Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

~ GESÙ (Matteo 5:9)

IL NUCLEO (Il cuore del messaggio):

Operare per la pace significa portare la Buona Novella di Gesù. Il Vangelo è il messaggio di Gesù che porta la pace tra noi e Dio, offrendoci un modo di vivere in pace gli uni con gli altri. Evangelizzare significa invitare le persone a questo modo di vivere pieno-di-pace. Quindi, evangelizzare è un’importante parte dell’essere un costruttore di pace.

Alcune domande da considerare: divulgare il Vangelo è un comandamento cui obbedire, oppure è qualcosa che viene naturale dal momento che ci siamo innamorati di Gesù e abbiamo conosciuto il Suo amore? La Bibbia dice che alcune persone nella chiesa sono chiamate ed essere degli evangelisti ed hanno apparentemente il dono di evangelizzare, come può il resto di noi partecipare? È possibile, persino quando siamo dilaniati dal dolore del nostro stesso peccato o dal fallimento di altri intorno a noi, continuare comunque, come operatori di pace, ed aiutare altri? Di questo

discuteremo, altre domande potranno essere poste all’interno delle nostre “tavole rotonde”.

CONTESTO (Quello che accade prima e dopo questo passo):

Gesù, il Figlio di Dio, è il costruttore di pace per eccellenza, colui che ha dato la sua vita per unire noi a Dio e gli uni agli altri. Quindi, quando operiamo per la pace, siamo più vicini a l’essere i figli di Dio che dovremmo essere.

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli. Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e liberi da ogni accusa ~ L’apostolo Paolo (Colossesi 1:19-22; vedi anche Romani 5:9-10; 2 Corinzi 5:18-20)

Come abbiamo discusso nella prima parte di questo studio, quando operiamo per la pace, il perdono, la riconciliazione e restauro delle relazioni all’interno della Chiesa, stiamo “riparando le nostre reti” e questo ci aiuta ad essere i “pescatori di uomini” che Gesù chiama fuori dalla Chiesa. Benché evangelizzare fosse una priorità quotidiana per la prima Chiesa, il Nuovo Testamento, sorprendentemente, non lo impone come un comandamento. A parte “il Grande Mandato” Marco 16:15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” e uno o due altri passi delle Scritture, gli autori Biblici per la maggior parte incoraggiano i lettori a raggiungere gli altri in due modi:

1. Dipingono un così bel quadro del Vangelo da farci venire voglia di condividerlo con gli altri.

2. Narrano storie ed esempi di evangelismo che ci ispirano a fare altrettanto.

Nota: con evangelismo si intende l’opera di comunicare l’evangelo alle persone che non lo conoscono.

Cercheremo di fare un po’ di entrambe le cose in questo studio. Per adesso, sia chiaro che la prima Chiesa crebbe attraverso l’evangelismo perché i credenti desideravano raccontare agli altri di Gesù, non perché veniva loro detto che dovevano farlo. Qualcosa che avevano vissuto aveva ispirato i loro cuori, e non potevano non comunicarlo.

CONSIDERA (Osservazioni su questo passo):

[Questa sezione è stata spiegata completamente nello studio precedente.]

COMMENTARIO (Pensieri sul significato e applicazione):

Quando Gesù dice: “Beati gli operatori di pace”, benedice due attività:

1. Lavorare per la riconciliazione all’interno della Chiesa (l’obbiettivo del nostro ultimo studio), e …

2. Portare il Vangelo al di fuori della Chiesa (l’obbiettivo di questo studio).

La Buona Novella di Gesù è un messaggio destinato a viaggiare. I piedi di coloro che lo portano sono belli.

Come sono belli i piedi di coloro che portano la buona novella, che annunciano la pace, che proclamano la salvezza, che dicono a Sion: “Il tuo Dio regna!”. ~ Il profeta Isaia (Isaia 52:7; Romani 10:15)

State dunque saldi… mettendovi in piedi pronti a portare il vangelo della pace”. ~ L’apostolo Paolo (Efesini 6:14-15)

Ogni volta che condividiamo la Buona Novella di Gesù, diffondiamo la pace, o almeno la possibilità di pace, tra le persone e il Dio che temono o che hanno dimenticato. Fare la pace è intrinsecamente evangelico. La pacificazione chiama tutti i figli e le figlie prodighi: “Torna a casa!”.

Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta dica: “Vieni!”. Chi ha sete venga; e chi vuole prenda il dono gratuito dell’acqua della vita. ~ L’apostolo Giovanni (Apocalisse 22:17)

Gesù è stato profetizzato come “il principe della pace” (Isaia 9:6). Quindi, fin dall’inizio della vita di Gesù, egli è associato ad essa. Gli angeli annunciano ai pastori la nascita del loro salvatore, il Messia, il Signore, e poi aggiungono: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace ai popoli sulla terra” (Luca 2:14). Gesù è un pacificatore, un riconciliatore, in senso verticale e orizzontale.

Perché la pacificazione è al centro del Vangelo? La pacificazione indica la rimozione degli ostacoli relazionali per consentire una riconnessione amorevole. Questo è il Vangelo. Non c’è notizia migliore.

Approfondiamo il “Vangelo della pace” e speriamo che le nostre anime siano incoraggiate dalla realtà che ci porta tutti qui….

L’umanità è, in un certo senso, in guerra con Dio (non Dio in guerra con noi). Siamo nemici nella nostra mente (Colossesi 1:21). Pensiamo che Dio sia il nostro avversario. Pensiamo che Dio sia contro di noi. Pensiamo che Dio voglia limitare la nostra crescita, ostacolare la nostra felicità e punire le nostre malefatte. Pensiamo di aver sbagliato troppo, o che Dio abbia permesso che ci accadessero troppe cose brutte, perché Dio ci ami davvero e voglia il meglio per noi. Così, come specie, ci allontaniamo sempre di più dal Dio che abbiamo giudicato in modo errato (ricordate la storia di Adamo ed Eva), anche se, a un livello profondo, desideriamo disperatamente l’intimità con l’essere Supremo.

Questa è la condizione umana: stiamo scappando da colui che i nostri cuori stanno cercando.

La religione aiuta e ostacola la nostra ricerca di Dio. La religione utilizza letture, regole, norme, rituali e routine per aiutarci a connetterci con Dio. Per molte persone, questi rituali fanno esattamente questo: aiutano a sviluppare ed esprimere il nostro legame con Dio. Per altri, purtroppo, molti dei rituali religiosi che mettiamo in atto per aiutarci a connetterci con Dio finiscono per ostacolare e far sentire Dio più distante.

Tutte le strutture umane, anche quelle utilizzate da Dio, hanno una durata limitata.

Tutte le religioni hanno una data di scadenza.

Il vino nuovo avrà sempre bisogno di otri nuovi (Matteo 9:17).

In sintesi, desideriamo disperatamente le stesse Relazioni di cui abbiamo paura, da cui scappiamo abitualmente, che troviamo in sostituzione e/o che conteniamo all’interno di istituzioni religiose, organizzazioni e rituali che hanno superato il loro scopo utile. Che pasticcio.

Ed ecco che arriva Gesù. Ci dà una visione chiara di Dio come amore incondizionato, rimuove ogni blocco di peccato e vergogna tra noi e Dio, ci dà i mezzi per avere comunione con Lui e comunione con gli altri, e fa tutto questo a prescindere da qualsiasi istituzione religiosa. È un vero e proprio genio. Ciò che Gesù compie e offre a tutti noi gratuitamente come dono si adatta perfettamente alla fame di ogni cuore umano. Non c’è nessuno e niente come Gesù e il suo Vangelo.

Gesù ci mostra la via di casa – anzi, Gesù è quella via. (Giovanni 14:6).

Gesù inizia correggendo i nostri pensieri puzzolenti e cambiando i nostri cuori induriti (Geremia 31:31-34; Ezechiele 36:25-27). Gesù ci mostra com’è veramente Dio (Giovanni 1:18; 12:45; 14:7-9) e il Dio che ci mostra è amore puro (1 Giovanni 3:16; 4:7-21). Dio è con noi, cioè per noi e non contro di noi (Matteo 1:23; Romani 8:31). Così Gesù smaschera e si oppone alla menzogna secondo cui Dio è nostro nemico e dimostra vividamente l’amore di Dio per noi, anche quando noi ci rendiamo suoi nemici (Romani 5:6-10).

Gesù prende poi su di sé tutto il nostro peccato, la nostra vergogna e la nostra colpa sulla croce (2 Corinzi 5:21; 1 Pietro 2:24), non lasciando più nulla tra noi e Dio che ci separi dall’amore Suo (Romani 8:31-39). Gesù ci mostra l’amore incondizionato di Dio in modo vivido, permettendo all’umanità di farGli del male e tuttavia Lui non si vendica. Gesù vive una vita che abbraccia i peccatori e muore perdonando gli assassini (Luca 23:34) e poi risorge dai morti, non per giustizia, vendetta, ritorsione o rivalsa, ma per proclamare il perdono assoluto per tutti quelli che Lo accolgono, indipendentemente da ciò che abbiamo fatto o mancato di fare (Luca 24:46-47). La risurrezione di Gesù è Dio che dichiara che il suo amore, e non il nostro peccato e la nostra vergogna, ha l’ultima parola su questo mondo, senza timbri o annullamenti. E attraverso la grazia di Gesù, anche noi possiamo risorgere in una nuova vita – il significato del simbolo del battesimo (Romani 6:1-4).

Riceviamo semplicemente questo dono della grazia di Dio per fede, cioè confidando che sia vero (Giovanni 3:16; 5:24; Romani 5:1-2; 6:23; Efesini 2:8-10). Quando CREDIAMO che la barriera tra noi e l’amore di Dio sia stata rimossa, essa viene rimossa, perché la barriera è sempre stata nella nostra mente e nel nostro cuore. Dio non ha mai smesso di amarci, ma noi abbiamo smesso di credere nell’amore di Dio per noi e abbiamo cercato altrove l’amore che le nostre anime desiderano. (Ricordate la parabola di Gesù del Figliol Prodigo. Quando il figlio tornò a casa, poté sperimentare realmente l’amore celebrativo e incondizionato di suo padre, che era sempre stato lì ad aspettarlo). La fede – la fiducia nella verità – è semplicemente una questione di apertura all’amore di Dio che è stato ed è sempre lì per noi. È come un vero e proprio effetto placebo: credere alla Buona Novella dell’amore di Dio per noi e del desiderio di riconciliarci crea di fatto quella realtà, perché era la nostra incredulità a impedirci di sperimentare la realtà della riconciliazione e della riconnessione con l’amore di Dio.

Questa fede o fiducia in Gesù include il ripensamento di chi è Dio e il riallineamento con la sua volontà e la sua via (questo è il pentimento) e la fiducia in Gesù per guidarci nella via dell’amore che siamo sempre stati destinati a vivere.

Gesù ci dona il suo Spirito Santo che soffia come il vento, riempiendo i nostri polmoni di vita. Questo Spirito non è un vago senso di benessere generale o di entusiasmo spirituale, ma in qualche modo lo Spirito Santo porta a noi l’effettiva presenza e potenza di Gesù (Matteo 18:20; 28:20; Giovanni 14:16-19; Atti 5:9; 8:39; 16:7; Romani 8:9; 1 Corinzi 2:16; 2 Corinzi 3:17; Galati 4:6; Filippesi 1:19; 1 Pietro 1:11). Possiamo percepire la presenza dello Spirito, sperimentare il suo amore e ricevere i suoi doni, ma non possiamo mai contenere lo Spirito in questa o quella istituzione, così come non possiamo contenere il vento (Luca 17:20-21; Giovanni 3:8; 4:21-24). La nostra esperienza di Dio e del suo Vangelo è più grande di quanto un edificio, un’istituzione o un’organizzazione possano contenere! Anche questa è una buona notizia!

Il vento soffia dove vuole, e voi sentite il suono che fa, ma non sapete da dove viene e dove va. Così è per chiunque sia nato dallo Spirito. ~ GESÙ (Giovanni 3:8)

Come persone che hanno sperimentato e stanno sperimentando una nuova vita di perdono radicale e di riconciliazione con Dio (ricordate, dovevamo cambiare il nostro cuore verso Dio, non Dio verso di noi (Lui ci ha sempre amati incondizionatamente e completamente), vogliamo naturalmente e con entusiasmo condividere questa Buona Novella con gli altri come ambasciatori di riconciliazione. Vogliamo che gli altri imparino a conoscere l’amore assoluto e incondizionato di Dio per loro e che cambino il loro modo di pensare (questo è il pentimento), che ricevano il perdono purificatore di Dio, che siano riconciliati con Dio e che vivano in una comunità amorevole offrendo agli altri la grazia riconciliante che Dio ci ha offerto (Giovanni 13:34; Romani 14:19; 15:7; Ebrei 12:14; 1 Giovanni 3:16).

Questa comunità della Nuova Alleanza non è perfetta, non è senza peccato, non è utopica in questo senso, ma è, quando è sana, sempre misericordiosa e riporta sempre a casa le pecorelle smarrite (Matteo 18; Luca 15). La cosa che la comunità di Gesù ha e che nessun’altra comunità o organizzazione o istituzione o movimento può offrire è l’amore illimitato sotto forma di grazia che redime piuttosto che respingere le nostre vite spezzate.

I seguaci di Gesù portatori del Vangelo dicono con l’apostolo Paolo:

Dio era in Cristo per riconciliare il mondo a sé, senza contare i peccati degli uomini. E ha affidato a noi il messaggio della riconciliazione. Siamo quindi ambasciatori di Cristo, come se Dio facesse il suo appello attraverso di noi. Vi imploriamo a nome di Cristo: Siate riconciliati con Dio! ~ L’apostolo Paolo (2 Corinzi 5:19-20)

Attraverso Gesù, tutti possono accedere a ciò che più desideriamo: Dio.

E abbiamo l’opportunità di sperimentare un miracolo relazionale qui e ora. Poiché lo Spirito di Cristo inonda le nostre vite direttamente con la luce e l’amore di Dio, coloro che ricevono il suo Vangelo possono unirsi al di là delle linee di divisione razziali e religiose. Si crea una nuova famiglia e i nemici diventano amici.

Ecco uno dei passaggi più potenti su questo tema in tutta la Bibbia:

Egli stesso infatti è la nostra pace, che ha fatto dei due gruppi una cosa sola e ha distrutto la barriera, il muro di separazione dell’ostilità, annullando nella sua carne la legge con i suoi comandi e regolamenti. Il suo scopo era quello di creare in se stesso una nuova umanità dai due gruppi, facendo così la pace, e di riconciliare entrambi a Dio in un solo corpo attraverso la croce, con la quale ha messo a morte la loro ostilità. Egli è venuto e ha predicato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini. Per mezzo di lui, infatti, abbiamo entrambi accesso al Padre per mezzo di un solo Spirito. ~ L’apostolo Paolo (Efesini 2:14-18)

Per un’esperienza più completa di esplosione celebrale, rileggete questo passaggio. Con calma. Prendetevi qualche momento per meditare sulla sua profonda verità.

Osservate soprattutto i versetti 15-16 – provate a leggerlo in diverse traduzioni, se possibile. Che cosa sta evidenziando Dio per voi?

Notate: “Il suo scopo…” L’apostolo Paolo spiega il perché della croce, e si tratta di “pace”, cioè di riconciliazione tra parti divise. Gesù aveva un piano e uno scopo nel salire sulla croce: la pace. Crocifiggendo le regole religiose che tenevano separati ebrei e gentili, Gesù ha reso possibile una nuova realtà: un nuovo tipo di umanità, una nuova famiglia, una nuova società, un nuovo corpo unito, un nuovo modo di stare insieme in questo mondo.

Cristo ci ha dato un modo completamente nuovo di essere umani. ~ Massimo il Confessore (VI/VII secolo)

Si noti anche l’ordine del potere pacificatore della croce di Cristo in Efesini 2. Il piano e lo scopo di Gesù è in primo luogo quello di riconciliarci gli uni con gli altri. In questo contesto, Paolo si riferisce specificamente alla riconciliazione dei nemici terreni: gli oppressori romani, i greci pagani e gli altri gentili sono stati splendidamente uniti al popolo ebraico oppresso – una grazia sorprendente. [Secondo questo passo, Dio prima ci forma in un unico corpo, in un’unica famiglia, in un’unica esperienza umana in intima comunità, in un’unica tribù con la vibrazione dell’amore, con Gesù come capo, re e punto focale della nostra fede. Poi Dio riconcilia questa realtà corporativa, questa comunità unita, questo corpo di Cristo, questa famiglia di fede, con Dio come nostro Padre. PRIMA, Gesù ci collega gli uni agli altri. POI, Gesù ci collega, a Dio.

Non si tratta di un ordine temporale, ma di un ordine di valore e di visione. Ed è un ordine inverso a quello che le nostre menti occidentali individualiste potrebbero aspettarsi. Ci aspetteremmo che questo passaggio dicesse qualcosa come: “Attraverso la croce Dio salva gli individui che pongono la loro fede in Cristo, riconciliando ciascuno di loro a Dio, e poi li inserisce nel corpo riconciliato e unificato di Cristo”. Sarebbe già abbastanza sorprendente. Ma il passaggio lo è ancora di più. L’obiettivo di Dio è innanzitutto la riconciliazione sul piano orizzontale (tra le persone). Poi Gesù ci riconcilia tutti insieme a Dio sul piano verticale. Wow. Dio desidera sia una connessione personale con ogni Suo figlio, che i Suoi figli siano in connessione d’amore con Lui e con gli uni con gli altri.

Dio vuole e ha sempre voluto una famiglia.

Gesù ci insegna nel Sermone della Montagna a pregare Dio come “Padre nostro”. E l’apostolo Paolo una volta si è riferito a Dio come “il Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra trae il proprio nome” (Efesini 3:14-15). Sia ben chiaro. Dio non ha preso in prestito l’idea di famiglia da noi, ma ha prestato la sua idea a noi! Il Vangelo di Dio ha sempre avuto come obiettivo l’espansione della sua famiglia (Efesini 1:5). Il Vangelo non è che tu, come individuo, puoi vivere con Dio, ma che sei invitato in una bella famiglia qui e ora che ti accoglierà, camminerà con te e sperimenterà Dio insieme a te.

Quando penso all’epidemia di solitudine di cui tutti facciamo parte, non riesco a pensare a un messaggio più importante da portare in lungo e in largo per i nostri bei piedi.

Grazie a Gesù, abbiamo la pace con Dio (Romani 5:1-2), la pace da Dio (2 Corinzi 1:2) e la pace di Dio (Filippesi 4:7).

Amici… Questo. Può. Cambiare. Il. Mondo.

Quando sentiamo l’impulso di condividere questo messaggio di shalom, non resistiamo.

CONFESSIONE (riflessione personale):

Confesso che mi piace più l’idea di evangelizzare che l’evangelizzazione vera e propria. Ma questo mi aiuta a riformulare l’evangelizzazione nella mia mente: Ora vedo l’evangelizzazione meno come semplice annuncio di un messaggio e la preparazione di eventuali discussioni o dibattiti, ma più come invito a persone sole, isolate e separate dal peccato a venire a sperimentare insieme l’amore della famiglia di fede. Allora l’evangelizzazione diventa meno una dichiarazione e più un invito, un atto di compassione.

JESUS REVOLUTION

Pochi cristiani nelle ultime generazioni hanno fatto questo meglio dei Jesus People della generazione hippy. Ora, confesso di essere un hippy per Gesù nel cuore. Di recente ho visto il film “Jesus Revolution” con la famiglia e gli amici. E con “visto” intendo dire che ho pianto per quattro volte al cinema. Ho studiato questa storia per tutta la vita: la storia del Movimento per Gesù che è nato dal Movimento Hippy della fine degli anni Sessanta e inizio anni Settanta.

Come opera d’arte e di intrattenimento “Jesus Revolution” è un bel film, lo valuterei con una solida B+. Ma per la mia anima è un assoluto A+. Il film collassa e condensa gran parte della storia, come devono fare le sceneggiature, saltando molti dei conflitti e dei fallimenti umani che hanno permeato il movimento. Non è un documentario approfondito dell’opera di Dio attraverso persone imperfette, ma è un assaggio ispirante del soffio dello Spirito in un tempo e in un luogo che può lasciarci desiderare di più nel nostro tempo e nel nostro luogo.

Fin dall’infanzia ho ascoltato le storie, cantato le canzoni, vibrato con la musica, letto gli articoli e ascoltato i sermoni che sono nati da questo risveglio. In anni più recenti, ho letto il libro da cui è tratto il film, ho guardato documentari su questo straordinario risveglio del XX secolo e ho visitato i luoghi della California in cui tutto ebbe inizio come una sorta di pellegrinaggio personale. Durante la mia adolescenza e la mia giovinezza ho ascoltato ore di sermoni (su cassetta e alla radio, e molto più tardi online) dei principali protagonisti di questo risveglio ed è stato sorprendente per me vederli rivivere sul grande schermo. Sebbene fossi un bambino quando si svolgevano questi eventi, sono cresciuto sentendo che la loro versione della sequela di Gesù era la casa e il luogo felice del mio cuore. Queste erano le mie persone e questa era la mia tribù vibrante.

Sono sempre stato consapevole che il movimento era tutt’altro che perfetto (come qualsiasi altro periodo della storia cristiana). Per esempio, Lonnie Frisbee – un carismatico evangelista hippie che divenne il catalizzatore del Movimento per Gesù – era un disastro. Dio lo tirò fuori da una vita di sesso e droga e lo guarì da tutte le dipendenze (ci piace questa parte della sua testimonianza). In seguito, anche dopo che Dio lo aveva usato per portare altri a Gesù, è ricaduto in una vita di sesso e droga (questa parte della sua testimonianza ci imbarazza). Alla fine Lonnie si è pentito e si è riconciliato con i suoi amici e colleghi di ministero, come Chuck Smith e Greg Laurie (ok, questa parte ci piace di nuovo), prima di morire di AIDS (e torniamo a una parte che preferiamo ignorare).

Copertina del Time Magazine 1971 / Jonathan Roumie che interpreta Lonnie Frisb

Ero solito considerare i significativi fallimenti morali di Lonnie come un inconveniente per la storia, e il mio modo di gestire emotivamente la dissonanza cognitiva che mi creava era quello di ignorare per lo più quell’aspetto della vita di Lonnie. (In seguito sono diventato esperto nel mettere la mia mente in compartimenti stagni e nel vivere negando anche il mio fallimento morale. La pratica rende perfetti. Sospiro.) Ma di recente ho prestato maggiore attenzione al modo in cui Dio usa benevolmente i santi che hanno sperimentato un fallimento morale catastrofico: dai patriarchi, a Sansone, a Mosè, al re Davide, al re Salomone, al profeta Giona, agli apostoli Pietro e Paolo, i “peggiori tra i peccatori” (1 Timoteo 1:15), a Giovanni Calvino e Martin Lutero, a Martin Luther King Jr, e a Lonnie Frisbee. Dio ha un modello di redenzione piuttosto che di rifiuto delle nostre vite spezzate, e queste storie di redenzione ora sono più significative che mai per me.

Il movimento di Gesù era disordinato, due passi avanti e uno indietro, e loro imparavano man mano, vivendo e amando insieme.

Un altro aspetto del Movimento per Gesù della fine degli anni ’60 e dell’inizio degli anni ’70 che mi ha sempre colpito, e che il film coglie bene, è che il movimento era intrinsecamente ed entusiasticamente evangelistico (portando la Buona Notizia di Gesù) fin dall’inizio. Non ha avuto la possibilità di diventare un movimento troppo inglobato ed egocentrico, perché i fedeli guardavano sempre verso Dio e contemporaneamente verso il prossimo. Non aspettavano di aver capito la loro fede prima di invitare gli altri a unirsi a loro. All’apice del movimento, centinaia di hippy e altri venivano battezzati ogni settimana.

Guardate il testo di una canzone del Movimento di Gesù che ricordo di aver cantato da ragazzo:

Siamo tutti riuniti qui Perché tutti crediamo. Se c’è un dubbioso tra la folla gli chiediamo di non andarsene. Ascoltate la Sua storia. Ascoltate il messaggio che portiamo. Sentite la fede gonfiarsi dentro di voi. Alzate la voce con noi e cantate.

RITORNELLO: Accettalo con tutto il cuore e usa tutte e due le mani. Con una tendi la mano a Gesù e con l’altra porta un amico ~ Two Hands, da Love Song

Non c’è molta esegesi biblica o una ricca profondità teologica qui. Ma notate cosa c’è: una canzone semplice, cantata durante i momenti di condivisione delle Scritture, che invita i non credenti alla fede, e fin dall’inizio inserisce in questa fede l’incoraggiamento a invitare altri amici. Secondo il libro degli Atti, questo cattura la “vibrazione” del movimento originario di Gesù, cioè la Chiesa primitiva, chiamata semplicemente “la Via” (Atti 9:2; 19:9, 23; probabilmente ispirandosi a Isaia 40:3).

Fin dalla prima generazione di seguaci di Gesù, il Vangelo (un messaggio destinato a essere condiviso) è stato accolto, sperimentato ed esteso agli altri come un messaggio di PACE, AMORE e FRATELLANZA Fin dall’inizio, essere un operatore di pace significava essere una persona che testimoniava la propria fede naturalmente, un divulgatore del Vangelo. Gesù continuerà a dire nel Sermone della Montagna che noi, insieme, SIAMO la luce del mondo. La luce risplende in modo naturale, è ciò che fa la luce. È nella natura della luce brillare, a meno che non la blocchiamo mettendola sotto il moggio.

Alcune persone nella Chiesa primitiva erano evangelisti per dono (Atti 21:8; 2 Timoteo 4:5, Efesini 4:11 “È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti,

altri come evangelisti, altri come pastori e dottori”. Ma la crescita della Chiesa primitiva non si basava su poche persone dotate. Ogni credente diventava sale e luce per il mondo circostante, con parole e azioni. Essi condividevano il Vangelo in modo delicato e personale, lasciando semplicemente che la loro esperienza di unione con Dio e con gli altri fluisse nelle loro conversazioni e inviti quotidiani (Colossesi 4:2-6; 1 Pietro 3:15-16).

Tutto questo porta a chiedermi: che aspetto avrebbe oggi una rivoluzione di Gesù per questa generazione?

Personalmente, sono molti i giorni che mi lasciano disilluso nei confronti della Chiesa istituzionale. Eppure, non sono mai stato così innamorato della chiesa organica, il corpo dei credenti che sono la mia famiglia spirituale allargata. E questa esperienza di vero radicamento nella famiglia spirituale è qualcosa che vorrei che più persone possibili conoscessero.

La vita si muove a stagioni, e in questo momento per me è una stagione in cui mi rivolgo verso l’interno e verso l’alto, concentrandomi sul pentimento, sulla guarigione e sul ripristino dell’integrità per me e per la mia famiglia. Ho un sacco di reti da riparare. Ma so anche che il potere della grazia guaritrice di Dio che sto sperimentando attraverso la connessione amorevole con le straordinarie persone di Gesù merita di essere condiviso, e sento che il momento sta arrivando.

Con una mano, sto tendendo la mano a Gesù. E con l’altra porterò un amico.

CONTEMPLARE (passi delle Scritture che si riferiscono e approfondiscono la nostra comprensione di questo argomento):

Matteo 28:18-20; Romani 5:9-10; 8:31-39; 10:9-17; 2 Corinzi 5:18-21; Efesini 2; Colossesi 1:19-22

CONVERSAZIONE (parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme):

1. Che cosa vi sta rivelando Dio di sé attraverso questo brano?

2. Cosa ti sta mostrando Dio di te stesso attraverso questo brano?

3. Come pensate che possa apparire oggi una nuova rivoluzione per Gesù?

4. Qual è una cosa che potete pensare, credere o fare in modo diverso alla luce di

ciò che state imparando?

5. Quali domande state ancora elaborando su questo argomento?

Grazie per aver letto questo studio così lungo e per esservi uniti a me nella preghiera per la prossima Rivoluzione di Gesù! PACE, AMORE E FRATELLANZA!