Come ha fatto il cristianesimo a deviare? In quale momento ci siamo fuorviati? Da quando la religione cristiana è diventata così ipocrita, moralista, violenta e lontana da ciò che Cristo rappresenta? Lunghi tratti della storia della chiesa sono macchiati da violenza sia negli atteggiamenti sia nelle azioni. Quando Gesù non viene messo al centro, la religione cristiana diventa anticristo. La cristianità ha il potenziale di diventare una potente forza trasformante per il bene o, al contrario, una forza malvagia e distruttiva. È perciò importante per noi credenti tornare alle basi della figura di Gesù e a ciò che Lui rappresenta. Chi è già credente troverà che questa serie ci conduce alle fondamenta della nostra fede, e questo è un esercizio da ripetere spesso per assicurarci di non aver messo Gesù in disparte a favore di un’altra filosofia o impostazione religiosa.

Questa serie è rivolta particolarmente a chi non è credente, a chi è agli inizi e desidera investigare il mondo della fede o a chi si trova nel processo di smantellare degli aspetti poco salutari del proprio modo di intendere il cristianesimo. Vorremmo dare a tutti la possibilità di costruire qualcosa di sano che sia centrato su Colui che è al centro della nostra fede e che ci guida verso la via dell’amore.

Siamo convinti che non ci sia miglior modo di dare inizio a questo percorso che il centrarsi sulla Persona di Gesù, particolarmente per chi ha delle difficoltà nell’ambito della fede, e chi sta cercando di rafforzarla o di investigare questo mondo per la prima volta. C’è qualcosa su Cristo che lo posiziona al centro di diversi modi di vedere la vita. Gesù ha una voce che comunica in modo reale nella nostra società. Certo, molte persone bestemmiano utilizzando il Suo nome ma è anche vero che milioni di persone pregano nel Suo nome. Quando pensiamo alle diverse religioni e filosofie del mondo, Gesù ha una voce che primeggia rispetto quella di altri leader religiosi. È considerato un avatar per gli indù, un illuminato per i buddisti, un rabbino e riformatore religioso per molti ebrei; il Figlio di Dio per i cristiani, un insegnante saggio per i laici; è apparentemente l’uomo più interessante al mondo per gli storici e un amico dei peccatori per il resto di noi. Gesù ha una voce e comunica in tanti contesti dove ci si prenda del tempo per riflettere, processare ed investigare il senso della vita in questo pianeta. C’è qualcosa riguardo a Gesù che ci spinge a iniziare da Lui.. Quindi se qualcuno fosse curioso e desiderasse approfondire il mondo della fede non esiste un modo migliore che quello di iniziare proprio da Gesù.   Questo primo studio si concentrerà a dare risposta al “quando”, non soltanto dal punto di vista cronologico ma cercheremo anche di comprendere il contesto culturale in cui Gesù visse. Quei fatti ci aiuteranno a capire meglio i Suoi insegnamenti, il Suo messaggio e la Sua missione.

Approfondiremo la Persona di Gesù cercando di comprendere meglio ciò che stava succedendo prima e durante la Sua vita.

 La seguente è la frase di esordio di Gesù, il suo primo sermone col quale pronunciò ciò che era più importante per Lui: ” … «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Ravvedetevi e credete all’evangelo» (Marco 1:15). “evangelion”, nel greco originale, significa buona novella. La notizia stupenda annunciata da Gesù era che il Regno di Dio stava per venire.

Cos’è il Regno di Dio? Gesù utilizzò la parola “regno” in modo strategico perché il regno rappresentava la ricerca di potere, ed è qualcosa che accomuna tutte le epoche. Una cosa che noteremo è che niente è cambiato, questo è uno degli aspetti affascinanti dallo studio della storia. Studiando il passato vediamo il presente. Il concetto di “regno” rappresentava una realtà dove la volontà e il modo di fare di una persona dominava. Nella loro mentalità un regno con un re, un imperatore, avrebbe potuto mettere in qualche modo le cose a posto e li avrebbe aiutati a vivere nel modo giusto. Per far funzionare un sistema del genere però bisognava sempre conquistare altri popoli, tassarli, opprimerli e renderli schiavi, il tutto ipoteticamente per il bene dell’umanità. Era un concetto pieno di violenza e oppressione nel nome del bene, ed era un concetto familiare nei pensieri e le conversazioni delle persone ai tempi di Gesù.

È in questo contesto che Gesù annunciò che sarebbe venuto a stabilire un Regno anche Lui, il Regno di Dio. Insegnando però poi che Dio è puro Amore, e il suo regno è un Regno di amore, e che Dio avrebbe stabilito il Suo Regno senza dover combattere, conquistare o massacrare i suoi nemici. Ci fa conoscere un Dio che preferisce morire per loro piuttosto che ucciderli; un Dio che desidera perdonare e riconciliare nonostante l’ostilità verso Lui o verso chi lo segue. Gesù ha detto che il Regno di Dio era vicino, una splendida notizia con la quale Egli invita le persone a riconsiderare e a vedere tutto in modo alternativo. Una buona novella davvero, che ha il potenziale di cambiare il modo in cui le cose vanno avanti nel mondo sia a livello globale che individuale. Ed è questo che accade quando ci allineammo con la volontà e modus operandi del nostro Creatore che è puro amore.

Quel modo di vivere rappresentava una minaccia per il sistema di altri regni, per i religiosi e i politici. A breve approfondiremo come i regni nel tempo di Gesù stessero avvinghiati al potere, in modo da comprendere l’impatto che il suo messaggio ha avuto in quel contesto.  N. T. Wright è una figura eminente e all’avanguardia nel campo della ricerca del Gesù storico. Egli sposa storia e teologia in maniera singolare A seguito includerò una piccola introduzione a questo studio fatta da lui dove parl erà sul “quando” e spiegherà il contesto culturale in cui Gesù visse.

N.T.Wright:

Gesù nacque attorno il 4 a.C. proprio prima della morte di Erode il Grande. Chi qualche secolo dopo si occupò dei calcoli per stabilire il calendario si sbagliò di poco. La Sua morte avvenne attorno al 30 d.C., non sappiamo di preciso la data della Sua crocifissione. Nei primi trent’anni del primo secolo d.C. l’impero romano governava su tutto il mondo mediterraneo e anche su altri territori vicini come la Palestina, la Giudea e il Sud della Palestina. Quella regione era considerata molto importante perché l’impero romano prendeva gran parte del grano dall’Egitto e per proteggere quella risorsa aveva schierato una massiccia presenza militare in quella zona per evitare che ci fossero dei disordini. C’era bisogno che quella regione fosse una zona tranquilla. Ecco il primo elemento che ci chiarisce il contesto storico.

Il secondo viene dalla Grecia. La cultura greca, la filosofia e tant’altro si erano diffuse dopo la conquista di Alessandro Magno nel IV secolo a.C. proprio in quella regione orientale del mediterraneo. È perciò possibile che Gesù sia cresciuto in un ambiente dove si parlava aramaico, (la sua lingua madre), ebraico antico e anche una forma elementare di greco. Presumo che come tanti bambini che crescono in zone multi-lingue, anche Gesù parlasse almeno due lingue, l’aramaico e il greco. Il pensiero greco ebbe un’influenza nella cultura ebraica.

Il terzo elemento è che gli ebrei ritenevano di essere il popolo di Dio, e non volevano scendere a compromesso né pagando delle tasse all’impero romano né seguendo la filosofia greca. Adoravano Dio nel loro Tempio, e credevano che egli avrebbe mantenuto le promesse fatte al popolo ebraico.

Questi elementi culturali, politici, teologici, ideologici e religiosi si unirono in un cocktail esplosivo. E la religione era parte integrante e importante di questo mix. Gesù è cresciuto in un contesto in cui il popolo ebraico credeva che fosse arrivato il momento in cui il Dio di Israele sarebbe intervenuto, e avrebbe regnato non solo in Israele ma in tutto il mondo. E questo ovviamente era focolaio di problemi politici per l’impero romano e intellettuali e culturali per la Grecia. Ed è ciò che vedremo accadere durante il corso del secolo.

(Fine dell’intervento di N.T. Wright)

Vediamo di comprendere come il concetto di regno fu inteso gradualmente nel corso della storia fino ad arrivare al tempo in cui Gesù entrò in scena. Partiamo dal libro della Genesi. Che si creda in un Adamo ed Eva letterali o meno, la narrativa della genesi ci racconta l’inizio della storia dell’umanità e del nostro mondo. Ad un certo punto nella storia dell’umanità Dio scelse Abramo e fece un patto con lui dicendo che avrebbe inizialmente operato con lui e con i suoi discendenti ma che l’obbiettivo era di collaborare con loro per benedire il resto del mondo. È nella natura di Dio creare delle relazioni con delle persone con lo scopo di benedire altri. Dio sempre opera in collaborazione con noi. Operò tramite Abramo, Isacco, e Giacobbe e i discendenti di quest’ultimo divennero il popolo ebraico, Dio scelse questo popolo per essere una luce per i gentili. A quel punto c’erano gli ebrei e i gentili, il termine “gentile” in ebraico significa “persona non ebraica”. Questo piano iniziò a traballare perché il popolo ebraico non comprese che il proprio proposito era quello di essere una benedizione per il mondo, preferendo piuttosto di rimanere isolato o adoperarsi per conquistare altre nazioni. Il mondo gentile reagì divenendo nemico del popolo ebraico. L’Egitto, l’Assiria, la Babilonia, la Persia, la Siria e l’impero romano sono dei regni che progressivamente resero schiavo o soggiogarono Israele. Ricordiamo la storia dell’Egitto e dell’Esodo dove, sotto la guida di Mosè, Dio mandò le dieci piaghe sulla nazione egiziana e poi condusse il popolo ebraico fuori dall’Egitto dopo centinaia d’anni di schiavitù. In seguito li condusse verso la Terra Promessa dove vissero per un breve periodo di tempo per poi essere resi schiavi dai babilonesi e dopo dai persiani. Subirono l’influenza dalla cultura greca e degli altri popoli, la conquista delle altre nazioni ebbe anche un effetto intellettuale e culturale tramite le filosofie di quei popoli che presero gradualmente il sopravvento. E infine l’impero romano durante il tempo di Gesù non è che l’ennesimo popolo che conquista e soggioga il popolo ebraico.

Israele aveva un modo di reagire a queste invasioni che non sempre era di natura militare, esso consisteva nello stabilire dei confini ben demarcati per proteggere la propria identità così da non dover essere integrati per forza nelle culture più dominanti dei regni che la circondavano. I confini erano i seguenti: il primo era la Torah, le leggi di Mosé e le tradizioni che l’accompagnavano. Il secondo era il loro senso di appartenenza alla loro tribù, essi ritenevano che la loro etnia rendesse Israele speciale, erano il popolo di Dio. Il terzo era territoriale, il luogo dove vivevano era una terra santa che Dio aveva concesso loro. E per ultimo avevano il Tempio, un luogo di rituali e di sacrificio che in un certo senso rifletteva ciò che accadeva in molte religioni del mondo di quel tempo, dove si dovevano uccidere degli animali per pacificare gli dei. Dal loro punto di vista il loro modo era unico perché il loro sistema sacrificale e di sacerdozio aveva lo scopo di avvicinarli al vero unico Dio.

Gesù arrivò nel mezzo di questo Matrix e mise insieme la narrativa dei gentili e quella degli ebrei dichiarando di essere il Messia degli ebrei ma accogliendo e abbracciando i gentili, perfino i loro oppressori romani. Ed è in questo contesto che Gesù insegna loro come costruire un nuovo regno, un regno che ama il prossimo come amiamo noi stessi e che ama perfino i propri nemici.

All’interno della cultura ebraica, ai tempi di Gesù, esistevano diverse sette. Cerchiamo di spiegarle un po’. Gli Erodiani, Il motto della setta degli erodiani, i politici di quel giorno era: “la politica è potere!”, ai quali Gesù diceva che dovevano scambiare l’amore per il potere, per il potere dell’amore.

Gli esseni erano un movimento paragonabile ai monaci. Essi si ritiravano dalla connessione con altre persone e dalla vita quotidiana. Notiamo che esistono anche oggi dei movimenti simili. Il loro motto potrebbe essere stato: “Ritiriamoci e teniamo la testa bassa”: Il messaggio di Gesù per loro era di uscire in mezzo alle persone e diventare il sale della terra e la luce del mondo aiutando gli altri a migliorare la loro vita.

Gli zeloti desideravano combattere per la giustizia ma Gesù ricorda loro che la pace non è un obiettivo da raggiungere a qualsiasi costo … ma che la pace è il percorso. Gesù unì il modo e l’obbiettivo in uno, insegnando la via della pace.

I saducei era un altro gruppo molto attivo. Per loro le cose più importanti erano il Tempio, i sacerdoti e i sacrifici. Essi tenevano in mano le redini del sistema religioso di quel tempo. Gesù proclamava un Nuovo Patto, un nuovo modo di essere in relazione con Dio e gli uni con gli altri. Questo Nuovo Patto significava la fine del loro sistema religioso e che avrebbero perso il lavoro.

I farisei erano il gruppo più vicino alla verità …ma l’orgoglio spirituale li portò fuori strada… Questo gruppo avrebbe potuto benissimo adottare il seguente motto: “Seguite la Bibbia!” Gesù invece chiese a tutti di seguire Lui. C’è dell’ironia in tutto questo perché uno dei modi in cui conosciamo Gesù è proprio leggendo la Bibbia. Non leggiamo però la Bibbia considerando Gesù uno dei tanti personaggi del libro ma la leggiamo per seguire Cristo. Gesù è al centro e questo fa una grande differenza!

Gesù proclamò ad ognuno di questi gruppi che il Regno di Dio era vicino. (Marco 1:15) e chiese a tutti di ravvedersi e credere all’evangelo, a questa buona novella. Ognuno dei gruppi menzionati interpretò il messaggio di questo nuovo regno in modo diverso: Gli erodiani ritenevano che il Regno di Dio sarebbe arrivato tramite il potere politico, tramite la persona giusta al potere, assicurandosi che le leggi giuste fossero messe in atto, desideravano che la loro nazione ritornasse a Dio. Gli esseni pensavano che il Regno di Dio sarebbe arrivato, ma solo nella loro comunità. Gli zeloti credevano che il Regno di Dio sarebbe arrivato combattendo per la giustizia. I sadducei invece ritenevano che il Regno di Dio sarebbe arrivato tramite dei rituali religiosi. I farisei sostenevano che il Regno di Dio sarebbe arrivato quando Israele avrebbe seguito e ubbidito le leggi della Bibbia e avessero convinto tutti a vivere una vita santa e giusta.

Gesù definì il Regno di Dio in modo diverso da tutti loro. Egli disse che il Regno di Dio sarebbe arrivato tramite un nuovo movimento di persone da ogni nazione e background. Un gruppo di persone che avrebbe imparato ad amare come una famiglia aiutandosi e sostenendosi gli uni gli altri, vivendo in sintonia con la volontà e la via d’amore di Dio. Quando la via e la volontà di Dio ci fanno da guida, cambia tutto, perché la Sua via è la via dell’amore, ed è così che Dio desidera cambiare il mondo. Ma ritornando ai farisei, essi erano convinti che bisognava che la loro nazione tornasse a Dio, bisognava che si seguisse la Bibbia. Credevano che se fossero riusciti a seguire le regole della Bibbia, la Torah anche per solo due settimane di seguito, Dio sarebbe sceso e benedetto tutti. Per loro l’oppressione egiziana, babilonese, persiana e romana era evidenza che Dio li stesse punendo per non aver seguito la Torah, per non aver ubbidito le regole alla lettera. Così avevano una teoria, se Israele avesse seguito la Torah per due settimane, Dio sarebbe venuto e li avrebbe benedetti. Uno dei detti di quei giorni che poi fu codificato e trascritto nella Mishna dice che se Israele avesse seguito le regole per due sabati di seguito, sarebbero stati redenti immediatamente. (BT Shabbat 118b). Dio li avrebbe liberati dagli oppressori romani, avrebbe inviato il Messia che avrebbe benedetto la loro religione e conquistato i loro nemici.

Immaginate, soltanto per due settimane!

Quindi i farisei erano e operavano in tutto Israele per cercare di convincere le persone a seguire la legge, la Torah. … Pensavano di fare del bene a tutti ma era come cercare di mettere in fila dei gatti, insegnare a tutti di attenersi a delle regole religiose. E in questo marasma si presenta Gesù che dice che non c’era bisogno di essere così pignoli con delle regole religiose. Propone di seguire la via dell’amore piuttosto che la via della legge. Suggerisce persino che in alcuni casi era meglio rompere alcune leggi dicendo: “non è ciò che uno mangia che lo rende puro o impuro”… uno scandalo per i farisei che ritenevano le leggi dietetiche contenute nella Torah infrangibili. Era una delle barriere di identità che loro sostenevano li tenesse puri e separati dagli altri popoli. Gesù invece spiega che ciò che è importante è ciò che esce dall’uomo non ciò che mangia. L’importante cioè è come uno pensa e sente e interagisce con le persone che ha intorno ed è questo che rende una persona giusta o meno agli occhi di Dio.

Dal punto di vista dei farisei il movimento di Gesù rappresentava una minaccia perché loro erano sicuri di essere dalla parte di Dio perché seguivano alla lettera le Scritture.

Lo scontro tra tutte queste visioni e la posizione di Gesù, era nell’aria. Cristo insegnava che il Regno di Dio stava per arrivare ma non sarebbe stato come i religiosi si aspettavano, un’affermazione che eventualmente avrebbe portato alla Sua crocifissione. ” Ora, interrogato dai farisei sul quando sarebbe venuto il regno di Dio, (e ognuno di questi gruppi era a suo modo interessato alla risposta), rispose loro e disse: «Il regno di Dio non viene in maniera che si possa osservare; né si dirà: “Eccolo qui” o: “Eccolo là”; poiché, ecco, il regno di Dio è dentro di voi».” (Luca 17:20, 21).

Gesù disse loro che il Regno di Dio non fosse fisico come una nazione, organizzazione, istituzione o impero. Il Regno di Dio è “dentro di voi”, una espressione che indica la pluralità dell’insieme dei credenti. Non ha enfatizzato l’individualità di ognuno di noi ma… l’essere insieme. Il Regno è il modo di vivere in amore fra persone di qualunque etnia o estrazione sociale. Siamo cittadini di una nuova volontà e via che guida la nostra vita, di una comunità, un movimento di persone che è attivo sia a livello locale che a livello internazionale. Dovremmo essere il sale del mondo, e diventare una benedizione per le persone attorno a noi. Significa tornare alle basi del piano originale di Dio, di collaborare con il Suo popolo e diventare così una benedizione per il resto del mondo. Il Regno di Dio non è qualcosa che si sperimenta internamente perché lo si vive interagendo con gli altri e al quale contribuiamo espandendolo. Gesù ha detto che era venuto a stabilire il Regno di Dio, a chiamare le persone a unirsi e a dare inizio ad un nuovo movimento d’amore che condividesse poi queste buone novelle con gli altri.

A seguire parte 2…