Questa serie sul Natale ha l’obbiettivo di trovare delle prospettive diverse e di approfondire degli aspetti della storia della natività che possiamo applicare alla nostra situazione attuale. In questo studio cercheremo di guardare gli aspetti divertenti della natività. Ciò che questa storia affronta è la domanda perenne: “chi sono io per essere partecipe di cose talmente meravigliose?”

 Il mondo protestante spesso ha delle riserve riguardo Maria madre di Gesù perché nel mondo cattolico è considerata speciale, particolare e santa e la sua figura viene riverita e perfino adorata. Nella tradizione protestante il fatto che Dio abbia scelto Maria è collegato al fatto che Lui continui a scegliere tutti tipi di persone. Ciò dà dimostrazione che il nostro Dio sia generoso e fantastico e che continua a riversare la Sua grazia una volta dopo l’altra.    

L’Annunciazione (Luca 1:26-38) è il momento in cui l’arcangelo Gabriele comunicò il suo messaggio a Maria. Lei avrebbe partecipato attivamente alla venuta di Cristo, e avrebbe avuto un ruolo importante negli eventi incredibili che avrebbero poi aperto le porte ad un Nuovo Regno d’amore, il Regno di Dio e di Gesù sulla terra. Un invito aperto a tutti!

Il saluto a Maria dall’arcangelo Gabriele è particolare. “Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Luca 1:28, C.E.I.)  L’angelo disse che Maria fosse “piena di grazia”. Il termine nel greco originale è “charitoo” e  significa “grandemente favorita”. “Charitoo” è stato utilizzato soltanto un’altra volta nel Nuovo Testamento nel primo capitolo della lettera di Efesini, un passo che parla di quanto Dio ci abbia benedetto con tutte le risorse celesti. “A lode della gloria della sua grazia, mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell’amato suo Figlio” (Efesini 1:6). Il termine “favoriti” nel greco originale è “charitoo” e significa che quella grazia che all’inizio era stata concessa soltanto ad una donna, a Maria, ora era stata resa accessibile a tutti grazie a Gesù.

Maria era una ragazzina umile di campagna che da un momento all’altro ricevette una chiamata molto particolare che sconvolse la sua vita. Come Maria, anche noi continuiamo a chiederci: “Chi siamo noi per fare parte del piano di Dio?” “Chi sono io per ricevere una comunicazione da parte Sua?”. Dio opera nelle nostre vite in modi inaspettati e nascosti ed eventualmente ciò ci porta a riversare il Suo amore sulle persone che conosciamo e sulle comunità dove abitiamo. La vita insieme a Dio potrebbe essere paragonata ad un ruscello che straripa.

Chi ha un passato religioso o tende a guardare le cose con uno sguardo critico considerando la religione come un concetto gretto dove la misericordia viene data soltanto a chi la merita, potrebbe cambiare idea leggendo la storia della natività. La venuta di Gesù è stata un continuo riversamento di grazia. Ciò ebbe inizio con l’invito ad una ragazza giovane che era ai margini della società, una persona considerata invisibile nel contesto sociale di quei giorni e anche con l’invito ad Elisabetta sua cugina, una donna sterile, anziana. 

Nella storia della natività le figure dei pastori, i re magi, dei re, degli stranieri ed altri furono introdotte più avanti. L’invito fu allargato a tutti tipi di persone e la grazia fu riversata in maniera abbondante. Se ci sentiamo ai margini della società, degli esseri insignificanti, indegni e non presi in considerazione, dovremmo gioire perché siamo invitati da Dio! Dio invita tutti! Questo è un particolare che ha del comico, spesso mi fa sorridere pensare che Dio mi abbia invitato, e penso che forse si sia sbagliato e che non dovrei fare parte della storia Celeste perché sono come sono. 
Dio come un pazzo direttore di cinema incluse nella storia della natività dei personaggi inaspettati che non dovrebbero essere importanti dando un colpo di scena una volta dopo l’altra.

Spesso evitiamo il tema della sofferenza perché è un tema piuttosto deprimente ma non è difficile per noi comprenderlo perché si tratta della condizione umana, qualcosa dalla quale non possiamo fuggire. “La tragedia è inevitabile ma la commedia è imprevedibile” (Eric Beekner). La commedia è ciò che non ci aspettiamo, ci sorprende ogni volta. Siamo preparati per la tragedia ma la commedia è il colpo di scena, un’invasione di grazia nel bel mezzo di una situazione dove non aspettavamo nulla. 

L’elemento della sorpresa è l’antidoto contro le supposizioni. Da adulti spesso si ha delle supposizioni nella mente sulla vita e sul come dovrebbe svolgersi. Una volta qualche anno fa persi il lavoro e non sapevo davvero come sarebbe andata a finire la situazione della mia famiglia. Penso di aver toccato il fondo in quei momenti, non sapevo da quale parte girarmi, non avevo piani ne strategie e in più non comprendevo come mai Dio avesse permesso che mi capitasse una situazione del genere dato che lo avevo servito per gran parte della mia vita. Ero depresso e molto triste. Un giorno incontrai un vecchio amico in un negozio. Dopo averli raccontato come stavo lui mi disse che aveva un messaggio per me, io stetti lì ad ascoltarlo e lui mi disse: “Dio vede dove sei e sa che è una posizione molto dolorosa. Dio vuole farti sapere che metterti all’opera a risanare delle relazioni con delle persone con le quali avevi delle difficoltà è stato un atto di obbedienza molto bello|”. Lo ringraziai per l’incoraggiamento specialmente perché mi disse che Dio gli avesse detto di andare a quel negozio perché c’era qualcuno che lui doveva incoraggiare. Lui aspettò lì per ben venti minuti prima che arrivassi io. Qualcosa di davvero particolare.  La mia domanda a Dio era: “come faccio a provvedere per la mia famiglia?”. Il messaggio che sentì forte nel mio cuore era che Dio si sarebbe preso cura di noi.  Dopo quella conversazione sono riuscito a comprendere quali passi prendere. Non so cosa sia o no la volontà di Dio ma so che Lui è molto dettagliato e quando presi consapevolezza di quel fatto rimasi meravigliato.

Una delle cose che mi infastidisce un po’ sul concetto della gioia è che spesso in alcuni cerchi religiosi l’essere gioiosi viene considerato quasi come un compito da mettere in atto. La gioia stessa è un invito a rispondere, non è qualcosa che facciamo ma è una risposta ad un invito. Dio dà inizio, Dio invita, Dio invade la nostra esistenza con la Sua gioia come nel caso di Maria.

L’angelo raccontò a Maria che la sua cugina Elisabetta fosse incinta chiedendogli di non temere. Sembrava troppo bello per essere vero, come quando sentiamo delle belle notizie e spesso a stento riusciamo a crederci. Elisabetta benedì Maria (che era andata a trovarla) rispondendo all’invito che Dio gli stava offrendo; Dio stava operando qualcosa di profondo e meraviglioso ed Elisabetta piena di gioia abbracciò la grazia del momento.  

Un altro punto importante consiste nel rispondere all’invito di Dio nel modo giusto. Qual è la risposta che dovremmo dare al favore ed alla grazia di Dio? 
All’inizio del primo capitolo di Luca troviamo il racconto della nascita miracolosa di due neonati; Giovanni Battista e Gesù. Due bimbi che sarebbero cresciuti e svolto dei ruoli importantissimi nell’annunciare il Nuovo Regno, il Nuovo Patto ed un nuovo modo di vita. L’angelo si avvicinò al sommo sacerdote Zaccaria per primo, era da aspettarsi che lui ricevesse delle buone novelle, lui avrebbe dovuto saper interpretare ed intercedere. Zaccaria era la figura più preparata a ricevere l’annuncio dell’angelo grazie alla sua formazione. Quando l’angelo gli comunicò che la sua moglie avrebbe avuto un figlio e che sarebbe stato colui che avrebbe preparato la strada al Messia, invece di accogliere le buone novelle con gioia Zaccaria chiese all’angelo di dare prova di ciò che aveva detto. “E Zaccaria disse all’angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Poiché io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni» (Luca 1:18). Invece di essere gioioso, dubitò, forse a causa delle preghiere senza risposta che rivolgeva a Dio anno dopo anno, forse il suo cuore si era indurito e necessitava delle prove. A causa della sua reazione Zaccaria fu reso muto dall’angelo. Maria ebbe una reazione opposta. La madre di Gesù manifestò una sottomissione completa nonostante la sua confusione ed il grande disturbo interno che stava vivendo. Lei decise di accettare anche se non comprendeva il tutto, decise di accettare l’invito.

Riflettendo, devo ammettere che spesso tendo a reagire come Zaccaria volendo avere delle prove. Quando accade qualcosa di stupendo invece di accogliere le notizie con un atteggiamento positivo tendo a concentrarmi sugli aspetti non chiari e ciò mi blocca dall’accogliere delle notizie belle con gioia. Questo perché non riesco a comprendere tutti i dettagli con la mia mente. 

Prendendo in considerazione la figura di Zaccaria ricordiamo che erano trascorsi 400 anni di silenzio dalla parte di Dio. 400 anni senza profeti. Riportandolo alla mia vita, sono consapevole che i momenti di silenzio quando non so ciò che sta accadendo sono tanti. Le discipline spirituali come la preghiera, il servizio, il mettere in pratica la generosità e tante altre azioni del genere ci aiutano a mantenere il terreno dei nostri cuori morbidi ed evitare che si indurisca. Sono delle azioni che preparano il terreno dei nostri cuori ad essere pronti per ricevere il seme di Dio nel momento giusto. Come si fa a tenere il terreno dei nostri cuori morbidi e fertili? L’amarezza, la rabbia, il non perdonare ed il peccato inaridiscono il terreno dei nostri cuori non permettendo all’amore di piantare dei semi, ci fanno dubitare. Mantenere i nostri cuori morbidi ci aiuta a coltivare un atteggiamento di fiducia in Dio. Trovo interessante la reazione dell’angelo che non riusciva a comprendere la reazione di Zaccaria. Lui aveva una prospettiva totalmente diversa, era al cospetto di Dio. La reazione di Maria dall’altra parte dimostrò la sua disponibilità a partecipare al piano di Dio e di abbracciare l’ignoto.

C’è un elemento importante di sorpresa nell’invito che fu fatto a Maria, lei avrebbe potuto benissimo dubitare. Io ho un passato molto travagliato ed ho avuto una esperienza personale con Gesù che mi riscaldò il cuore, mi accese e mi aiutò a cambiare vita in modo miracoloso. In quei momenti riuscivo a vedere che Dio era all’opera e che Lui fosse amore. Un concetto centrale della storia della natività è che Dio invita, Dio inizia, Lui ha versato la Sua grazia ha aperto la strada e ora tutti possiamo partecipare. Se qualcuno sente di non avere il favore di Dio, possiate essere certi di averlo, Dio ci vede, ci conosce e versa il suo favore e la Sua grazia, siamo stati scelti prima della fondazione del mondo, dal grembo della nostra madre. Dio ha un piano ed un proposito per la nostra vita. L’invito c’è, poi sta a noi rispondere o no. 

Ricordo di aver pianto tantissimo quando scoprì che Dio non solo mi avesse salvato ma che potesse anche usarmi per fare del bene, potevo partecipare insieme a Lui a diffondere il Suo messaggio di amore e di grazia. Dio ci ha creato per poter collaborare insieme a Lui, preghiamo che possiamo rispondere in modo positivo ed accettare ciò che Lui ha in mente per noi. Questo percorso non è stato programmato per essere vissuto in modo individuale, ma insieme alla nostra famiglia di fede. 

Il centro della storia del Natale è Gesù. Tutti gli altri personaggi e anche noi siamo invitati a partecipare alla Sua storia. Lui ci invita a far parte del Suo Regno, a cambiare il mondo, ad essere portatori di pace e di amore, a manifestare il favore e la grazia di Dio ad ogni persona. Questa consapevolezza dovrebbe aiutarci a comprendere che non abbiamo il controllo perché facciamo parte della storia divina e chi è in controllo è Lui. Non avere le idee chiare riguardo a questo concetto ha il potenziale di causarci molte difficoltà come nel caso di Zaccaria quando fu reso muto. 

Quando Maria venne incontro ad Elisabetta, il bimbo nel grembo di Elisabetta saltò di gioia, colui che non era ancora nato fu pieno di gioia e volle farlo sapere alla sua madre, tutto stava andando secondo il piano di Dio. Nello stesso tempo sotto lo stesso tetto c’era suo padre, un sommo sacerdote di Dio il cui lavoro principale consisteva nel dover spiegare chi era Dio agli altri che non riusciva a comunicare perché voleva controllare la situazione e riuscire a provare tutto ciò che diceva, forse aveva anche paura di discutere ciò che stava accadendo. Essere consapevoli che la nostra risposta importa e che Dio ci invita tutti, è qualcosa di meraviglioso. 

Siamo consapevoli che esistono delle difficoltà che fanno parte della nostra esistenza ma allo stesso tempo c’è anche la speranza, possiamo superare la morte, il peccato, le nostre lacrime saranno asciugate.  La storia della natività vista attraverso le lenti della commedia ci racconta che le cose non sono andate come ci aspettavamo. L’immagine di Maria ed Elisabetta ci illustra che sono incinta, il loro grembo contiene una sorpresa. Dio desiderava interconnettersi nella vita umana, nella storia del mondo. Gesù non è venuto con il solo proposito di insegnarci delle belle frasi su come vivere ma per fare parte attiva della nostra vita. Questa è la sorpresa! Può darsi che qualcuno abbia l’idea che Dio sia qualcosa di esterno a noi che ci influenza da fuori cercando di convincerci a fare ciò che è giusto o che ci giudica quando sbagliamo il bersaglio. Dio invece è dentro di noi ed è coinvolto intimamente con ognuno di noi. Gesù ha detto che il nostro Padre Celeste è già al corrente di tutto ciò di cui abbiamo bisogno prima che lo chiediamo. La Bibbia è piena di esempi che parlano delle complessità della vita ma la sorpresa contenuta in Gesù è che Lui si trova accanto a noi, il Suo nome significa “Dio con noi” e possiamo gioire di questo fatto particolarmente nei momenti quando ci sentiamo persi e incerti su ciò che sta accadendo.

La natività racchiude in se la sorpresa di un Salvatore che venne in questo mondo per disfare le opere del maligno e dell’oppressione. Non siamo soli, siamo tutti parte di questa storia e Gesù è al centro, Dio è in controllo e ci ha invitato a partecipare.

La nostra chiamata non è una chiamata individualistica. Anche se ci sono dei momenti in cui siamo chiamati a stare in silenzio, Dio ci chiama a collaborare con la nostra famiglia di fede per aiutare questo mondo e anche per la nostra crescita personale. Un modo pratico di viverlo è cercare delle persone con chi condivivere la nostra vita cristiana. L’angelo parlò a Maria riguardo Elisabetta, Maria andò a trovarla e poi tra le due donne ci fu uno scambio di gioia, entrambe stavano vivendo qualcosa di particolare, non erano da sole. Nel contesto patriarcale Zaccaria e Giuseppe avrebbero dovuto essere al centro della storia ma nel loro caso furono invitati a mettersi in disparte ed a sostenere le donne che Dio aveva scelto. Loro dovettero scegliere se accettare o no il ruolo che Dio aveva per loro e la loro risposta fu importante. Forse qualcuno di noi ha sempre desiderato essere qualcun altro o che le cose fossero diverse, forse abbiamo il desiderio di svolgere dei ruoli diversi che qualcun altro ha da parte di Dio. Dovremmo invece celebrare gli altri e ciò che Dio fa tramite loro.

Applicare ciò che impariamo è molto importante. Siamo stati invitati e scelti sin dall’inizio del mondo ad essere parte della bellissima storia della grazia. La nostra risposta importa, ciò che accadrà accadrà insieme a Dio e noi, una collaborazione alla quale Dio invita tutta l’umanità. Non siamo soli nella storia della vita, la nostra storia è unita alla storia di Gesù e della Sua comunità. Preghiamo che tutti possano unirsi ad una chiesa in casa o ad una comunità di fede con la quale crescere insieme.

La tendenza naturale dell’essere umano è quella di non aprirci e di non condividere con gli altri la nostra esperienza umana perché vogliamo dare l’impressione di essere al di sopra di tutto ed in controllo della situazione volendo essere diversi. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro e abbiamo bisogno di lasciar andare ciò a cui ci stiamo aggrappando lasciandolo nelle mani di Dio per poter rispondere nel modo giusto. Spero che possiate essere riempiti di generosità in questi giorni e che la vostra gioia sia contagiosa, apritevi all’invito di Dio nelle vostre vite!

Preghiera: Padre Celeste, scelgo di lasciar andare tutti i pesi e le preoccupazioni che pesano sulla mia mente e sulla mia vita. Lascio tutto ai Tuoi piedi. Voglio ricordare a me stesso che insieme a Te niente è impossibile. Lascio il controllo e scelgo di fidarmi di Te ed a partecipare nella storia di Gesù e di come porta luce e vita a questo mondo. Tramite Gesù ricevo la Tua parola, la Tua verità e la Tua guida nella mia vita. Utilizzami insieme al corpo di Cristo per essere un testimone fedele del Tuo favore generoso verso tutti. Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà