Come sarà la vita nell’aldilà? Ci sveglieremo un giorno in un’altra dimensione su un prato fiorito? Abiteremo in una città celeste dove si potrà volare? Il film “Al di là dei sogni” (1998, Robin Williams) presenta il concetto che dopo la morte tutti non vadano nello stesso luogo e che sia possibile vivere delle esperienze diverse. In questo studio affronteremo il tema del Cielo e della Nuova Terra. Cosa ci aspetta esattamente?
La morte è un evento che spetta a tutti; senza eccezioni. Ogni secondo nel mondo muoiono tre persone, 250.000 in 24 ore e un bel giorno arriverà il nostro turno. Sono delle buone o delle cattive notizie? Il pensiero della morte ci riempie di timore e di ansia?
La Bibbia è piena di illustrazioni che fanno volare la nostra immaginazione incoraggiandoci. Quelle descrizioni ci sono state date con il proposito di vivere in un modo che sia in sintonia con chi saremo per l’eternità.
“Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la loro vita” (Ebrei 2:14, 15).
Esistono tanti che hanno quel timore ed è triste perché non riescono a gioire di tante cose belle. Il timore distrugge e toglie la gioia del momento, frenando le persone dal poter godere della vita. Gesù è venuto per rinnovare il nostro coraggio e togliere il dardo della morte donandoci nuova energia per poter vivere le nostre vite al meglio, rinvigoriti da una nuova speranza.
Nello studio precedente è stato presentato il concetto che dopo la morte le nostre azioni o opere compiute in questa vita verranno giudicate. Tramite Gesù possiamo essere rincuorati perché siamo a conoscenza del nostro verdetto. Alcuni cristiani e teologi sostengono che c’è la realtà del Paradiso e dell’inferno e che tramite una preghiera sia possibile catalogare e predire la destinazione finale di ogni individuo. Chi lo afferma, poi comincia a fare delle eccezioni basandosi su ciò che immagina riguardo tante cose, che rimangono un mistero. Per esempio, il destino dei neonati, degli animali domestici e la lista continua. La verità è che nessuno lo sa, queste teorie inventate dall’uomo rappresentano delle distrazioni. La Bibbia ci rassicura che possiamo essere certi che il Paradiso c’è per chi accetta Cristo.
C’è forse chi non si sente molto sicuro pensando che il Giorno del Giudizio andrà male a causa della scarsa esemplarità della propria vita. Dovremmo riconoscere che siamo fallaci e che abbiamo bisogno del perdono e della misericordia di Dio; abbiamo bisogno di riconciliarci con Lui e così essere sicuri di poter contare sulla Sua giustizia (invece di pensare alla nostra) e sapere in anticipo quale sarà il nostro verdetto. “Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna…” (1 Giovanni 5:13). Come mai la Bibbia insegna queste cose? Per farci sapere che abbiamo la vita eterna ora e anche per informarci quale sarà la nostra destinazione finale. Tutto con il proposito di infondere in noi più energia nel modo in cui viviamo le nostre vite, ora.
C’è da evidenziare che la Bibbia non parla dell’aldilà con il proposito di farci sapere la destinazione finale di ogni individuo di questo mondo. Parte del mondo cristiano si concentra nel trovare nella Bibbia dei passi a sostegno della propria teologia a riguardo dell’aldilà per poter affermare chi va in Paradiso e chi no. La Bibbia non ci è stata data con il proposito di farci diventare dei giudici dell’umanità.
Per noi che siamo in Cristo, la nostra destinazione finale rappresenta il rinnovamento della nostra persona spirituale, mentale, sociale, relazionale e fisica in unione con il divino. Non andremo in Cielo ma il Cielo verrà sulla terra e tutto quanto sarà rinnovato: i nostri corpi, il mondo e le relazioni. L’enfasi che l’Antico e il Nuovo Testamento danno non è posto sul riscattarci e portarci via da questo mondo così che possiamo andare in Cielo e abitare lì come esseri disincarnati per sempre. La Bibbia parla di come il Cielo verrà sulla terra e di come Dio verrà giù ad abitare tra noi portando la Sua energia divina qui per rinnovare il pianeta.
Questo concetto potrebbe essere di grande incoraggiamento per chi si sente appesantito o in colpa dal punto di vista religioso per il fatto di non emozionarsi perché si andrà in Paradiso dopo la morte. C’è chi se lo chiede davvero, pensando a come sarebbe il Cielo, cosa si indosserà, se si suonerà l’arpa o no, se ci sarà la musica, se ci sederemo sulle nuvole, cosa si mangerà, cosa si farà e così via per poi concludere che sembra tutto piuttosto noioso e finisce col sentirsi in colpa. Non siamo stati creati per trovare la nostra speranza ed incoraggiamento nel cercare di immaginarci il resto della nostra esistenza come degli esseri disincarnati che vivono in un regno etereo totalmente sconnessi da ogni esperienza umana conosciuta in questa terra. La nostra speranza dovrebbe provenire dalla prospettiva di un futuro che in tanti modi sarà una versione rinnovata e perfezionata del meglio che una vita umana è e può diventare ora. Chiediamoci, come sarebbe se la nostra vita ora fosse la migliore versione possibile e potessimo sperimentarlo? Nessuno di noi sa cosa si sperimenti ad essere un essere spirituale disincarnato, quindi non vale la pena perdere del tempo a cercare di comprendere come sarà un futuro ipotetico basandoci su dell’informazione totalmente estranea a noi esseri umani. Gesù non decise di dare dei corpi a delle anime pre-esistenti per vedere se lo sperimento funzioni o meno. Dal punto di vista biblico, nessun essere umano è mai esistito separato dal suo corpo. Dio nella Genesi creò il corpo dell’uomo e della donna prima e poi soffiò su di loro l’alito della vita. Essere degli esseri umani significa essere incarnati.
Il piano originale di Dio fu creare l’uomo per vivere in un paradiso fisico dove poter svolgere dei lavori importanti creativi. L’Antico Testamento da indizi che Dio non abbia rinunciato al Suo piano originale per l’umanità. Dopo la caduta di Adamo ed Eva Dio non concluse che il regno fisico fosse stato un errore e che si sarebbero dovuti portare gli esseri umani in Cielo.
“Poi un ramoscello uscirà dal tronco di Isai e un germoglio spunterà dalle sue radici. Lo Spirito dell’Eterno riposerà su lui: spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno. Il suo diletto sarà nel timore dell’Eterno, non giudicherà secondo le apparenze, non darà sentenze per sentito dire, ma giudicherà i poveri con giustizia e farà decisioni eque per gli umili del paese. Colpirà il paese con la verga della sua bocca e col soffio delle sue labbra farà morire l’empio. La giustizia sarà la cintura dei suoi lombi e la fedeltà la cintura dei suoi fianchi. Il lupo abiterà con l’agnello e il leopardo giacerà col capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno insieme e un bambino li guiderà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli giaceranno insieme, e il leone si nutrirà di paglia come il bue. Il lattante giocherà sulla buca dell’aspide, e il bambino divezzato metterà la sua mano nel covo della vipera. Non si farà né male né distruzione su tutto il mio monte santo, poiché il paese sarà ripieno della conoscenza dell’Eterno, come le acque ricoprono il mare” (Isaia 11:1-9). Ci sarà un’ inondazione di energia, bellezza e unità divina! Questi passi sono alcuni di tanti dei passi che ci danno un piccolo assaggio e degli indizi sul futuro senza spiegare tutto in dettaglio.
Dalla prospettiva ebraica, la somma speranza consiste nello scoprire come Dio rinnoverà la creazione. Il Nuovo Testamento afferma il rinnovo e la redenzione della creazione come obbiettivo finale da parte di Dio per la nostra dimora eterna. Il Nuovo Testamento conferma i concetti dati nell’Antico Testamento dando più dettagli. La risurrezione fisica di Gesù viene presentata nel Nuovo Testamento come il prototipo di dove Dio sta conducendo il Suo popolo e pianeta. L’apostolo Paolo disse che Gesù è stato la primizia di ciò che tutti un giorno sperimenteremo come Lui e la nostra vita risorta sarà la primizia di ciò che tutta la creazione non vede l’ora che arrivi. Quando studiamo il corpo risorto di Gesù e le Sue esperienze, ci aiuta ad avere un assaggio di ciò che possiamo aspettarci del Nuovo Cielo e della Nuova Terra. “Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono” (1 Corinzi 15:20).
Quando approfondiamo ciò che la Bibbia ci dice riguardo alla vita risorta di Cristo, possiamo trovare degli indizi per le nostre esperienze future dopo la morte. Unire ciò che le Scritture dicono riguardo alla Nuova Terra con ciò che si impara riguardo il corpo nuovo di Gesù ci dà un idea di come sarà vivere nel futuro. Nel libro dell’Apocalisse si trova una descrizione di una dimensione celeste che scende sulla nostra dimensione terrestre e apre le porte ad una creazione rinnovata infusa di energia divina eterna. Non parla di come noi verremo riscattati per andare a vivere in Cielo per sempre ma di come il Cielo verrà sulla terra. Il termine “Cielo” ha diversi spunti nella Bibbia, uno si usa in riferimento al dominio di Dio o alla dimensione all’interno della quale la volontà di Dio e le Sue vie vengono eseguite. Il “Regno dei Cieli” e “Il Regno di Dio” si usano in modo intercambiabile nei Vangeli; il Regno dove si trova Dio e dove la Sua volontà è compiuta. Il concetto del Cielo che viene sulla terra è in sintonia con il modo in cui Gesù ci insegnò a pregare. “Venga il Tuo Regno. Sia fatta la Tua volontà come in Cielo, così in terra…”. Ci è stato promesso che il Cielo verrà a noi e si fonderà con la realtà terrestre iniettando dell’energia rinnovante per tutta la creazione. Tutto questo ha molto senso perché è così che tutto diede inizio nella Genesi. Dio non chiese ad Adamo ed Eva di cercare di diventare più spirituali o di tele trasportarsi spiritualmente al Cielo in preghiera. Dio li creò in un regno fisico e poi ebbe comunione con entrambi nella loro dimensione umana e sarà così anche in futuro.
“Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più” (Apocalisse 21:1). Nella letteratura antica il “mare” spesso rappresentava “tumulto”, “disordini”, “morte”. Il mare secondo quella visione di mondo separava i popoli, non si sapeva chi abitasse dall’altra parte ed era causa di pregiudizio. Per navigare era necessario costruire delle barche e c’era difficoltà nel commerciare e nel muoversi. Nel mare spesso si perdeva la vita e ciò generava mistero, immaginando dei mostri marini ed altre cose simili. Perciò il mare era spesso un simbolo di ciò che non andava sul pianeta. Quindi sotto quella luce, questo passo dice tanto a riguardo della riunificazione della terra. “E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Apocalisse 21:2). L’illustrazione dello sposo e della sposa rappresentano il Cielo e la terra che si uniscono. Sono diversi ma sono stati creati per complementarsi ed integrarsi bene come marito e moglie. “E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate». Allora colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio tutte le cose nuove». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono veraci e fedeli». E mi disse ancora: «È fatto! Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell’acqua della vita” (Apocalisse 21:3-6). “Non vidi in essa alcun tempio, perché il Signore Dio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio. E la città non ha bisogno del sole né della luna, che risplendano in lei, perché la gloria di Dio la illumina e l’Agnello è il suo luminare” (Apocalisse 21:22, 23).
Segue parte 2
Commenti recenti