L’apostolo Paolo disse:

“Poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9).

“Gesù è Signore” è stato il primo credo della Prima Chiesa. Se desideriamo imparare a memoria un credo della chiesa, è facile perché consiste solo di tre parole: “Gesù è Signore”

Si stima che l’apostolo Paolo abbia scritto quelle parole attorno gli anni 50 del primo secolo, un periodo storico molto vicino all’evento del Cristo. Egli scrisse che se dichiariamo con la nostra bocca che Gesù è Signore… Gesù è il nostro leader, il nostro maestro e il nostro Dio.  Se crediamo che Gesù sia il sovrano di tutto, saremo salvi. In alcune cerchie cristiane si incoraggiano le persone ad invitare Gesù a diventare il loro Salvatore. L’apostolo Paolo fa di più e ci invita a seguirlo come nostro Signore e ad intraprendere tutto un nuovo modo di vivere, il fatto che Gesù sia anche il nostro Salvatore fa parte del pacchetto di benefici che Lui ci offre. Avviciniamoci a Gesù e consideriamolo il nostro Signore.

È questo che Gesù sosteneva o fu qualcosa che l’apostolo Paolo e gli altri apostoli attribuirono a Lui in un secondo tempo? Fu idea loro di proclamare che Gesù era Dio dell’universo?

Gesù raccontò una storia molto interessante nel Vangelo di Marco, ritenuto da gran parte degli storici come il primo Vangelo ad essere scritto. In quella storia Gesù raffigurò Dio come il padrone di un lotto che aveva affittato a dei fittavoli, persone che avevano smesso di pagare l’affitto. Dio, il padrone, mandò dei servi al lotto per riscuotere ciò che gli era dovuto chiedendo a quelle persone di rispettare il loro patto ma loro reagirono rifiutandosi di pagare e picchiando i servi. Alla fine mandò il Suo unico Figlio e lo uccisero.

Gesù spiegò che i servi che il padrone mandò rappresentavano i profeti che erano venuti prima di Lui. Nella storia di Israele vediamo la venuta di molti profeti, alcuni furono ascoltati ma la maggioranza no. (Marco 12:1-12). In quella parabola Gesù disse che alla fine Dio mandò il Suo unico Figlio (monogenes). Dopo che Dio ha parlato tramite il Suo unico Figlio non dovremmo aspettarci altri profeti o rivelatori, non c’è alcun altro che dovremmo ascoltare. Gesù inserì Sé stesso nella storia precedente distinguendosi dagli altri profeti, leader religiosi o guru come qualcuno che ha una relazione particolare e unica con Dio. Egli ha il DNA di Dio, Egli è l’unigenito Figlio di Dio. Nella parabola Gesù raccontò che sarebbero stati i leader religiosi ad uccidere il Figlio di Dio e che, come conseguenza, Dio avrebbe abbattuto il sistema religioso. Consiglio a tutti di leggere Marco 12, è veramente formidabile!

Coloro che conoscevano Gesù bene si riferirono a Lui come Figlio di Dio e anche come Dio.

Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio” (Giovani 1:1).

Più avanti nello stesso capitolo, l’apostolo Giovani afferma che “la Parola” era proprio Gesù. La Parola di Dio era presso Dio ed era Dio. Perciò si distingue da Dio ma allo stesso tempo possiede l’essenza dell’Altissimo, il DNA del divino.  La frase “…era presso Dio ed era Dio” rappresenta il paradosso di chi segue Gesù. I primi ebrei autori di questi testi erano monoteisti convinti, per loro esisteva solo un unico Dio quindi è incredibile che da quella convinzione così radicata potesse nascere un concetto diverso.

Dopo aver incontrato Gesù, essi vollero incorporarlo nella loro comprensione di Dio. Secondo loro il Padre, Dio, il Creatore, si distingueva in qualche modo da Gesù ma allo stesso tempo Gesù era anche Dio. Nonostante non sapessero esprimerlo con le parole giuste e non avessero un sistema di fede formulato e completo, essi decisero di seguire Gesù e di imparare strada facendo proprio come noi.

I primi autori del Vangelo non compresero a fondo la dottrina della Trinità e non sapevano come esprimerla con delle parole adeguate. La Trinità è un concetto che più tardi la chiesa approfondì, trovando le parole più adatte per spiegarlo, e per affermare che il Padre, Il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma allo stesso tempo pienamente Dio. L’autore del vangelo si limitò ad affermare che Gesù era con Dio ed era Dio e più avanti scrisse che la “Parola” si incarnò.

“ Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). 

Dopo la crocifissione Gesù risorse e apparve ai Suoi discepoli. L’apostolo Tommaso, conosciuto per il suo scetticismo, quando vide Gesù vivo nuovamente, esclamò:

“Signor mio e Dio mio!” (Giovanni 20:28-29). 

Gesù è Colui che ha il diritto di dirci come vivere, noi lo seguiamo e diamo la nostra vita a Lui, Gesù è il nostro Dio. Possiamo dichiarare di non comprendere totalmente la Sua persona ma di riconoscere che Egli è Dio.

Gesù non riprese Tommaso, accusandolo di idolatria, quando lo chiamò Dio, non lo corresse chiedendogli di chiamarlo solo maestro o profeta. Gesù accolse la Sua adorazione. Il Vangelo di Matteo ci dice che i discepoli di Gesù lo adorarono e che Egli lo accettò.

Gesù rispose: “«Perché mi hai visto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto».” (Giovanni 20:28, 29).

Gesù si riferiva a coloro che non avrebbero avuto l’opportunità, come i primi discepoli, di testimoniare la presenza fisica del Cristo risorto, a coloro che avrebbero dovuto credere per fede, a coloro che avrebbero avuto un incontro soprannaturale come quello sperimentato dall’apostolo Pietro. Un incontro spirituale che porta una persona a Gesù. Egli disse loro che i futuri credenti sarebbero stati grandemente benedetti. La nostra preghiera è che tutti possiamo sperimentarlo anche in questo momento.

Noi non riusciamo a vedere Gesù fisicamente ma Egli ha lasciato delle tracce, degli indizi per aiutarci a scoprire la Sua identità. Gli insegnamenti di Cristo hanno il potenziale di cambiare il mondo. Gesù ha promesso lo Spirito Santo che verrà a noi e confermerà la verità nei nostri cuori. Diamo ascolto alla Sua voce. 

Conclusione:

          Chi è Gesù? Dove andare per imparare più di Gesù? Cosa ha insegnato? Perché morì? Come dovremmo seguirLo oggi?

          Se si è il tipo di persona che riesce a percepire la chiamata dello Spirito, uno che è disposto ad incamminarsi verso Gesù, i seguenti consigli potrebbero essere utili:

  1. Imparare bene ciò che Gesù ha insegnato.  Una buona idea sarebbe quella di riascoltare o rileggere questa serie di nuovo, stampare degli appunti, aprire le Bibbie o acquistare una se non si ha. Si potrebbe anche imparare a cercare delle referenze bibliche, in altre parole, cercare di conoscere Gesù davvero.

Un’altra possibilità è quella di contattarci e porci senza timore le vostre domande. Saremo più che felici di rispondervi. Le domande per noi rappresentano il nostro linguaggio di amore. Quindi cercare di coinvolgersi ed imparare in modo attivo è qualcosa di molto positivo.

  • Contare il costo. Assicuriamoci di essere pronti a dare il passo di mettere Gesù al centro delle nostre vite. Nei Vangeli in diverse occasioni degli individui si avvicinarono a Lui dichiarando di essere pronti a seguirLo, ed Egli li fermava e chiedeva loro: “ma, ne siete sicuri? Certo si tratta di un’esperienza bellissima che cambia la vita, ci aiuta a fare dei passi in avanti ed è la più appagante esperienza dell’esistenza umana ma non sarà facile. Contate il costo”. Vorrei chiarire che nessuno qui desidera storcere il braccio a nessuno o forzare la mano. Il nostro obbiettivo non è quello di manipolare, né di promuovere nessuna “vendita”. Il nostro desiderio principale è che chi legga queste parole possa fermarsi e chiedersi: “Sono disposto a contare il costo?” “Sono pronto a dare la mia vita e seguire Gesù?” Gesù nel Vangelo di Luca ricorda ai Suoi seguaci di assicurarsi di essere consapevoli di ciò che fanno (Luca 14). Alla fine, Egli desidera il nostro sì quindi assicuriamoci di contare il costo e di essere disposti a rinunciare la nostra vecchia vita per poter abbracciare la nuova. 
  • Ritengo che ad un certo punto si dovrebbe giungere a dedicare la nostra vita. Tutti noi arriviamo ad un momento dove sarebbe importante dire di sì. Ad un certo punto si smette di essere dei fidanzatini e ci si sposa o si smette di essere solo amici e si decide di fidanzarsi. Di solito non si evolve lentamente verso il matrimonio ma ad un certo punto si decide di accettarlo. Alcuni di voi stanno avendo degli appuntamenti amorosi con Gesù ma forse è arrivata l’ora di accettare la Sua proposta di matrimonio e di avere una relazione duratura per la vita. Forse il giorno di accettare Gesù e dire di sì e proprio in questo momento! La Comunione o l’Eucaristia e anche il Battesimo potrebbero essere dei modi di fare una preghiera dove decidiamo di accogliere Gesù nella nostra vita.  

Se qualcuno di voi non è ancora stato battezzato, vi incoraggiamo a contattare il pastore più vicino a voi e a fare il passo. Il Battesimo e la Comunione sono due modi di dichiarare pubblicamente che accettiamo Gesù ma possiamo anche semplicemente dire di sì nei nostri cuori per iniziare. 

  • Investire in una comunità incentrata su Cristo. Se desideriamo seguire Gesù oggi, quando sentiamo la Sua chiamata ad avvicinarci a Lui dovremmo realizzare che detta chiamata consiste anche nell’avvicinarci a vicenda. Gesù riscrive e riconfigura tutte le nostre relazioni con Dio e tra noi e gli altri. Per poter continuare a crescere in quelle aree cerchiamo di farlo insieme ad altre persone che hanno intrapreso lo stesso percorso di fede. Si tratta di una spiritualità di natura relazionale dove si cerca di investire in una comunità incentrata su Cristo.  Chi fa parte di un’altra comunità di fede o chiesa, è incoraggiato a continuare nel suo percorso. Dall’altra parte se c’è qualcuno che non ha una famiglia di fede, sappiate che questo è il proposito della Meeting House, siamo qui per voi. Cercate i modi di poterci contattare. 

Gesù disse: “Or questa è la vita eterna…”

Si riferiva per caso solo a quello che accade soltanto dopo la nostra morte? No, è un modo di vivere che inizia da adesso. La nostra eternità inizia da ora. Gesù pronunciò queste parole in preghiera al Padre: 

“…che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato” (Giovanni 17:3).

“Conoscere”, è un termine relazionale, è avere una consapevolezza intima di Gesù, questo è avere la vita eterna. Non esiste un ideale più importante o più alto che potremmo mai perseguire in questa vita, conoscere Gesù ci guida verso la vita eterna ora. Non si tratta di seguire una certa religione per poter alla fine riuscire a raggiungere la vita eterna, consiste solo nel conoscere Dio ora in relazione.

Ecco perché quando partecipiamo a eventi come la Santa Cena o Comunione non lo facciamo perché crediamo che sia qualcosa che ci aiuterà ad ottenere la grazia di Dio ma si tratta piuttosto di esprimere una preghiera di gratitudine. Non stiamo pregando che Dio ci doni la Sua grazia, è piuttosto un’opportunità per ringraziarlo per ciò che ha fatto per noi.

Prepariamo i nostri cuori per la Comunione.  L’apostolo Paolo scrisse attorno gli anni 50 d.C. riferendoci una tradizione orale che racconta di una celebrazione nella chiesa.

Gesù visse fino all’anno 30 e qualche decennio dopo l’apostolo Paolo mise per scritto questo evento, descrivendo una tradizione della prima Chiesa che era stata tramandata già in modo continuativo. Una tradizione storica che era andata avanti senza interruzioni.

“Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me»” (1 Corinzi 11:23-24) 

Gesù ci chiese di farlo in memoria di Lui non per cercare di ottenere qualcosa.

“Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me»” (1 Corinzi 11:25). 

Questo nuovo patto avrebbe segnato la fine del vecchio. I Suoi nemici pensavano di essersi sbarazzati di Gesù quando lo misero a morte ma in realtà lo aiutarono ad inaugurare un modo totalmente nuovo per trovare intimità con Dio.

“Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga” ( 1 Corinzi 11:26).

Iniziamo prendendo in mano ciò che abbiamo per rappresentare il corpo di Cristo, ora pregherò che Gesù ci aiuti ad essere ricettivi, poi prenderemo del tempo per mangiare e meditare in silenzio e in preghiera. “Padre Celeste, grazie per aver mandato Gesù. Gesù, grazie per essere la Parola fatta carne, per essere stato l’immateriale che divenne concreto, lo spirituale che divenne fisico. Grazie per esserti inserito in un corpo, per aver camminato insieme a noi, dandoci dimostrazione del Suo cuore. Grazie Dio per aver preso forma umana e per aver elevato il nostro proprio senso di autostima, proposito e chiamata. Grazie per aver permesso che il Tuo corpo fosse spezzato per amore nostro. Ti accogliamo, pane della vita nei nostri cuori. Amen”.

Mangiamo insieme ciò che si ha e meditiamo qualche minuto.

 Il calice simbolizza il nuovo patto di sangue in Cristo, ricordiamo che in quei giorni i patti venivano firmati con il sangue di un animale di solito. Perciò il sangue di Gesù è la firma del nuovo contratto, del Nuovo Patto, del nuovo modo di essere in relazione. La Comunione è un atto prettamente irreligioso nel contesto ebraico del primo secolo. Nei giorni di Gesù bisognava drenare la carne del sangue per farla diventare kosher e nessuno avrebbe mai usato un simbolo del genere, era considerato aberrante, un’azione sacrilega.

Gesù disse che avremmo dovuto far finta di bere il Suo sangue, un concetto scandaloso nel contesto ebraico religioso ma ciò apriva le porte all’idea di lasciare la via della religione e di soffermarci su Gesù. Ora faremo una breve preghiera e poi berremo e resteremo in silenzio.

“Padre Celeste, ti ringraziamo per averci chiamato a seguire questo nuovo modo di essere. Gesù, ti ringrazio per esserti inserito nel sistema sacrificale religioso di tuoi tempi e per averlo demolito, grazie per averci chiamato ad abbracciare questa nuova bellissima spiritualità irreligiosa. Sono molto grato, ti ricordiamo e beviamo questo calice in memoria di Te. Accogliamo questa nuova realtà nella nostra vita. Amen.” Beviamo insieme e meditiamo qualche minuto.

Gesù è il Rivelatore. Ci rivela il cuore di Dio. Gesù è il nostro Salvatore, ci salva dalla schiavitù del peccato tramite la croce. Gesù è il Sovrano, il re di un Regno alternativo. Egli è Signore della nostra vita e mentre ci sottomettiamo a Lui e ci moviamo secondo la Sua volontà e via, raggiungiamo il nostro pieno potenziale e diventiamo pienamente noi stessi. Gesù è tutto questo e vi invitiamo a seguirLo insieme a noi!

Preghiera: Padre Celeste, ti ringrazio per questa serie e per questo tempo insieme. Prego che il Tuo Spirito Santo ci accompagni e che possiamo avere la consapevolezza della Tua Signoria e leadership e che possiamo rispondere alla Tua voce. Nel nome di Gesù, amen.