Gesù ha mai detto che l’essere generosi con le proprie finanze si traduce in ricevere altrettante benedizioni di carattere monetario?

Il filo di pensiero cristiano sulla prosperità sostiene che si dovrebbero allineare i propri pensieri e focalizzarli sul chiedere, credere e ricevere delle benedizioni sottoforma di denaro; ci si dovrebbero anche allineare le proprie emozioni e visualizzare che si è già benestanti e in quel modo attrarle. Ultimamente è stato anche aggiunto il seguente concetto: quando siamo generosi e doniamo del denaro, Dio ce lo darà indietro; più si dà, più Dio ci donerà.

“Date e vi sarà dato: una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in seno, perché con la misura con cui misurate, sarà altresì misurato a voi” (Luca 6:38).

La parte del passo che dice che Dio ci darà indietro “una buona misura, pigiata, scossa e traboccante” potrebbe essere interpretato nel senso che se doniamo del denaro, Dio ci darà indietro anche più denaro e che non riusciremo mai a dare più di Dio. Analizzando il contesto del versetto però scopriamo che il passo prima dice: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato. Date e vi sarà dato una buona misura pigiata, scossa, traboccante…” (Luca 6:37).

Quindi ogni volta che Gesù menziona la prosperità, la ricchezza o il ricevere dovremmo fare attenzione al contesto e scopriremo che inesorabilmente Lui si focalizza nelle qualità di natura relazionali come il perdono, il servizio, il non giudicare, ecc.

Gesù nella preghiera che ci ha insegnato, il Padre Nostro ci incoraggia a pregare chiedendo a Dio di perdonare i nostri peccati come noi perdoniamo a chi ci fa del male. La nostra relazione con Dio è qualcosa che dovremmo manifestare ed emulare nelle nostre relazioni con gli altri. Entrambi aspetti di pari importanza. Gli insegnamenti di natura relazionale di Gesù sono stati sempre il Suo focus Non è giusto prendere dei passi fuori contesto ed applicarli al denaro, alle finanze, alle ricchezze, agli averi o alla prosperità. Farlo è fuorviante e una bugia, detti concetti non rappresentano ciò che Gesù insegnò.

“Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Matteo 6:19-21). È interessante, Gesù disse in modo chiaro nei Vangeli che il denaro e le cose non hanno un valore così alto da doverli perseguire. Lui ha detto che dov’è il nostro tesoro, là sarà anche il nostro cuore, cioè dove investiamo le nostre risorse, enfasi e le nostre finanze sarà dove il nostro cuore ci porterà. A volte senza pensare investiamo le nostre energie in cose materiali volendo acquisire questo o quello senza renderci conto che il nostro cuore sia egocentrico. In altre parole, viviamo in una cultura saturata dai mass media e siamo costantemente bombardati dalla pubblicità e senza renderci conto cominciamo a cascare nella trappola dell’egocentrismo. Concentrarci nell’investire in noi stessi, nell’acquisire, nel comprare e nell’avere di più, fa sì che il nostro cuore inizi a deteriorarsi e ad indirizzarsi verso la direzione sbagliata. “Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. Fare la scelta di porre fine a quel processo e cambiare il nostro atteggiamento verso il denaro e le ricchezze, scegliendo invece di non investire energie nell’acquisire sempre più cose, cercando di essere più generosi è un processo che comporta il cambiamento nella disposizione del nostro cuore. Diventa un esercizio di rimodellamento spirituale.

“Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro; oppure sarà fedele all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona” (Matteo 6:24).

Il termine “mammona” significa, “ricchezza”, “prosperità” o “soldi”. Il nostro dichiarare di volere a tutti costi una cosa è esattamente l’opposto della via alla quale Dio ci chiama. Non si può ritenere di poter servire Dio quando il nostro cuore è pieno di altro, Lui ci ha presentato una scelta. Non possiamo pretendere che Dio appoggi la caccia ai nostri desideri personali di natura finanziaria. Vivere una vita egocentrica e concedere un piccolo spazio a Dio come un occidentale ricco non è ciò che Gesù si aspetta da noi. Lui ci ha chiamati a fuoriuscire dall’intero paradigma e ad adottare una vita contro cultura.

Gesù ha parlato del tema della preoccupazione collegandolo all’avere: più si ha, più ci si preoccupa di cosa faremo se non si avesse più. Come si faceva a vivere senza dei microonde, cellulari, macchine, ecc. ?

C’è chi si preoccupa di perdere ciò che ha o di non potersi più permettere di pagare delle rate su altre cose che vorrebbero. Si comincia a creare in modo inconscio un legame co-dipendente emotivo con delle cose materiali; ciò è causa di ansia e preoccupazione per molte persone. Perciò la disposizione cristiana dovrebbe essere quella di staccarsi dalle cose materiali; se si hanno si utilizzano per la gloria di Dio e se non si hanno fa lo stesso, perché la nostra identità, status, sicurezza, soddisfazione e senso di successo non si trovano in ciò che si possiede. Le nostre gioie non provengono dalle cose materiali. Gli averi ci possono aiutare a migliorare, ma se diventassero il nostro padrone, sarebbero per noi, guai. La nostra gioia e sicurezza si trovano nel cuore compassionevole di Dio. Adottare quel tipo di mentalità ci libera da tanta preoccupazione ma non è qualcosa che sperimentiamo una volta sola nella vita, è un principio da mettere in atto quotidianamente e da vivere. Dovremmo stare accanto alle persone che ci aiutano a ricordare che apparteniamo a quel tipo di universo.

Se qualcosa che abbiamo letto in questo studio ci parlasse al cuore, dovremmo cercare di viverlo, circondiamoci di persone che ci aiutino a ricordare questi principi e dell’universo in cui ci troviamo dove l’amore e le relazioni sono più importanti.

Una citazione del libro “The Secret” dice: “Il nostro lavoro consiste nel dichiarare ciò che ci piacerebbe possedere dal catalogo che l’universo ci offre”.

Per chi segue Gesù invece il principio da seguire è il seguente: “Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Matteo 6:33). Se cerchiamo prima il regno di Dio, Lui ci risponderà come un Padre amorevole e sceglierà di concederci ciò che desideriamo o meno.

Il pensiero di Gesù si contrappone a ciò che viene presentato nel libro “The Secret” dove si incoraggiano le persone a cercare di comprendere ciò che vogliono e a darsi da fare per ottenerlo facendo delle mosse giuste. Gesù ci libera e dovremmo cercare il Suo regno. Il regno dei Cieli o di Dio significa che Dio è Re della nostra vita ora, vuol dire adottare il Suo stile di vita. Quindi non preghiamo che Dio ci porti al regno dei cieli ma che venga il Suo regno a noi e che sia fatta la Sua volontà in terra come in cielo. Consiste nel vivere in una dimensione dove Dio regna e dove il Suo modo di vivere e di agire viene messo in atto. È un regno in contrapposizione al regno della nostra cultura, dei mass media, della legge dell’attrazione, dell’acquisire, del materialismo e della prosperità. Il regno di Dio è incentrato sull’amore altruista, sul servizio, un luogo dove la soddisfazione personale e l’identità non derivano dalle cose materiali. Il regno di Dio ci libera permettendo di poterci collegare tra anime e noi con Dio; lo status non significa nulla. Ricchi e poveri possono frequentarsi senza imbarazzo perché sono dei fratelli e delle sorelle nel Signore e non c’è differenza. C’è una libera comunicazione tra anima e anima, nudi e senza vergogna in senso metaforico. Vivere nel regno di Dio e meraviglioso!

C’è chi pensa che se riuscissero ad avere più soldi potrebbero essere più generosi ed aiutare il regno. Non è vero che uno diventa più generoso quando ha più soldi perché dalla prospettiva di Dio la generosità è un dono che proviene dal cuore quindi sia che uno abbia molto o che abbia poco, quando si è generosi, Dio si rallegra e desidera collaborare con noi aiutandoci a maturare e a crescere. La verità è che Dio non ha bisogno del nostro denaro, Lui desidera il nostro cuore.

Un giorno Gesù e i Suoi discepoli erano al Tempio nella parte dove si offrivano i sacrifici. In quel luogo essi osservarono che molte persone benestanti donavano delle somme considerevoli di denaro. Dopo un po’ videro avvicinarsi una donna povera che offrì solo alcune monetine. Gesù si voltò verso i Suoi discepoli esclamando di non aver mai visto una tale generosità e che valesse la pena emularla perché nella sua povertà lei aveva donato tutto quello che aveva.

Se non siamo radicalmente generosi ora non lo saremo dopo, quindi l’esserlo non dipende dal proprio status sociale. Cerchiamo di vivere nel Suo regno ora. L’obbiettivo che Dio ha per noi consiste nell’aiutarci a diventare radicalmente generosi nello stato in cui ci troviamo.

“Di nuovo, il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo, avendolo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo” (Matteo 13:44).

Il regno di Dio in questo testo viene paragonato ad un tesoro che si scopre, un tesoro che ci insegna tutto un nuovo modo di vivere e che apre la nostra mente a delle cose nuove. La persona che scoprì il tesoro non lo rubò ma perché si trovava in un terreno che non gli apparteneva lo sotterrò di nuovo e si precipitò a vendere tutto quello che aveva per poterlo comprare. Questa allegoria non significa che si dovrebbero vendere delle cose materiali per andare in Paradiso ma sta cercando di enfatizzare quanto valore abbia il tesoro, il regno è così importante; vale davvero la pena lasciare andare tutto il resto delle cose, per abbracciarlo.

La scelta sta a noi, desideriamo vivere in un universo permeato dalla presenza dell’amore di Dio o da uno meccanizzato, governato da regole che facilitano l’ottenere ciò che desideriamo? Se desideriamo seguire Gesù la scelta è chiara. Gesù ci ama e desidera accoglierci nel Suo regno, spero che possiamo rispondere alla Sua chiamata!

Preghiera:

Padre celeste, ti ringrazio per la Tua grazia, per darci ciò che non meritiamo, per esserti avvicinato a noi nella nostra condizione ed aver cambiato le nostre vite con il Tuo amore. Questo nonostante avessimo l’idea di esserci incamminati nella direzione giusta e di esserci concentrati nell’acquisire le cose materiali nel modo giusto, ti sei avvicinato anche se eravamo convinti che la nostra vita potesse solo migliorare. Ti ringrazio per la sfida che ci presenti, che esiste un modo di vivere migliore. Ti ringrazio per averci amato abbastanza per parlare alle nostre coscienze, per la Tua chiamata al pentimento. Prego che possiamo avere il coraggio di cercare il Tuo regno più che altre cose, prego che possiamo diventare un gruppo di persone che sanno bene cosa significhi accontentarsi sia che si abbia molto o che si abbia poco. Prego che possiamo trovare la nostra identità e soddisfazione nella nostra relazione con Te e che possiamo esprimerlo dando priorità alle relazioni che abbiamo con gli altri. Prego che questa possa essere una comunità di persone che cercano di vivere la vita che il regno di Dio ci mostra. Nel nome di Gesù, amen.