COMUNIONE FRATERNA

ATTORNO A UN FUOCO

Quando giungemmo alla spiaggia, trovammo un fuoco acceso su cui arrostiva del pesce, e c’era anche del pane.

(Giovanni 21:9)

IL NUCLEO (Il cuore del messaggio):

Un fuoco acceso è simbolo di un luogo ripieno di pura grazia così come anche simbolo di riunione, riconciliazione, restauro e rivelazione.  La chiesa ha bisogno di più comunione fraterna attorno a un fuoco.

CONTESTO (Quello che accade prima e dopo questo passo del vangelo):

A volte diventiamo come tizzoni separati dal fuoco, che si raffreddano lentamente per la mancanza di fratellanza. Potresti sentirti così adesso, o potresti conoscere qualcuno che si sente così.

Tizzoni lontani dal fuoco – questo descrive lo spazio emotivo di molti dei primi discepoli prima che Gesù li trovasse e dopo essere scappati via durante il suo arresto, dopo essersi tenuti alla distanza durante il suo processo, dopo avere evitato di vedere la sua crocefissione, rimanendo nascosti dopo la sua morte. Ma il Gesù risorto li ha riportati di nuovo insieme per il ministero pastorale, affidando loro una nuova visione e una missione importante. Una delle volte in cui questo è accaduto è stata attorno a un fuoco.

È la terza volta che Gesù risorto appare loro, questa volta sulle sponde del mare di Galilea. Gesù compie un miracolo, moltiplicando i pesci nelle loro reti, la stessa cosa che accadde la prima volta che Pietro incontrò Gesù e credette in lui. (Luca 5:1-11). In questo modo quindi Gesù sta dicendo a Pietro e agli altri che sono, in un certo senso, invitati di nuovo a seguirlo.

Persino dopo aver visto Gesù sulla riva, dopo aver sentito la sua voce e aver testimoniato ancora un’altra miracolosa pesca, Pietro sembra essere in una sorta di stato di scollegamento indotto dalla vergogna, giacché non reagisce alla presenza di Gesù finché Giovanni non gli dice: “è il Signore!”. Solo allora Pietro sembra svegliarsi da quello stato per correre immediatamente verso Gesù.

Da notare quanto sia diversa la reazione di Pietro rispetto alla prima volta che incontra Gesù ed è testimone della sua potenza e autorità dopo la pesca miracolosa. Quella prima volta la sua reazione fu di provare vergogna: “O, Signore, per piacere allontanati da me, perché io sono troppo peccatore per starti vicino!” Questa volta, con l’aiuto di Giovanni, la risposta di Pietro è di correre verso Gesù.

Gesù poi invita tutti i discepoli ad aggiungere il pesce miracoloso che avevano appena pescato al pane e i pesci che egli aveva già preparato, servendo loro una colazione con pane e pesce. Dopo che ebbero mangiato, Gesù rinnova l’incarico a Pietro ribadendolo per tre volte, riscattandolo dalla vergogna dell’averlo rinnegato per tre volte.

CONSIDERA (Osservazioni su questo passo delle Scritture):

L’autore del Vangelo di Giovanni menziona specificamente che Gesù accese il fuoco usando del carbone. La parola greca (anthrakia) fa infatti riferimento a un particolare tipo di fuoco fatto col carbone (o carbonella). Questo tipo di fuoco dura e scalda di più di un fuoco fatto con la sola legna. Questa parola greca è usata solo un’altra volta nell’intera Bibbia, ed è sempre nel vangelo di Giovanni. Giovanni include il dettaglio che fu mentre si scaldava al fuoco di carbonella (anthrakia) nella corte del sommo sacerdote che Pietro nega tre volte di conoscere Gesù (Giovanni 18:18). Non è a caso che Gesù accende specificamente un fuoco con la carbonella per accogliere i suoi discepoli e reincaricare Pietro, e non è un caso che Giovanni ce lo fa notare. Gesù sembra avere intenzionalmente preparato il terreno per un potente momento dejà vu, e Giovanni, autore del vangelo, ce lo fa notare. 

Gesù sta aiutando Pietro a rivisitare e riesaminare i suoi dolorosi ricordi per poi rimuoverli e rimpiazzarli con una fresca memoria di grazia, accettazione e restauro. 

COMMENTARIO (Pensieri sul significato e applicazione di questo passo):

L’autore del vangelo di Giovanni, sta attirando la nostra attenzione verso un principio teologico vivificante. Gesù conosce i nostri lati peggiori e comunque ci ama, ci perdona e progetta per noi un futuro significativo.

Precedentemente, Gesù aveva dato a Pietro il soprannome “figlio di Giona” (Matteo 16:17), il profeta che era fuggito dalla sua missione per poi però essere restaurato. Una brace di carbonella è il luogo dove ricordiamo le nostre debolezze, ma ricordiamo anche che l’amore di Dio è più grande e che è la sua infinita agape che definisce la nostra identità più che i nostri passati fallimenti. Una brace di carbonella è il luogo della nostra riunione, riconciliazione, restauro e rivelazione.

Rifletti su questo: Perché Pietro non si è suicidato? Potrebbe sembrare una domanda aspra, eccetto che Giuda dopo avere tradito Gesù si è in realtà ucciso, quindi perché Pietro non si è arreso alla vita dopo avere pubblicamente rinnegato Gesù? Dopo tutto, Pietro aveva sentito da Gesù queste apparentemente dure e pesanti parole: “Ma se qualcuno mi rinnegherà pubblicamente, anche io lo rinnegherò apertamente davanti al Padre mio che è in cielo” (Matteo 10:33; Luca 12:9). Sembrerebbe una sentenza definitiva. Pietro aveva rinnegato Gesù stando vicino al fuoco nel cortile della residenza del sommo sacerdote mentre Gesù era sotto processo, aveva ogni ragione per ricordarsi quelle parole e gettare ogni speranza. Apparentemente, Pietro si è ricordato di alcune altre parole: “Ma io ho pregato per te, che la tua fede non venga meno. E tu, quando sarai convertito e tornerai di nuovo da me, da’ forza e sostieni la fede dei tuoi fratelli!” (Luca 22:32)

“Quando sarai convertito…” significa che Gesù doveva sapere che Pietro lo avrebbe inizialmente rinnegato, e tuttavia egli aveva un progetto per il ministero futuro di Pietro. Fortunatamente, Pietro sembra di avere scelto di ricordare le parole dure di Gesù attraverso il filtro delle sue parole piene di speranza.

Come ha fatto Pietro a capire quale messaggio di Gesù rendere assoluto – le sue parole dure o le sue parole di speranza? Per esempio, quando Pietro sentì per la prima volta dalle donne discepole di Gesù che Gesù era risorto, perché corse verso e non lontano dalla tomba?

Possiamo solo immaginare una risposta, ma possiamo dire con fiducia che Pietro aveva avuto anni d’esperienza con Gesù; lo aveva osservato, aveva imparato da lui e aveva conosciuto il suo cuore. Pietro vide come Gesù aveva adempito le parole della profezia di Isaia: Egli non triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia.  E nel suo nome le genti spereranno”.

(Isaia 42:1-4; Matteo 12:20). A quanto pare, la giustizia trionfante di Gesù è gentile. Quindi, quando Gesù e Pietro incrociarono lo sguardo proprio nel momento del peccato più grande di Pietro (Luca 22:61), Pietro deve avere visto qualcosa nel volto di Gesù che gli comunicava speranza insieme a delusione, compassione insieme a correzione. Era lo sguardo d’amore. 

Come per Pietro, noi di Small Church vogliamo approcciare gli insegnamenti di Gesù con una ermeneutica di fede da focolaio, di speranza salvifica, di amore incondizionale. La Bibbia stessa ci dice che l’obbiettivo di tutti i suoi insegnamenti è l’amore – “Ma il fine di quest’incarico è l’amore che procede da un cuore puro, da una buona coscienza e da fede non finta” (1 Timoteo 1:5); che la sola cosa che conta è la fede espressa attraverso l’amore – “Quel che vale è la fede operante per mezzo dell’amore” (Galati 5:6); che amare gli altri è il modo di amare Dio – “E chiunque accoglie un bambino come questo nel nome mio, riceve me” (Matteo 18:5); è che quello che alla fine rimane importante è sempre la fede, la speranza e l’amore –  “Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza e amore, ma la più grande di esse è l’amore” (1 Corinzi 13).

Ogniqualvolta che c’è la possibilità di interpretare un passo delle scritture in maniera dura o amorevole, di procedere in fede sicura o con timore e incertezza, speranza edificante o vergogna sconfortante, amore in azione o devoto sentenzialismo religioso, noi scegliamo l’interpretazione vivificante che ispira fede, speranza e amore. Se il nostro studio delle Scritture non ci porta ad essere sempre più in sintonia con i frutti dello Spirito – “Il frutto dello Spirito, invece, è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo e contro queste cose non c’è legge” (Galati 5:22-23), stiamo andando nella direzione sbagliata. Possa il nostro studio delle Scritture e le nostre conversazioni spirituali portarci sempre alla vita, alla libertà e alla bellezza di una comunione fraterna attorno a un focolare.

“Chiunque quindi pensa di comprendere le Sacre Scritture, o qualunque parte di esse, ma pone una tale interpretazione su di esse che non costruisca sull’assioma – amore per Dio e per in prossimo – non le ha comprese come dovrebbe”.

  • Sant’Agostino (La Dottrina Cristiana)

La comunione fraterna attorno a un fuoco è coraggiosamente onesta e al tempo stesso profondamente umile (Matteo 7:1-5). La comunione fraterna attorno a un fuoco fa spazio per una trasparente confessione di peccato ove la sola reazione è preghiera e non punizione – “Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti” (Giacomo 5:16). La comunione fraterna attorno a un fuoco accade quando mostriamo tutti di essere custodi della grazia di Dio gli uni per gli altri – “Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo faccia valere al servizio degli altri” (1 Pietro 4:10). La comunione fraterna attorno a un fuoco è dove possiamo sentirci dire gli uni gli altri, come è accaduto fra Pietro de Giovanni nel passo che abbiamo studiato: “è il Signore” e ci svegliamo alla presenza di Gesù.

CONTEMPLA (Passi delle Scritture che hanno a che fare con questo argomento e che aiutano ad approfondire la nostra comprensione del tema):

Giovanni 13:34-35; 17:20-23; Romani 13:8-10; 1 Corinzi 12-13; Ebrei 10:25; Giacomo 5:16; 1 Pietro 4:8-10; 1 Giovanni 3:14-16; 4:1-21

CONVERSAZIONE (Parliamone insieme, impariamo insieme, cresciamo insieme):

Quando giungemmo alla spiaggia, trovammo un fuoco acceso su cui arrostiva del pesce, e c’era anche del pane.

(Giovanni 21:9)

1. Cosa ti sta rivelando Dio sulla sua essenza attraverso questo passo del Vangelo?

2. Cosa ti sta rivelando Dio su te stesso attraverso questo passo?

3. In che modo hai fatto esperienza nella tua vita di una comunione fraterna attorno a un fuoco, di una fratellanza in totale onestà e amicizia accogliente? Parla dell’impatto che ha avuto su di te.

4. Qual è la singola cosa che tu pensi, o credi, o farai in modo diverso alla luce di questi insegnamenti?

5. Quali domande stai ancora ponderando riguardo a questo argomento?