La “rivelazione speciale” e la “rivelazione generale” sono dei termini coniati dai teologi per spiegare i modi che Dio ha scelto per rivelare la Sua persona. La rivelazione generale è come Dio comunica a noi tramite le “parole” della creazione e della natura. La rivelazione speciale invece consiste in come Dio comunica a noi tramite le parole scritte nella Bibbia. E’ un principio teologico della fede cristiana ritenuto tale da secoli. Alla base di ciò che presenteremo in questo studio c’è la premessa che Dio riveli la Sua verità tramite la creazione e la Bibbia. Dio comunica utilizzando una varietà di modi.
Molti degli argomenti che si affronteranno in questo studio saranno indirizzati ai credenti per aiutarci a valutare le problematiche e affrontarle meglio e perché no, anche per metterci a disagio. Ritengo che sia un esercizio valido per tutti.
Tanti cristiani fanno riferimento alla Bibbia proclamando di credere che sia la parola di Dio ignorando il fatto che essa dica che Dio non parli solo attraverso le Scritture. “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento dichiara l’opera delle sue mani. Un giorno proferisce parole all’altro, e una notte rivela conoscenza all’altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s’ode; ma la loro armonia si diffonde per tutta la terra e il loro messaggio giunge fino all’estremità del mondo…” (Salmi 19:1-4). Secondo queste parole se esiste un Dio, dovremmo leggere la Bibbia e osservare la creazione per imparare più da Lui. Lo stesso Dio rivela la Sua verità tramite entrambe fonti: la Bibbia e la natura. Questo principio è stato ribadito ripetutamente nelle Scritture. Gli autori dell’Antico Testamento e Gesù utilizzarono la natura per dare degli insegnamenti su Dio a fini illustrativi e per insegnare riguardo il carattere di Dio. E’ affascinante che i fondamentalisti da entrambi i lati (credenti e atei) tendano ad approcciare questi argomenti in modo tendenzioso.
Un fondamentalista secolare rifiuta di consultare la Bibbia o qualsiasi cosa che potrebbe avere un origine soprannaturale perché ritiene che siano privi di validità o verità. La veduta naturalistica presuppone che non esista niente al di fuori della materia ignorando e rifiutando di approfondire qualsiasi argomento che non sia di natura concreta. Il presupposto di partenza è che il mondo naturale sia l’unica realtà esistente. Una visione di mondo naturalista fondamentalista ritiene che valutare scientificamente un fatto sia l’unico modo.
Dall’altra parte, la visione di mondo fondamentalista cristiana sminuisce la scienza. Essi proclamano di studiare la sacra parola di Dio ignorando il fatto che la Bibbia stessa incoraggi ad osservare la creazione e a trovare Dio in essa. Dovremmo celebrare gli scienziati! Certe chiese hanno sbagliato creando una guerra tra la scienza e la fede. Esistono dei fondamentalisti cristiani che affermano che gli scienziati che studiano la natura escogitino delle teorie malvagie e sbagliate mentre i cristiani che studiano la Bibbia siano nel giusto e che siano gli unici a prendere posizione in nome della verità. Ritengo che le comunità cristiane che la pensano in quel modo si dovrebbero pentire
Se crediamo che Dio comunichi la verità tramite la creazione e le Scritture, come dovremmo valutare i passi nella Bibbia dove queste due vedute sembrano scontrarsi?
Il decimo capitolo del libro di Giosuè nella Bibbia racconta un evento trascorso durante un combattimento tra il popolo di Israele ed un’altra nazione. Israele stava vincendo la battaglia e siccome il sole stava tramontando, Giosuè pregò chiedendo a Dio di fermare il sole e di allungare il giorno per poter concludere lo scontro. “Il giorno che l’Eterno diede gli Amorei nelle mani dei figli d’Israele, Giosuè parlò all’Eterno e disse in presenza d’Israele: «Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle di Ajalon!». Così il sole si fermò e la luna si arrestò, finché il popolo si fu vendicato dei suoi nemici…” (Giosuè 10:12, 13). Una storia incredibile di un miracolo allucinante.
A seguito cercheremo di interpretare i passi appena letti da un punto di vista naturalista. Nella preghiera di Giosuè lui chiese a Dio di fermare il sole. Chiediamoci, il sole si sposta? Dal punto di vista fenomenologico, cioè, dal punto di vista di chi osservava il cielo e interpretava le cose, il sole sembrava spostarsi, quindi la preghiera di Giosuè ha senso perché quella rappresentava la sua percezione. Anche noi utilizziamo quel tipo di linguaggio per esprimerci quando diciamo che il sole sorge al mattino e che tramonti alla sera, non è così? Sappiamo bene che il sole non si sposta e che sia la rotazione della terra a farlo apparire o scomparire nell’orizzonte. Il modo corretto di esprimerci sarebbe dire che la terra stia ruotando, vero? Il fatto è che anche noi utilizziamo delle espressioni fenomenologiche soggettive che esprimono il nostro punto di vista anche se sappiamo bene che non sia proprio così.
Il passo dopo dice che il sole si fermò. Il sole è sempre fermo quindi da un punto di vista fenomenologico, l’interpretazione più giusta sarebbe che la terra smise di ruotare. Se la terra avesse smesso di ruotare veramente, ciò avrebbe scatenato un cataclisma di enormi proporzioni e la vita avrebbe cessato di esistere sul pianeta. Se la storia nel libro di Giosuè è vera quindi, come mai siamo ancora qui? Un’interpretazione è che lo stesso Dio che operò quel miracolo è lo stesso Dio che ha creato l’universo e le leggi della fisica, solo Lui è in grado di riscrivere le leggi al suo volere e manipolarle se desidera fare un miracolo. Possiamo credere che il Dio che ha creato le leggi che reggono il nostro pianeta sia in grado di sovrintendere le leggi fisiche e far sì che la terra smetta di ruotare senza alterare la vita sul nostro pianeta. L’altra interpretazione che si potrebbe dare è che sia stato utilizzato un linguaggio fenomenologico e quindi che l’autore del libro di Giosuè si sia espresso da un punto di vista soggettivo. L’autore potrebbe aver desiderato di esprimersi in preghiera chiedendo a Dio di non permettere che il giorno finisse prima di aver finito la battaglia, ed è ciò che successe. Perciò lui percepì che fossero arrivati alla fine della giornata e che sembrasse che il giorno si fosse allungato fino alla fine del combattimento. Il sole non si sposta, quindi sappiamo già che il passo al meno in alcune parti si debba interpretare dal punto di vista fenomenologico. La domanda si pone: dove si dovrebbe tracciare la linea? Esistono diversi approcci cristiani per farlo.
“Lo sciocco crede ad ogni parola, ma l’uomo prudente fa bene attenzione ai suoi passi” (Proverbi 14:15). Vorrei suggerire che la Bibbia ci chiama a riflettere su queste cose. Liberiamoci dal pensiero latente in molte cerchie cristiane dove si crede nell’esistenza di un giusto assoluto e di uno sbagliato assoluto e che Dio sarà arrabbiato con noi se non azzecchiamo la risposta giusta. Direi che quando si trattano degli argomenti biblici non chiari, che Dio non stia facendo dei giochetti con noi. Lui non ci mette davanti a delle situazioni difficili o controverse per poi limitarsi ad osservare se faremo la scelta giusta o no. Dio non è in agguato per scatenare la Sua ira su di noi in caso sbagliassimo. Gesù ha detto che il cuore di Dio è pieno di amore e di grazia, paragonando anche i migliori dei nostri sforzi per essere dei bravi genitori come malvagi a confronto alla Sua bontà verso di noi.
Direi che il modo per onorare davvero Dio è quello di riflettere sul tema che Lui ci presenta senza preoccuparci di arrivare o no alla conclusione giusta. In altre parole, quando Dio osserva i Suoi figli sforzandosi per poter comprendere meglio ciò che Lui ha detto nella Bibbia, Lui è compiaciuto di noi. Passare del tempo a studiare le Scritture ed osservare la creazione è qualcosa che onora e compiace Dio. Lui non è interessato al nostro arrivare a delle conclusioni perfette o giuste. Tra l’altro, anche se una conclusione potrebbe essere più vicina alla verità in confronto ad un’altra, quali sono le probabilità che sia al 100% giusta sempre? Quali sono le probabilità che la nostra teologia sia perfetta? Se siamo al servizio di un Dio che ci incoraggia soltanto quando diamo la risposta giusta, concluderei che non sia un Padre meglio di noi ma che sia piuttosto abusivo. Se il nostro figlio avesse delle difficoltà a scuola o con una materia e vedessimo che si stia sforzando al massimo, formulando delle domande e coinvolgendoci nel processo dell’apprendimento ma dopo averci seduti insieme a lui o lei per fare dei compiti arrivasse un voto basso lo stesso, quale sarebbe la nostra reazione come genitori? Ci arrabbieremmo o diremmo quanto siamo fieri di lui o di lei? La esperienza di famiglia vuol dire tanto, quel processo sarebbe reale sia che prendessero un bel voto o no. E’ lo stesso con il nostro Padre Celeste. Vorrei che fossimo liberi dal sentire che dovremmo avere tutte le risposte e di dover capire tutto. Speriamo che tramite questi studi possiamo avvicinarci alla verità. Siamo consapevoli che ci potrebbero essere diverse opzioni, scelte da fare e cose che potrebbero spiazzarci ma spero che possiamo affrontare questi temi con gli occhi aperti. I cristiani fondamentalisti dovrebbero prendere in considerazione il fatto che Dio parla onestamente tramite la creazione e non solo tramite la Bibbia. Dall’altra parte, i naturalisti fondamentalisti potrebbero prendere in considerazione il fatto che c’è più nella vita che solo la scienza.
Dagli scritti di molti degli autori che abbiamo approfondito in questa serie come Dawkins, Harris e altri non si direbbe che ci sia più nella vita oltre la scienza. La scienza è stata progettata per fornire risposte all’interno di una veduta prettamente naturalista. Quando si esplorano altri campi non appartenenti alla prospettiva naturalista però, la scienza può contribuire aggiungendo le sue risposte ma senza prevalere sugli altri. Un’analogia potrebbe essere la seguente: diciamo che uno entra in una stanza e trova una pentola d’acqua in ebollizione. La domanda si pone: “come mai l’acqua bolle?”. La risposta scientifica è che l’acqua bolle perché è stata riscaldata a più di 100°C. La scienza approccia la questione da quella prospettiva, qualcosa di vero. Un’altra prospettiva però sarebbe la seguente: “Come mai l’acqua bolle?” “Perché volevo del tè”. Non è per niente una risposta scientifica ma forse è più in sintonia con la realtà di quel momento. Vorrei evidenziare il fatto che la scienza sia fantastica ma che c’è bisogno di affrontare la vita non solo da scienziati ma da esseri umani. L’essere umano è multidimensionale non appartiene solo al reame fenomenologico del mondo naturalista. Come essere umani sperimentiamo l’amore, la speranza, la grazia, il perdono e tutte le differenti emozioni e vissuti che non incastrano bene all’interno di una veduta puramente naturalista o scientifica. L’aspetto relazionale della nostra vita va oltre tutto ciò e rappresenta gran parte di ciò che fa di noi essere degli esseri umani. Invito tutti ad approcciare la vita come persone che sono curiose di scoprire la verità su Dio.
“I cristiani non dovrebbero temere di entrare in un dibattito sul tema dell’evoluzione perché non c’è niente su quel tema che potrebbe minacciare la loro fede. La posizione cristiana è che Dio è il creatore dell’universo e di tutto ciò che è in esistenza, mentre il dibattito sul tema dell’evoluzione si incentra su come alcuni di quei cambiamenti siano accaduti. Per una persona di fede, il dibattito sull’evoluzione consiste nel discutere diverse teorie contrastanti su come Dio potrebbe averlo fatto” (Dinesh D’Souza). Questo è il motivo per il quale considero che il dibattito sull’evoluzione sia una falsa pista perché non ritengo che sia il caso di approcciare questo tema con l’atteggiamento “o ce la faremo o falliremo” riguardo la nostra fede. Dibattere su questo tema è valido, ci sono tante cose che potremmo imparare ed esistono anche delle implicazioni a seconda della posizione che uno scelga di prendere ma non è il tema più importante in assoluto riguardo la nostra fede.
Gli atei ritengono che se potessero dimostrare che l’evoluzione è vera, che ciò sarebbe dimostrazione che la fede cristiana è sbagliata. I cristiani dall’altra parte temono che se l’evoluzione venisse comprovata si rischierebbe di perdere la fede, due concetti non veri. Torniamo all’analogia dell’orologio di Paley, lui disse nel 1802 che se uno trovasse un orologio e osservasse l’intricato disegno che ha, dedurrebbe che esiste un creatore dietro quell’oggetto. Il pensiero evoluzionista invece suggerisce che dietro la creazione dell’orologio non sia stato un creatore ma un macchinario complicato in grado di confezionare orologi. Perché dovremmo considerare un pensiero tale una delusione? Perché il concetto dell’esistenza di un macchinario di design intricato, stupefacente e funzionale dovrebbe destabilizzarci? Un concetto del genere non fa altro che porre la domanda: “Chi ha creato quel incredibile macchinario?”. Infatti, nella misura in cui la teoria dell’evoluzione è in linea con la realtà ed è accurata, posso dichiarare che sia stata progettata; qualcosa di meraviglioso. In quel modo posso iniziare ad apprezzare lo splendore e la maestà della mano di Dio. Affermare che ci sia un creatore dietro la creazione di un orologio è una cosa, ma affermare che esista un macchinario in grado di creare altri macchinari è ancora più stupefacente. Un motivo in più per mantenerci saldi nella fede! Penso che sia piuttosto sciocco far sì che un argomento del genere diventi il punto centrale del nostro credo.
Il termine “teoria” per noi inesperti spesso viene utilizzato in contrasto ai fatti. La comunità scientifica invece lo utilizza diversamente contrastando il termine “teoria” con “ipotesi”. Un’ipotesi è quando si concepisce un’idea di come qualcosa potrebbe funzionare e si decide di testarla per osservare se è supportata dalle prove. Se si verifica che l’ipotesi è corroborata dalle prove tramite diversi sperimenti, dopo un lungo periodo di tempo ed altre prove, detta ipotesi diventa uno strumento che si può utilizzare per predire una conseguenza o un evento, allora l’ipotesi diventa una teoria. Un fatto è una singolarità di verità invece una teoria è un insieme di fatti funzionali integrati. Perciò quando ci esprimiamo dicendo che l’evoluzione sia solo una teoria e non un fatto, stiamo perdendo di vista il punto perché si sta affermando che l’evoluzione sia una teoria, qualcosa corroborata da prove e non una semplice ipotesi.
La teoria dell’evoluzione non spiega l’origine dell’universo o dell’inizio della vita. Quegli argomenti in una certa misura appartengono più al campo filosofico che a quello scientifico. A questo punto come ebbe inizio la vita è ancora un mistero perché non solo c’è bisogno di vita per l’esistenza della non vita, ma di vita che sia in grado di riprodursi da subito. La condizione per l’esistenza della non vita deve partire da una cellula che sia già in grado di riprodursi. Ancora non ci sono risposte a questo mistero. La teoria dell’evoluzione cerca di dare una spiegazione alla vita già in esistenza e non all’origine della vita. Un altro mistero è la coscienza umana, esistono diverse ipotesi riguardo il tema. Il dibattito si incentra sulla domanda: “il cervello produce la mente o è la mente che produce il cervello o entrambi?”. La mente e il cervello sembrano essere due cose diverse ma interdipendenti. Il libro “The Spiritual Brain” (il cervello spirituale) della neuro scienziata Denyse O’Leary parla del tema. Una delle sue teorie è che il cervello sia il portale, la via e il punto di connessione tra il reame fisico e il reame spirituale, tra l’anima e il corpo. Secondo lei, l’anima e il cervello sono in connessione ma due cose diverse. L’anima e la mente non sono solo un prodotto del cervello. Quando si prendono certe droghe che influenzano il cervello, la mente potrebbe credere o sperimentare delle emozioni che potrebbero cambiare la nostra coscienza. Le persone che soffrono di un disturbo mentale ossessivo-compulsivo e scelgono certi schemi di pensiero e la mente fa certe scelte, quell’azione è in grado di creare dei nuovi neuro trasmettitori all’interno del cervello. Quindi la mente può influenzare la materia e la materia può influenzare la mente. Esiste una realtà indipendente dal cervello che può influenzarlo tramite la scelta di certi pensieri. Il nostro corpo può essere influenzato dalla nostra mente, possiamo scegliere dei pensieri, dimorare su di essi, rimuginare sulle cose e se ciò ci causa abbastanza stress il corpo potrebbe farci venire un ulcera. E’ incredibile che i pensieri possano manifestarsi al punto tale di farci subire delle conseguenze fisiche. Per ora esistono solo delle ipotesi riguardo la coscienza, su cosa sia e su come agisca.
La teoria dell’evoluzione non spiega l’esistenza dei principi etici innati nell’essere umano. La teoria dell’evoluzione può concepire delle ipotesi sull’evoluzione dell’etica e sul perché dell’esistenza della moralità. Secondo la selezione naturale, una di queste è perché i principi etici ci aiutano a sopravvivere. Il dibattito non consiste nell’argomentare sul perché dell’esistenza dei principi etici ma sul perché l’essere umano creda che debbano essere seguiti. Dal punto di vista evoluzionistico esistono alcuni organi nel corpo umano che dovrebbero smettere di esistere o di funzionare, come per esempio l’appendice o le tonsille perché erano più utili all’uomo in altre età precedenti confronto ad ora. Una volta che si dà una spiegazione sul perché dell’esistenza di qualcosa possiamo dopo scegliere se desideriamo sottometterci a quel pensiero o decidere di passare ad altro. Quindi possiamo spiegare come i principi etici siano evoluti ma vorrei evidenziare che a livello universale le persone non solo credono nella loro esistenza ma affermano che sia giusto seguirli. Non è solo che si dia il caso che siamo evoluti e subito abbiamo capito che non si dovrebbe uccidere, rubare o mentire. Possiamo spiegare come i principi etici siano arrivati ma l’interrogativo rimane: “come mai gli esseri umani ritengono di doverli osservare?” Tutti abbiamo una coscienza. La teoria dell’evoluzione non riesce a dare una risposta al senso intrinseco nell’essere umano di osservare i principi etici.
Vorrei sottolineare che la nostra fede non è basata sul dover scoprire la teoria giusta sull’origine del mondo o su come Dio ha compiuto l’opera della creazione. Il fondamento della nostra fede è Gesù e quindi non crolla a secondo della teoria che si sceglie di abbracciare. Se fino ad ora abbiamo creduto in una certa maniera e realizziamo che ciò che abbiamo sempre sostenuto non è coerente con l’evidenza come un’altra teoria e scegliamo di cambiare credo su quel tema; ciò non significa che siamo meno o più credenti ora che prima.
A continuazione elencherò le tre diverse posizioni cristiane riguardo il tema dell’evoluzione:
a) Creazionismo della Terra giovane: Questa teoria prese piede durante gli anni 70 e 80. Chi abbraccia questa teoria ritiene che chi è familiare con l’evidenza dell’evoluzione ha bisogno di avere una fede cieca o di teorizzare che Dio abbia impiantato dell’evidenza ingannevole nella creazione per mettere a prova la nostra fede. E’ interessante perché la Bibbia non viene valutata nello stesso modo. Non si dà voce al seguente pensiero: “Dio dà dei comandamenti e ci chiede di fare diverse cose nella Bibbia solo per vedere se siamo stupidi abbastanza per metterle in atto”. E’ curioso che ciò sia il caso però con la creazione. Chi crede in questa teoria ritiene che una persona istruita che sviluppa la sua mente per coinvolgersi con la creazione di Dio sia più svantaggiata è ostacolata a poter diventare una persona di fede.
b) Il disegno intelligente: Il disegno intelligente è basato su concetti come la complessità irriducibile ed è più bilanciata. Chi crede nel disegno intelligente ipotizza che l’evoluzione potrebbe essere generalmente vera, quindi che l’evidenza per la teoria dell’evoluzione esista e che non sia fonte di dibattito. Il ma è che all’interno del processo evolutivo esistono delle lacune che non possono essere spiegate dalla teoria dell’evoluzione, perciò che sarebbe ragionevole concludere che esiste una forza esterna creativa che ha intervenuto nel processo in diversi momenti. Per esempio, si può osservare come una certa specie evolve in altre forme ma sempre rimanendo della stessa specie ma non si osserva l’anello mancante tra quella specie e un’altra specie diversa. Da quell’osservazione deducono che Dio abbia operato creando la specie originale e che poi l’evoluzione abbia preso piede, pur sempre rimanendo della stessa specie. In quel caso l’evoluzione e la creazione avrebbero entrambe fatto parte del processo. Vorrei solo far presente che dovremmo stare attenti a non mettere la nostra fede sulle lacune. Il problema che si crea con questa teoria è stato denominato “Dio dei vuoti”. Se si ritiene che la scienza non sia in grado di dare certe spiegazioni e solo per quel motivo si sceglie di credere in Dio, perché Lui è l’unica spiegazione che ha senso per noi, ciò creerebbe un problema. In altre parole, il giorno che la conoscenza scientifica aumentasse e riempisse i vuoti ciò diventerebbe una minaccia per la nostra fede. L’ipotizzare che forse Dio abbia operato tramite il processo dell’evoluzione e riempito i vuoti non è un problema in sé, ma se la nostra fede è fondata su quella premessa, il giorno che il mondo scientifico scoprirà più cose in modo esponenziale andando a riempire i vuoti, la nostra fede in Dio rischierebbe di rimpicciolirsi. È un tipo di fede come la sindone di Torino, quando la scienza scoprirà come mai dell’esistenza della sindone e riuscirà a dare una spiegazione, si potrebbe rischiare di perdere la fede. Un altro problema è che si potrebbe iniziare a considerare delle scoperte scientifiche come il nemico perché ritenute un possibile rischio per la nostra fede. Quindi, forse il disegno intelligente è vero ma tutto è ancora in sviluppo. È troppo presto per schierarci completamente da una parte o dall’altra. Nel futuro se scopriamo che sia una teoria sostenibile, sarebbe qualcosa di positivo e se no, va bene lo stesso. L’importante è vedere la mano di Dio dietro la creazione in ogni modo, sia con o senza le lacune.
c) L’evoluzionismo teista: Talora anche noto con evoluzionismo teistico, creazione continua, creazione evolutiva, darwinismo cristiano, è una corrente di pensiero filosofica e teleologica, sviluppatasi all’interno della teologia cristiana, che considera compatibili l’esistenza di Dio Creatore e la teoria scientifica dell’evoluzione. Questo filo di pensiero accetta l’evoluzione comprendendo che esistano delle cose alle quali la teoria dell’evoluzione non ha dato risposte. Si accoglie il pensiero dell’evoluzionismo come qualcosa da studiare ed approfondire considerandolo come parte dell’evidenza della mano di un Disegnatore divino. L’evoluzionismo teista pone la domanda del perché si dovrebbe credere che la mano di Dio sia intervenuta miracolosamente in diversi punti del processo per far accadere qualcosa di nuovo. Si chiede anche: “riusciamo a credere metaforicamente che Dio abbia dato inizio all’universo con tutto il DNA spirituale del quale avesse bisogno cagionandolo inestricabilmente verso la vita?”. Dio diede inizio all’universo con noi in mente e questa è la Sua forza creativa, quindi, se Lui diede inizio a tutto nel modo giusto ciò significherebbe che non ebbe bisogno di intervenire in ogni fase del percorso evoluzionista per fare delle opere miracolose nuove. Denis O. Lamoureux,(scrittore e professore di scienze e religione all’università di Alberta, Canada) è un rappresentante di questa teoria e per spiegarla utilizzò l’analogia di un feto. Si crede che al momento della concezione il feto abbia tutto ciò il necessario per il suo sviluppo e che sia stato impiantato da Dio. Si ritiene che l’essere del feto sia potenzialmente presente e che si stia sviluppando nella persona che Dio desidera. Nessuno considera che in diversi punti del processo dello sviluppo del piccolo in gestazione (nove mesi) che Dio si presenti e inserisca miracolosamente una parte nuova del corpo ogni volta. Al momento del concepimento c’è già tutto il necessario per la crescita e lo sviluppo del piccolo, non solo quello, Dio ha creato anche l’utero, il processo ed il macchinario del corpo umano per aiutare nella creazione di quella nuova vita. Credere a questo sembra qualcosa di ragionevole, come mai non si può utilizzare lo stesso ragionamento applicandolo all’universo?
“Nel principio DIO creò i cieli e la terra. La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso; e lo Spirito di DIO aleggiava sulla superficie delle acque. Poi DIO disse: «Sia la luce!». E la luce fu” (Genesi 1:1-3). A Londra partecipai ad un dibattito tra apologeti musulmani e degli esponenti cristiani. L’oratore musulmano lesse i passi che abbiamo appena letto e poi proseguì spiegando quanto ridicola fosse la Bibbia cristiana perché in quei passi si legge che Dio avesse creato la luce prima della creazione del sole avvenuta nel quarto giorno. Per loro ovviamente i primi passi del libro della Genesi rappresentavano un’opera di fantasia.
Nella scienza cosmologica ora si è scoperto che l’energia della luce fu parte delle prime fasi del Big Bang; la luce esisteva prima della formazione del sole. La rotazione della terra di 24 ore determina la durata di un giorno. Dal testo biblico però la durata di “un giorno” non è chiara. L’ordine della creazione nel primo capitolo della Genesi parla poi della formazione dell’acqua e del firmamento, della terra ferma e delle piante, del sole, dei pesci e degli uccelli, degli animali e poi dell’uomo. La vegetazione fu creata in primo luogo, poi i volatili e la vita marina, poi i mammiferi terrestri e per ultimo gli esseri umani. In terza media scrissi un tema utilizzando il primo capitolo della Genesi come evidenza evoluzionista. Per me sembrava ovvio che se Dio avesse utilizzato l’intricato processo dell’evoluzione per creare l’universo e avesse dovuto spiegarlo a degli esseri primitivi che poi avrebbero trasmesso quel messaggio a delle generazioni future, la spiegazione data nel libro della Genesi sia perfetta. Sembra che la Bibbia abbia dato una spiegazione semplice e poetica su come la vita diede inizio seguendo un determinato schema.
Denis Lamoureux ha evidenziato qualcosa di interessante: al momento della scrittura del libro della Genesi il sole, la luna e le stelle erano venerate dalle civilizzazioni pagane. L’affermazione che detti elementi, i loro dei, fossero stati creati da un solo e unico Dio fu un argomento irreligioso che mise in discussione le religioni di quell’epoca. Sostenere che esista un unico vero Dio, mente, Spirito, forza e amore dietro tutto e che la creazione sia la Sua storia dall’inizio alla fine è un concetto davvero radicale.
C’è un parallelismo tra il primo, il secondo e il terzo giorno della creazione e il quarto, il quinto e il sesto. Nel primo giorno fu creato il concetto, cioè, la luce e lo stesso accadde nel quarto giorno quando fu creato il sole, la luna e le stelle, per illuminare. Nel secondo giorno furono creati l’acqua e il firmamento ed è correlato al quinto giorno quando furono creati gli uccelli e i pesci. Nel terzo giorno fu creata la terra ferma ed è parallelamente correlato al sesto giorno quando furono creati gli animali e gli esseri umani. Sono dei concetti che sono stati strutturati in una bellissima forma poetica. C’è chi ritiene che il fatto che detti concetti siano stati presentati in una struttura poetica dimostri che non siano validi dal punto di vista storico e che siano falsi. Io ritengo il contrario, il fatto che ci sia poesia nella presentazione della creazione è bellissimo e comunica una ricchezza che dobbiamo ancora scoprire. Ritengo che sia doveroso approcciare il tema modestamente in umiltà dichiarando di desiderare imparare e di rimanere aperti.
Conclusione:
Vorrei incoraggiare tutti a diventare degli ambasciatori della riconciliazione sul tema dell’evoluzionismo. Cerchiamo di sfidare i cristiani fondamentalisti che disprezzano gli scienziati perché ritengono che la loro fede sia a rischio. Dovremmo invece sfidare la insicurezza della loro fede incoraggiandoli ad onorare il modo in cui Dio comunica tramite la natura e le Scritture. Credere in quel modo crea dei paradossi? Trovo molto interessante che quando la scienza e le Scritture sembrano di contrastarsi, i cristiani e i religiosi fondamentalisti in mancanza di alternative affermino che ovviamente gli scienziati non stiano leggendo la creazione accuratamente. La domanda si pone: “come mai si ragiona in quel modo solo con il tema dell’evoluzionismo?” Perché non ci chiediamo se magari siamo noi a non aver letto accuratamente la rivelazione biblica? I campi della scienza e della teologia sono entrambi sforzi umani per processare l’informazione dei mezzi tramite i quali Dio si esprime: la natura e le Scritture. Come cristiani crediamo che Dio comunichi in modo perfetto e accurato ma che è possibile che il modo in cui lo interpretiamo sia imperfetto.
Vorrei incoraggiare i fondamentalisti sia cristiani che laici ad aprire entrambi gli occhi e a continuare ad approcciare questo tema come degli esseri umani. Essere scienziati è qualcosa di bello ma il tema di Dio non dovrebbe essere approcciato dal punto di vista scientifico ma umano. Essere dei teologi è qualcosa di bello così come l’essere un idraulico, una casalinga o altro, dovremmo servire Dio nel nostro campo ma approcciamolo come degli esseri umani. Credo che rimarremo stupefatti del fatto che esistano delle realtà nelle quali coinvolgerci per le quali la scienza da sola non ha risposte.
Preghiera: Padre Celeste, prego che tu possa liberarci dal nostro fondamentalismo e renderci più umili. Salvaci dalla nostra propria arroganza ed orgoglio che creano dei ghetti intellettuali facendoci diventare meschini, pieni di pregiudizi e critici di chi si trova dall’altra parte della sponda. Prego che mentre riconosciamo l’intolleranza bigotta fondamentalista negli altri che possiamo notarla per primo dentro di noi e liberarci di essa. Sappiamo bene che seguire il percorso dell’umiltà è qualcosa che rende il nostro Padre felice. E’ bellissimo essere dei figli Tuoi. Nel nome di Gesù, amen.
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