Dalla serie: PACE MENTALE LA SCHIZOFRENIA PARTE 2

Domande e risposte:

Domanda: C’è qualcosa nella Bibbia che possa insegnarci in che modo possiamo prenderci cura di noi stessi e come liberarci da tutta la fatica ed il peso derivante dall’ aver dato troppo al prossimo?

Risposta: Amare sé stessi è importante tanto quanto condividere l’amore di Dio con gli altri. Come seguaci di Cristo a volte abbiamo difficoltà nell’equilibrare il tutto. L’amore è un concetto profondo. L’antidoto al problema menzionato è quello di comprendere bene il significato dell’ Amore.
L’amore ci esorta ad impegnarci per onorare gli altri. Siamo consapevoli che amare gli altri come amiamo noi stessi richiede tanto impegno. L’amore non vuol dire essere dipendenti dall’altro o acconsentire a tutto ciò che l’altro desidera. L’amore significa essere disposti ad aiutare l’altro, al fine di farlo diventare la migliore versione di sé stesso. L’amare veramente, si manifesta quando si sceglie di donare sè stessi al progetto di vita dell’altro. Ciò potrebbe essere messo in atto rendendo il soggetto responsabile delle proprie azioni, ponendogli dei limiti, delle sfide, dei rimproveri; tuttavia ciò comporta anche agire con gentilezza e compassione.

Gesù ci aiuta a realizzare bene il significato dell’Amore, per cui noi come suoi discepoli possiamo acquisire una comprensione più completa e profonda di questo concetto. Dunque l’Amore non è soltanto un sentimento di “dipendenza” ma è un comando datoci da Gesù stesso il quale, ci ha persino esortato ad amare i nostri nemici. Quindi a prescindere dai nostri rapporti di natura sentimentale, l’amore è una scelta che possiamo fare in qualsiasi momento ed è sempre finalizzata a promuovere il bene di qualcuno.
A questo punto poniamoci la domanda: il frutto delle nostre azioni è positivo e produce il loro bene? Se fosse così, allora significa che stiamo amando nel modo giusto. Dall’altra parte, se uno di noi si trovasse nella condizione di giustificare il peccato dell’altro dimostrandosi sempre presente e gentile, allora ciò non rappresenterebbe l’amore ma una forma di co-dipendenza. Sono sicuro che l’amore messo in pratica nel modo giusto, porterebbe tutti a godere di un buono stato di salute spirituale ed a fare automaticamente le scelte giuste.

Domanda: Consideri che il film “A Beautiful Mind” (2001) dia una spiegazione giusta di ciò che significhi soffrire di schizofrenia?

Risposta: E’ un film hollywoodiano che secondo il parere di molti, ha dato una visione abbastanza realistica di una persona affetta da una patologia psichica. E’ importante evidenziare che il protagonista del film soffriva di allucinazioni alquanto vivide, tant’è vero che si relazionava con esse e ciò rappresenta una delle più frequenti manifestazioni di tale disturbo. I sintomi più comuni sono il sentire delle voci continuamente ed in qualsiasi luogo. Nel film il protagonista interagisce con personaggi che lui crede siano reali, ed anche questa è una delle forme con cui questa malattia si manifesta.

Domanda: Io sono cresciuta in un ambiente dove le malattie mentali erano una realtà. Non ritengo che tali malattie provengano da Dio e penso che la maggior parte delle cose che si creano nelle nostre menti siano degli attacchi esterni del nemico. Io soffro di depressione periodicamente e sono cosciente che determinati pensieri non appartengono al Dio che conosco. A questo punto la mia domanda è: qual è la radice di queste malattie mentali e quali azioni pensi che potrebbero essere messe in atto per rafforzare la nostra fede piuttosto che ricorrere sempre ai farmaci?

Risposta: Quando hai affermato che queste malattie non provengono da Dio l’ho trovato molto interessante. Quando siamo persuasi da pensieri negativi che ci inducono ad avere poca autostima o magari sentiamo in noi stessi delle voci che ci incoraggiano a suicidarci, di sicuro sappiamo che tali pensieri non provengono da Dio.
Quindi il punto è questo: se siamo consapevoli che ciò che abbiamo in mente sia una menzogna e non viene da Dio, allora non dovremmo dargli ascolto.  In quel caso non importa se la fonte siamo noi stessi o Satana. 
Infatti la nostra mente e la nostra anima vengono attivate da un organo fisico chiamato cervello, il quale a volte come qualsiasi altro organo del corpo potrebbe commettere errori. Questa è una consapevolezza che la chiesa ha acquisito da poco. Pertanto a causa di una mancata consapevolezza, si riteneva che quando qualcuno affermava di sentire delle voci, in realtà stesse ascoltando la voce del diavolo.

Dunque siamo coscienti del fatto che, esistano degli incontri soprannaturali sia con le forze delle tenebre che con quelle della Luce ma sappiamo anche che il nostro cervello potrebbe avere qualche disfunzione. Infatti quella parte del cervello implicata nella funzione di attivazione della comunicazione orale è iper-funzionante nei soggetti che soffrono di SCHIZOFRENIA. Questo significa che il cervello genera delle conversazioni con sé stesso e in qualche modo inganna il soggetto facendogli credere che le voci provengano da una fonte esterna, dandogli addirittura la convinzione “reale” che riesca a sentirle con le proprie orecchie.  Quindi in sintesi, chi soffre di schizofrenia ha un cervello malfunzionante, in quanto una parte di esso elabora dei pensieri negativi mentre un’altra parte pensieri di altro genere.

La buona notizia è che questo problema può essere affrontato mediante un trattamento farmacologico.
Quindi il nostro obbiettivo è riuscire a sradicare il vecchio modo di considerare queste malattie. Se uno avesse una gamba rotta, nessuno direbbe che si è trattato di un attacco da parte di Satana. La realtà è che Satana sta cercando continuamente di attaccare colpendoci nelle nostre debolezze. Le malattie mentali sono delle malattie come tutte le altre, derivanti da un malfunzionamento di un organo fisico che non agisce come dovrebbe.

A tal proposito, sono stati pubblicati una vasta gamma di articoli scientifici da parte di ricercatori nel campo della psichiatria, i quali affermano che le chiese possono esercitare un ruolo importante nel favorire la salute mentale delle persone. Proprio diversi anni fa, c’è stato un dibattito tra psichiatri e varie figure professionali di questo campo nel quale si è discusso sul fatto che il mondo spirituale e/o religioso esercitasse un’azione positiva o dannosa in questi soggetti, dato che le illusioni generate dalla schizofrenia spesso hanno delle basi religiose e culturali. Quindi chi è buddista, vede e sente Buddha, allo stesso modo chi è induista vede e sente uno dei suoi dei e così via. Perciò chi vive in un ambiente cristiano ha delle illusioni cristiane ed è convinto che tali voci appartengano a dei demoni o ad angeli, per cui vive la sua esperienza colorando il tutto con uno sfondo di tipo religioso. 

In virtù di ciò, sempre in quel dibattito si discusse anche del fatto che poteva essere utile allontanare i pazienti schizofrenici dalla dottrina religiosa aiutandoli a diventare atei.  Ultimamente il mondo medico ha riscontrato il contrario, cioè, che la maggior parte di coloro che soffrono di schizofrenia vivono meglio e godono di un migliore stato di salute quando frequentano una comunità religiosa e/o spirituale rispetto a coloro che non lo fanno. E’ vero che la malattia potrebbe prendere la forma di un’illusione religiosa ma l’antidoto non consiste nel diventare non credenti o nello scollegarsi dal mondo della fede.
Avvicinarsi alla verità e trovare il Dio che ci ama e che rende tutto chiaro tramite la vita, la morte e la risurrezione di Cristo è di grande aiuto. Avere fede aiuta a contrastare le bugie come nel caso di Silvia, la ragazza dell’intervista in questo studio. Un articolo dice: “Le comunità religiose possono rappresentare un santuario dove le persone con delle malattie psichiche si sentono libere e protette dallo stigma e dalla discriminazione”. Esiste molta disinformazione riguardo la schizofrenia. La maggior parte di noi conosce di questa malattia solo le versioni più sensazionalistiche e gli esempi più orribili che a volte con molta violenza ci vengono raccontati dai telegiornali. Esiste un gran numero di persone intorno a noi che devono combattere in silenzio tutte le difficoltà provocate da questa problematica, le quali si ripercuotono quotidianamente nella loro vita.

La ragazza dell’intervista disse che uno dei modi migliori per dimostrare amore a chi soffre di schizofrenia è dare loro attenzione ed invitarli anche se non hanno l’energia ottimale per partecipare. Un’altra esortazione è che le comunità e gruppi religiosi possano essere un luogo di accoglienza per persone con delle malattie psichiche e così dare una risposta concreta a problemi come la solitudine e l’isolamento. Vale la pena di combattere per queste cose.
Gesù radunò un gruppo di discepoli apparentemente debole, degli individui che non avevano un granché di cui vantarsi.  L’apostolo Paolo nel passo che citerò di seguito, stava cercando di consigliare ai membri della chiesa di Corinto a non diventare troppo orgogliosi di loro stessi.    La chiesa di Corinto non era stata formata da persone di elevato rango sociale o di istruzione, erano più che altro schiavi che si incontravano con delle persone libere, c’erano anche tante donne e tutti si radunavano insieme. L’apostolo Paolo stava cercando di sottolineare l’importanza della loro debolezza ed in quel contesto disse: “ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono” (1 Corinzi 1:27, 28). 
Dio spesso sceglie delle persone normali, non appariscenti, delle persone che di solito vengono ignorate. Noi al contrario tendiamo ad attribuire valore a tutto ciò che consideriamo bello, popolare, di successo, di moda o cool e spesso non notiamo certe persone. Nei giorni dell’apostolo Paolo quel gruppo di persone era formato da schiavi, donne e bambini, tutti membri sui quali lui stesso stava cercando di incoraggiare la chiesa ad accettare come parte della stessa famiglia.

 Dio tiene a cuore la classe sociale degli schiavi, degli emarginati, delle persone che di solito vengono ignorate ed è vicino a chi non riesce ad emergere in contesti sociali.  Dio si compiace nel costruire una comunità particolare, una comunità formata da chi è debole. Se desideriamo essere una comunità di fede, prego affinché possiamo diventare una comunità per i deboli.  Quindi se qualcuno stesse soffrendo, può liberamente contattarci. Nelle nostre comunità di fede noi cerchiamo di radunare persone di ogni ceto sociale, affinché possiamo imparare l’uno dall’altro e vivere la nostra vita in Cristo insieme. Se qualcuno è coinvolto nell’aiutare una persona che soffre di qualche malattia mentale e ha bisogno di appoggio, allora fatecelo sapere. Vorremmo dare a tutti la possibilità di volersi bene a vicenda, così che possiamo imparare l’uno dall’altro e diventare una comunità che rispecchia l’insegnamento di Gesù nel migliore dei modi.

Preghiera

Padre Celeste, ti ringrazio per aver sconvolto le nostre aspettative e per averci donato la libertà di diventare vulnerabili e deboli e a non portare questo peso come se fosse qualcosa di cui vergognarci. Prego che il Tuo Spirito ci avvicini. Nutri la nostra famiglia di fede, aiutaci ad imparare l’uno dall’altro e a diventare più come Te Gesù mentre ci riempi del Tuo Spirito. Nel Nome di Gesù, Amen.