In questo studio approfondiremo alcuni degli argomenti a favore e contro l’esistenza di Dio. Sono consapevole dei miei limiti, non sono un scienziato né filosofo anche se a volte mi esprimo come tale. In un certo senso lo siamo tutti, ognuno ha la sua visione di mondo che poi cerca di far interagire con altre visioni di mondo. Ciò che scriverò è frutto di ricerche e di convinzioni personali. Anche i nostri amici atei dovrebbero essere consapevoli dei propri punti forti e dei propri limiti. Su questo tema Dawkins cerca di compensare i suoi limiti esibendo una sicurezza troppo esagerata di se. Mi stupisce quanto la sicurezza propria risulti convincente. Quando qualcuno si alza e dichiara di aver fatto le sue ricerche, di sapere ciò che è reale e senza ombra di dubbio lo esprime, è molto convincente per un tipo particolare di psiche che è cablato in un certo modo. Infatti, tale abilità rappresenta la grande attrazione della religione e di sette di tutti i tipi . Quando qualcuno afferma di essere a conoscenza della verità assoluta senza vacillare, ciò può impressionare tanti e perfino convincerli di seguirlo. Si potrebbe accusare certi leader religiosi di manipolare quella parte della psiche umana che è corteggiata dalla troppa sicurezza come nel caso del fondamentalismo che attira tanti. Il fondamentalismo è un modo di esprimersi che dimostra che la sicurezza equivale alla santità. In altre parole, in diverse cerchie cristiane, quando una persona parla con una tonalità sicura e non dimostra dubbio o esitazione, ciò spesso viene mal interpretato come un segno di santità. Spesso si sente dire: “È veramente un uomo di Dio, si esprime senza esitare”. Lo stesso accade nel mondo ateo, c’è chi è troppo sicuro di se quando si esprime, ed è qualcosa che hanno in comune con i fondamentalisti cristiani.
La settimana scorsa una persona si avvicinò a me dopo una conferenza dove ho parlato e mi disse: “Ho capito tutto…per salvaguardare la fede e farla passare come un concetto coerente e ragionevole lei la sta ridefinendo, vero? Sappiamo benissimo che ciò che Dawkins ha detto sia vero: la fede è allontanarsi dalle prove. Lei invece ha spiegato che sia i credenti che i non credenti seguono delle prove quando ciò non è vero nel caso di chi ha fede”. Durante la conferenza avevo spiegato che sia gli atei che i credenti si basano sulle prove e fanno del loro meglio per essere ragionevoli nelle loro valutazioni. Nel caso dei credenti si attesta che esiste una Persona dall’altra parte di questo mondo fisico, una realtà base metafisica (la realtà aldilà della fisica), quindi la fede per un cristiano consiste nel relazionarsi con la Persona senza ignorarne le prove. Si attraversa la piattaforma della ragione prima di fare il balzo della fede. La fede è un concetto relazionale e come in ogni relazione, si prende un impegno con l’altra Persona. Ho trovato il commento dello studente affascinante perché in realtà Dawkins sul tema della fede non è molto informato ma quando si esprime con una sicurezza tale, riesce ad essere molto convincente. Io avevo condiviso la definizione teologica del termine “fede” che data più di duemila anni. Il termine “fede” nella Bibbia è un concetto che consiste nel mettere in relazione ed è allineato con il seguire delle prove. Dawkins ha ignorato quel fatto, proclamando con sicurezza la sua definizione.
Stiamo attenti alla troppa sicurezza da parte nostra, da parte di altri leader religiosi o anche dai leader, personaggi importanti o autori laici. Fa piacere vedere qualcuno che ha fatto le sue ricerche e si esprime con sicurezza ma dobbiamo stare attenti a non esibire una sicurezza di noi stessi che sia troppo esagerata. Ciò rappresenta un approccio fondamentalista che rifiuto sia da parte del mondo cristiano che laico.
I passi che leggeremo a seguito parlano dell’ira di Dio. La Bibbia parla più che altro di amore ma in questo caso il testo fu scritto in riferimento al peccato, alla ribellione, al rifiuto della verità e su come quelle cose potrebbero portare le persone a farsi del male. Quando si ha un obiettivo e quell’obbiettivo non va in porto e ciò che uno aveva intenzione che accadesse non accade, spesso ci si arrabbia con chi si è messo di traverso e ci ha impedito di raggiungerlo. La rabbia in quel caso è una risposta emotiva quando uno non ottiene ciò che desidera. L’ira è diversa. L’ira è la risposta adatta quando le persone si fanno del male a vicenda, è la risposta giusta da dare quando le persone creano dolore nella vita uno dell’altro. Quando qualcuno commette un omicidio e poi viene arrestato, la punizione, giustizia o ira da parte dello stato è giusta perché cerca di correggere il malfatto.
Basandoci sulla storia dell’umanità e su ciò che sta accadendo ora sul pianeta, un Dio che non riesce ad adirarsi non sarebbe un Dio di amore. L’ira è una sottocategoria dell’amore. Perché Dio ama a volte nella Bibbia viene descritto come il Dio dell’ira. Quando ci allontaniamo della via di Dio, dell’amore e dal modo più sano di vivere in esistenza, l’ira è la conseguenza naturale. La conseguenza naturale di allontanarci dalla via di Dio è ciò che chiamiamo “ira”.
“Perché l’ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell’ingiustizia” (Romani 1:18). La prospettiva dell’Antico e del Nuovo Testamento è che le persone possiedono una consapevolezza intuitiva sull’esistenza di Dio ma che spesso mettono in opera le loro facoltà mentali per reprimerle, soffocarle e allontanarle. Questo perché se si riconosce l’esistenza di Dio allora uno si sente responsabile di dover seguire uno standard più alto di ciò che si desidera in quella fase della vita. “Poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato. Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio…” (Romani 1:19-21). Il resto del testo continua con un commento sociologico eccellente sulla genesi della religione. Anche se conoscevano Dio, essi lo rifiutarono scegliendo di creare diversi dei a loro immagine. Tutti sono a conoscenza dell’esistenza di Dio, la creazione parla e c’è qualcosa di intuitivo anche nei cuori delle persone ma essi lo rifiutano per essere liberi di diventare laicisti, naturalisti o dei religiosi che creano un Dio diverso a loro immagine che possono controllare.
Questo è il motivo per il quale alcune persone persistono nell’ateismo anche se la Bibbia dice chiaramente che tutti gli esseri umani sono cablati per avere fede. A livello psicologico sono motivati ad utilizzare le proprie capacità mentali per rifiutare ciò che percepiscono nel loro cuore. Tutti quanti noi abbiamo l’impulso di Dio nel nostro essere. Alcuni cercano di razionalizzarlo, attribuendole delle cause legate all’evoluzione dell’uomo. Cristopher Hitchens ha dichiarato che diverse volte si è sentito tentato ad avere fede. Gli atei non sono privi dell’impulso di Dio ma sono degli individui che scelgono di vivere in perenne negazione di esso.
La mente percepisce la materia? Qual è la realtà base dell’universo? Spesso quando si affronta il tema dell’esistenza di Dio si parla di prove che la manifestano ma ritengo che il termine “prove” non sia adatto. Questo perché la “prova” in questo caso è un convincimento interno che accade come risposta a una attestazione esterna. Il termine “prova” è soggettivo. Un insieme di informazioni potrebbe rappresentare prova per alcuni ma non per altri. Quindi focalizzeremo la nostra attenzione sulle nozioni che discuteremo e valuteremo e che potrebbero guidarci verso un convincimento oltre ogni ragionevole dubbio.
Platone, Aristotele e più tardi Tommaso d’Aquino basandosi sulla filosofia greca conclusero che tramite l’osservazione del mondo che ci circonda si apprende che tutto sembra essere temporaneo o contingente, cioè, dipendente da qualcosa per sopravvivere. Nell’ordine naturale non c’è nulla che abbia le qualità di esistere in eterno o che sia in sé esistente. Per esempio, un individuo esiste non perché è esistito da sempre ma perché i suoi genitori decisero di procreare, i suoi genitori esistono perché i loro genitori decisero di procreare e così via, una catena che si protrae all’indietro all’infinito o così sembra. Lo stesso accade con gli alberi, un albero esiste grazie al seme di un albero precedente, quell’albero precedente esiste grazie al seme di un altro albero precedente e così via, un regresso all’infinito di alberi. Lo stesso accade con una roccia, una roccia è dove si trova a causa del flusso di lava di un’esplosione precedente, quindi una roccia che sembra essere stata per sempre fissa in un luogo, in realtà è arrivata lì a causa di altri elementi che agirono su di essa. Tutto nell’ordine naturale dipende da qualcosa pre-esistente ad esso che lo ha portato in esistenza nello stato attuale. Quella sarebbe un’osservazione universale dell’ordine naturale.
Dove si finirebbe se potessimo tornare indietro nel tempo? Si scoprirebbe un regresso infinito che si allunga per l’eternità privo di inizio? I filosofi concordano nel rifiutare la teoria del regresso all’infinito. Quindi la domanda si pone: Qual è l’inizio di tutto e cosa ha causato l’inizio? Aristotele, Platone, D’Aquino ed altri hanno concluso che deve esserci una prima causa, un motore primario che abbia dato inizio a tutti i contingenti e l’universo. Quel qualcosa che è in grado di fermare il regresso all’infinito dei contingenti deve essere per forza non contingente ed evidentemente auto esistente. Quindi deve esistere qualcosa di auto esistente che ha generato tutto ciò che è in esistenza. Di cosa si tratta?
Due opzioni danno risposta a quel quesito, la teoria naturalista afferma che ciò sia l’universo stesso, e che quel qualcosa sia la materia stessa. La posizione teista invece sostiene che esiste il dominio della mente sulla materia e che esista qualcosa di eterno dietro tutto.
Quando comunichiamo a qualcuno che crediamo che Dio abbia creato l’universo e ci risponde a tono dicendo: “Va bene, allora mi faccia sapere questo: se Dio ha creato l’universo, chi ha creato Dio?”. In quel momento penso che sia giusto sottolineare che sia la posizione naturalista che teista sono alle prese con una realtà auto esistente non contingente che non è stata creata e non dipende da niente. Entrambe parti del dibattito filosofico credono nell’esistenza di quel qualcosa, alcuni ritengono che sia la materia ed altri che sia una mente o una coscienza eterna, cioè, Dio.
La domanda da porci è la seguente: cosa crediamo per fede che sia la realtà infinita eterna auto esistente e non contingente: la materia o la mente?
Il concetto che sostiene che l’universo avesse avuto un inizio potrebbe suggerire l’esistenza di una realtà metafisica che diede inizio all’universo fisico. Siccome un concetto del genere non trova spazio nell’ambito della scienza o della fisica, fu ipotizzata la teoria dello stato stazionario. Detta teoria postula che l’universo mantenga le stesse proprietà nello spazio e nel tempo e non abbia né inizio né fine. La teoria descrive un universo in espansione ma poiché l’espansione fa diminuire la densità dell’universo nel corso del tempo, la teoria dello stato stazionario implica la creazione continua di materia per mantenere la densità costante. La presupposizione è che ogni volta che l’energia viene consumata in una parte dell’universo, spontaneamente viene rigenerata in una parte diversa di esso. Gli atei aderirono a quell’ipotesi per un po’, il non dover postulare un inizio tolse di mezzo le domande: “Qual è l’inizio di tutto e cosa lo ha causato?”, rispondevano semplicemente che l’universo è sempre esistito perché eterno.
Sulla base di misurazioni rilevate nell’area della fisica però, la teoria popolare cambiò abbracciando la teoria del Big Bang. Fu attestato che l’universo non è stazionario ma in rapida espansione; perciò se si potesse tornare indietro nel tempo tutto regredirebbe fino a un singolo infinitesimamente piccolo punto. Anni fa confesso di aver immaginato il Bing Bang come un enorme blocco di materia che contenesse tutta la materia esistente oggi che poi esplose frammentandosi in pianeti, un concetto che rivela una comprensione puerile, lo so. In realtà l’inizio dell’universo secondo il Big Bang si traccia ad un singolo puntino più piccolo in dimensione di un atomo. Non si tratta di materia perché la materia stessa inizia ad esistere, è un punto denominato singolarità che non è qualificato come materia o anti-materia, energia o mancanza di energia. E’ un puntino ipotetico di ridotta dimensione infinita da cui tutto proviene incluso l’energia, le leggi della fisica….tutto. La teoria del Big Bang sostituì la teoria dello stato stazionario. Ora gli scienziati affermano che l’universo abbia avuto un inizio.
La scienza ci porta fino ad un certo punto e poi subentra la discussione filosofica su cosa diede inizio al Big Bang. Stephen Hawkins sostiene che all’inizio l’universo fosse pieno di luce. Secondo lui non fu un’esplosione solo di materia e di pianeti, prima di tutto c’era luce ed energia pura; tutto è provenuto da essa. Curiosamente le sue parole mi riportano in mente un documento antico che sembra remotamente simile. Ciò che sappiamo è che si tratta di una forza metafisica al di fuori di una visione naturalista perché il mondo naturale non esisteva ancora come neanche le leggi della fisica. Le leggi della fisica sono proprie del nostro universo ma non esiste un particolare motivo del perché. I quadranti delle leggi della fisica potrebbero essere stati impostati diversamente in un universo che sostiene la vita e che si è creato dal nulla. Per qualche motivo le leggi della fisica sono come sono nel nostro universo e la scienza è relegata ad operare solo all’interno di quell’universo.
Ora affronteremo la questione della metafisicità; ciò che è oltre la fisica. Quale forza diede inizio al mondo naturale? Per primo, si sa che la forza dev’essere metafisica, oltre la fisica del nostro universo. In secondo luogo postulerei che sia più ragionevole credere che detta forza sia la mente. Ritenere che il niente sia diventato qualcosa senza nessun motivo apparente è adottare una posizione di fede cieca. Invece riflettiamo, cosa può causare qualcosa che non è, a diventare qualcosa che è? Cosa può trasformare una cosa in qualcos’altro? Cosa può far sì che un modo di esistenza diventi un altro? La pura scelta è la volontà. La volontà è quello che fa sì che ciò che è indirizzato verso una certa direzione cambi direzione. La mente pura e la scelta pura rappresentano la realtà base dell’intero universo. È come l’ultima scena della trilogia dei film Matrix dove l’agente Smith sembra di averle date di santa ragione a Neo, ma Neo continua a mettersi in piedi e combattere nonostante tutto. Ad un certo punto l’agente Smith chiede a Neo come mai persiste nel tornare a combatterlo volendo sapere se fosse motivato dall’amore, dalla speranza, dalla fede, dal senso di libertà o di proposito. Desiderava comprendere cosa fosse fondamentale nella psiche di Neo dove sembrava che stesse per perdere ma trovava sempre le forze per rialzarsi. La risposta di Neo è di importanza fondamentale per l’esistenza dell’universo, lui disse: “Perché scelgo di farlo”. Questa è la realtà fondamentale del nostro universo: la scelta, la volontà, l’inizio. È una realtà fondamentale ed esistenziale della psiche umana.
William Paley, teologo e filosofo disse: «Nell’attraversare una brughiera, supponi io sbattessi il piede contro una pietra, e mi venisse chiesto come essa fosse venuta a essere proprio lì’; potrei con tutta probabilità rispondere che, fino a prova contraria, fosse lì da sempre: né sarebbe forse molto facile dimostrare l’assurdità di questa risposta. Ma supponi anche che trovassi per terra un orologio, e mi venisse riposta la stessa domanda; dovrei praticamente riprendere in considerazione la risposta appena fornita per la pietra, allo stesso modo, fino a prova contraria, l’orologio avrebbe potuto essere lì anche da sempre. (…) Dev’essere esistito, in qualche tempo, e in questo o quel posto, un artefice, o più, a mettere assieme i pezzi dell’orologio comunque, a fabbricarlo, per lo scopo al quale effettivamente vogliamo risponda; egli, o essi, hanno compreso la sua costruzione, e progettato il suo uso. (…) Ogni indicazione di ingegnosità, ogni manifestazione di disegno che esistessero nell’orologio, esistono nelle opere della natura; con la differenza, da parte della natura, di essere più grandi e migliori ancora, e in numero incalcolabile». L’argomento cosmologico si chiede il perché dell’esistenza della pietra invece l’argomento teleologico il perché certe cose altamente funzionali nell’universo sembrano di essere state progettate. William Paley disse che nel caso dell’orologio la mano del progettista fosse ovvia.
La posizione di William Paley è stata contestata a vari livelli. Discorsi a parte, nell’osservazione di William Paley c’è una verità fondamentale che vale la pena perseguire. L’universo non esiste soltanto quando poniamo la domanda della sua esistenza che potrebbe essere il Big Bang o nel cercare la risposta su cosa ha causato il Big Bang. Le leggi della fisica che governano questo universo sostengono la vita, la probabilità che ciò sia accaduto per caso è pari a zero. Un’illustrazione di questo fatto è immaginarsi che le leggi della fisica siano un quadrante con tante manopole, ogni singola manopola può essere impostata in centinaia se non migliaia di impostazioni diverse. Mi vengono in mente una quindicina di costanti fisiche, si parla della legge della gravità, del peso di un protone, della carica elettrica di un elettrone, della velocità della luce, e numerosissime altre. Sono dei fatti che avrebbero benissimo potuto essere diversi ma nel nostro universo tutte le manopole del quadrante sono state impostate per sostenere la vita al momento del Big Bang.
Stephen Hawkins disse: “Se la velocità di espansione un secondo dopo il Big Bang fosse stata più ridotta anche solo da una parte in cento miliardi di milioni di milioni, l’universo sarebbe crollato ancora prima di raggiungere la sua attuale dimensione”. “D’altronde, se la velocità di espansione fosse stata maggiore solo di una parte in un milione, le stelle e i pianeti non avrebbero potuto formarsi” (Francis Collins). La materia avrebbe continuato a sbandare fuori controllo senza condensarsi e prendere forma di pianeti o di stelle. Il principio antropico, la realizzazione che tutto è come dovrebbe essere per sostenere la vita richiede spiegazioni. Gli atei e i cristiani hanno cercato di dare risposte arrivando a conclusioni diverse. Alcune delle teorie sono le seguenti:
a) L’ipotesi della fortuna: L’ipotesi della fortuna descrive che esisteva una possibilità infinitesimamente piccola che l’universo fosse formato così com’è ma il fatto che siamo qui e ci meravigliamo di tutto ciò sia indicazione che quella infinitesimamente piccola possibilità sia accaduta, che fortuna! Direi che l’ipotesi della fortuna proposta da Dawkins non sia una spiegazione ma piuttosto l’assenza di essa. Se prendo un mazzo di carte e le mescolo e do a me stesso cinque carte a caso potrei meravigliarmi della fortuna che ho avuto di prendere proprio le carte che mi servivano e proprio in quell’ordine. Gli atei rispondono all’argomento teleologico affermando che sia vero che la probabilità che l’universo sia formato com’è sia minima e quasi impossibile ma lo è, quindi il fatto di meravigliarci e di credere che esista la mano di un progettista divino sia leggerla alla rovescia. Per loro tutto è successo incredibilmente a caso come accade quando vengono distribuite le carte in un gioco e ci tocca una mano fortunata. Ritengo che sia una replica scarsa e non paragonabile al ricevere una mano fortunata di carte per poi lavorare a ritroso intellettualmente tramite una formula all’inverso. Piuttosto è come se ci fossero state distribuite delle mani perfette di carte per ogni manopola del quadrante dell’universo e quindi vorrebbe dire essere stati fortunati non una volta ma innumerevole volte. L’ipotesi della fortuna fu postulata da Dawkins che poi riconobbe la necessità di trovare altre soluzioni. La probabilità matematica che tutte le costanti fisiche dell’universo siano state impostate come sono per puro caso, è altamente improbabile.
b) L’ipotesi del multiverso: Dawkins e altri hanno ipotizzato che esista un numero infinito di universi. Se fosse vero, ciò aumenterebbe la probabilità che uno degli universi sia stato impostato come il nostro. Quali sono le prove di questa teoria? Non ci sono. Si tratta di speculazione pura. In questo caso Dawkins fuoriesce dal suo ruolo di scienziato indossando le veste di filosofo metafisico che ipotizza mentre fa intendere a tutti che solo gli scienziati dovrebbero avere l’ultima parola nelle discussioni sulla fede. Vorrei ribadire che questa ipotesi è stata formulata solo per far quadrare i calcoli matematici e di probabilità statistica. Affermare che esista un numero infinito di universi potrebbe far sembrare la probabilità che il nostro universo sia impostato perfettamente per sostenere la vita, un’ipotesi più accettabile. Vorrei far presente che una dichiarazione del genere è adottare una posizione di fede perché non esiste nessuna prova di questa teoria. Uno è libero di credere in un infinito numero di realtà metafisiche invisibili se lo desidera. Ciò che non comprendo è perché sia più accettabile credere in un infinito numero di realtà metafisiche invisibili piuttosto che in una.
Stando così le cose, l’ipotesi del multiverso ci incoraggia a credere in un numero infinito di realtà metafisiche invisibili delle quali non si ha nessuna prova conclusiva, invece la posizione teista ci incoraggia a credere in una. Direi che la posizione di Dawkins richiede un’infinita quantità di fede in confronto a ciò che richiede la posizione teista riguardo l’inizio dell’universo.
Domande e risposte
Domanda: Tornando ai punti che hai menzionato riguardo la contingenza, la regressività, tutti concetti legati al tempo. Dalla posizione cristiana sappiamo o presumiamo che Dio esisteva o esiste in un luogo che non è legato al tempo o allo spazio e che probabilmente diede inizio al creato appunto dalla creazione del tempo e dello spazio quando creò il giorno e la notte. Penso che la confusione si trovi proprio lì, esiste un luogo al di fuori del tempo e dello spazio e un altro dove ciò è una realtà. Gran parte degli argomenti sono dei discorsi intellettuali limitati al tempo e allo spazio, ad un inizio e ad una fine. Penso che in realtà esista una dimensione dove il tempo non c’è. Molti atei non affrontano quel tema. Che ne pensi?
Risposta: Una delle cose positive dello stato presente della fisica e della nuova metafisica in sviluppo è la realizzazione che l’universo non sia stazionario e quindi che concetti come lo spazio e il tempo abbiano avuto una genesi. Perciò lo spazio e il tempo sono delle realtà che hanno un significato nel nostro universo ma forse non in altri. Ora la scienza sta arrivando a delle conclusioni che hanno fatto parte della teologia per migliaia di anni. Esiste una forza al di fuori del continuum spazio-temporale di questo universo in particolare che è metafisico (trascende la fisica) e che è personale (è in grado di far accadere delle cose per scelta). Questa realtà metafisica che trascende il tempo e lo spazio viene denominato Dio. Il termine Dio descrive una forza con l’abilità stupefacente ma personale di scegliere. Non riusciamo a comprendere tutto ciò che Dio è ma siamo a conoscenza che una forza che trascende la fisica del nostro universo ha agito su di esso.
La fisica sta arrivando ad un concetto che esiste nella teologia da migliaia di anni. Questo fatto aiuta i teologi a comprendere la propria posizione ancora meglio. Non dobbiamo più ipotizzare l’esistenza di un Dio lontano senza nulla da fare che un giorno perché si sentiva solo decise di creare le persone. Invece l’eternità viene concepita come l’esistenza intramontabile dell’eterno assoluto. Il pensiero scientifico è coerente con il pensiero teologico. Ci sono sempre un’infinità di domande alle quali non si hanno delle risposte da entrambe le parti. È molto bello come la scienza e la teologia si stiano unendo ora completandosi a vicenda su ciò che significa il concetto dell’eterno.
Domanda: La possibilità dell’esistenza di una massa infinita contenenti un numero indefinito di universi secondo me non spiegherebbe come mai il nostro universo ha le proprietà che ha, giusto? Per me si dovrebbe arrivare a scoprire come mai solo noi abbiamo le impostazioni giuste per sostenere la vita perché ogni universo è a se, separato dal resto degli universi.
Risposta: Questo è il motivo per il quale la teoria del multiverso è fattibile solo a livello di calcoli matematici. Se uno postula un numero infinito di universi potrebbe immaginare la possibilità di un universo come il nostro ma analizzando bene l’ipotesi si rischia di cadere nell’assurdo e di adottare una posizione di fede cieca. Sia che uno si trovi dalla parte di Dawkins o della teologia cristiana, entrambi crediamo nell’esistenza di qualcosa di infinito al di fuori del nostro universo.
Domanda: Nel libro di Efesini dice che Dio ci ha conosciuto prima dell’esistenza dell’universo e che ci ha scelto. Che ne pensi?
Risposta: Dalla prospettiva cristiana la mente che diede inizio a tutto non ipotizzò di creare un universo e dopo aver armeggiato un po’ decise di creare il resto. La mente che creò tutto, ideò in anticipo persone con la capacità di relazionarsi. Dio diede inizio all’universo andando a ritroso, Dio pensò a noi per primo e da lì creò l’ambiente dove noi potessimo esistere e vivere, creò degli individui simili a Lui, portatori della Sua immagine, dei riflessi di Se stesso nella creazione. Nella lettera agli Efesini (Efesini 1) l’apostolo Paolo disse che Dio iniziò la creazione concependo e scegliendo noi, fu la prima scelta di Dio e da lì creò tutto il resto. È un modo bellissimo di percepire la mente divina, Lui non decise di creare la materia da cui poi evolsero gli esseri umani senza un motivo, ma aveva noi in mente dall’inizio.
Conclusione:
“Egli ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo; ha persino messo l’eternità nei loro cuori, senza che alcun uomo possa scoprire l’opera che DIO ha fatto dal principio alla fine” (Ecclesiaste 3:11). Dio ha cablato gli esseri umani di un impulso per credere in Lui. Gesù ha aggiunto qualcosa a quell’impulso che lo ha portato ad un altro livello: quando le persone sentono le storie di Gesù, pensano a Lui e ne parlano, c’è qualcosa che risuona nei loro cuori ad un livello che rappresenta la prossima dimensione di focalizzazione sull’impulso di Dio in generale. C’è qualcosa dentro di noi che desidera raggiungere qualcos’altro che possiamo denominare Dio ma quando sentiamo il messaggio di Cristo c’è qualcosa dentro di noi che si collega a Lui in modi particolari e specifici. “Egli (la Parola) era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo” (Giovanni 1:9). Esiste una luce particolare che porta a Gesù. La luce che è la genesi di tutta la creazione viene portata a tutto il mondo, la luce metafisica di Cristo. “Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me” (Giovanni 12:32). “E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio” (Giovanni 16:8). Lo Spirito Santo parlerà alle coscienze delle persone facendole riflettere su ciò che è giusto e sbagliato. L’evangelizzazione in una certa misura non consiste nel portare Dio alle persone ma nel conoscerle meglio per cercare di comprendere in quali modi Dio stia già operando nella loro vita. Consiste nel presentare a loro la storia di Gesù e vedere cosa scatta in loro. Non dobbiamo convincere nessuno, il nostro lavoro è solo presentare con fede la storia di Gesù. Lui diceva sul serio ciò che ha detto e aveva ragione. C’è qualcosa che accade nel cuore delle persone che fa di Cristo una figura storica particolarmente attraente.
Un prossimo passo per chi non è cristiano potrebbe essere fermarsi e chiedersi sinceramente: “Ho per caso represso l’impulso di Dio in me? Se sì, in quali modi?” “Esiste un impulso di Cristo, un senso che esista qualcosa di soprannaturale e attraente nella figura storica unica di Gesù?”. La mente che creò tutto desidera mettersi in connessione con le menti che ha creato, per farlo divenne come uno di noi per comunicare meglio con noi. La Bibbia dice che potrebbe risuonare nel cuore di tutto il mondo anche se tanti sono in uno stato di negazione a riguardo. Vorrei invitarvi al meno a considerare la possibilità che la vostra strana attrazione verso Gesù sia dovuta al fatto che Lui sia la verità.
Preghiera: Padre Celeste, ti ringraziamo per averci chiamato all’esistenza. Comprendo che spendere una vita a studiare, a teologare e ad investigare si limita soltanto a grattare la superficie di cosa comprenda la potenza dell’Essere magnanimo, onnipotente, onnisciente e onnipresente che sei. Sono meravigliato dalla potenza che la parola DIO rappresenta. Sono anche riscaldato mentre osservo Gesù e mi accorgo che hai trovato un modo per farci conoscere il Tuo cuore. Non sei qui per minacciare ma per servirci, per aiutarci a raggiungere il nostro massimo potenziale, per amarci, guidarci e salvarci dal peccato e dal nostro egoismo. Ti ringrazio per averci creato, per camminare insieme a noi e per averci dimostrato il Tuo amore. Prego che il cuore delle persone che è stato toccato dalla Tua verità possa aiutarli a trovare il coraggio per rispondere. Nel nome di Gesù, amen.
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