Matthew the Tax Collector (From "The Chosen")

Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. ~ Gesù (Matteo 5:7)

NUCLEO (Il cuore del messaggio):

Tutte le relazioni serie fra persone umane, quindi per loro natura imperfette, richiedono una costante e amorosa dedizione alla misericordia — vale a dire una grande e sincera compassione verso coloro che falliscono e hanno bisogno di perdono. Gesù ci ricorda che la misericordia che riceviamo da Dio ci chiede di passare il favore.  

Credo con tutto cuore che la misericordia ed il perdono sono l’intero Vangelo ~ Richard Rohr (Jesus’ Alternative Plan)

CONTESTO (Quel che accade prima e dopo di questo passo):

Gesù ha appena iniziato il suo Sermone della Montagna con una serie di bellissime benedizioni prima ancora di dare comandamenti, fare richieste o indicare direzioni da prendere. La Grazia viene per prima, ed è importante che ce lo ricordiamo quando il Sermone alzerà l’asticella.

La Beatitudine precedente ha dato risalto alla rettitudine, che, come abbiamo detto in uno studio precedente, alcune persone erroneamente identificano con la sola giustizia. Gesù quindi, si affretta a dare risalto alla misericordia, perché la giustizia senza misericordia non è mai la rettitudine che desidera Dio.

La misericordia di Dio è un tema centrale anche nelle Scritture Ebraiche; in esse la parola greca per “misericordia”, usata nelle Septuaginta (la traduzione in greco della Bibbia Ebraica, molto popolare ai tempi di Gesù) per tradurre la parola ebraica che significava “essere fedeli a un patto” (hesed) è  eleos . In una relazione, sancita da un patto, dove una parte (la moglie di Yahweh o la sposa di Cristo) è ripetutamente distratta dalla seduzione del peccato, è necessaria una costante espressione di misericordia perché la relazione continui. Se questo è vero per la nostra relazione con Dio, lo è ancora di più per qualunque relazione seria fra esseri umani imperfetti.

Senza misericordia, tutte le relazioni si disintegrerebbero.

Mostrare ripetutamente misericordia — specialmente sotto forma di perdono, offerto alle nostre sorelle e ai nostri fratelli nella comunità di fede in Cristo — sarà un tema centrale negli insegnamenti di Gesù e dei padri della Chiesa (per es.: Luca 6:37-38). Con questa benedizione Gesù pianta il primo seme di questo tema centrale.

La beatitudine che seguirà parlerà della purezza di cuore, e ciò potrebbe portare alla domanda — Cos’è la purezza morale? Qui Gesù lo stabilisce: in tutti i casi della vita, una cosa è comunque certa, la misericordia è morale.

Il primo test di obbedienza all’etica di Gesù non è se l’obbedienza rende una persona moralmente più forte, ma se lo rende al tempo stesso misericordiosamente più tenero. ~ Frederick Dale Bruner (The Christbook)


CONSIDERA (Osservazioni su questo passo):

Benedetti. La parola greca che viene tradotta con “beati/benedetti” (beato = makarios) significa qualcosa come “fortunato” o “fiorente”. Ma senza gli elementi di casualità che la parola italiana suggerisce.  Potremmo tradurla con: “Dio ha reso fortunati coloro che” oppure “il favore di Dio è su coloro che” o “Fiorenti sono coloro che”, ma “Benedetti” è probabilmente comunque la parola che più si addice quando ci ricordiamo da quale fonte viene la benedizione. La parola implica un contenuto di comunicazione, esortazione, dichiarazione e congratulazione. Vale a dire che potrebbe essere più letteralmente tradotta con “benedizioni sono su” oppure “Dio benedice”. Le benedizioni vengono da Qualcuno e da qualche parte. Ricordiamoci che le benedizioni sono una realtà presente, proprio qui e adesso, anche se è auspicato un adempimento futuro.

Misericordiosi. Essere misericordiosi (in greco, eleos=misericordia,compassione) può avere un valore passivo o attivo, quindi significa offrire o ricevere misericordia. Nel senso attivo, la misericordia è offrire un dono a qualcuno che ne ha bisogno (vedi Salmo 86:15-16; Isaia 30:18; Ezechiele 39:25; Marco 10:47; Luca 18:38). Passivamente, la misericordia è il cancellare una punizione meritata o un debito (vedi Esodo 34:6-7; Isaia 55:7; Matteo 18:21-35). Quindi un mendicante per strada può chiedere ad un passante: “abbi misericordia di me” chiedendo l’elemosina, e un criminale può dire al giudice prima della sentenza “abbi misericordia di me”, chiedendo in essenza di NON ricevere la meritata punizione. Ma misericordia quindi include la COMPASSIONE per chi soffre e il PERDONO per chi è colpevole. La misericordia è la forma che prende l’amore quando viene espresso verso qualcuno in estremo bisogno. La misericordia può essere motivata dal vedere il valore e la fragilità di una persona che ne ha bisogno, o può scaturire spontaneamente come tratto caratteriale di una persona. Questo descrive Dio, Colui che è per natura misericordioso e  conosce e tiene conto della nostra fragilità umana (Salmo 86:15; 103; 145:9; Luca 1:76-78). 

Essere intimamente misericordiosi è anche quel che Gesù desidera per i suoi discepoli, il che potrebbe spiegare perché in questa Beatitudine non viene menzionato verso chi deve essere espressa questa misericordia. In altre parole, Gesù non sta dichiarando benedizioni per le persone che occasionalmente mostrano misericordia a questa o quell’altra persona quando il loro estremo bisogno ci colpisce, ma è invece una benedizione verso chi è misericordioso, punto. La misericordia è sempre connessa ad un’estrema espressione d’amore. Questa parola greca (eleos) è sempre la traduzione della parola ebraica hesed, che a sua volta, si riferisce di solito all’amore incondizionato, compassionevole e leale di Dio. Hesed è simile alla parola agapé che il Nuovo Testamento usa per riferirsi all’amore di Dio. Quindi, riassumendo, la misericordia come la vediamo nelle Scritture, è una sorta di amore incondizionato e leale che viene espresso in modi gentili verso persone che ne hanno bisogno. Gesù stesso ha detto ai leader religiosi di quel tempo: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.  Ora andate e imparate che cosa significhi: “Voglio misericordia e non sacrificio”; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori» (Matteo 9:12-13). Dio vuole misericordia (relazioni accoglienti, amorevoli, disposte a risanare le ferite) piuttosto che sacrificio (la punitiva macchina della giustizia religiosa). La misericordia è il cuore pulsante della comunione Cristiana.

Loro. La struttura grammaticale nel greco originale enfatizza il pronome “loro” per indicare che ci si riferisce a “loro e soltanto loro”. In altre parole in questa verità è implicita anche la realtà opposta e simmetrica —i non misericordiosi, coloro che non perdonano, non riceveranno misericordia. Questo è coerente con quel che Gesù insegna più avanti nel Sermone della Montagna e in altre parti del vangelo, come per esempio con la parabola del Servo Spietato (Matteo 18:21-35), dove troviamo una persona che era stata precedentemente perdonata che si rifiuta di perdonarne un’altra e a cui come conseguenza viene revocato il precedente perdono. Sembra che essere misericordiosi non è una condizione per ricevere la misericordia di Dio, ma al tempo stesso se la riceviamo, Dio si aspetta che la diamo agli altri.

Misericordia sarà fatta. Qui ingreco viene usata una sola parola: eleeō, (sono quattro sillabe), che significa ricevere misericordia. Questa è l’unica Beatitudine dove la promessa corrisponde precisamente alla qualità della persona — quello che diamo, riceviamo. Questo è il principio di semina e raccolta, il mietere quello che seminiamo (vedi anche 2 Samuele 22:26-27; Salmo 18:25-26; Proverbi 19:17; 26:27; Luca 6:37-38; 2 Corinzi 9:6; Galati 6:7-8; Giuda 1:21). Questa è la cosa più vicina al concetto del karma che troviamo nelle Scritture (eccetto che per l’intervento della grazia che può stravolgere tutto splendidamente). Gesù ci dice che quello che gettiamo agli altri ci ritorna indietro come un boomerang.

CONFESSIONE (Riflessione personale):

Confesso di avere recentemente avuto bisogno di tanta guida da sorelle e fratelli che sono saggi nella via di Gesù. Ho bisogno di sapere quando confessare e quando difendermi, di chi fidarmi e chi escludere, cosa dire, su cosa pregare, e cosa dimenticare. A volte ho perso la fiducia nella mia capacità di fare scelte giuste se non fosse per il saggio consiglio di quegli amici e famigliari pieni dello Spirito e dei frutti che lo dimostrano. Ho ascoltato le varie voci provenienti da seguaci di Gesù, sia di persona che online, e a volte ho avuto difficolta a discernere quali erano le voci di una saggezza celeste e quali invece riportavano la saggezza di questo mondo.

Poi mi sono ricordato che verificare i frutti dello Spirito  (come leggiamo in Galati 5:22-23 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;  contro queste cose non c’è legge) e le qualità caratteriali dell’amore (come leggiamo in 1 Corinzi 13:1-8 …Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo.  Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.  L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male,  non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità;  soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non verrà mai meno) è un buon punto di partenza per discernere chi parla con la saggezza che viene dal Cielo. A questo aggiungo questa chiara istruzione che ci dà l’ Apostolo Giacomo, un leader della prima chiesa di Gerusalemme:

La saggezza che viene dall’alto anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia. 

 (Giacomo 3:17)

Eccolo li, nero su bianco — come riconoscere la voce di Dio fra la cacofonia degli zeloti religiosi dei nostri giorni. La saggezza che viene dall’alto sarà, fra le altre cose, piena di misericordia. Essere “pieni di misericordia”, vuol dire essere pieni fino a traboccare o completamente immersi nella misericordia. Quando avrete bisogno di saggezza, cercate e ascoltate quei fratelli saturi di misericordia.

Al tempo stesso, quindi, dovremmo essere cauti quando ascoltiamo quelle voci che non sono piene—di—misericordia. Quei presunti credenti che non sono pieni—di—misericordia dovrebbero avere una limitata influenza nella vita dei seguaci di Gesù. La loro saggezza non viene dall’alto e l’ethos che abbracciano non è in linea con il Dio che è pieno di misericordia (Efesini 2:4).

Il non—perdono è una forma di potere verso un’altra persona, un modo di manipolare, svergognare, controllare, e respingere I’ altro. ~ Richard Roher (Jesus’ Alternative Plan)

Quando ho incontrato dei credenti dal cuore pieno di tenerezza, che essudano perdono, grazia e misericordia, è sempre evidente che hanno pienamente afferrato quanto Dio li abbia riempiti della sua Grazia, perdonati e benedetti a dispetto del fatto che non lo meritassero. Sono consapevoli di quanta grazia abbiano ricevuto e continuano a ricevere da Dio e dal popolo di Dio, quindi sono pronti e desiderosi di passare il favore. Per loro, offrire misericordia ai peccatori non è un obbligo ma un privilegio, persino una gioia. La misericordia è, per le loro anime, una cosa emozionalmente forte e razionalmente sensata. E voglio essere guidato da queste bellissime persone piene di misericordia.

COMMENTARIO (Pensieri sul significato e applicazione):

È evidente che Gesù, mentre era sulla terra, non mostrasse mai una visione utopistica della sua futura Chiesa, ma dedicasse una gran parte dei suoi insegnamenti a  come il suo Movimento Messianico avrebbe dovuto rispondere ai fallimenti i disaccordi, le distrazioni e ai peccati dei suoi membri. In verità, la misericordia è sempre stato un valore vitale per la comunità cristiana. Non possiamo essere uniti come famiglia amorevole — secondo la visione che Gesù ha dato per la sua Chiesa — senza covoni di misericordia gli uni verso gli altri.

Pensate alla prima generazione di credenti. Romani ed Ebrei si stavano convertendo e unendosi in una comunione spirituale come fratelli e sorelle. (2 Corinzi 5:16-17; Galati 3:26-29; Colossesi 3:11-14). Romani ed Ebrei, fianco a fianco, imparando ad essere famiglia. Romani ed Ebrei, persecutori e perseguitati, perpetratori e vittime, invasori e invasi, conquistatori e conquistati. I valori generati dall’amore agapé — misericordia e gentilezza, che portano a pentimento e perdono, che portano alla riconciliazione e restaurazione — erano tutti indisputabilmente, indispensabilmente, e fondamentalmente essenziali affinché Movimento di Gesù decollasse. Pensateci: a sedersi fianco a fianco negli incontri settimanali c’erano persone che appena poco tempo prima erano state profondamente ferite proprio da chi ora gli era accanto, e altre che dovevano convivere con la vergogna del proprio peccato verso altri che si trovavano nella stessa stanza. Immaginate: forse quel Romano seduto accanto a te aveva recentemente picchiato a sangue vostra nonna o crocifisso vostro zio. O forse siete voi quel Romano che siede dirimpetto alla famiglia che vi aveva supplicato di non arrestare il proprio padre per consegnarlo alla prigione per debitori, perché non poteva permettersi di pagare le esose tasse che il vostro governo richiedeva. Forse siete li a dire a voi stessi: “io sono uno dei Romani più magnanimi” ma non riuscite a dimenticare di quali orrori si è macchiata la macchina militare del vostro governo, di come “la vostra gente” ha ferito e umiliato “quelle persone”, e per quanto avete cercato di agire diversamente, la vostra storia vi fa vergognare. Forse il vostro cuore da cittadino di Roma era stato intenerito da un ebreo seguace di Gesù che si era offerto di portare la tua armatura per un secondo miglio dopo che tu lo avevi costretto a portarla per un miglio, ed hai voluto scoprire di più di questa etica d’amore di colui che chiamavano il Messia. Ed eccoti qui, a sperare di trovare la misericordia che guarisca la tua anima. E fra te e gli ebrei è seduto un esattore delle tasse: un traditore ebreo che lavora per l’impero Romano e odiato da tutti. Aggiungi a questo qualche Samaritano, alcuni Greci, un paio di leader religioni convertiti, ed alcuni noti peccatori, tutti mischiati in un bel calderone. E adesso, che tu sia Romano, Ebreo, o Samaritano, sei sopraffatto dalla comprensione che la “feccia umana” che hai odiato per tutta la vita è in realtà gente preziosa creata a immagine di Dio: i tuoi fratelli e sorelle spirituali.

Come potrebbe mai un tale movimento rimanere unito e cambiare il mondo?

Una sola parola: misericordia.

Forse la mano di Matteo, l’esattore delle tasse, tremava e i suoi occhi erano gonfi di lacrime al ricordo della voce di Gesù che pronunciava questa Beatitudine mentre la scriveva nel suo papiro. Matteo sapeva che solo la misericordia gli aveva permesso di diventare un seguace di Gesù: la misericordia mostrata da Gesù nei suoi confronti, ma anche quella dei suoi fratelli in Cristo. (So come ti sei sentito Matteo).

Gesù non ci dice che dobbiamo guadagnarci la misericordia di Dio mostrando prima di tutto noi stessi misericordia agli altri (in questo senso questo passo è spesso incompreso come anche i versetti in Matteo 6:14-15). Non ci guadagniamo la misericordia essendo misericordiosi, come non ci guadagniamo la salvezza salvando le persone. Gesù ha rovesciato i tavoli di ogni sorta di compravendita di salvezza (Matteo 21:12). Piuttosto, come Gesù rende chiaro altrove (ad es. Matteo 18:21-35), dovremmo mostrare misericordia perché abbiamo ricevuto misericordia e continueremo a ricevere misericordia ogni santo giorno che respiriamo. Ricordiamo, non perdoneremo mai qualcuno più di quanto Dio abbia già perdonato noi. Non offriremo mai a qualcuno più misericordia di quanto Dio ne abbia mostrato verso di noi. Il nostro compito è di accettare di essere stati già accettati, e poi di offrire quella stessa accettazione agli altri (Romani 15:7).

Un Sogno per Domani, il film del 2000 che ha per titolo originale Pay It Forward — vale a dire Passa il Favore — potrebbe essere stato un po’ sdolcinato, sciropposo ed eccessivamente sentimentale ma ha popolarizzato magnificamente l’idea che, quando riceviamo una gentilezza, non dovremmo cercare di ripagarla a chi ce l’ha mostrata ma di passare il favore ad altre persone bisognose. Questo riassume gli insegnamenti di Gesù sulla misericordia.

Gesù insegna per la prima volta il principio del Passa Il Favore in quella che potrebbe essere chiamata la Regola di Platino. Conosciamo tutti la Regola d’Oro che Gesù insegna nel Sermone della Montagna: tratta gli altri come vorresti essere trattato tu (Matteo 7:12). E in un’altra occasione Gesù risponde a una domanda su quale sia il più grande comandamento nella Bibbia mettendo insieme i due comandamenti di amare Dio e amare il nostro prossimo come noi stessi (Matteo 22:34-40). Ma alla fine dei suoi anni di insegnamento, proprio prima della crocefissione, Gesù da ai suoi discepoli un upgrade sull’amore: la Regola di Platino. Gesù dice: Ora vi do un nuovo comandamento: amatevi a vicenda, amatevi come io vi amo (Giovanni 13:34). In altre parole, focalizzatevi su quanto voi siete già stati amati da me e, piuttosto che cercare di ripagare il mio amore, passate il favore. Il modo in cui mostriamo il nostro amore per Dio è passandolo ad altri che hanno bisogno dell’amore che abbiamo ricevuto da Dio (vedi anche Romani 15:7; Colossesi 3:13; 1 Giovanni 3:16; 4:19).

Il nostro Dio pieno-di-misericordia non tiene un registro dei nostri sbagli — Chi ama non è altezzoso, non fa niente d’indecoroso, non cerca il proprio interesse, non si irrita, né si ricorda dei torti che subisce (1 Corinzi 13:5) — ma difatti si getta alle spalle i nostri peccati come a dire “mi rifiuto di lasciare che i vostri fallimenti incrinino la nostra relazione” —  Ecco, è per la mia pace che io ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati (Isaia 38:17). E se lasciamo che la pienezza di queste Buone Novelle davvero ci inondi, allora dovremmo con gioia essere misericordiosi verso gli altri.

Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi. ~ GESù (Luca 6:36-38)

Ma se questi sono gli insegnamenti di Gesù perché i credenti non sono conosciuti per il loro essere misericordiosi? Perché ci sono delle forze che agiscono intorno e dentro la chiesa che spingono in una diversa direzione, per cui la pratica spirituale dell’essere misericordiosi richiede costante energia, impegno e il sostegno di una comunità di fede. Abbiamo bisogno gli uni degli altri perché ci ricordiamo dell’importanza di essere misericordiosi perché altrimenti naufragheremmo naturalmente in una diversa direzione.

La misericordia richiede il coraggio di andare controcorrente rispetto al mondo.

Mostrare misericordia può essere rischioso. Il Buon Samaritano (definito “Colui che mostrò misericordia” in Luca 10:37) mise la propria vita a rischio. Il suo esempio è una buona illustrazione di quanto rischioso può essere mostrare misericordia.

Essere misericordiosi può essere un rischio (fisicamente ed emozionalmente). La persona ferita sul ciglio della strada avrebbe potuto essere un’esca per un’imboscata lungo la strada. Allo stesso modo, quando il Samaritano portò l’uomo in un paese ebraico, corse il rischio di essere accusato di essere stato lui ad averlo picchiato e derubato. Le persone misericordiose sono spesso incomprese dalla gente e devono rimanere forti abbastanza da rischiare l’essere incompresi. La sicurezza fisica ed emotiva è spesso a rischio quando mostriamo misericordia. Quando l’apostolo Paolo consiglia alla chiesa in Corinto di riportare alla comunione fraterna una persona che aveva peccato sessualmente per non lasciare a Satana l’ultima parola, come leggiamo in questo passo in 1 Corinzi:

Ricordatevi che l’uomo del quale parlavo nella mia lettera, intendo quello che è stato causa di tutto, non ha dato un dispiacere soltanto a me, ma anche a tutti voi, o almeno a una buona parte di voi, per non esagerare. Con lui non voglio essere più severo di quanto dovrei. È stato punito abbastanza dalla disapprovazione della maggioranza. Ora è tempo di perdonarlo e di consolarlo, altrimenti potrebbe non riprendersi più per l’amarezza e lo scoraggiamento.  Perciò, vi prego di fargli capire che gli volete ancora bene.  Un altro motivo per cui vi ho scritto così era per sapere fino a che punto mi avreste ubbidito.  Quando perdonate qualcuno, anch’io lo perdono. Infatti, ciò che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l’ho fatto per amor vostro e con l’autorità di Cristo,  per non permettere che Satana si approfitti di noi, giacché conosciamo bene le sue macchinazioni. (2 Corinzi 2:5-11).

Uno potrebbe chiedersi quali rischi emotivi dovevano essere corsi sia da coloro che gli erano stati complici sia da chi era stato offeso, per poter raggiungere una piena riconciliazione. Ma la misericordia vale sempre il rischio.

Essere misericordiosi significa essere disposti a correre il rischio che altri si approfittino di noi. Forse l’uomo ferito sul ciglio della strada era un ubriacone cronico che era caduto dal suo cavallo. Forse aveva perso tutti i suoi soldi giocando d’azzardo, o in alcol, oppure altri vizi, e non era stato derubato. Forse aiutarlo gli avrebbe soltanto permesso di perpetrare la sua routine auto-distruttiva.  Forse. Ma il misericordioso Samaritano è comunque benedetto. Si, ci si può approfittare delle persone misericordiose. Ma la persona misericordiosa ne trae sempre beneficio, ne ricava sempre una crescita interiore, persino se la persona di cui si ha avuto misericordia spreca la gentilezza che gli è stata data. Benedetti i misericordiosi, punto.

Le persone misericordiose sono disposte a mettere a rischio la propria reputazione. Si può essere presi in giro per avere mostrato misericordia. La misericordia, come la mansuetudine, può essere vista come una debolezza. Le persone misericordiose possono essere derise per una varietà di ragioni: “Sono così perché sono vecchi, e la loro generazione è facilmente manipolabile” oppure “Semplicemente non capiscono l’importanza della giustizia” o “Se mostrano misericordia verso il peccatore vuol dire che non si curano abbastanza della persona verso cui ha peccato” o semplicemente “Quel povero ingenuo credulone”. Ma la misericordia trae beneficio dalla saggezza e dall’esperienza dell’età così come anche dal comprendere che il Vangelo è la buona novella del trionfo della grazia sulla giustizia. Gesù era misericordioso verso i peccatori, e la sua reputazione ne ha sofferto (Matteo 11:19; Luca 7:34, 39; 15:2). Le persone misericordiose non si tirano indietro dall’imparare, vivere e offrire il vangelo in ogni modo possibile, persino quando la società, inclusi i religiosi cristiani, prendono in giro la misericordia.

Nel suo eccellente studio del contesto culturale degli insegnamenti di Gesù, Jesus Through Middle Eastern Eyes (Gesù Attraverso Occhi Mediorientali), Kenneth E. Bailey scrive: Mostrare misericordia o perdonare è estremamente difficile per coloro che sono stati profondamente feriti. Ma l’alternativa è l’auto-distruzione col nutrire rancore o il cercare la vendetta” la misericordia è l’indispensabile essenza del Regno dei Cieli, vissuta nel nostro mondo imperfetto. Nella vita dei seguaci di Gesù, la misericordia deve sempre avere l’ultima parola.

La misericordia invece trionfa sul giudizio ~ Giacomo il fratello di Gesù (Giacomo 2:13)

CONTEMPLA  (Passi delle Scritture che approfondiscono questo argomento):

2 Samuele 22:26-27; Salmo 18:25-26; 25:4-9; 145:9; Proverbi 14:21; Osea 6:6; Michea 6:6-8; Matteo 6:14-15; 9:12-13; 12:7; 18:21-35; 23:23; Luca 6:36-38; 7:36-50; Giovanni 13:34; Romani 15:7; Galati 6:1-2; Efesini 2:3-5; 4:32; Tito 3:4-7; Ebrei 2:17; Giacomo 2:13; 3:17; 1 Pietro 1:3; 1 Giovanni 3:16; 4:19

CONVERSAZIONE (parlare insieme, imparare insieme, crescere insieme):

1.         Cosa ti sta rivelando Dio di sé attraverso questo passo?

2.         Cosa ti sta mostrando Dio di te stesso attraverso questo brano del vangelo?

3.         Quando hai visto mettere in pratica la misericordia (o quando non l’hai vista mettere       in pratica) nella tua vita?

4.         Qual è una cosa che puoi pensare, credere o fare in modo diverso alla luce di ciò che      stai imparando?

5.         Quali domande stai ancora sviluppando su questo argomento?

Grazie per aver letto e condiviso i tuoi pensieri. È una benedizione poter intraprendere insieme questo viaggio con Gesù.