Vorrei iniziare con una serie di domande che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si pone:

“Le persone che si suicidano vanno automaticamente all’inferno?”

“Chi è in Cielo, è consapevole di ciò che fanno i loro cari?

“Siamo osservati dalle persone che ci hanno lasciato e che sono in Cielo?”

“C’è del dolore in Cielo per le scelte dei propri cari che fanno sulla terra?”

In questa serie di approfondimenti abbiamo cercato di fare un quadro generico dando enfasi alla nostra destinazione finale, cioè il Giudizio e ciò che accadrà dopo. La Bibbia ci racconta ciò che accadrà nella vita che verrà quando ci sarà un Nuovo Cielo ed una Nuova Terra e avremo dei corpi nuovi; quando saremo la versione “perfezionata” di noi stessi.

Il periodo intermedio tra la morte e la risurrezione però, rimane misterioso. I teologi lo hanno denominato “lo stato intermedio”.

Chiediamoci quindi, “come dovremmo vivere nel frattempo mentre aspettiamo di andare in Cielo?”

“Come dovrebbe cambiare il modo in cui ci svegliamo, le decisioni che prendiamo in questa vita per fare una differenza su questo pianeta e diventare un’influenza positiva?”

Parlando di Dio, l’apostolo Paolo disse: “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4). Questo è il Suo desiderio!!!

Gli animali agiscono seguendo il loro istinto e quando un animale ne uccide un altro nessuno pensa che sia un omicida, piuttosto parte di ciò che accade nella catena alimentare.

L’istinto fa parte anche della natura umana ma perché siamo stati creati a immagine di Dio, ciò ci aiuta ad innalzarci al di sopra della nostra biologia. Possiamo ragionare e siamo consapevoli di avere il libero arbitrio e di essere in grado di scegliere ciò che è giusto e amorevole anche se contro il nostro istinto. D’altronde, perché abbiamo il libero arbitrio a volte scegliamo di fare del male e roviniamo la vita degli altri, la creazione, la nostra propria esistenza e creiamo della confusione e dello scompiglio. Questo rappresenta parte del prezzo di ciò che significhi essere creati a immagine di Cristo e di Dio.

Dio desidera che tutti siano salvi. Il Suo desiderio è proprio quello e la Sua disposizione è verso il mondo. Cosa significa essere salvi? Da cosa desidera salvarci? Dal punto di vista biblico la salvezza non consiste nella nozione di essere stati riscattati da qualcosa di terribile ma che Dio ci abbia salvato da una situazione portandoci ad una nuova, migliore. Non siamo solo salvi dal Giudizio grazie alla rassicurazione che abbiamo in Cristo, ma Lui ci porta verso una nuova vita. La buona notizia è che la possiamo sperimentare sin da ora, manifestando l’evidenza della sicurezza divina e dell’amore, compassione e fermezza nei nostri propositi e visione. E’ una vita che manifesta Gesù e la Sua influenza nel quotidiano. Il modo in cui facciamo le nostre scelte ed utilizziamo il libero arbitrio collaborando con la volontà di Dio, fa sì che la Sua volontà e la nostra, siano allineate e ciò ha il potenziale di impattare il pianeta in modo positivo.

Cosa accade NEL FRATTEMPO della nostra risurrezione e dopo la nostra morte?

Di seguito presenterò due teorie ed una svolta.

La prima è la teoria del “sonno dell’anima”. Questa dottrina sostiene che quando si muore l’anima si riposi e che non stia in nessun luogo celeste ma che dorma in pace senza essere attiva a livello cosciente in nessuna attività celeste fino al giorno della propria risurrezione. Secondo questo filo di pensiero l’anima dorme in attesa del suo rinnovo e quello del corpo e quando tornerà in vita, si sveglierà. Questa teoria è sostenuta da un numero importante di cristiani nel mondo protestante. Vorrei chiarire che nessuna delle teorie che discuteremo farà di una persona l’essere in linea con la verità o che sia eretica. Si tratta di diversi modi di vedere o di interpretare all’interno del mondo cristiano. Il re Salomone disse: ” I viventi infatti sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla…” (Ecclesiaste 9:5). “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con tutta la tua forza, perché nello Sceol dove vai, non c’è più né lavoro né pensiero né conoscenza né sapienza” (Ecclesiaste 9:10). Questa teoria di solito viene accompagnata con un insegnamento nell’Antico Testamento riguardo la risurrezione. Quindi si intende ci sia uno stato di incoscienza per un periodo e che poi arrivi la risurrezione quando ci sveglieremo.

Nel Nuovo Testamento scopriamo che la metafora del sonno viene utilizzata spesso in riferimento a chi è morto. Questo ha fatto sorgere la domanda a diversi teologi i quali si sono chiesti se magari ci sarebbe stato di più che un’esprimersi poeticamente e che forse il significato sarebbe più profondo. “Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza” (1 Tessalonicesi 4:13). Più avanti l’apostolo Paolo scrisse riguardo la risurrezione e della speranza che porta ma nel frattempo, stabilì che chi fosse morto, dormisse. In diverse occasioni quando Gesù faceva risorgere chi aveva perso la vita si rivolgeva alla folla dicendo che non fossero morti ma che dormissero come nel caso di Lazzaro, la suocera dell’apostolo Pietro e tanti altri. Le persone che si svegliarono dopo essere state risorte non raccontarono di aver vissuto o sperimentato chissà cosa nell’aldilà con Dio mentre erano morti. Quando la suocera dell’apostolo Pietro risorse si svegliò dicendo di aver fame, come se si fosse appena svegliata dal sonno. Non c’è niente di certo ma da questi passi si potrebbe concludere che chi muore poi entra in riposo insieme a Dio. Martin Lutero credeva in questa dottrina e volle renderla anche relazionale, quindi spesso quando faceva riferimento alle anime in riposo diceva che stessero riposando alla presenza di Cristo e che Lui vegliasse su di loro. Più avanti nel tempo, fu alle prese con dei versetti che suggerivano riguardo all’esistenza di una coscienza consapevole dopo la morte, ma non volendo cambiare opinione totalmente disse che la morte fosse come dormire essendo consapevoli della presenza di Cristo nel sonno.

La seconda teoria parla dell’essere coscienti insieme a Cristo. Gesù disse: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giovanni 14:3). Queste dimore non sono un luogo permanente però, perché Gesù parla della Sua risurrezione. La Sua risurrezione diventa il prototipo per tutto il creato che geme e aspetta che i figli e le figlie di Dio siano rivelate (Romani 😎.

La risurrezione è la nostra destinazione finale, ma nel frattempo Gesù sta preparando una dimora per noi. La dimora potrebbe essere una stanza dove potremmo riposarci e dormire o forse no. L’apostolo Paolo disse: “Perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore, ma il rimanere nella carne è più necessario per voi” (Filippesi 1:23, 24). Notiamo che il vivere viene contrastato con l’essere con Cristo. “Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore” (2 Corinzi 5:8). In questo passo sta dicendo che l’essere assente dal corpo sia essere a casa con il Signore. Anche in questo caso si potrebbe dire che chi si riposa o dorme sia alla presenza di Cristo e che Lui vegli su di lui. Altra evidenza nelle Scritture suggerisce che nel mondo dello spirito se ci si riposa o si dorme, almeno si ha l’abilità di svegliarsi quando c’è bisogno come nel caso della trasfigurazione. Mosè ed Elia visitarono Gesù. C’è chi argomenta che Mosè ed Elia siano stati coscienti nell’aldilà nel mondo dello Spirito e che apparvero a Gesù per incoraggiarlo ed altri invece dicono che il fatto che gli si sia stata concessa della grazia particolare per poter interagire con Gesù e svegliarsi per un po’ non significa che accada a tutti. Entrambe posizioni possono essere sostenute con la Bibbia.

Il libro dell’Apocalisse contiene degli insegnamenti importanti per il cuore umano e per la nostra vita ma quei messaggi sono spesso avvolti da un linguaggio apocalittico e simbolico. Perciò di solito non è consigliabile costruire o formare una dottrina basandoci su ciò che troviamo in quel libro. Piuttosto se notiamo uno schema nel resto delle Scritture potremmo provare a trovarlo anche nel libro dell’Apocalisse. “Quando egli aperse il quinto sigillo, io vidi sotto l’altare le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della parola di Dio e a motivo della testimonianza che avevano resa; e gridarono a gran voce dicendo: «Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?». E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completato il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro” (Apocalisse 6:9-11).

In questi passi scopriamo che le anime di coloro che erano morti sulla terra come martiri si trovano in Cielo e interagiscono con Lui chiedendoGli fino a quando avrebbe aspettato a fare giustizia, a conquistare il male e a dichiararsi Re soggiogando il maligno e vendicando chi era stato ucciso per la fede. Volevano sapere quanto avrebbero dovuto aspettare fino al momento in cui tutto sarebbe stato messo a posto nel mondo. Secondo quel versetto, i morti non solo sono coscienti e interagiscono con Dio ma sono perfino consapevoli di ciò che sta accadendo sul pianeta e sono afflitti e coinvolti a causa di ciò che accade sulla terra.

Nell’Antico Testamento il re Saul si rivolse ad una medium di Endor chiedendogli di evocare lo spirito di Samuele il profeta che era morto. Ci sono due modi di interpretare ciò che accadde dopo: lo spirito del profeta fu svegliato dal sonno per parlare con Saul o era già cosciente ed apparve. Lo spirito del profeta Samuele menzionò dei fatti a Saul che rivelavano che lui fosse consapevole di ciò che accadeva nella vita del re. Dall’altro canto, altri teologi sostengono che Dio avesse rivelato tutto a Samuele dopo l’essersi svegliato. Nell’undicesimo capitolo della lettera agli Ebrei c’è un elenco di tutti gli eroi della fede che passarono nell’altra vita lasciando un esempio importante di ciò che significhi confidare in Dio e vivere una vita per Lui. In riferimento a questi eroi l’apostolo Paolo disse: “Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti” (Ebrei 12:1). Questi passi menzionano un grande numero di testimoni che ci incoraggiano e tifano per noi da lassù!

E’ un incoraggiamento o ci dà dei brividi? Siamo osservati non solo da Dio ma da altri, da coloro che ci hanno preceduto e che desiderano il meglio per noi.

Il colpo di scena è il seguente: è possibile anche che questo continuum spazio-temporale del quale facciamo parte, tempo, spazio e materia, questo Matrix nel quale viviamo sia qualcosa che sperimenteremo diversamente nell’altra dimensione. Secondo questa visione la nuova dimensione non è un luogo geografico ma tutta un’altra dimensione nella quale si entrerà. Il luogo fisico non ha importanza. In quella nuova dimensione anche la relazione che abbiamo con il tempo cambierà e sarà diversa. Vorrei ricordarvi che alcuni teologi hanno affermato che sia che uno creda alla teoria del sonno o ad una piega del tempo, se le persone muoiono in diversi tempi della storia potremmo tutti arrivare al Giorno del Giudizio allo stesso momento. A prescindere dall’anno in cui si è morti (migliaia, centinaia, qualche decennio fa o ieri) nella nuova dimensione si arriverà allo stesso momento, nel Giorno del Giudizio finale. Diverse persone sostengono questa teoria e a questo punto rimane quello che è, solo una teoria che può incoraggiarci molto come lo è stato per tanti.

Segue parte 2