In Russia esiste un concetto molto interessante che aiuta a rendere ciò che è familiare, in qualcosa da scoprire (astronony). E’ un concetto molto utile da applicare per aiutarci a comprendere meglio le storie della Bibbia.

Il messaggio di Cristo arrivò in un momento di grande sofferenza portando speranza. La sorpresa contenuta nella storia della natività è che spesso le cose piccole sono nascoste all’interno di altre, molto più grandi. Il racconto sembra quasi una matriosca, ogni storia ne contiene un’altra. Gli esempi sono davvero tanti, in alcune storie si assiste ad una forza imprevedibile come all’arrivo di un angelo, in altre si tocca con mano la vulnerabilità come quella dimostrata da Maria. E’ interessante come tutti questi aspetti si uniscono per arrivare ad una conclusione. Anche noi siamo degli esseri fragili ma allo stesso tempo con molta forza e capacità di compiere grandi cose.

La storia della natività osservata come se fosse una favola appare come un’avventura più ampia e profonda di ciò che pensassimo.

Ogni autore, trasporta i propri personaggi in realtà diverse.

La storia del Natale ad esempio, viene rappresentata con la figura del bimbo Gesù e di solito è l’immagine che più abbiamo in mente. In questo studio cercheremo di prendere quel bambino, invitandovi a guardarlo sotto un’altra prospettiva; non si tratta infatti soltanto dell’incarnazione di Dio, piuttosto del piano che Lui ha per redimere il mondo intero, rovesciando il male in bene. Il proposito originale di Dio è quello di restaurare il mondo e l’intera umanità.

Dunque, la storia del Natale consiste nell’arrivo di un neonato che in realtà è un “portale” che ci conduce verso un evento di natura cosmica. Siamo tutti invitati a partecipare a questa avventura!

«Dire “non aver paura” potrebbe facilmente sostituire il nostro saluto di “Buon Natale!”» (Scott Erickson).

Spesso le prime parole pronunciate dagli angeli a noi essere umani, sono le seguenti: “Non temete!”.

Un concetto sul quale ho meditato ultimamente è che l’annunciazione ci rivela che il divino fa parte della quotidianità e che non ci sia niente di spettacolare. L’autore Tolkien nella sua saga “Il Signore degli Anelli” utilizzò come protagonisti degli hobbit, delle creature piccole e apparentemente insignificanti in confronto agli altri. Spesso la natura umana tende a desiderare più potere per riuscire a cambiare le situazioni e a dominare il tutto. Dio invece incarnandosi e rendendosi vulnerabile volle dimostrarci il contrario. Lui avrebbe manifestato il Suo grande potere tramite dei canali apparentemente deboli e fragili. Una citazione tratta dal libro “Il Signore degli anelli” del personaggio Gandalf, uno stregone vecchio e saggio, dice: “Dalla mia esperienza posso attestare che le piccole azioni quotidiane alla fine cambiano il mondo”. Molto spesso non si tratta di eventi di grande portata ma di piccole azioni costanti. Ciò rappresenta un invito particolare che ha a che fare con le nostre vite spirituali, spesso speriamo di poter sperimentare qualcosa di mistico (e anche se queste esperienze siano stupende), esiste un aspetto specifico della nostra vita dove il divino porta oggi qualcosa di speciale. Forse non si tratta di qualcosa di portentoso ma se facciamo attenzione potremmo cominciare a notare l’opera di Dio in noi ogni giorno e ciò che trasformerà il mondo. Tanti di noi, possiamo attestare come Dio abbia lavorato nelle nostre vite, nelle nostre relazioni, quando ci dedichiamo a combattere contro le ingiustizie, quando parliamo di cose difficili, quando dobbiamo contrastare gli abusi, sono tutti sforzi quotidiani che fanno la differenza e che con un passo alla volta, si assiste ad una trasformazione delle varie situazioni.

Quando siamo giù, ma nonostante tutto cerchiamo di raggiungere quell’amico inviandogli un messaggio, quando siamo tentati a lasciar perdere una relazione ma scegliamo di perdonare, sono dei piccoli passi che fanno una grande differenza. Penso che sia importante comprendere che Gesù è presente tutti giorni in quei modi che sembrano insignificanti; se abbiamo degli occhi per vedere e delle orecchie per udire; se siamo in grado di sentire questo invito e comprendere l’aspetto divino di ciò che sta accadendo attorno a noi sarebbe stupendo. Se scegliessimo di lodare nonostante le nostre difficoltà, qualcosa di meraviglioso accadrebbe! Le nostre azioni perfino le più piccole, hanno una portata cosmica di grande valore, anche se non riusciamo a comprendere con i nostri occhi mortali. Ogni volta che diciamo di sì a Dio ed alla vita e all’amore accogliendo Cristo significa far parte dell’avventura divina!! Dio ci sta invitando ad essere degli hobbit, dei personaggi comuni che vengono catapultati in un’avventura senza precedenti di natura epica e a correre dei grandi rischi. Le nostre decisioni di essere gentili, di dimostrare grazia verso gli altri e di essere presenti con i nostri vicini sono delle azioni importanti.

In Apocalisse 12 c’è una storia che ha del surreale dove parla di una battaglia cosmica. Quel capitolo parla di qualcosa di profondo che sta accadendo nel mondo e che rappresenta la sveglia del Natale. E’ come se ci trovassimo nell’armadio del racconto di Narnia. Pensiamo di giocare ma addentrandoci nell’armadio che è un portale, passiamo a tutto un altro regno. Ciò accade tutti giorni quando ci addentriamo in ambito spirituale, l’invito del Natale è quello di partecipare nell’avventura epica del piano che Dio ha per questo mondo.

Secondo la spiritualità francescana, il mondo fisico rappresenta il portale verso il mondo spirituale che è un mondo molto più grande della nostra realtà. L’unico modo per accedere a questa realtà spirituale è vivere la nostra vita. In altre parole, la nostra vita è l’armadio che ci conduce ad un’altra realtà molto più grande. E’ un concetto che spesso ci è nascosto perché Dio non si può vedere.

Gesù disse: “Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?”. E il Re, rispondendo, dirà loro: “In verità vi dico: tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:35-40). Quando partecipiamo compiendo degli atti d’amore, il portale verso quella realtà più grande, si apre. Come mai un semplice tramonto a volte può commuoverci? Perché è un piccolo assaggio di una realtà che è rivelata a noi in quel momento; qualcosa accade nella sfera fisica ma nello Spirito è qualcos’altro. E’ un portale che dovremmo cercare di notare di più.

Betlemme è una città in Israele che ora sta soffrendo molto a causa della mancanza di turismo. Di solito il Natale a Betlemme è una grande celebrazione ma ora è tutto chiuso. Il sindaco di quella città, una donna cristiana disse che è davvero strano che la città del Natale sia spenta ma che la stella del nord sarebbe visibile per la prima volta dopo 800 anni, proprio in questo anno particolare. La stessa stella che i re magi videro sopra Betlemme quando nacque Gesù. Il sindaco ha chiesto a tutti attorno al mondo di cercare di vedere la stella del Nord e lasciare che sia la nostra guida verso la storia che ha il potenziale di cambiare la nostra vita. La storia epica che ci racconta che Dio non si è dimenticato di noi e che perfino nelle notti più buie la stella brilla e ci porta verso la presenza di Cristo.

Ho trovato interessantissimo che quella stella apparisse proprio in questo anno. Lasciamo che quella stella sia un portale che ci conduca verso la certezza che Dio non ci ha abbandonato, e che i Suoi piani sono molto più grandi di ciò che riusciamo ad immaginare. Perfino gli atti più insignificanti che troviamo nella nostra vita che potrebbero consistere nell’amare qualcuno anche quando ci torna difficile, scrivere una cartolina, inviare un messaggio o telefonare a qualcuno, tutto è connesso a questa avventura divina nella quale ci siamo imbarcati insieme. Non dimentichiamo che c’è qualcosa di molto più grande in azione e che Dio ci ha invitati a farne parte.

A volte ci chiediamo come mai tanto mistero? Perché tanto ci è nascosto? Non so se esista una risposta perché la realtà è quella che è. Ricordo che durante un periodo della mia vita me lo chiesi, non riuscivo a comprendere perché Dio non potesse rivelare il Suo piano a me; perché sarebbe dovuto essere tutto nascosto?

Ho sentito la Sua voce nel mio cuore che mi diceva: ‘scoprirai un passetto alla volta, perché desidero che Tu mi stia vicino”. E’ vero, sicuramente se Dio mi avesse rivelato tutto quanto lo avrei ringraziato e poi mi sarei allontanato; ciò fa parte della natura umana, lo riconosco.

L’obbiettivo di una buona storia è la trasformazione. Abbiamo un Dio che è molto interessato in trasformare i nostri cuori, nel guarirci e nel restaurarci. Parte del mistero è necessario per aiutarci a rimanere vicini a Lui. Quando pensiamo ai re magi che videro la stella, ci chiediamo, cosa volevano? Qual era il loro scopo? Loro desideravano scoprire chi fosse il creatore di tutto. Quando videro un segno esterno lo seguirono, si misero in cammino attraversando dei deserti. Il loro desiderio più grande era quello di scoprire il mistero di Dio. Quali sono i segni esterni o interni che ci stanno avvicinando a Dio?

Il capitolo 12 del libro dell’Apocalisse parla in un linguaggio apocalittico della rivelazione di Gesù. Tristemente il libro dell’Apocalisse è stato spesso utilizzato per indurre timore nelle persone. Non abbiamo paura perché quest’avventura cosmica non finirà con un Giudizio, ma in amore e redenzione. Questa è la storia ed il motivo per il quale il Natale e Gesù sono la Buona Notizia. Il capitolo parla di una donna vestita di sole e negli appunti biblici si possono trovare diverse interpretazioni riguardo l’identità della donna, quella che sceglieremo è quella che identifica la donna con Maria che rappresenta il popolo di Dio. Il bambino ovviamente è Gesù, Lui è un testimone e governerà le nazioni con uno scettro in autorità e potere. Il linguaggio del libro dell’Apocalisse è pieno di simboli e segni ma se uno cercasse di spiegarli approfonditamente si rischierebbe di rovinare la storia, quindi lasciamo che siano dei portali verso il divino.

Penso che il motivo per il quale tanti non accettano l’invito di Dio a partecipare all’avventura è perché ci sono tante difficoltà da affrontare, perché è pericoloso e difficile. Il personaggio del drago nel capitolo non è difficile da spiegare perché l’autore disse che è Satana, il serpente malvagio, l’accusatore, la presenza delle tenebre. “Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere…” (Giovanni 10:10). Il drago non aspettava altro che divorare il bambino e quindi perseguita la donna perché è arrabbiato, perché non è riuscito a prendere il bambino e poi si infuria di più perché non riesce a prendere la donna e così rincorre i discendenti della donna sulla terra, cioè, noi. Satana era infuriato, e oserei dire che in un certo senso questo è vero. A volte sentiamo quasi che ci sia qualcuno o qualcosa contro di noi, come se qualcuno si opponesse a noi e abbiamo ragione, il diavolo è reale perciò teniamo presente che è stato sconfitto. La battaglia cosmica è in atto, “poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti” (Efesini 6:12). Satana viene sconfitto sia nella storia contenuta in Apocalisse 12 e continua a perdere tutt’ora. Il diavolo perse e l’arcangelo Michele, il difensore del popolo di Dio alla guida degli eserciti celesti combatté contro le forze del male, vinsero e le forze tenebrose furono gettate sulla terra. La buona novella è che il diavolo è stato cacciato dal Paradiso ma la cattiva notizia è che la sua base operativa al presente è la terra. La buona novella è che i santi, il popolo di Dio tutt’ora sconfigge Satana anche sulla terra. Volevo rimarcare questo fatto perché il popolo di Dio sconfigge il Nemico tramite ciò che Gesù ha compiuto, il sangue dell’Agnello fa riferimento alla morte di Gesù sulla croce e ciò ha disarmato le principalità. La morte di Cristo sulla croce marcò la sconfitta della morte, la morte del potere del distruttore sulle nostre vite; la morte delle accuse che escono di continuo contro di noi che dicono che non abbiamo valore e che non contiamo e che Dio non ci ami. Quella voce è stata azzittita con la morte di Cristo sulla croce. L’amore ha compiuto il tutto.

Noi combattiamo contro il male esterno e interno, contro quei pensieri negativi che ci dicono che non facciamo mai abbastanza e che non siamo abbastanza, quando il male e le tenebre sembrano vincere ci difendiamo con il sangue di Gesù. Lui ha fatto ciò che noi non siamo in grado di compiere. Ciò che Gesù ha fatto per noi ci ha liberato dall’implacabilità della religione. Non si tratta di quante cose in più potremmo fare, ma del fatto di ciò che Gesù ha compiuto.

L’altra cosa che possiamo fare è dare testimonianza del fatto che Gesù sia l’eroe della storia ma anche l’eroe della nostra propria storia. Questa è la nostra esperienza. Dovremmo dare testimonianza di ciò che Gesù ha fatto per noi, questo è ciò che Gesù ha fatto per me nei piccoli momenti quando pensavo che la desolazione mi avrebbe sopraffatto e invece scelsi di fidarmi di Lui. Quando ci sottomettiamo e siamo generosi donando senza tenere conto se riusciremo o meno ad andare avanti, quando abbiamo partecipato anche con piccoli passi, nell’incarnazione della nostra vita quotidiana, quando facciamo di Gesù il centro della nostra vita stiamo sconfiggendo il diavolo e le sue opere.

Gesù è chiamato Emmanuele “Dio con noi”. Nel capitolo di Apocalisse 12 c’è la figura del drago che cerca di divorare il bambino appena nato, un’ illustrazione che rappresenta il volere di Satana di uccidere il “Dio con noi” in noi, perché senza Gesù si potrebbe concludere che Dio esista separato da noi. Il nemico mira a svalutarci sotto attacchi di depressione in particolare in periodi di difficoltà come quello che stiamo vivendo ora. Tanti siamo soli o stiamo attraversando dei momenti dove è facile pensare che non abbiamo valore. Credere a quelle bugie sarebbe paragonabile a permettere al drago di divorare il bambino; ricordiamo che Gesù è sempre con noi e Lui ci ama. Quei pensieri sono distruttivi e potrebbero farci diventare egoisti cercando di tenere tutto per noi, dimenticando che c’è un Dio che ci accompagna ed è presente insieme a noi ogni giorno. Al cuore della narrativa dell’Apocalisse Satana punta a farci credere che siamo davvero soli. Dio invece si incarna nelle nostre vite anche oggi e desidera farci sapere che ci ama, che si interessa a noi, che abbiamo valore e che tutto quello che appartiene a Dio è anche nostro. Spesso concludiamo che siamo persi ed è bello trovare nei vangeli tutti tipi di metafore che parlano di qualcosa che era stata persa e poi ritrovata. Come nella parabola del figlio prodigo, il figlio sin dall’inizio aveva una famiglia ma poi a causa delle sue scelte si trovò da solo fino al momento in cui decise di tornare dal Padre.

Dio restaura, ci ritrova e ci accompagna sempre.

Il nemico è ancora in giro cercando di divorare la speranza, il significato ed il proposito di Dio. Sono dei pensieri veri che il nemico impianta nelle nostre menti, lui cerca di rubare, di uccidere e di distruggere. L’importante è ricordare che abbiamo un Dio che è con noi, che provvede ai nostri bisogni e che si incarna tutt’oggi nelle nostre menti, nei nostri cuori e nella nostra vita. Questo è l’invito a partecipare nell’avventura cosmica del Natale.

Vorrei concludere con un dialogo tra Frodo e Sam tratto dal libro “Il Signore degli anelli” di Tolkien. La risposta di Sam è una delle frasi più belle di tutta la trilogia:

«”Non posso farlo, Sam”, dice Frodo al suo amico e servitore.

Sam rispose: “Lo so. È tutto sbagliato. Noi non dovremmo nemmeno essere qui. Ma ci siamo. È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest’ombra. Anche l’oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro e non l’hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa.”

“Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?”

“C’è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.”»

Il buono in questo mondo di sicuro è il Vangelo, Gesù, la grazia, l’amore e la verità.

Felice anno nuovo!

Preghiera: Confesso che la mia posizione naturale è quella di accanirmi contro la disperazione che vedo in questo mondo pieno di tenebre, sento come un forte bisogno di combattere contro il mondo, contro la sua bruttezza ed inospitalità verso la grazia e la speranza; tendo a desiderare di dare una risposta violenta alla violenza cercando di ferire prima di essere ferito!!! Ma come seguace di Cristo invece, scelgo di aprire le mie mani in una posizione di sottomissione, voglio fidarmi di Te anche se non riesco a comprendere ciò che stai facendo, Tu sei all’opera in questo mondo e anche in me, mi sottometto alla Tua volontà nella mia vita ora. Mi sottometto a Te, Gesù che sei con noi ora.

Confesso che la mia posizione naturale è quella di aggrapparmi ai fatti e di voler vedere le prove, tendo a resistere all’aprirmi alla grazia, alla Tua gioia…tendo a voler rimanere fisso nella mia posizione cercando di essere al controllo di tutto. Come seguace di Cristo invece scelgo di assumere una posizione di generosità. Lascio andare in questo momento le cose che non riesco a controllare o a comprendere e ricevo la Tua grazia, la Tua benedizione e il Tuo favore non meritato come dono, ricevo la Tua speranza, la Tua pace ed il Tuo conforto in questo momento; voglio assumere la posizione di Maria, “sia fatto in me come hai detto”.