Il concetto dell’esorcismo o della possessione demoniaca è presente in quasi ogni cultura intorno al mondo. Esistono molte tradizioni e rituali religiosi sul come affrontare questi temi. Riconosciamo che c’è del mistero e che non sappiamo tutto ma siamo consapevoli che nelle Scritture troviamo delle “istruzioni” necessarie per affrontarli. Chi crede in Gesù non dovrebbe temere i demoni perché Gesù è il nostro Signore e Protettore. Per noi il tema della demonologia non è fonte di timore ma di saggezza. Non è il nostro focus, tuttavia l’argomento va comunque affrontato, nonostante non fosse uno dei ministeri più importanti nella vita di Cristo. Devo ammettere che sarebbe molto più interessante concentrarsi su tematiche più razionali, più osservabili, testabili, nonché su argomenti più verificabili dal punto di vista storico. Il fatto è che questo ministero era presente durante la vita di Gesù e quindi seguendoLo in tutto, non possiamo nasconderne l’evidenza. Ripeto, ciò non dovrebbe essere causa di paura, dovrebbe piuttosto aiutarci a prendere delle precauzioni sagge e conoscere al meglio le tattiche del “nemico” (così come è anche denominato l’avversario di Dio e quindi anche il nostro che siamo seguaci di Cristo). Il potere dei demoni è molto limitato e potrebbe essere paragonato alla figura di un leader terreno. La presenza fisica di Adolf Hitler non era un granché; era basso e non molto forte ma era una personaggio dotato di abilità particolari, possedeva un forte potere persuasivo e ingannevole. Hitler aveva la capacità di manipolare gli altri facendo di loro degli obbedienti. Satana lavora in quel modo. Essere consapevoli della verità ci aiuta a riconoscere le sue macchinazioni e a dire di no ai suoi inganni. Le fondamenta della verità è che l’esorcismo più grande della storia è già avvenuto, Satana è stato cacciato dalla sua posizione di autorità. “Per il mondo è giunto il tempo del giudizio, il tempo in cui Satana, principe di questo mondo, sta per essere cacciato” (Giovanni 12:31, Bibbia della Gioia). Il piano originale di Dio era che noi governassimo la terra (Genesi 1:26, 27) ma abbiamo ceduto il nostro diritto, concedendolo a Satana; ma Gesù attraverso la croce, lo riconquistò per noi. ” Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me” (Giovanni 12:32). Tramite la croce Gesù sconfisse il nemico e rese possibile a chiunque in tutto il mondo di riavvicinarsi a Dio. Satana non può fermare le persone dall’avvicinarsi a Cristo. Qui di seguito elencherò cinque verità riguardo la possessione demoniaca:1) Il termine “possessione demoniaca” potrebbe essere fuorviante. Nelle Scritture troviamo il termine “indemoniato” e a tal proposito esistono pareri differenti per descriverne il significato: ci si chiede se i demoni possano “abitare” all’interno del corpo di una persona o se invece il termine descriva l’ossessione che procurano i demoni al di fuori del corpo. La parola “indemoniato” tuttavia, comprende diverse forme in cui una persona potrebbe essere sotto un attacco demoniaco. A volte nelle Scritture leggiamo che le persone “avevano” un demone non che il demone “avesse” la persona. 2) I demoni desiderano abitare dentro i corpi della gente e si aggregano alla “casa” (nel corpo di una persona) se fosse vuota e priva dello Spirito di Cristo. Molti passi nella Bibbia, enfatizzano ciò. Per qualche motivo questa classe di spiriti impuri non desidera girovagare avanti indietro sulla terra. “Ora, quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito”; ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna; va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima…” (Matteo 12:43-45). Gesù stava chiedendo a tutti quanto spazio si stesse lasciando allo Spirito di Dio, perché se la “casa” fosse stata lasciata vuota allora si starebbe creando un’opportunità anche per altri spiriti. 3) Le Scritture si astengono dal correlare la causa dell’essere indemoniati con una attività peccaminosa. Nella guerra esistono delle vittime innocenti. La vergogna potrebbe fermare le persone dal cercare aiuto. Una teologia comune tra molti cristiani è che se una persona fosse indemoniata, sarebbe ricondotta al fatto, che ciò, sia a causa di un peccato; simile al concetto del karma che è molto presente nella mentalità di tanti, che se qualcosa di cattivo dovesse accadere a qualcuno, sarebbe perché se lo sarebbe meritato.Perciò seguendo quel filo di pensiero tutto ciò che si dovrebbe fare, sarebbe l’evitare di commettere quei peccati per stare bene. In apparenza sembra un concetto logico ma in realtà non si fa altro che tormentare la vittima ancora di più. E’ facile cadere nella trappola di pensare che se qualcosa di male accade a qualcuno, ciò sia stato a causa delle cattive scelte.Incolpare e caricare di ulteriore vergogna chi già soffre frenerebbe le persone dall’avvicinarsi, dall’aprirsi e dal parlare delle loro difficoltà spirituali. Gesù nelle Scritture non ha mai collegato le persone indemoniate con la causa del malessere, non le ha mai incolpate. Quindi affermare che una persona soffra in quel modo perché ha visitato un medium o uno spiritista o perché ha letto l’oroscopo, non sarebbe la cosa giusta da pensare. La realtà è che le “erbacce” sono presenti nella vita di ogni essere umano e quindi si potrebbe concludere facilmente che siano la causa di un problema con i demoni. Nella guerra esistono anche delle vittime innocenti, delle perdite tra i civili, ma Gesù non ha mai collegato questi fatti. Esiste solo un passo nelle Scritture che potrebbe avere un nesso con questo e sarebbero le parole dell’apostolo Paolo in cui disse: “Se siete in collera, attenti a non peccare, coltivando la vostra rabbia; anzi, non lasciate che il sole tramonti prima che vi sia passata, perché quando siete arrabbiati date un buon punto d’appiglio al diavolo” (Efesini 4:26, 27, Bibbia della Gioia). In questo passo però c’è da tener presente che l’apostolo non stava facendo riferimento a degli attacchi di demoni personalizzati, ovvero alle possessioni demoniache di certi individui; il discorso era diretto alla comunità di fede alla quale stava scrivendo, una comunità che stava lasciando che la rabbia li dividesse e che stava aprendo le porte e dando spazio al diavolo in modo collettivo permettendo al nemico di separarli e di distruggere le loro relazioni. Vorrei fare il punto dell’importanza di non incolpare le vittime. I demoni sono in grado di manipolare la mente delle persone, provocare dei grossi danni e qualche volta proprio una malattia, potrebbe avere una radice demoniaca. Ci sono degli esempi di possessione demoniaca o di influenza demoniaca che causano un tipo di malessere che potrebbe essere confuso con una malattia fisica o mentale. “Ritornato poi dai discepoli, vide una grande folla intorno a loro e degli scribi, che disputavano con loro. E subito tutta la folla, vedutolo, sbigottì e accorse a salutarlo. Allora egli domandò agli scribi: «Di che cosa discutete con loro?». Ed uno della folla, rispondendo, disse: «Maestro, ti avevo condotto mio figlio che ha uno spirito muto, e dovunque lo afferra, lo strazia ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Così ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non hanno potuto». Ed egli, rispondendogli, disse: «O generazione incredula…” (Marco 9:14, 19). Con quelle parole Gesù svelò una delle cause alla radice del problema, c’era mancanza di fede. C’è in corso una battaglia spirituale per controllare la nostra mente, è una battaglia che ha a che fare con ciò che crediamo e fino a che punto crediamo. Gesù lo identificò come punto di partenza. “…fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? portatelo da me». Ed essi glielo portarono. Ma appena lo vide, lo spirito lo scosse con violenza, e il fanciullo, caduto a terra, si rotolava schiumando” (Marco 9:19, 20). Questi sintomi potrebbero essere dei sintomi di epilessia, significa allora che chi soffre di crisi epilettiche sia in realtà posseduto? No, ciò che significa è che alcune attività demoniache potrebbero manifestarsi in quel modo. “E Gesù domandò al padre di lui: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli disse: «Dalla sua fanciullezza” (Marco 9:21). Il termine “fanciullezza” nel greco originale significa “bimbo di 1 a 3 anni di età”, una situazione davvero straziante. Accettare situazioni del genere sarebbe molto più facile in un mondo guidato dal karma, dove uno potrebbe immediatamente comprendere che il male subito da un individuo è la conseguenza delle sue scelte sbagliate passate. Sarebbe bello poter evitare di fare certe cose ed essere sicuri di non essere contaminati dai demoni. La realtà è che viviamo in un mondo dove le persone soffrono grandi dolori e sono aggredite e non sempre perché se la sono cercata. “…«Dalla sua fanciullezza. E spesso lo ha gettato nel fuoco e nell’acqua per distruggerlo ma, se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». E Gesù gli disse: «Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede»” (Marco 9:21-23). Tutto è possibile, tutto dipende da ciò che crediamo e quanto crediamo. Se pensiamo che Satana abbia potere, che sarà difficile sconfiggerlo e che per farlo si debba seguire un certo rituale, lui starà al gioco. Se invece siamo consapevoli dell’autorità che abbiamo in Cristo allora potremo scacciare i demoni. “Subito il padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: «Io credo Signore, sovvieni alla mia incredulità»” (Marco 9:24) Una preghiera bellissima. “Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, sgridò lo spirito immondo…” (Narco 9:24, 25). Gesù non fece mai un esorcismo o una guarigione con il proposito di dare nell’occhio, infatti lui stava parlando con il padre del fanciullo e forse c’erano altre persone insieme a lui ma non tante. Quando Lui vide la folla arrivare decise di fare l’esorcismo subito prima che fossero in troppi. “…sgridò lo spirito immondo dicendogli: «Spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non entrare mai più in lui». E il demone, gridando e straziandolo grandemente, se ne uscì. E il fanciullo divenne come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò, ed egli si alzò in piedi. Or quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli lo interrogarono in privato: «Perché non abbiamo noi potuto scacciarlo?». Egli disse loro: «Questa specie di spiriti non si può fare uscire in altro modo che con la preghiera»”” (Marco 9:25-29, Nuova Riveduta). E’ curioso che Gesù abbia menzionato che esiste una “specie” di demone che poteva essere scacciato solo tramite la preghiera (in alcuni manoscritti originali è stato aggiunto anche il termine “digiuno” ). È curioso perché Lui non pregò ne digiunò prima di scacciare il demone. Sembra che ciò che Gesù stava cercando di dimostrare è che non fosse necessario pronunciare la preghiera giusta come parte del rituale dell’esorcismo per scacciare il demone ma che per affrontare situazioni del genere bisogna che la nostra vita sia caratterizzata dalla preghiera e che la nostra relazione con Dio sia intima. Solo così si può acquisire una sicurezza perché si conosce la sorgente del potere divino e si è in grado di scacciare i demoni. Alcuni cristiani sono più intuitivi in confronto ad altri e ciò potrebbe renderli degli esorcisti più capaci. Nel Nuovo Testamento nel libro dei Corinzi c’è un elenco di diversi doni spirituali che lo Spirito Santo dona a diverse persone e uno di essi è il discernimento degli spiriti (1 Corinzi 12:9). Il termine “discernimento” è “diakriseis” nel greco originale e significa “essere in grado di riconoscere delle differenze ed essere capace di catalogare”. Perciò essere in grado di applicare quel dono al regno spirituale che ci circonda è un dono che alcuni cristiani hanno ed altri no. Non è qualcosa che ha a che fare con la maturità spirituale di qualcuno ma è un dono particolare che appartiene a certi cristiani che potrebbero essere maturi o meno. Lo Spirito Santo determina i doni che elargisce ai credenti. Io non ho quel dono, lo ammetto. Esistono diverse specie di spiriti ed alcuni che sono più forti hanno bisogno di più preghiera. Il potere dell’esorcismo o preghiera di liberazione non risiede nell’avere la formula giusta ma nell’avere la fede giusta. Non nel rituale giusto ma nel coltivare una relazione giusta con Gesù. “Ora, mentre andavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e che, facendo l’indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni” (Atti 16:16). Lei era una schiava e i suoi padroni la usavano per guadagnare. “Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava, dicendo: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza»” (Atti 16:17). Non sembra che gli apostoli fossero sotto attacco, vero? Ricordiamo che Satana è astuto e che di solito non cerca di spaventare gli altri, in questo caso stava utilizzando la verità come distrazione. Il demone stava manipolando la donna, la quale seguiva l’apostolo Paolo e gridava distraendo gli altri, mentre lui predicava. “Ed essa fece questo per molti giorni; ma Paolo, infastidito, si voltò e disse allo spirito: «Io ti comando nel nome di Gesù Cristo di uscire da lei». E lo spirito uscì in quell’istante” (Atti 16:18). L’apostolo Paolo aveva una relazione intima con Gesù e aveva fede nel Suo nome, per lui non era una formula magica o un rituale. Quando menzionò Gesù Lui faceva riferimento a Colui per il quale viveva, la sua identità era in Cristo.Un altro esempio più avanti nella lettura parla di qualcuno che sentì come l’apostolo Paolo riusciva a scacciare i demoni e desiderava avere quel potere anche lui, pensava che fosse una formula specifica dove si dovesse menzionare il nome di Gesù Cristo. “Or alcuni itineranti esorcisti Giudei tentarono di invocare il nome del Signore Gesù su coloro che avevano gli spiriti maligni, dicendo: «Vi scongiuriamo per Gesù, che Paolo predica!». E quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, un capo sacerdote giudeo. Ma lo spirito maligno rispose e disse: «Io conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?». Quindi l’uomo che aveva lo spirito maligno si avventò su di loro e, sopraffattili, fece loro tal violenza che fuggirono da quella casa, nudi e feriti” (Atti 19:13-16). Ricevettero una brutta legnata. La morale di questa storia è che seguire un rituale fatto di sole parole, non funziona quanto l’avere una buona relazione con Gesù.
Segue parte 2
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