Tanti atei hanno bisogno dell’esistenza di Dio per poter scaricare la loro rabbia su di Lui ma allo stesso tempo rifiutano il concetto di Dio. Ovviamente il mondo dell’ateismo è variegato come anche quello dei credenti. Il modesto obiettivo di questa serie di studi è cercare di giungere ad una migliore comprensione tra chi crede e chi no, cercare di capirci meglio. Come comunità di fede cercheremo di comprendere il motore trascinante intellettivo ed emotivo che motiva gli atei. Dall’altra parte spero che chi si considera ateo, agnostico, scettico o altro possa cercare di comprendere una prospettiva diversa. Evidentemente come famiglia di fede rappresenteremo la prospettiva di Cristo, quindi la nostra faziosità è alla luce di tutti. Speriamo che chi legge e la pensa diversamente sia consapevole della propria tendenziosità e di come rapportarsi con essa. Cerchiamo di chiederci in quale modo le nostre esperienze e prospettive potrebbero filtrare tutta l’informazione che stiamo processando.
In questa serie faremo riferimento ad alcuni libri famosi di autori atei: “La fine della fede” e “Lettera a una nazione cristiana” di Sam Harris, “L’illusione di Dio” di Richard Dawkins, “Rompere l’incantesimo” di Daniel Dennett e “Dio non è grande” di Cristopher Hitchens. L’ultimo libro ha come sottotitolo: “Come la religione avvelena ogni cosa”. Devo dire che Cristopher Hitchens ha colpito nel segno con quelle parole, non è un messaggio che si senta spesso predicato dal pulpito nelle chiese cristiane ma chi ci frequenta da un po’ avrà compreso che quella è la prospettiva di Gesù. Non stiamo cercando di creare un gioco di parole moderno, interessante o alla moda ma piuttosto di tornare agli insegnamenti originali irreligiosi di Gesù. Chi ci frequenta avrà notato che tanti dei nostri membri sono delle persone frustrate con la religione ma che stanno facendo del loro meglio per comprendere la vera posizione di Gesù in tutto ciò. Nella Sua missione Cristo sfidò l’ipocrisia, la violenza e l’intolleranza religiosa, fatti che curiosamente sono allineati agli scritti di Dawkins, Hitchens, Harris e Dennett.
Vorremmo costruire dei ponti di comprensione analizzando cosa abbiamo in comune come seguaci di Cristo con gli scritti di alcuni autori atei popolari. La panoramica del tema generico della religione da parte di un gran numero di autori atei è il seguente:
a) l’intolleranza, il tribalismo filosofico e la violenza risultante rappresentano la minaccia principale alla pace mondiale.
b) la religione invece che calmare le acque, infiamma e accende l’intolleranza, l’odio e la violenza tribale.
Basandosi su quelle premesse si conclude che credere in Dio sia pericoloso.
Come fondamentalisti di Cristo (che diverge dal concetto di cristiano o di fondamentalista biblico), ovvero, delle persone che si focalizzano sugli insegnamenti fondamentali di Gesù e perciò che dovrebbero diventare più compassionevoli, accoglienti, amorevoli, premurosi, gentili e generosi, riteniamo e concordiamo che l’intolleranza religiosa, il tribalismo filosofico e la violenza risultante siano una minaccia alla pace mondiale. Siamo d’accordo anche con il fatto che la religione infiammi le acque dell’intolleranza, dell’odio e della violenza tribale. Perciò basandoci sulle stesse premesse, concludiamo che se esiste un Dio buono, che Lui sia in opposizione alla religione.
A conferma di tutto ciò, questo fatto è confermato negli insegnamenti, nel messaggio e nella missione di Gesù. Scopriamo che Dio stesso è contrario alla religione. Questo concetto è stato inserito nell’Antico Testamento e confermato per bocca di profeti come Isaia, Amos e Geremia. “Io odio, disprezzo le vostre feste e non provo piacere nelle vostre solenni assemblee” (Amos 5:21). Dio pronunciò quelle parole quando Israele dimenticò che qualsiasi rituale, routine, regola o qualsiasi espressione utilizzata dalle persone come dimostrazione della loro fede rappresentano solo delle linee guida o dei vettori per la sostanza, ciò che è davvero importante. Gesù utilizzò la metafora del vino e degli otri. Il vino può essere contenuto in otri di diverse forme o espressioni ma ciò che interessa non è l’otre ma il suo contenuto. Ogni volta che ci si innamora dell’otre difendendolo e formando un legame emotivo con esso, spesso manchiamo il bersaglio. A quel punto Dio si oppone alla religione indicandoci la brutta strada che si sta intraprendendo. Un fatto che Gesù enfatizzò mentre era sulla terra.
Un autore denominò la nostra famiglia di fede: “una comunità di fede irreligiosa”. Siamo una chiesa, perciò vorremmo invitare chiunque stia leggendo a coinvolgersi insieme a noi, partecipando al processo di ciò che significa imparare insieme. A questo studio stanno partecipando delle persone di background spirituali diversi, tanti con il desiderio di investigare gli insegnamenti di Cristo. Saremo felici di accogliervi e di ascoltare le vostre opinioni e reazioni riguardo questi studi e potremo anche approfondire certi argomenti di più.
In queste riflessioni includeremo alcuni passi della Bibbia perché parte di ciò che desideriamo è aiutare le persone a comprendere ciò che la Bibbia dice in realtà a prescindere che uno sia d’accordo o no con ciò che dice. Le Scritture ritraggono la religione come uno sperimento fallito. Le Scritture iniziano con l’immagine del Giardino dell’Eden, un mondo ideale senza religione. Adamo ed Eva erano nudi, senza vergogna passando del tempo con Dio. Non esisteva nessun luogo, tempio o rituale che qualcuno doveva eseguire per incontrare Dio o per farlo apparire magicamente. Alla fine della Bibbia nel libro dell’Apocalisse si trova un’immagine del luogo dove Dio desidera portarci: un mondo privo di religione dove Dio e le persone dimorano insieme in un giardino celeste. Tra il libro della Genesi e dell’Apocalisse si trova la storia di ciò che non ha funzionato e di come l’uomo si lega sempre a dei sistemi religiosi, a delle regole, norme, rituali e routine piuttosto che con la Persona di Dio.
Tanti non comprendono come Dio potesse incarnarsi e diventare umano tramite Cristo dimenticando che crediamo in un Dio che ha il potere di trasformarsi in un arbusto o in un pilastro di fuoco. Quindi se desiderasse trasformarsi in uomo certamente è in grado di farlo. Un altro punto da considerare è che Dio ha scelto di rivelarsi e prendere forma umana anziché trasformarsi in qualsiasi altra cosa perché ha più senso che desiderasse rivelarsi a coloro che sono stati creati a Sua immagine. Dio stesso è venuto prendendo la forma più comprensibile a noi. Gesù non si limitava soltanto ad insegnare, Lui viveva i Suoi insegnamenti, Gesù è il mostra e racconta di Dio. Dopo aver chiesto a tutti di “amare i nemici” poi lo dimostrò con la Sua vita. Gesù insegnava la compassione per gli emarginati e i perduti e poi lo dimostrava vivendo ciò che diceva. Cristo divenne la personificazione del messaggio di Dio; Lui ha messo in discussione la nostra dipendenza dalla religione. Ci sono molte cose che Gesù fece e disse che sono in sintonia con i pensieri di Hitchens, Harris, Dawkins e Dennett. Sono stato ospite di un programma radio, ho trovato che a volte gli atei sono privi di una comprensione della Bibbia nel senso che spesso affermano di non essere d’accordo con qualcosa della quale non hanno una conoscenza completa. Nel caso del mio intervistatore lui rimase perplesso che avessimo tanto in comune perché era convinto che avrei difeso la malvagità della religione e invece mi trovò d’accordo con lui. Anzi gli dissi che se Gesù fosse presente, anche Lui gli avrebbe dato ragione su quei punti. Cristo è d’accordo con gran parte delle critiche del mondo degli atei verso il cristianesimo. Un fatto sorprendente!
La religione cristiana è stata uno degli elementi più oscuri e violenti nel pianeta travestito di “bene” basandosi sugli insegnamenti di Colui che è chiamato il Principe della Pace. Quando il cristianesimo si allontanò dagli insegnamenti di Cristo divenne una mostruosità. Gli autori atei hanno ragione quando criticano la storia della religione in generale e anche l’espressione contemporanee dei credi religiosi. Gli atei criticano la religione cristiana evidenziando il bigottismo e l’odio presente tutt’ora. Dando uno sguardo onesto al pianeta non si può dichiarare che il cristianesimo non sia più violento e che ora sia una fede composta da persone pacifiche, compassionevoli, accoglienti e amorevoli. E’ la mia convinzione che il cristianesimo sia diventato pacifico soltanto da quando perse il potere. Dopo quel momento si sono trovati nuovi modi per esprimere l’odio, il bigottismo e il moralismo. Sam Harris, Daniel Dennett, Cristopher Hitchens e Richard Dawkins hanno fatto un ottimo lavoro a smascherare questi fatti.
A seguito leggeremmo degli estratti di alcune lettere di diversi cristiani indirizzate a Richard Dawkins e altri atei famosi. Vorrei rimarcare l’odio contenuto in quelle parole; sicuramente se quelle persone avessero avuto il potere, quelle parole avrebbero potuto benissimo trasformarsi in atti violenti. Difendere atti del genere cercando di evidenziare il lato buono della religione cristiana è un atto nauseabondo da parte dei cristiani. Dovremmo smetterla! Se dessimo una mela a qualcuno affermando che sia buonissima e se la persona la mordesse e scoprisse di aver ingerito metà verme e mentre cerca di sputarla noi stessimo al suo fianco rincuorandola dicendole di ricordare quanto buona fosse la mela sarebbe assurdo. In quel momento bisognerebbe parlare del verme ovviamente. E’ vero che il cristianesimo ha fatto anche delle cose buone come aver iniziato la costruzione degli ospedali ma c’è anche da ammettere che la cristianità ha fatto finire in ospedale più persone che qualsiasi altra religione al mondo. Dovremmo smettere di cercare di giustificarci e piuttosto tornare alla prospettiva biblica di Cristo e del Nuovo Testamento.
Io sono cresciuto in un ambiente di chiesa e perciò non ero consapevole di tanti fatti, fatti che poi mi sono stati evidenziati da altri come la mia moglie Nina. Lei non ha un passato di chiesa, infatti viene da una famiglia atea, lei è qualcuno che si è innamorata di Gesù. Come una persona nuova nella fede lei è stata di gran aiuto a me per notare diversi comportamenti piuttosto strani che abbiamo adottato come cristiani. Cose che magari prima non ero in grado di vedere, grazie a lei ora le vedo. Per esempio ora noto la rabbia latente in tante predicazioni protestanti dove manca la gioia, una risata o anche il parlare in modo normale. Il sentire i diversi predicatori americani parlare in quel modo per me era del tutto normale perché ero cresciuto in quell’ambiente. Un giorno tornando a casa in macchina mi sintonizzai su un canale radio dove c’era un predicatore che parlava e Nina mi chiese di spegnerlo perché non desiderava ascoltare una persona che le urlasse addosso. Io gli risposi che il predicatore non stesse urlando ma predicando. Lei in quel momento si girò è mi disse che solo perché Lui stesse menzionando Gesù nelle sue parole non cambiasse il fatto che stesse urlando. Poi continuò chiedendomi di immaginare quella persona parlare in quel tono di voce su qualsiasi altro tema. In quel momento aprì gli occhi, aveva ragione, il tono di voce del predicatore era arrabbiato.
Un altro aspetto negativo delle comunità cristiane è che dietro le quinte a volte ciò che viene detto o comunicato è orripilante. Anche in questo caso gli autori menzionati in questo studio hanno fatto un ottimo lavoro rendendoci responsabili delle nostre azioni. A seguito come detto precedentemente, includerò alcuni estratti di lettere scritte da cristiani a degli atei famosi.
Randall Terry è il fondatore di un’organizzazione pro-vita chiamata “Operation Rescue”, dedicata ad incoraggiare le persone a non abortire. La loro missione ha risonanza nei nostri cuori e si può comprendere il cuore del fondatore. Quindi leggere le parole che espresse in una dichiarazione pubblica lascia perplessi.
“Quando io o persone come me saremo al potere in questa nazione, vi converrà fuggire. Vi troveremo, vi sottoporremo a processo e vi giustizieremo. Intendo ogni parola che ho pronunciato. Parte della mia missione consisterà nell’assicurarmi che questi soggetti vengano processati e giustiziati”. Poi parlando ai credenti continuò: “Vorrei che tutti voi lasciaste scorrere in voi un’onda di intolleranza e di odio. Sì, l’odio è buono. Il nostro obiettivo come nazione cristiana, il nostro dovere biblico, la chiamata che Dio ci ha dato è di conquistare questa nazione. Non desideriamo la par condicio o il pluralismo. Il nostro obiettivo deve rimanere semplice: una nazione cristiana costruita sulle leggi di Dio e i dieci comandamenti. Niente scuse”.
Un esempio di una delle tante lettere private negative da parte dei cristiani a degli atei è la seguente:
“Avete una bella faccia tosta, vorrei tanto prendere un coltello, eviscerare tutti voi scemi e urlare di gioia mentre le vostre viscere fuoriescono davanti ai vostri occhi. State cercando di innescare una guerra santa nella quale un giorno io e altri come me magari avremo il piacere di mettere in atto ciò che ho menzionato. Tuttavia, Dio ci insegna a non cercare la vendetta ma di pregare per persone come voi. Di conseguenza troverò conforto sapendo che la punizione che Dio vi darà sarà mille volte peggio di ciò che io possa mai infliggervi. La parte migliore sarà che soffrirete per l’eternità a causa dei peccati dei quali siete ignoranti. L’ira di Dio non avrà pietà di voi. Per il vostro bene, spero che la verità vi sia rivelata prima che il coltello venga in contatto con la vostra pelle. P.D.: Buon Natale!”
Il libro “La fine della religione” di Bruxy Cavey è indirizzato a chi si trova fuori di qualsiasi sistema di credo, a chi è alla ricerca spirituale e curioso su quel tema. Quando fu portato ad essere pubblicato alla casa editrice gli editori gli chiesero di indirizzarlo anche a chi chiama se stesso cristiano ma ha bisogno di essere introdotto agli insegnamenti di Cristo tanto quanto chi non lo conosce affatto. Quindi è un libro che unisce sia chi crede e chi no. All’inizio non era d’accordo perché voleva dirigere il libro solo ad un gruppo di persone ma poi si convinse che gli editori avessero ragione, è un libro che parla a entrambe le platee.
“Perciò, se siete davanti all’altare del tempio per fare un’offerta a Dio e improvvisamente vi ricordate che un amico ha qualcosa contro di voi, lasciate la vostra offerta vicino all’altare e andate a scusarvi e a riconciliarvi con lui; poi tornate e fate la vostra offerta a Dio” (Matteo 5:23, 24, Bibbia della Gioia). In altre parole disse che per quanto i rituali religiosi potrebbero essere importanti, il riconciliarsi e il riparare le relazioni rotte dovrebbe avere la nostra priorità. La riconciliazione viene prima della religione e le relazioni prima dei rituali. Un fatto che Gesù confermò. Il nascondersi dietro una religione mentre si costruiscono delle barriere di odio tra l’uno e l’altro è l’opposto dell’approccio di Cristo.
L’apostolo Paolo insegnò questo principio diverse volte come nel secondo capitolo di Efesini dove viene descritto come Dio mette fine la legge religiosa per unire i popoli come nel caso degli ebrei e dei gentili. Dio li unisce formando un nuovo unico popolo dove regna la pace e l’armonia. Il passo parla anche di come Dio operò per sbarazzarsi della legge religiosa; Cristo dovette essere crocifisso.
“Così dunque, fratelli miei, anche voi siete morti alla legge mediante il corpo di Cristo per appartenere ad un altro, che è risuscitato dai morti, affinché portiamo frutti a Dio” (Romani 7:4). Mentre Gesù moriva sulla croce, anche la religione stabilita moriva. Cristo non morì soltanto per redimere i peccati ma anche per mettere fine alla religione. Più avanti nel capitolo l’apostolo Paolo disse che anche noi siamo morti insieme a Cristo nel senso che siamo morti nei confronti della legge del sistema religioso. Il significato del termine “legge” nel contesto ebraico del primo secolo comprendeva l’intero sistema che governava l’approccio personale e del popolo verso la figura di Dio. Era un sistema fatto di regole, routine, rituali e di dover chiedere perdono offrendo dei sacrifici quando si infrangeva la legge. L’apostolo Paolo disse che si è morti a quel sistema per poter unirci a Dio stesso; era lasciare in dietro un sistema per unirci ad una Persona. Quindi si accetta Cristo e si sperimenta una morte ed una risurrezione insieme a Lui. Il vecchio sistema muore e non si adotta un nuovo sistema religioso ma si risorge a nuova vita unendoci a Dio stesso in modo diretto. Un indizio di questa esperienza si può trovare nel libro della Genesi che racconta il nostro inizio come umanità e nel libro dell’Apocalisse che racconta la nostra fine. E’ una esperienza che dovremmo iniziare a vivere da questo momento.
Nel settimo capitolo di Romani l’apostolo Paolo spiega come mai la legge abbia raggiunto la sua fine. L’Antico Testamento in un certo senso racconta la storia di cosa non ha funzionato e di come nonostante il gran numero di leggi o di rituali da eseguire ciò non ha fatto altro che incoraggiare la ribellione.
“Ma ora siamo stati sciolti dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva soggetti, per cui serviamo in novità di spirito e non il vecchio sistema della lettera” (Romani 7:6). Si dovrebbe cercare di comprendere il cuore e di captare lo Spirito di Dio nel testo invece di applicare la lettera della legge che uccide in modo freddo. “… poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita” (2 Corinzi 3:6). Una citazione molto bella di Thomas Paine (rivoluzionario, politico, intellettuale, filosofo illuminista e studioso britannico ateo, considerato uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America) dice: “Il mio paese è il mondo, e la mia religione è agire bene”. Anche questo pensiero è allineato agli insegnamenti di Cristo. Gesù non utilizzò il termine “religione” in riferimento a ciò che Lui era venuto a stabilire.
L’apostolo Giacomo, il fratello di Gesù, fu l’unico personaggio biblico ad utilizzare il termine “religione” in un contesto positivo esprimendosi in questo modo: “La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo” (Giacomo 1:27). Gesù ci incoraggia a non seguire le vie del mondo e ad essere disposti a unirci ad una comunità di fede che mette in pratica uno stile di vita contro culturale che dimostra compassione verso i bisognosi. Ecco la definizione di “religione” secondo le Scritture. Thomas Paine in questo caso senz’altro sarebbe d’accordo.
John Wesley, (teologo inglese che ha fondato il movimento protestante del metodismo) disse: “Qual’è la religione che predico? La religione dell’amore!”. Potrebbe sembrare una dichiarazione sdolcinata ma sintetizza in modo esatto gli insegnamenti del Nuovo Testamento.
Domande e risposte:
Domanda: Come dovremmo relazionarci agli atei? Dovremmo limitarci solo a pregare per loro e lasciare che Dio operi in loro o dovremmo invece cercare di portarli verso Cristo?
Risposta: Direi che pregare o cercare di portarli verso Cristo siano delle belle azioni ma che siano incomplete. Dovremmo trattarli come chiunque altro nella vita, dialogare tranquillamente con loro e conoscerli meglio come si fa con qualsiasi amicizia. Dovremmo prendere del tempo per ascoltarli, porre molte domande del tipo: “Perché sostieni di credere a ciò che credi?”. Il bello di far parte di uno sperimento religioso fallito è il seguente: gli autori dei libri menzionati in questo studio ci umiliano ed è giusto. Quindi, invece di avere un atteggiamento di superiorità verso i cosiddetti “membri dell’Orda dei pagani” sminuendoli e ponendoci come dei giusti con il compito di evidenziare i loro peccati o di dichiarare che pregheremo che Dio lo faccia per amore loro, cosa del tutto sbagliata; dovremmo invece avvicinarci e ammettere che la cristianità è fallita. Facciamo parte di una chiesa che afferma l’importanza di tornare agli insegnamenti di Cristo e tornare da capo cercando di comprendere le cose da un’altra prospettiva. Non dovremmo mai neanche pensare di essere arrivati, nessuno di noi lo è. Tutti noi siamo consapevoli dell’impegno a vita, del percorso spirituale che abbiamo intrapreso. Tutti siamo in cammino e continuiamo ad imparare dagli insegnamenti di Gesù. Potremmo prendere del tempo per condividere ciò che stiamo imparando con loro. Invece di creare una dicotomia o divisione rigida tra “noi” e “loro” dovremmo affiancarli e condividere semplicemente ciò che stiamo imparando cercando di coinvolgerli chiedendo anche a loro cosa stiano imparando. Nel caso avessero delle cose pungenti da dirci ciò non significa che sia negativo, anzi potrebbe essere un buon spunto per noi per darci da fare. In conclusione.
Si dovrebbe cercare di nutrire una relazione genuina come con chiunque altro. Nel frattempo pregare per loro e per noi stessi è sempre positivo, preghiamo che possiamo entrambi avvicinarci sempre di più alla verità.
Domanda: Un ateo famoso disse che il motivo per il quale divenne ateo è perché non desiderava mettere in pratica ciò che i cristiani si sentono in dovere di fare. Non avendo letto i libri degli autori menzionati in questo studio vorrei chiedere se quel filo di pensiero si trova nei testi.
Risposta: Se intendi che “fare ciò che i cristiani devono fare” sia in riferimento ad atti violenti, mancanza di carità e altro direi che gli autori menzionati in questo studio sono delle persone che dimostrano grande compassione verso gli altri e tanti sono coinvolti in opere di bene. Il triste fatto è che spesso ciò che è stato presentato come cristianità al mondo ateo è stato un elenco di regole, rituali, norme e routine, una lista di doveri da compiere se si desidera chiamarsi cristiano. A dire il vero ne anch’io vorrei seguire un elenco del genere, e probabilmente se fosse stato una persona atea avrei rifiutato quell’idea di cristianesimo anch’io. Allo stesso tempo qualcosa dentro di me mi trattiene dal convertirmi all’ateismo perché ho avuto un’esperienza personale con Gesù che ha messo fine a quel desiderio. Ho scoperto che esiste una terza via. E’ la mia convinzione che tante persone hanno fatto delle ricerche, studiato dell’evidenza ed hanno concluso in tutta sincerità di voler adottare una posizione atea, una scelta che ha tutto il nostro rispetto. Dall’altra parte ci sono tanti nella nostra società che stanno diventando atei non per aver dato ascolto a degli argomenti intellettuali ma perché frustrati con l’istituzione religiosa. L’ateismo è per loro un opzione valida per mandare Dio e la religione a quel paese. Penso che sia appropriato per noi dare ascolto a degli atei e riconoscere cha hanno ragione su quei punti riguardo la religione perché anche Gesù lo farebbe. Quindi quando qualcuno esprime di non desiderare essere cristiano perché non vogliono dover fare le cose che devono fare i credenti cristiani, dovremmo informarli sui veri doveri di un credente. Cioè siamo tenuti ad amare il prossimo come noi stessi, a dare da bere a chi è assetato, a sfamare gli affamati, a vestire chi è nudo e opere del genere. Se dopo aver compreso i nostri doveri la persona continua ad affermare di non desiderare fare quelle opere di bene, allora almeno li avremmo informati dei veri doveri di un cristiano e chiarito le loro idee.
“L’ateismo non dichiara la non esistenza di Dio ma che non si comprende ciò che si intende con il concetto di Dio; si è privo del concetto di Dio. Il termine “Dio” è una parola sprovvista di chiarezza e definizione” (Charles Bradslaugh, 1833-1899, attivista politico ateo inglese). Siamo d’accordo con lui, ogni persona potrebbe proiettare il loro proprio concetto del termine “Dio”. Dall’altra parte, come seguaci di Cristo possiamo attestare che quando osserviamo la vita di Gesù troviamo qualcosa che ci motiva a tornare a Dio. Per noi non si tratta di un concetto staccato ma è concreto tramite ciò che vediamo nella vita di Gesù. “Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). A primo sguardo dopo la lettura del passo appena letto si potrebbe dedurre che il Padre sia un entità diversa dal Figlio ma ciò viene smentito nei passi seguenti dello stesso capitolo. “Se mi aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; fin da ora lo conoscete e l’avete visto» (Giovanni 14:7). Per chi crede, Gesù è la via tramite la quale possiamo conoscere chi è il Padre. Lui diventa una manifestazione concreta di Dio. “Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: “Mostraci il Padre”? (Giovanni 14:8, 9). Quando osserviamo la vita di Cristo non si può fare a meno che notare che Dio è umile, modesto e compassionevole. Lui lavò i piedi dei discepoli facendo sapere a loro che fosse disposto a fare ciò che fosse necessario per rivelare il Suo amore a noi. Ciò ci dà speranza di continuare ad andare avanti. Lo stesso Dio ci fa sapere di essere dalla nostra parte quando si tratta di protestare contro la religione. Perciò mentre si lascia indietro la religione, la frustrazione e la rabbia e ci si avvicina alla posizione atea possiamo soffermarci sulla figura di Cristo chiedendoGli cosa ha da dirci. Forse per alcuni di noi, ciò sarà parte del nostro percorso.
Preghiera: Padre Celeste, ti ringrazio per la Tua grazia; la grazia che allontana il bisogno della religione e ci dà ciò che spesso cerchiamo di ottenere da soli. Grazie per la Tua grazia che ci accoglie tutti e ci invita ad abbracciarci a vicenda. Ti ringraziamo per il Vangelo di Cristo che ci mostra una parte del Tuo cuore che altrimenti non avremmo mai conosciuto. Preghiamo anche per i nostri amici atei, agnostici e coloro che sono alla ricerca spirituale, prego che questa serie possa essere un buon momento per loro per fermarsi e processare dell’informazione nuova e almeno che possano familiarizzarsi meglio con i Tuoi insegnamenti. Preghiamo per noi che siamo credenti che questa serie possa aiutarci a ricalibrare la nostra fede e pentirci in quelle aree della nostra vita nelle quali ci siamo allontanati da Te e dal Tuo messaggio. Preghiamo anche che tutti insieme possiamo essere uniti dal Tuo Spirito per imparare delle nuove cose e rispondere alla chiamata di crescere. Ci sottomettiamo ai Tuoi insegnamenti
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