò di te una grande nazione e ti benedirò; renderò grande il tuo nome e sarai una benedizione”. ~ Yahweh ad Abramo (Genesi 12:2)
Dio ha salvato Israele dalla schiavitù in Egitto prima di dare loro la Legge. Allo stesso modo, Gesù darà ai suoi discepoli dei comandi solo dopo averli benedetti.
Noi, cittadini del Regno dei Cieli sulla Terra, siamo infinitamente preziosi, non solo per Dio ma anche per il mondo che ci circonda. Solo noi offriamo alle persone qualcosa che non possono trovare altrove: una vita comunitaria caratterizzata ed energizzata dalla grazia. Ciò che rende “salata” la comunità di Cristo non è la nostra perfezione morale.
Secondo l’insegnamento di Gesù in questo sermone, i suoi discepoli hanno bisogno di misericordia, pregano ogni giorno per il perdono dei propri peccati e si confrontano regolarmente con la loro “pagliuzza nell’occhio”.
Non offriamo al mondo un modo di essere perfetti nella moralità, ma un modo di essere perfetti nella misericordia (confrontare Matteo 5:48 Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste con Luca 6:36 Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro).
Offriamo al mondo non un modo per essere senza peccato, ma per affrontare il peccato in maniera tale, che esso non abbia l’ultima parola nelle nostre relazioni. E invitiamo gli altri intorno a unirsi a noi per imparare da Gesù cosa significhi vivere con un impegno tenace per la riparazione delle relazioni.
Non fraintendetemi: in questa vita i veri seguaci di Gesù non possono diventare senza peccato, ma ci si aspetta che si pecchi di meno. Gesù chiarisce nel versetto 16 che ciò che attrae le persone a Dio attraverso la nostra vita sono le nostre “buone opere”, e senza dubbio il fallimento morale offusca questo quadro. Così, insieme, “ci sproniamo a vicenda all’amore e alle buone opere” (Ebrei 10:24-25).
Ma afferrate questo concetto: quando sperimentiamo un significativo fallimento morale all’interno della Chiesa, questo può diventare un diverso tipo di opportunità per il mondo di vedere le nostre buone opere. Soprattutto le buone opere di grazia, misericordia, pentimento e riparazione delle relazioni.
TERZO: il sale ha un sapore diverso dal cibo stesso. Il sale, come ogni condimento, non si limita a riflettere lo stesso sapore di un piatto, ma apporta qualcosa di nuovo, unico e importante al gusto complessivo.
Questa è una visione alta della grazia.
In questo studio si parla molto di grazia. Dai la colpa a Gesù.
La grazia è ciò che rende il messaggio di Gesù e l’identità della Chiesa unicamente, distintamente ed esclusivamente salati. Dopo anni di vita cristiana, è facile dimenticare quanto la Buona Novella di Gesù sia davvero unica. Non è possibile trovare la grazia come tema centrale in nessun’altra religione o filosofia. Quando siamo gentili, siamo il sale della terra.
La grazia è l’energia relazionale che Dio opera in noi, attraverso di noi e tra di noi. La grazia è la forma che l’amore incondizionato assume di fronte al fallimento. La grazia crea pace (o unione armoniosa). Dove il peccato separa, la grazia ristabilisce.
Quando si verificano peccati gravi, la grazia non si limita a smascherare, a chiedere conto e a imporre standard morali più elevati. È un inizio, ma se questo è tutto ciò che facciamo, siamo ancora bloccati nell’Antica Alleanza. Quando il peccato si verifica (e in effetti si verifica), in una Chiesa satura del Vangelo della Nuova Alleanza, la grazia ammorbidisce il cuore dei peccatori per aiutarli a pentirsi e ammorbidisce il cuore di coloro che hanno commesso il peccato per aiutarli a perdonare. La grazia rammenda sempre le reti di relazioni che il peccato strappa. La grazia è incessantemente riparatrice a livello relazionale.
Nel Nuovo Testamento, essere salati è equiparato all’essere gentili, soprattutto nel contesto dell’evangelizzazione (Colossesi 4:3-6 3 pregando allo stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola perché possiamo annunciare il mistero di Cristo, a motivo del quale io mi trovo anche prigioniero 4 e che io lo faccia conoscere, parlandone come devo.
5 Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori, approfittando delle opportunità. 6 Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno). Ai nostri giorni, dire che qualcuno è “salato” potrebbe significare che è amaro, offensivo o impertinente. Ma Gesù usa la metafora per significare il contrario. Per Gesù, essere salati significa essere pieni di sapore, e questo sapore è la grazia. La grazia – che comprende la misericordia, la compassione, il pentimento, il perdono, la riconciliazione e la restaurazione che la grazia stessa produce – è il contributo unico che la Chiesa porta in questo mondo diviso, giudicante e separato dal peccato.
Il mondo intorno a noi ha leggi. Il mondo intorno a noi ha delle regole. Il mondo intorno a noi si preoccupa della giustizia, a prescindere dal fatto che le persone la vivano o meno in modo pieno e coerente. Quando qualcuno viene ferito o offeso in qualche modo, vuole punire e vendicarsi, vuole giustizia, tuttavia occhio per occhio e dente per dente non è la via di Gesù, e lo metterà ben chiaro nel capitolo 5 di Matteo.
La giustizia è buona, è uno dei tanti sapori che compongono un buon pasto morale. Ma non è l’unico sapore che la Chiesa porta nelle relazioni. Anche il mondo che ci circonda si preoccupa della giustizia, ma Gesù ci chiama alla rettitudine, che è l’insieme di giustizia, misericordia, compassione condita con grazia.
Questo è il potere del sale: offre qualcosa di diverso, di unico. E la nostra differenza è la grazia. Se diventiamo troppo simili alla cultura che ci circonda, diluiremo o smorzeremo la nostra salinità. E sappiamo cosa dice Gesù a questo proposito.
QUARTO: sebbene il sale apporti qualcosa di diverso a un piatto, esalta anche ciò che di buono c’è già in un sapore senza cambiarlo completamente o sovrastarlo. Il sale fa diventare il cibo una versione migliore di sé stesso. Se Gesù avesse detto che siamo il curry o il prezzemolo della terra, i cristiani potrebbero aspettarsi di diventare il sapore dominante del cibo. Ma il sale fa emergere il meglio di ciò che è già presente. L’arte, la scienza, la medicina, la musica, la famiglia, le amicizie: miglioriamo, non reinventiamo.
Questa è una visione alta dell’umanità.
In quanto portatori dell’immagine di Dio, tutti gli uomini sono preziosi e creativi. I cristiani non dovrebbero essere sorpresi di trovare bontà e creatività ovunque; e ovunque la troviamo, dovremmo voler collaborare con le persone e migliorare il sapore di qualsiasi cosa stiano facendo con la grazia. Ogni cosa è migliore quando diventa una versione più graziosa di sé stessa. La morale, la giustizia, la creatività, la politica, gli affari e ogni interazione umana, relazione, impegno e realizzazione diventano più gustosi se conditi con la grazia.
“E pregate anche per noi, affinché Dio apra una porta per il nostro messaggio, in modo da poter annunciare il mistero di Cristo, per il quale sono in catene. Pregate perché io possa annunciarlo con chiarezza, come è giusto che sia. Siate saggi nel modo in cui vi comportate con gli estranei; sfruttate ogni occasione. La vostra conversazione sia sempre piena di grazia, condita con sale, perché sappiate rispondere a tutti”. ~ L’apostolo Paolo (Colossesi 4:3-6)
Come possiamo avere più conversazioni come quelle in Colossesi 4:3-6?
Ogni volta che è possibile, faremmo bene a iniziare le nostre interazioni con gli altri lodando ciò che di buono c’è e cercando di farlo emergere ancora di più: questo è il sale in azione. Questo non significa che non affronteremo mai i punti di disaccordo, ma lo scontro non dovrebbe essere il nostro punto di partenza. Notate che Gesù era duro con le persone religiose che avrebbero potuto fare di meglio, ma era sempre gentile, paziente e disponibile con i romani e gli altri peccatori che avevano bisogno di aiuto. I cristiani dovrebbero avere la reputazione di rendere ancora più gustosa ogni conversazione, ogni interazione, ogni cosa che sia bella, creativa e gentile.
Invece di dire, ” ho visto quel programma che ti piace e che ha troppo sesso, parolacce e violenza. Come puoi guardare quella roba?”. Provate a dire: “Ho visto quel programma che ti piace e ho apprezzato molto il valore della produzione (o la scrittura o lo sviluppo dei personaggi o la colonna sonora, ecc). Cosa ti piace di più?”. E invece di “Uff, Odio quel politico! Come hai potuto votare per lui?”. Prova a dire: “Apprezzo [inserire una qualità autentica] di lui. Cosa ti spinge a sostenerlo?”.
Se siete conservatori sulla questione del matrimonio gay, invece di tenere un cartello con scritto “Matrimonio = 1 uomo + 1 donna per tutta la vita” o “Il matrimonio gay è un controsenso “, invece di iniziare la conversazione così, che ne dite di “Mi piace che così tante persone gay desiderino profondamente la relazione monogama, sacrificale e di alleanza che è il matrimonio”. C’è molto Gesù in questo desiderio”.
E se siete progressisti sulla questione del matrimonio gay, invece di “Voi conservatori siete così omofobi e bigotti”, perché non provare con “Apprezzo molto il valore che date alle Scritture. Mi piacerebbe saperne di più sul perché le interpreti in questo modo su questo tema”.
E se state parlando della visione del mondo opposta di qualcuno, che sia una religione diversa o nessuna religione, siate curiosi e fate molte domande genuine. Man mano che imparate, siate veloci nel sottolineare le cose con cui vi allineate e che apprezzate. E forse accenderete in loro un po’ di curiosità spirituale.
Ora state avendo conversazioni come quelle in Colossesi 4. Mmm. Gustoso! (Per esempi deliziosi di questo tipo di conversazione cortese nella Chiesa primitiva, vedere Atti 14:8-18; 17:16-34).
[ESPERIMENTO DI PENSIERO 1: cercate di individuare e immaginare alcuni modi “salati” di affrontare le conversazioni con i cristiani con cui non siete d’accordo su questioni come le donne pastore, il pacifismo contro la teoria della guerra giusta, i doni carismatici, il libero arbitrio contro la sovranità di controllo, o l’enfasi sulla giustizia contro la grazia nella Chiesa.
[ESPERIMENTO DI PENSIERO 2: Immaginate un comizio in municipio dove un politico sta per parlare di una questione che vi sta molto a cuore, sia da parte conservatrice che da parte progressista (per esempio, leggi sull’aborto, disordini razziali, controllo delle armi, diritti dei gay e trans, protezione dei bambini, depenalizzazione delle droghe, obbligo di vaccino, libertà religiosa, ecc.) Quando il politico si avvicina al podio, una grande folla di sostenitori applaude. Dietro di loro c’è una folla quasi altrettanto numerosa di contestatori che gridano. Di fronte a loro c’è una contro-protesta che cerca di distogliere l’attenzione dai manifestanti. Inizialmente, vi sentite fortemente desiderosi che la voce del vostro gruppo, la voce della ragione su questo argomento, la voce che rappresenta la verità, la libertà e la giustizia, la voce che rappresenta la giustizia di Dio, venga ascoltata e faccia la differenza. Come si fa a fare tutto questo in modo salato?
Ora pensate a ciò che vede Dio. Quella donna che urla con rabbia di fronte a voi è cresciuta in una casa violenta con genitori cosiddetti cristiani e ora crede che tutti i cristiani siano odiosi. Quell’agente di polizia vicino a voi ha litigato con la figlia adolescente questa mattina ed è molto preoccupato per il suo futuro e per come riparare il loro rapporto. Quel giovane vicino viene a questi raduni per trovare il suo scopo e la sua comunità, ma ogni notte piange segretamente finché si addormenta a causa del suo opprimente senso di disconnessione e solitudine. E così via.
Intorno a voi ci sono centinaia di storie invisibili e centinaia di persone che hanno bisogno di conoscere la Buona Novella del Regno. Ora riflettete di nuovo: in che modo la nostra vocazione a essere il sale della terra dovrebbe influenzare la nostra attenzione, le nostre emozioni e i nostri approcci in situazioni come questa?]
DOMANDA: Il nostro mandato di cittadini “portatori di sapore” del Regno dei cieli sulla terra è principalmente quello di cambiare le leggi, le politiche e le strategie di governo della nostra nazione terrena? Oppure siamo chiamati principalmente a collaborare con Gesù per cambiare i cuori umani, riconciliare le relazioni e investire nella salute e nell’espansione della Nazione di Gesù come regno alternativo? Oppure possiamo fare bene entrambe le cose? Se sì, come?
QUINTO: il sale opera in modo invisibile. Ogni granello di sale è piccolo e, una volta entrato in azione nell’acqua o nella carne, non si vede.
L’esperienza e l’espansione del regno di Cristo non sono mai dipese principalmente dalle voci più visibili, rumorose e potenti, con doti comunicative convincenti. Siamo grati ai nostri principali comunicatori, evangelisti, sostenitori e teologi. I grandi raduni, le campagne di marketing, i testimonial delle celebrità e i ministeri delle mega-chiese possono avere il loro posto nel portare avanti la conversazione. Ma nel corpo di Cristo, sono i membri invisibili che lavorano silenziosamente sullo sfondo ad avere un valore speciale (1 Corinzi 12:21-27. 21 l’occhio non può dire alla mano: “Io non ho bisogno di te” né il capo può dire ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. 22 Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli sono invece necessarie; 23 quelle parti del corpo che noi stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore e le parti nostre meno decorose sono fatte oggetto di maggior decoro, 24 mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno, ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, 25 affinché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. 26 Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui e, se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
27 Ora voi siete il corpo di Cristo e membra d’esso, ciascuno per parte sua).
Questa è una visione alta dell’umiltà.
Pensateci: per quanto sarebbe terribile perdere un arto o un’altra parte del corpo visibile, potremmo comunque imparare a vivere una vita piena e fruttuosa. Ma se perdiamo una parte del corpo invisibile, come un polmone, un cuore o un cervello, beh, saremo morti. Il lavoro invisibile, modesto e influente del “piccolo” è il piano principale di Dio per l’espansione del Regno. Tutti noi abbiamo un ruolo importante da svolgere, e questo include anche voi.
SESTO, il sale lavora insieme. Un solo granello di sale non fa molta differenza in nessun piatto. E non dobbiamo sentirci obbligati a cambiare il mondo intorno a noi da soli. Ma insieme, quando ognuno di noi fa la sua piccola e apparentemente insignificante parte, l’effetto cumulativo della nostra grazia salata avrà un impatto.
Questa è una visione alta della comunità.
“Io ho piantato il seme, Apollo lo ha annaffiato, ma Dio lo ha fatto crescere. Quindi né chi pianta né chi annaffia è qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere le cose”. ~ L’apostolo Paolo (1 Corinzi 3:5-7)
Nessun granello di sale deve fare tutto. La comprensione dell’identità nel Nuovo Testamento è totalmente sociale, comunitaria, connessa e cooperativa. Ognuno di noi deve solo fare la sua piccola parte. Vi sentite di più seminatori (attraverso la gentilezza e le conversazioni iniziali), innaffiatori (attraverso la preghiera, il volontariato, il sostegno finanziario) o raccoglitori (attraverso l’evangelizzazione)?
SETTIMO: il sale aumenta la sete. Gesù offre a tutti l’acqua viva dello Spirito Santo (Giovanni 4:10-14; 7:37-39). Le persone dovrebbero vedere la nostra vita insieme e desiderare di più lo Spirito dissetante e vivificante che anima, rinvigorisce e vivifica le nostre comunità ecclesiali.
Questa è una visione elevata della persona e della potenza dello Spirito.
E grazie all’attività dello Spirito, ogni pressione che ci spinge a concentrarci sui risultati viene meno. Facciamo la nostra parte come collaboratori di Dio (2 Corinzi 6:1) e lasciamo che sia Dio a far crescere.
CONCLUSIONE (Un ultimo pensiero):
Abbiamo riscontrato le prime parole di avvertimento di Gesù nel Sermone della montagna, e non saranno le ultime. Faremmo bene a prendere a cuore queste parole di avvertimento. Nel Vangelo di Luca sono ancora più enfatiche…
“Il sale è buono, ma se diventa insipido, come si può renderlo di nuovo salato? È inutile per la terra e per il letame; viene gettato via. Chi ha orecchie per intendere, intenda”. ~ GESÙ (Luca 14:34-35)
Gesù non nutre molte speranze per il sale che diventa “insipido” (o ottuso, sciocco, stolto). Questo non è tanto un avvertimento per i singoli credenti, quanto per specifiche riunioni, gruppi, organizzazioni e istituzioni di credenti che hanno permesso alle impurità della cultura circostante di diluire la loro grazia. Ricordate di pensare in modo comunitario quando leggete gli insegnamenti di Gesù. Qualsiasi chiesa cristiana, ente di beneficenza, istituzione, organizzazione o denominazione che perda stupidamente la sua punta di diamante del messaggio di grazia, misericordia, perdono e l’essere operatori di pace – cioè il nostro contributo unico al mondo che ci circonda che ci rende effettivamente salati – è destinato all’inutilità. Ecco un forte rimprovero di Gesù a qualsiasi sistema religioso, istituzione o comunità che anteponga la propria conservazione a un coraggioso impegno per la grazia a tutti i costi. Non possiamo avere una pace istituzionale o organizzativa senza una pratica attiva ed energica della grazia.
Secondo Gesù, può arrivare un momento in cui una comunità ecclesiale è diventata troppo simile al mondo e la cosa migliore per tutte le persone coinvolte è chiudere le porte, spegnere le luci e andarsene. Dio sarà ancora all’opera attraverso un residuo, attraverso quei credenti che rimangono impegnati nella vita beatificante, e le cose buone possono sempre sorgere dalle ceneri.
Chi ha orecchie per ascoltare, ascolti.
CONTEMPLARE (passi della Scrittura che si riferiscono e approfondiscono la nostra comprensione di questo argomento):
1 Corinzi 9:19-23; Atti 14:8-18; 17:16-34; Colossesi 4:2-6; 1 Pietro 3:13-17
CONVERSAZIONE (parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme):
1. Che cosa vi sta rivelando Dio di sé attraverso questo brano?
2. Cosa ti sta mostrando Dio di te stesso attraverso questo passo?
3. Quali sono alcuni esempi di modi in cui potremmo portare il condimento della grazia nelle nostre interazioni: a) con gli sconosciuti che incontriamo, b) sui social media, c) con i nostri amici e familiari e d) nelle nostre Chiese?
4. Qual è una cosa che potete pensare, credere o fare in modo diverso alla luce di ciò che state imparando?
5. Quali domande state ancora elaborando su questo argomento?
Grazie per aver letto e commentato. Dio ti benedica!
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