La gravidanza di Maria fuori dal matrimonio a Nazareth, risultò uno scandalo per l’intera comunità. Ecco uno dei motivi storici per i quali Giuseppe scelse di portare con sé Maria, per il censimento a Betlemme. Gli storici si dibattono di continuo riguardo i diversi dettagli storici. E’ un dato di fatto che Giuseppe in una situazione diversa, non avrebbe portato con sé sua moglie incinta, in quanto la legge richiedeva il censimento solo agli uomini.
In quell’occasione, lasciarla a Nazareth in uno stato di emarginazione non sarebbe stata la scelta giusta.
Come saper portare dei cambiamenti in questo mondo? Noi notiamo il problema e desideriamo fare qualcosa, ma come si fa a cambiare la situazione?
Gesù ci offre una via diversa dalla via del potere che certamente siamo tentati di intraprendere. Il modo in cui si pensa spesso di portare dei cambiamenti è ad esempio facendo sì che il governo operi in un certo modo, piuttosto che come stia facendo in questo momento, eleggendo dei candidati diversi al potere, firmando delle petizioni, approvando delle leggi giuste e tanto altro.
A livello personale cerchiamo di prendere un posto nei comitati, nella scuola, a livello familiare e creiamo delle dinamiche dove cerchiamo di penalizzare chi sbaglia o di avere il sopravvento sugli altri vincendo dei dibattiti, pensando di essere nel giusto. La via del potere sarà sempre una tentazione per noi: la via della legalità dall’alto verso il basso.
L’intera vita di Gesù fu fondata su una via totalmente diversa e molto più potente: la via dell’umiltà e del servizio. Il modo in cui nacque e morì rivoluzionò il mondo. Sin dalla nascita della Sua vita si videro i segni di un sistema che avrebbe avuto un futuro sovvertito (senza però usare armi).
C’è una profezia nell’Antico Testamento che predisse che il Messia sarebbe nato a Betlemme. «Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni» (Michea 5:2). Efratah era la regione alla quale apparteneva Betlemme. Questa profezia fu scritta centinaia d’anni prima di Cristo, un messaggio criptico che allude che da Betlemme sarebbe uscito un dominatore dai tempi antichi. La strada da Nazareth a Betlemme era molto lunga. E’ affascinante che un editto da parte di Cesare Augusto per rafforzare il suo controllo, da parte di colui che rappresentava la via del potere, fosse stato ciò che forzò Giuseppe e Maria a dirigersi proprio a Betlemme e così adempiere la profezia biblica. La storia di Gesù è stata dall’inizio una storia dove il potere sembrava controllare tutto, ma alla fine quello stesso potere finì per sostenere la via di Cristo. La via che sottilmente e con umiltà stava cambiando il mondo.
Non importa ciò che accada nella nostra vita, possiamo essere sicuri che Dio è molto più grande e che non dobbiamo per forza far accadere delle cose o forzare la mano perché Dio può servirsi di qualsiasi situazione in cui ci troviamo se solo seguiamo la via di Cristo. Nella storia di Gesù si evidenzia un confronto tra la via del potere, la via del servizio e dell’amore umile. Per tanti, Gesù era considerato quel potenziale uomo potente, che avrebbe deposto Cesare e sarebbe diventato imperatore.
“Signore del mondo”, “salvatore”, “figlio di Dio” sono alcuni degli appellativi dati a Cesare Augusto. Lui era stato l’imperatore che aveva portato la pace all’impero romano dopo la guerra civile dove sconfisse Marco Antonio. Grazie al suo governo e alla sua guida, portò la pace e salvò Roma da un collasso del sistema interno. Si auto dichiarò come portatore di pace, la Pax Romana (intesa come divinità romana). Era considerato il salvatore del mondo, il principe della pace. Cesare Augusto disse che suo padre Giulio Cesare dopo la morte era diventato dio, perciò lui sarebbe stato il figlio di dio. Quella era la struttura culturale di quei giorni.
E’ curioso realizzare che Gesù, il vero Signore del mondo, il vero Salvatore e il vero Figlio di Dio nacque nel luogo giusto al momento giusto grazie a Cesare che stava cercando di utilizzare il potere per avere più controllo sulle persone. E’ una storia davvero incredibile e la vita di Gesù continua in questo modo in tutta la narrativa dei Vangeli.
“Ora, in quei giorni fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto, che si compisse il censimento di tutto l’impero. Questo censimento fu il primo ad essere fatto quando Quirinio era governatore della Siria” (Luca 2:1, 2). Il dettaglio aggiunto da Luca sul censimento è stato fonte di dibattito da parte di molti storici. Sappiamo che Gesù nacque durante il regno del re Erode ma secondo quest’ultimo passo il censimento accadde quando Quirinio era governatore della Siria. Dalla storia sappiamo che il re Erode e Quirinio governarono in due periodi storici diversi quindi di seguito includerò alcuni modi in cui gli storici cercarono di risolvere questo dilemma:
Publius Sulpicius Quirinius diventò governatore della Siria nel 6 d.C. e Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche 18:26) racconta che condusse un censimento in quell’anno (Atti 5:37). Matteo e Luca sono chiari nell’affermare che Gesù nacque sotto il governo di Erode il Grande che morì il 4 d.C. (Matteo 2:1-19; Luca 1:5), quindi c’è un’apparente contraddizione.
Alcune opzioni che potrebbero risolvere questo conflitto sono:
a) Il governo di Quirinius menzionato da Flavio Giuseppe che iniziò nel 6 d.C. potrebbe in realtà essere il suo secondo mandato. Un documento antico menziona che un governatore (nome sconosciuto a causa dei danni sul referto storico) ebbe un secondo mandato durante quel periodo storico. Quindi, Luca l’evangelista potrebbe essere nel giusto e si può aspettare di scoprire ulteriori prove storiche per convalidare la sua affermazione.
b) Il termine “protos” nel greco originale potrebbe essere tradotto “prima” (riferito al tempo) invece di “primo/mentre”. Ciò allude al fatto che c’era stato un censimento prima che Quirinius diventasse governatore quando lui era un ufficiale di minore grado nella zona.
c) Il censimento potrebbe essere durato diversi anni prima di essere stato completato. Perciò potrebbe essere stato iniziato sotto il governo del re Erode per poi essere completato sotto il governo di Quirinius.
d) Il nome Quirinius potrebbe essere stato un errore testuale nel manoscritto. Il nome giusto era Saturnino (governatore della Siria dal 9 a.C. fino al 6 d.C.)
e) Luca era uno storico molto attento (Luca 1:1-4) ma non perfetto. Potrebbe aver commesso un errore. Il censimento ebbe luogo quando Saturnino era governatore della Siria e Quirinius lavorava sotto di lui. Quel fatto potrebbe essere stato un errore tecnico comprensibile e facilmente correggibile. Errori di questo tipo non scartano la base storica di nessuna opera ma invitano i cristiani a ripensare la dottrina dell’infallibilità della Bibbia.
I censimenti romani avevano luogo solitamente dove le persone abitavano e non nelle loro città di origine. Nessun referto storico antico appoggiava l’idea presentata da Luca l’evangelista nella quale spiegava che le persone erano tenute a tornare alle loro città di origine per essere censite. Questo fino ad una scoperta nel 1904. In quell’anno fu trovato un editto romano del 104 d.C. dove c’era scritto che le persone sarebbero dovute tornare alle loro case per essere censite
“E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Or anche Giuseppe uscì dalla città di Nazaret della Galilea, per recarsi in Giudea nella città di Davide, chiamata Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua moglie, che aveva sposato e che era incinta. Così mentre erano là, giunse per lei il tempo del parto. Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2:3-7
Il censimento rappresentava il potere in contrapposizione alla via dell’amore e del servizio. Giuseppe stava tornando alla sua città natale, alla città di Davide, tutte le profezie messianiche stavano venendo alla luce. Il termine “albergo” (kataluna nel greco originale) era più come una pensione, una camera all’interno di una casa. La storia della natività spesso viene romanzata in diversi modi tramite le nostre tradizioni. Uno di questi è l’idea che ci siamo fatti del locandiere che dice a Giuseppe e Maria che non c’è più posto nell’alloggio. Un altro è l’idea che il parto sia stato fiabesco. Luca invece non abbellì la storia. Tanti dei cantici natalizi della nostra tradizione dicono cose che non sono vere come per esempio le canzoni che menzionano i tre re magi. Non esiste nessuna prova storica che confermi che i re magi fossero tre. Non erano dei re ma “magoi”, cioè, degli astrologi. Non erano dell’oriente ma della Persia. Quindi abbiamo delle nostre tradizioni ma siamo consapevoli che non tutto sia vero. Le Scritture dicono che Giuseppe potrebbe essere stato un terra tenente a Betlemme che avesse trovato lavoro a Nazareth, un uomo più grande in età, di Maria. E’ probabile che la sua famiglia allargata abitasse in quella terra ed è questo il motivo per il quale aveva necessità di registrarsi là. Quando arrivarono però, la stanza degli ospiti era piena e anche se ci fosse stato spazio per loro per poter dormire in quella casa il fatto che Maria stesse per partorire rese le cose più difficili per loro, ed è comprensibile che chiesero loro di trovare un altro alloggio. Probabilmente si spostarono nella stalla degli animali per partorire. Il passo dice che Maria posò il neonato in una mangiatoia che potrebbe essere stata fatta di pietra o di legno. La parola “mangiatoia” nel greco originale significa “il luogo dove gli animali si cibano”, può anche significare il luogo dove il cibo viene tenuto o una stalla dove l’animale veniva legato per mangiare. Una tradizione antica allude al fatto che Gesù fosse nato in una grotta insieme ad altre persone senzatetto del luogo. Queste erano le condizioni di quando Gesù nacque.
Non dovremmo affrettarci a cercare di risolvere delle domande teologiche storiche irrisolte e affrontarle con incredulità. La storia della scienza/arte è piena di misteri ma non per questo si scredita la conoscenza elementare delle persone, dei luoghi o degli eventi.
La mangiatoia divenne un simbolo messo in evidenza nella narrativa di Luca delle condizioni umili della nascita di Cristo (Luca 2:7, 12, 16). Ora possiamo evidenziare l’importanza di quel simbolo per ricordarci di servire i poveri (e anche i poveri in spirito) identificandoci con loro come Cristo fece con noi. “Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d’amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Filippesi 2:1-8).
I pastori, i magoi e Giuseppe e Maria furono attirati a Betlemme in modi diversi. I pastori arrivarono a Gesù tramite un’apparizione soprannaturale degli angeli. Anche nei giorni nostri c’è chi ha sperimentato un incontro con Dio o un’esperienza soprannaturale. Non sono cose che devono accadere sempre a tutti ma siamo consapevoli che a volte accade. Dio opera in modi diversi con diverse persone. I pastori dopo la loro esperienza trovarono Gesù. I magoi arrivarono a Betlemme tramite l’astrologia, un arte o scienza non vista bene dalle Scritture ebraiche ma nonostante tutto Dio gli andò incontro dove erano, li trovò e parlò il loro linguaggio. Ciò mi dimostra che le persone possono incontrare Dio tramite una larga varietà di mezzi anche se i mezzi stessi non rappresentano un modello da seguire per tutti i credenti. Tanti potrebbero attestare di trovarsi a fare una varietà di cose prima di ricevere la chiamata di “incamminarsi verso Betlemme”. Ciò non significa che dovremmo copiare le loro azioni ma possiamo validare la storia sapendo che Dio ci può trovare e attirarci a Lui. Forse quella è la storia personale di tanti. Dio ci trova e ci viene incontro ovunque siamo e ci attira verso Gesù.
Maria e Giuseppe arrivarono a Betlemme vivendo la loro quotidianità. Per il resto di noi che non abbiamo una storia affascinante o soprannaturale da raccontare possiamo essere incoraggiati da Giuseppe e Maria. Loro stavano semplicemente vivendo la loro vita normale secondo i principi di Dio. Dovevano sottomettersi al governo, era inconveniente e forse non erano neanche d’accordo ma perché non gli fu chiesto direttamente di fare qualcosa contro la loro fede essi decisero di sottomettersi.
Così Giuseppe e Maria si diressero a Betlemme senza rendersi neanche conto di come Dio stesse orchestrando qualcosa di molto più grande. Adottare quel tipo di mentalità ci toglie il peso di dover eleggere il candidato giusto al potere, il giusto governo, la legge più giusta o altro. Nelle nostre conversazioni a Natale non c’è bisogno di correggere i nostri parenti o assicurarci di spingere le persone verso un certo pensiero. C’è grande libertà nella consapevolezza di sapere quanto grande Dio sia! Possiamo essere liberi di servire sapendo che tramite il nostro servizio esiste un potere più grande che possiamo utilizzare per creare dei cambiamenti in questo mondo. Non dobbiamo cercare di forzare la mano e forzare delle situazioni cercando di risolvere tutto ma piuttosto metterci al servizio e aspettare e vedere il frutto che ciò porterà. La disposizione cristiana non è quella che combatte in modo agguerrito per spingere un certo pensiero e cercare di riportare la nostra nazione a Dio. Esiste una grande libertà in Cristo, perfino sotto l’occupazione romana la sottomissione fece venir fuori la gloria di Dio. Sarebbe davvero importante imparare quanto semplice sia seguire Gesù e vedere il frutto che ciò porta. Il mio desiderio è che possiamo essere liberati in tutte le aree della nostra vita questo Natale mantenendo i nostri occhi fissi su Gesù cercando di comprendere dove ci stia guidando.
La Comunione dà l’opportunità a chi fa parte della famiglia di fede di celebrare la nostra unità e diversità insieme e di ricordare Cristo. Il Vangelo di Luca spiega che Gesù chiese ai Suoi discepoli di andare a cercare un luogo dove poter celebrare insieme la Pasqua, l’Ultima Cena. La parola “grande sala” nel greco originale è lo stesso termine utilizzato nel passo dove Giuseppe stava cercando un luogo dove poter alloggiare. Era una stanza all’interno di una casa. Gesù durante l’Ultima Cena riconfigurò il simbolismo di quella celebrazione introducendo un nuovo modo. La Pasqua celebra la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto ed il trionfo di Dio tramite un intervento potente e diretto. Molti persero la vita per aprire la porta alla liberazione del popolo d’Israele. Dio è al comando, è all’opera e continua a liberare ma in un modo tutto nuovo tramite Cristo. Ciò è stato dimostrato tramite la Sua nascita e la Sua vita. La Sua morte era vicina e voleva che la via della pace continuasse. “Poi, preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è sparso per voi” (Luca 22:19, 20). Vorrei che tutti avessero il coraggio di prendere Gesù in parola, quando disse che ci sarebbe stato un Nuovo Patto, Lui intendeva davvero un Nuovo Patto. C’era qualcosa di fresco e meraviglioso riguardo il modo in cui Dio operava tramite Cristo. La nostra speranza è che accada anche tramite il Corpo di Cristo mentre offriamo la nostra vita per gli altri. I cambiamenti che siamo tentati a realizzare tramite il potere e la coercizione, Dio li realizza miracolosamente. Questo è uno degli aspetti che celebriamo durante la Comunione o Santa Cena.
“Padre, mentre partecipiamo alla Santa Cena vorremmo dedicare questo tempo a Te. Desideriamo renderti onore mentre ti ricordiamo, come ci hai chiesto di fare durante questo Natale, non solo la Tua nascita ma anche la Tua vita, la Tua morte e la Tua Risurrezione e tutto ciò che Tu significhi per noi. Il fatto che Tu ci abbia chiamati a far parte di una comunità di fede cristiana, ad una famiglia. Ti onoriamo e Ti lodiamo, nel Nome di Gesù, amen”.
Cerchiamo di impegnarci a fare del nostro meglio per tener presente la vita di Cristo nelle nostre menti come modello e non come una semplice storia e basta. Cerchiamo di notare degli aspetti nella nascita di Cristo che potrebbero farci da modello da mettere in pratica. Il Natale potrebbe in quel caso rappresentare un valore per noi aiutandoci a ricalibrare la nostra vita. La nascita di Cristo nel luogo dove doveva accadere e la Sua morte come era stata predetta sono successe a causa del volere di Cesare nel primo caso e di Ponzio Pilato nel secondo. Ponzio Pilato era un leader malvagio che non simpatizzava con gli ebrei e certamente non con Gesù ma tramite il suo decreto la salvezza arrivò a questo mondo. Gesù disse a Pilato che non aveva bisogno di combatterlo perché lui non avrebbe il potere che aveva senza Dio. Dio era al comando e stava operando tramite Pilato. Dio aveva permesso tutto quanto per dare luogo ad un bene più grande. Che fiducia e pace possiamo avere con quella consapevolezza! Quindi ci fu un decreto pagano sia alla nascita di Cristo che alla Sua morte che condusse alla realizzazione della volontà di Dio.
Un altro fatto interessante da notare è che c’era Giuseppe padre alla Sua nascita e Giuseppe di Arimatea alla Sua morte. Giuseppe di Arimatea donò una tomba dove deporre il corpo di Gesù dopo la Sua morte. Gesù fu identificato come Re dei Giudei sia alla Sua nascita che alla Sua morte. Alla Sua nascita i re magi lo riconobbero come Re e alla Sua morte, i soldati scrissero un cartello dove incisero le parole: “Re dei giudei” e lo appesero sopra la Sua testa sulla croce. Sia alla nascita che alla morte di Cristo ci sono state delle apparizioni di angeli che comunicarono dei messaggi a delle persone emarginate: ai pastori durante la Sua nascita e dopo la Sua Risurrezione alle donne. In quel tempo le donne non erano credibili come testimoni ma gli angeli, diedero loro l’incarico di comunicare la Buona Novella della risurrezione di Gesù agli altri. “Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2:7). Maria partorì, lo fasciò e lo posò in una mangiatoia e dopo la morte di Gesù lei era presente ma non riuscì a fasciarlo per il dolore quindi Giuseppe di Arimatea lo fece. In quelle due occasioni il cuore di madre era coinvolto e si evidenzia la fiducia in Dio che il bene avrebbe fatto venir fuori tramite l’abnegazione e il servizio. Non desideriamo allontanare quel messaggio cercando di prendere la situazione in mano da soli dimenticando la via della fede. Serviamo un Dio che è molto più grande. Prego che questo Natale sia un periodo di libertà e pace per tutti mentre cerchiamo di lasciar andare la pressione e il peso di dover per forza far sì che tutto divenga giusto. Invece desideriamo semplicemente seguire Gesù e vedere il frutto che ciò comporta.
Preghiera:
Padre Celeste, ti ringrazio tanto per la via di Cristo. Grazie per la Sua chiamata a uscire dai giochi di potere in cui siamo coinvolti e non solo a livello politico. In tante delle dinamiche relazionali della nostra vita i giochi di potere sono presenti tra gli amici o altri che stanno cercando di competere per trovare il partner giusto o in competizione con il partner che si ha o con i nostri parenti cercando di dominare la conversazione o dei dibattiti. Ci sono tanti modi in cui siamo tentati a voler forzare la situazione e provocare una reazione invece di limitarci a vivere in modo giusto ed avere fiducia in Te. Prego che in questo periodo natalizio il Tuo Spirito possa continuare a ricordarci la storia di Cristo dalla culla alla croce. Prego che possa portare per noi un senso rinnovato di pace nonostante le circostanze in cui ci troviamo. Prego che le decisioni che facciamo possano renderti onore. Prego che possiamo essere consapevoli della Tua presenza come ospite invisibile in tutte le nostre celebrazioni. Grazie per il dono che ci hai portato in questo Natale.
Nel nome di Gesù,
amen.
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